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Thursday, July 31, 2008

Genova, 2008


Sono appena arrivata a casa, stanca ma tutto sommato soddisfatta. C'e' ancora molto da fare, ma spero che pian piano riusciremo ad arrivare vittoriosi a salvare l'Abruzzo. La trovo una storia bella, di democrazia, di internet, di affetti che si alimentano perche' incentrati sull'amore per la nostra terra. Continuiamo a marciare senza stancarci.

Intanto, un nuovo incendio a Genova, proprio mentro scrivo. Il Corriere mette a disposizione una telecamera. Si vede un'enorme palla di fuoco, si parla di emergenza, trenta metri di fiamme, 250 evacuati, l'autostrada e' chiusa al traffico, i vigili del fuoco dicono che la situazione e' grave. Come avevo cercato di dire durante il "tour" estivo gli incendi alla raffinerie non sono rari, ma invece accadono spesso, perche' sono troppi e troppo delicati i vari processi che si susseguono, e spesso i controlli non sono soddisfacenti. Davvero basta un nonnulla per far andare tutto in tilt.

La cosa triste e' che si continua a minimizzare: nel 2005, in seguito ad uno scoppio simile a Genova si diceva "non ci sarebbero problemi di tossicità nelle emissioni derivanti dall'incendio della raffineria". Ah si? Sulla base di cosa si fanno queste affermazioni? Ma se Andreussi veniva a dirci che l'autostrada con i suoi scarichi di gas dalle automobili e' molto inquinante, come possono farci credere che litri e litri di petrolio che divampano nell'aria possano fare bene alla salute? Per di piu' se si va a guardare la storia della raffineria di Genova si scopre che invece l'inquinamento c'e' stato e non e' stato indifferente, anzi i periti lo chiamano storico!

Questa infatti e' la situazione di Busallo (Genova) nella raffineria detta IPLOM, secondo un dossier con tutti gli incindenti ed incendi dal 1979 al 1999.

Lo Scrivia e' un fiume che scorre vicino alla raffineria. Come potete vedere anche li c'e' sempre questa corsa a "riammandare", a dire che tutto va bene, che nulla e' nocivo, che le puzze, i fumi, la gente che perde la sensibilita' olfattiva, e' tutto normale.

1979 :
Scoppio a Busalla in raffineria tre operai feriti. Inquinato lo Scrivia (Il lavoro)

1979 :
Iplom di Busalla - Il Consiglio di fabbrica accusa. Un incidente dopo l’altro (Il lavoro)

1979 :
Un'autentica bomba innescata a pochi passi dalla città (Il Secolo XIX)

1980 :
Falla alla Iplom e di nuovo gasolio dentro lo Scrivia (Il Secolo XIX)

1980 :
Il petrolio nello Scrivia mette in pericolo i rifornimenti idrici (Il Secolo XIX)

1980 :
La raffineria Iplom denunciata per inquinamento dello Scrivia (L'Unita')

1980 :
Procura contro la Iplom per lo Scrivia avvelenato (L'unita')

1980 :
Sono settecento i quintali di gasolio finiti nello Scrivia (Il Secolo XIX)

1982 :
Si spezza una tubatura della Iplom e nello Scrivia scorre benzina (Il Secolo XIX)

1982 :
Mezza Genova ha rischiato di bere nafta (Il Secolo XIX)

1986 :
Salta tubatura della Iplom terribili esalazioni a Busalla.
Momenti di allarme e di paura per gli abitanti della vallata (Il Secolo XIX)

1989 :
Olio combustibile nello Scrivia.
Gli abitanti parlano di disastro ecologico e accusano (Il Secolo XIX)

1989 :
Iplom, una minaccia continua (Il Secolo XIX)

1989 :
L’Iplom ancora sotto accusa.
Raffica di proteste degli abitanti per i miasmi che si sprigionano dalla fabbrica.
"Sensibilmente diminuite le capacità olfattive della gente" (Il Secolo XIX)

1990 :
Aria irrespirabile per una nube gassosa.
Domenica a Busalla due ore di grande preoccupazione (Il Secolo XIX)

1990 :
Perdita nello Scrivia, nel mirino c’é l’Iplom (Il Secolo XIX)

1990 :
Lo Scrivia senza pace, ora é fanghiglia oleosa(Il Secolo XIX)


