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Monday, June 2, 2008

Iran: petrolio amaro. Compratori: nessuno


In Iran ci sono delle petroliere cariche di greggio che siedono allegramente nei porti e dal valore di svariati milioni di dollari. Queste navi giacciono senza una meta perche' nessuno vuole il petrolio che c'e' dentro. Si pensa che il presidente iraniano Ahmadinejad stia cercando di fare allungare il collo agli occidentali, cosi da far salire il prezzo ulteriormente. Ma il nostro eroe ha gia' provato questa tecnica in passato e non gli e' andata bene. E' invece molto piu probabile che NESSUNO voglia comprare il loro petrolio perche' non e' di buona qualita'. L'Iran non ha grandi capacita' nel raffinare il petrolio e sebbene sia un produttore di greggio e' anche un forte importatore di benzina.

Il loro petrolio e' AMARO e PESANTE, cioe' con una gran quantita' di zolfo e fatto di molecole molto piu' complesse e lunghe di quelle utili per farci la benzina. Questo tipo di petrolio come abbiamo detto piu' volte e' difficile da raffinare, oltre a togliere lo zolfo, si deve poi spezzettare le molecole in un processo chiamato cracking. E' per questo che l'Iran non riesce a venderlo. Nessuno lo vuole perche' la spesa non vale l'impresa. Costa troppo raffinarlo, i centri adeguati sono pochi e cosi questi 28 milioni di barili di petrolio se ne stanno li, in balia del mare e degli eventi, al costo di $140,000 dollari alla settimana.

E, indovinate un po' che petrolio abbiamo noi? Uguale identico a quello dell'Iran, amaro e pesante. Dunque, se nessuno vuole questo petrolio iraniano perche' inquina ed e' di difficile lavorazione, perche' noi, che ne abbiamo in quantita' molto minori dell'Iran vogliamo portarlo in superficie, contaminare la nostra terra e mettere nelle nostre vite inutili veleni?

Questa storia dell'Iran ci insegna anche un altra cosa: se ci opponiamo al centro oli sulla terraferma ad Ortona e spingiamo per una legge permanente, l'ENI non potra' far altro che abbandonare i suoi progetti. Senza il centro oli non possono estrarre il petrolio e poi aspettare che qualcuno lo compri mentre siede li in mare (anche se a Fratino i piacesse) o costruire oleodotti fino a Viggiano. D'altro canto, se invece il centro oli lo costruiscono, chi ci assicura che poi non verranno a portare da noi altri carichi di robaccia, tipo quello dell'Iran?

Continuo a cantare la stessa canzone: il nostro petrolio e' poco, fa schifo, non ci azzecca con noi. Ma perche' non lo lasciamo sottoterra e concentriamo invece le nostre risorse, tempo, voglia di fare all'energia alternativa? E' cosi facile capire che il futuro e' li...

Fonti: Stratfor,

Questa storia mi e' stata segnalata da SinceraMente che ringrazio con affetto.

1 comment:

wanadobee said...

stai a vedere che l'Eni adesso cerca di comprarsi il petrolio su quelle navi...