1991 :
Scrivia inquinato: i Carabinieri irrompono alla Iplom.
Stabilimento piantonato, militari negli uffici: giornata di tensione nell’azienda petrolifera
(Il Secolo XIX)

1991 :
Iplom, cittadini in allarme per alcune fumate troppo nere
Tracce di combustibile vicino alla raffineria Iplom (Il Secolo XIX)

1991 :
Il cambio di proprietà dopo un decennio di crisi (Il Secolo XIX)

1991 :
Una vampata, terrore all'Iplom. Fiamme in un deposito, due feriti. Panico tra la popolazione...
(Il Lavoro)

1991 :
"E’ troppo pericolosa" - Il commento del primo cittadino
(Il Lavoro)

1991 :
Esplosione nella raffineria Iplom , paura a Busalla (Il Secolo XIX)

1991 :
"Chiudete la Iplom"
Presa di posizione della giunta di Busalla dopo l'incidente di sabato
(La gazzetta del lunedi')

1991 :
Amministratori decisi "La raffineria è fuori posto"...
(Il Lavoro)

1993 :
Scrivia é di nuovo onda nera.
Il caldo riporta a galla olio depositato sul fondo (Il Secolo XIX)

1998 :
Come già accaduto il 30/05/90, Lo Scrivia senza pace, ora é fanghiglia oleosa (Il Secolo XIX)

L'immagine sopra e' uno scarico della raffineria nel fiume Scrivia. L'acqua e' rossa. Immaginate cosa di piu' getteranno nel nostro mare. Le domande all'ARTA restano. Io non voglio vivere con l'incubo incendio, con l'incubo nube tossica. Io non ce la voglio quella robaccia nel mio mare. Cara ARTA, cari sindaci di San Vito, di Ortona, cari politici tutti, e' giunto il momento di agire e non di far prendere l'aria ai denti.

Sunday, July 27, 2008

''Pozzi, tossicita' media''''


Cosi' tuona un articolo del Centro d'Abruzzo di oggi, domenica 27 luglio in un articolo sui pozzi di petrolio in mare. Sfogliavo il giornale per leggere della dichiarazione dei vescovi della chiesa cattolica contro il centro oli e per la difesa dell'ambiente in generale. Di questa notizia sono stata felicissima, e per un attimo, prima di imbattermi in questo articolo sui pozzi sulla cronaca di Ortona, mi era parso di poter gustare un giorno di serenita'.

Voglio lo stesso ringraziare sentitamente e pubblicamente il clero abruzzese e molisano per l'impegno preso e le parole chiare e inequivocabili sulla salvaguardia dell'ambiente, del mare e, in ultima analisi del popolo. Li volgio ringraziare per non essersi nascosti dietro il dito del turismo religioso, delle pressioni locali e dell'ENI ma di avere agito nel rispetto e nell'amore per l'uomo. Mi piacerebbe molto che questo fosse il punto di partenza per un attivismo fatto ora anche a livello locale di parrocchie, gruppi scout, oratori. Il territorio e' di tutti e non e', e non deve essere, una questione di destra, di sinistra o dei verdi.

E ora veniamo anche ai verdi e ai pozzi di tossicita' media. Gaetano Basti, direttore dell'Arta ed esponente politico dei Verdi, ha reso note le caratteristiche di inquinamento e di tossicita' dei pozzi della MOG, ad Ombrina Mare, a pochi chilometri dalla costa di Ortona che si appresta a diventare porto petrolifero.

L'articolo del giornale dice che c'e' tossicita' media e nessuna traccia di inquinamento chimico. Non occorre creare nessun allarme fra il popolo. Non ci sono traccie di idrocarburi o di metalli pesanti. I valori rilevati per la tossicita' sono 5.8 e 3.2, tossicita' media la prima e bassa la seconda. Si dice anche, con un gioco di parole abbastanza contorto, che in altre parti piu distanti dal pozzo della MOG i valori sono piu' bassi di quelli misurati vicino ai pozzi, ma che non e' possibile collegare i dati misurati di tossicita' con l'attività petrolifera.

Io continuo a non capire la piccolezza di questo modo di operare dell'ARTA nella figura del suo presidente Basti, e ancora di piu' del giornalista che o non gli ha fatto le domande giuste oppure da delle notizie inutili.

1) Cosa vuol dire 5.8? 3.2? Ci sono unita di misura? Quali erano i valori dell'inquinamento prima del pozzo per avere un idea e per capire se c'e' relazione con pozzo della MOG? Quali erano i valori di tossicita' nelle zone lontane dal pozzo non interessate dai valori cosi alti? Questi numeri non significano niente se non sono posti in un contesto da cui uno puo' capire se e quanto 5.8 o 3.2 siano grandi o piccoli. E poi, la tossicita' e' dovuta a che cosa? Al troppo sale da cucina? Alla strictnina? Al veleno per topi? Non ci viene detto.

2) Cosa vuol dire che non e' certo il collegamento fra il pozzo e la 'tossicita' media'? Se prima i valori erano piu bassi, se lontano dal pozzo i valori sono ancora bassi, come minimo c'e' un SOSPETTO di inquinamento dovuto alla presenza del pozzo, no? E' il senso comune, e' la logica che lo dice, no? Questo sospetto dovrebbe come minimo portare a delle misure di cautela e di riconsiderazione della presenza del pozzo stesso.

3) I pozzi sono stati messi li nell'aprile del 2008. Cosa ci aspettiamo che l'inquinamento salga a livelli spaventosi nel giro di 3 mesi? Questi processi di inquinamento si cumulano nel tempo, lentamente. A Gela i morti, i bimbi deformi, l'acqua non potabile se li sono ritrovati non tre mesi dopo l'attivita' petrolifera, ma anni dopo. La leggerezza di Gaetano Basti nel dire non si devono creare allarmismi, dal mio punto di vista e' scandalosa. Se prima la tossicita' era nulla, e dopo tre mesi si passa a tossicita' media, cosa succedera' dopo tre anni? Se l'e' chiesto questo Gaetano Basti?

4) Quei pozzi di Ortona sono ad una manciata di chilometri dalla costa. L'Adriatico e' basso, e' un sistema chiuso. Le impurita' fanno piu' difficolta' a spargersi nell'acqua. Se la Norvegia e gli USA limitano l'attivita' petrolifera a 50, 100, 160 chilometri dalla costa, un motivo ci sara' pure no? Ed il motivo e' che quella roba inquina, caro Gaetano Basti, membro dei Verdi. Perche' lei non dice niente e non indaga sul fatto che quesi pozzi sono messi cosi vicino alla costa, al dila' di ogni logica e buon senso?

Ci vorrebbe una azione molto piu' forte, incisiva, coraggiosa di questi timidi controllini dove si dice che il pozzo dopo tre mesi ha inquinato un pochino. Questa gente incosciente non ha il coraggio di guardare piu' a lungo, con vedute ampia e ponendo a se stessi e ai petrolieri delle domande, serie, mirate, intelligenti. No, gli basta solo dire che c'e' tossicita' media di non si sa bene che cosa, ma di certo non viene dal pozzo, anche se l'unica cosa che e' cambiata in quel mare e' la presenza del pozzo stesso. Fra tre mesi diranno che ce n'e' ancora un po' di piu' di inquinamento, ma non tanto di piu', e cosi' piano piano, finche non ci ritroveremo anche noi un mare che sara' l'ombra di quello che abbiamo conosciuto finora e che amiamo.

Stasera domenica 27 luglio, siamo a San Giovanni in Venere alle 7 di sera.
Intanto si va avanti cosi, con la testa sottoterra.

Wednesday, July 23, 2008

L'arroganza del potere


Ieri sera, 22 Luglio siamo stati a Paglieta. Oltre alla mia presentazione c'e' stata la proiezione del video Il ritorno di Attila, di Antonello Tiracchia. La serata, a parte qualche spruzzo di pioggia e' stata gradevole e partecipata, fin quasi verso la fine.

Erano presenti vari politici. Oltre al sindaco di Paglieta, che e' stato gentile e concreto, perche' ha detto che assieme ad altri comuni del comprensiorio prenderanno posizioni ufficiali contro il centro petrolifero, si sono presentate altre personalita' amministrative. C'erano Tommaso Coletti, Camillo d'Alessandro, Maria Rosaria La Morgia, Franco Caramanico e Angelo Orlando, fra quelli che ho potuto riconoscere io fra la folla. A loro, come dico sempre, il mio grazie per essere venuti, per avere partecipato. Alcuni di loro hanno preso la parola dopo la mia presentazione e dopo la proiezione del video.

Franco Caramanico, ex assessore dell'ambiente della regione Abruzzo, e' venuto a parlare da noi ed ha detto, facendo il suo solito gioco di scarica barili, che la responsabilita' non e' sua. La responsabilita' e' dei comuni interessati, la responsabilita' e' delle amministrazioni precedenti, e che siccome le decisioni sono state prese prima che lui arrivasse, lui non ha potutto fare a meno di autorizzare il progetto. Un uomo di grande coraggio dunque. E' li dal 2005 e non ha saputo dire altro che e' colpa degli altri. Ha anche aggiunto che il governo regionale ha fatto degli atti contro il centro petroli (credo si riferisse alla legge del 4 Marzo, ma quella caro Caramanico e' figlia solo ed esclusivamente dell'impegno popolare) e che ora esiste un piano dell'aria che impedisce la costruzione di altri centri petroli. Possiamo dunque star tranquilli!

Ho allora chiesto di parlare e gli ho chiesto perche, visto che era lui la persona piu' importante per la protezione dell'ambiente in Abruzzo, non ha sentito il dovere di informare il popolo. Non mi ha dato una vera risposta, mi si e' dimenato sulla scia delle parole precendenti - non e' colpa mia, e' colpa degli altri, abbiamo fatto la legge regionale del 4 Marzo. Allora mi sono un po innervosita. Non sono una scema. Se uno ti fa una domanda, devi rispondere alla domanda e non arrampicarti sugli specchi. Gli ho rifatto la stessa domanda. Perche' non avete informato la gente. Di nuovo parole che sinceramente non ricordo perche' erano vuote. Alla fine della discussione pubblica, gli sono andata vicino, e in oresenza di due testimoni, gli ho fatto a tu per tu la stessa domanda. Perche' non avete informato la gente. Ero stanca, arrabbiata e disgustata di questo modo arrogante di fare in cui le risposte sono fuori tema e proncunciate con tono di condiscendenza. Forse anche lui era stanco perche' mi ha candidamente detto:

Non ho informato perche' per informare occorreva dare una soluzione, e siccome le soluzioni erano difficili da fare era meglio non diffondere la notizia.

Non sono parole testuali, ma piu' o meno questo e' il senso di quello che lui ha detto. Di nuovo, una prova di grande coraggio, di amore per il popolo, e di senso di servizio alla collettivita'. Lui e' stato l'assessore all'ambiente, era lui che doveva prendersi il compito di parlare alla gente, non doveva venire una da Los Angeles a spiegare cos'e' l'idrogeno solforato, non dovevano esserci comitati ad alimentare la partecipazione del popolo. Era una precisa responsabilita' dei governanti, non dei volontari.

Poi arriva Angelo Orlando. Parlava in politichese e continuava a chiamarmi in modo un po condiscendente, professore', dottore', usando parole come VAS, VIS, legge xyz del 2001, legge abc del 2005, insomma non si e' capito nulla di cosa volesse dire. Tra l'altro siccome non sono un esperto di procedure legali, non ho mai parlato di VAS, VIS legge xyz del 2001, legge abc del 2005 e via dicendo. Per cui non capisco perche' parlasse a me.

Comunque del suo discorso non ho capito nulla. Ho anche chiesto ad altri cosa avesse detto e neppure loro hanno compreso granche' del suo intervento. So solo che in un precendente incontro con lui, domenica mattina, in forma privata, gli chiesi, 'ma non si puo' fare una legge FACILE e pulita dove si dice l'Abruzzo rifiuta qualsiasi insediamento petrolifero? E' cosi difficile?' E lui mi disse che non si puo' fare, che invece occorre prenderla di sguiscio, porre postilli, vincoli, aggiunte etc. Siccome non ne so molto, sono stata zitta, ma di nuovo continuo a non capire perche' sia tutto cosi complicato e perche' nessuno abbia il coraggio neppure di proporre una legge del genere. Poi ci si lamenta che le leggi in Italia sono contorte e labirintine.

Gli altri non hanno detto nulla, se non che non sono potuti venire a Pescara all'incontro con l'ENI per altri impegni. Di questo incontro parleremo un altra volta, devo ancora digerire tante cose, dalle parolaccie che mi hanno detto, fino alle sciocchezze che ho sentito da Andreussi e soci. Dei nostri politici erano presenti solo Camillo d'Alessandro. Onore a lui per essere venuto, ma e' andato via prima della fine. Dov'era Franco Caramanico?

Ci rendiamo conto che la difesa dell'Abruzzo e' stata affidata a gruppi di volontari?
Se non era per i comitati e le associazioni locali, il centro oli a quest'ora era gia' li che sputava veleni.

Non andiamo avanti cosi. Mi sarei aspettata un po piu di umilta'. I nostri politici sono arroganti. Invece di dire: abbiamo sbagliato, non ci abbiamo pensato che era giusto informare la popolazione, chiediamo scusa e da oggi ci impegnamo a fare questo o quell'altro, a rendervi piu' partecipi, a proteggervi meglio, sono li a dire che non e' colpa loro, ma colpa di qualcun altro. Si commentano da soli.

Il primo inquinatore dell'Abruzzo e' la politica, cosi' dice Gianni Belcaro nel video del ritorno di Attila. Purtroppo ieri sera ne ho avuto la conferma.

Sunday, July 20, 2008

L'ENI sotto processo a Viggiano


L'ENI e' attualmente sotto processo a Viggiano per inquinamento ambientale. L'inchiesta parti' nel 2001, e il processo e' iniziato sei anni dopo. Chissa quanti anni ci vorranno per giungere alla conclusione e soprattutto quante tonnellate di veleni i cittadini di Viggiano dovranno respirare ancora prima che si giunga alla fine.

Secondo le accuse, dal centro oli di Viggiano arrivano rumori ed odori molesti.
C'e' il forte sospetto che i veleni danneggino le colture e la salute della gente. Un semplice giro per la altre raffinerie d'Italia mostrerebbe che i timori siano fondati. Il PM e' il famoso Woodcock di Potenza. Alcuni contadini hanno dovuto abbandonare i campi perche' l'aria era irrespirabile.

Allora sono andata un po ad indagare meglio cosa accade a Viggiano. Da Lega Ambiente ecco alcuni del disastri ambientali causati dall'ENI a Viggiano in soli DUE anni, dal 2000 al 2002:

21 GENNAIO 2000: due autocisterne sono coinvolte in un grave incidente nei pressi di Viggiano. Un conducente è morto e 27.000 LITRI di greggio sono sversati nell’ambiente. La Procura di Potenza ha avviato un’inchiesta sulle conseguenze ambientali dell’incidente: sorgenti inquinate da residui di petrolio, acqua corrente mista a greggio, terreni a rischio di contaminazione.

26 FEBBRAIO 2000: un altro incidente. Nei pressi di Calvello un ’autocisterna si ribalta e sono sversati 250 LITRI di greggio.

29 FEBBRAIO 2000: a Sant’Arcangelo un’autobotte cade da un viadotto e si sversano 30.000 LITRI di greggio vicino il corso del fiume Agri. È il terzo incidente in quaranta giorni.

12 SETTEMBRE 2000: sulla statale 92, nei pressi di Anzi, un’autobotte si ribalta in una scarpata. Vengono sversati 29.000 LITRI di greggio e l’autotrasportatore è in coma.

16 SETTEMBRE 2000: un’autocisterna si rovescia presso Grumento Nova. Questa volta, fortunatamente, non trasportava idrocarburi.

17 MARZO 2002: nel Centro Oli di Viggiano, per errore sono stati scaricati 3.000 LITRI di greggio in un bacino naturale per la raccolta di acque piovane e in una vasca del Consorzio di Bonifica. 13 persone, tra dirigenti Eni e tecnici del Centro Oli, sono indagati per l’ipotesi di reati di getto pericoloso di cose, bonifica di siti inquinati e danno ambientale.

3 GIUGNO 2002: nei pressi di Viggiano, un incidente coinvolge un condotto interno a una postazione che raggruppa tre pozzi petroliferi, causando la fuoriuscita di 2.500 LITRI di acqua di lavorazione e di 50 LITRI di greggio.

8 GIUGNO 2002: nei pressi di Grumento Nova, un problema a una valvola del condotto del pozzo "Monte Alpi 1 est" provoca la dispersione di circa 500 LITRI di greggio su una superficie di 2.000 metri quadrati di terreno. E’ il secondo incidente in sei giorni.

NON LASCIAMOCI ABBINDOLARE. Questa è l’alta tecnologia degli impianti ENI: per loro, le fuoriuscite di greggio sono normali. Per loro, i terreni inquinati sono normali. Per loro, la gente che abbandona i campi sono normali. Per loro, i bacini naturali inquinati sono normali. Per loro, le esalazioni tossiche sono normali.

Domani 21 Luglio, Paolo Andreussi, docente di ingegneria chimica e di impianti industriali di Pisa, cosulente ENI da 20 anni, assieme con il suo compare Lorenzo Fiorillo, responsabile ENI per la zona del centro sud e Giuseppe Tannoia mineralogo ENI, verranno a Pescara a cercare di farci il lavaggio del cervello su quanto l'ENI sia brava e bella. Si sbagliano alla grande. Verranno qui a raccontarci un sacco di frottole, pensando che siamo sudditi e non sapendo che siamo Uomini. Pensando che gli lasceremo saccheggiare e violentare le nostre terre con il nostro petrolio come degli sciocchi. Pensando che possono raggirarci con il loro cane a sei zampe senza sapere che saremo li, stoici e testardi, con i nostri mille cuori innamorati di cio' che ci e' stato dato e che abbiamo il dovere di proteggere, tutti e nessuno escluso.


Fonti: Lega Ambiente, La Gazzetta del Mezzogiorno

Friday, July 18, 2008

Vescovadi, 17 Luglio, Vasto 18 Luglio


Stasera siamo a Vasto, alle 21:00 in piazza Rossetti. Ieri ho trascorso tutto il giorno fra vescovadi vari, prima a Penne con il vescovo di Pescara, Valentinetti, e poi a Lanciano, con quello di Lanciano/Ortona, Ghidelli. Ho anche incontrato il reponsabile della pastorale sociale di Lanciano/Ortona, padre Miccoli, nonche' il prof. Veraldi del dipartimento di economia dell'universita' di Pescara che coordina una tesi di laurea sul centro oli ed i suoi effetti sul territorio.

E' stata una giornata concitata e stancante. Voglio sperare che l'incontro con il clero sia stato utile e che le cose che mi hanno detto troveranno dei risvolti nella realta' pratica. Assieme al regista del video, a tutti abbiamo dato delle copie del DVD 'Il ritorno di Attila'. Il 25 luglio i sacerdoti di Abruzzo e Molise presenteranno una dichiarazione contro il centro oli (e Bussi e le morti bianche di questa regione). Direi che sono stati incontri cordiali e che i vescovi mi sono sembrati aperti, anche se a Ghidelli ho dovuto ricordare varie volte che Gesu Cristo non si fece mai conti di convenienza, che se le dichiarazioni nemmeno si fanno i giornali non ne potranno mai parlare e che, visto che e' quasi un anno che sto dietro a questa storia, non ho molto piu' tempo da aspettare. E' venuto il tempo di agire, adesso.

Ho anche detto loro varie volte che la chiesa, in generale, e' in una posizione ottimale per fare del bene vista la loro presenza radicata sul terreno, e che se le chiese si svuotano e' anche colpa del fatto che c'e' uno scollamento totale con la vita reale della gente. Chi era con me ha detto che sono stata 'gentilmente aggressiva' ma ho deciso in tutto questo periodo che staro' qui di dire tutto cio' che io credo sia giusto. Mi indigno ancora quando penso a cio' che l'ENI con il beneplacito di politicucci ed entucci locali nonche' di ministeri vari vuole fare alla nostra regione.

Intanto, cosa accade al nostro beneamato ente nazionale idrocarburi? Una delle sue aziende controllate, la Enichem, e' stata condannata a quasi 2 miliardi di euro per avere inquinato il lago Maggiore con DDT dal 1990 al 1996. Fu proprio nel 1996 che gli svizzeri (e non gli enti italiani!) si accorsero che i pesci avevano nei corpi delle quantita' di DDT e mercurio, superiori ai limiti elvetici. Gli svizzeri allertarono le autorita' italiane, l'impianto di Pieve Vergonte venne chiuso nel 1997 e la pesca vietata in tutto il Lago Maggiore. Se non era per i cittadini dell parte svizzera del lago, molto piccola rispetto a quella italiana, i lombardi stavano ancora li a mangiare pesci al DDT.

La citta' dove sorge il complesso chimico, Pieve Vergonte, e' fra le 16 aree di maggior inquinamento della nazione italiana, in compagnia di altre località dove si lavorano sostanze petrolchimiche e dove si respira l'aria fine, da Gela a Porto Marghera. La bonifica iniziata nel 1998 a Pieve Vergonte avanza a rilento e a tuttoggi, le falde acquifere e il terreno attorno alla cittadina sono inquinate da arsenico, mercurio, e sostanze a base di cloro.

In cima c'e' una figura di Pieve Vergonte e di tutto il Lago Maggiore.
Pieve Vergonte e' l'ultima citta' in alto a sinistra. Fa abbastanza impressione il fatto che una cittadina non proprio vicinissima al lago ne abbia causato un inquinamento tale da vietarne la pesca e che i veleni siano arrivati in Svizzera, dall'altro lato della mappa: gli inquinanti, gassosi o liquidi che siano, non conoscono confini.

Anche da noi ci l'ENI e le sue amiche ci consegneranno trivelle, pozzi, stabilimenti petrolchimici che lasceranno nei terreni, nel mare, nelle falde idriche sostanze tossiche. Ce ne accorgeremo? Ricordo che dall'altra parte, purtroppo per noi, non abbiamo gli svizzeri a salvarci.

Fonti: Il Sole 24 ore
Pieve Vergonte

Wednesday, July 16, 2008

Tollo 14 Luglio, L'Aquila, 15-16 Luglio


Lunedi sera sono stata all'auditorium di Tollo. C'era tanta gente ed e' stata una serata piacevole. Non c'erano politici, almeno che io sappia, ed e' stata una occasione per informare e per dialogare con il popolo. Grazie a Sinceramente e alla sua famiglia per l'affetto verso di me. Siete stati carinissimi.

Oggi sono qui all'Aquila dove mi hanno invitato a tenere due seminari dei miei modellini di fisica all'universita'. C'e' un corso estivo ed io sono qui per un paio di giorni. Ieri sono passata davanti al consiglio regionale della legge del 4 Marzo e per un attimo sono stata contenta. Mi hanno anche portato davanti alla sede della presidenza della regione. Del Turco, ovviamente e' il grande assente in questa citta'
e fa un po strano vedere i cartelli in giro con l'annuncio che lui sara' presente il 18 o il 20 o il 24 luglio in questa o quest'altra manifestazione, quando sappiamo bene dov'e' e che forse non fara' in tempo a tornare per essere presente a questi apputamenti.

Io spero per il bene di tutti che le prossime persone che governeranno lo faranno con amore, con rispetto e mettendo al primo posto la res-publica, e noi persone che ne facciamo parte: la nostra sanita', il nostro ambiente, le nostre scuole.

Ho fatto un po un giro di perlustrazione per l'Aquila ed ho chiesto un po in giro alla gente che ne sapeva del centro petroli. Non ne sanno quasi niente, almeno le persone che ho interpellato io in una libreria (e dunque gente che si presume legge). Dobbiamo cercare di fare uno sforzo maggiore di far conoscere il problema nel resto della regione, non solo all'Aquila ma anche a Teramo e dintorni.

Intanto oggi leggo Wall Street Italia. Da piangere. In Iraq, con la guerra, la poverta' e le macerie non ancora hanno trovato un estrattore staniero per le trivelle petrolifere. Il loro motto e' "petrolio iraqueno per gli iraqueni!". Vogliono tenerselo per se e non darlo agli stranieri per arricchirsene. Uguale storia in Messico, dove LA COSTITUZIONE VIETA l'opera di trivellamento alle societa' straniere, ed in Russia, in Venezuela, in Ecuador e Bolivia. In Russia stanno facendo delle leggi per rimandare a casa le societa' straniere gia' operanti sul terreno, la British Petroleum e l'ENI stessa dalla Siberia.

In America, come gia sappiamo l'85% delle coste ha una moratoria di trivelle:
tutta la costa pacifica (inclusa quella del Canada), Atlantica, l'Alaska e meta' del golfo del Messico non possono essere trivellate da nessuno, ne' americani, ne' stranieri perche' inquinano. George Bush dice un sacco di sciocchezze, fra qui quella di riaprire le trivelle a 80 km dalle spiaggie. Da tempo i vari governatori gli hanno detto che non se ne parla nemmeno e che i 160 km rimarrano inviolati dalle leggi degli Stati interessati. Da noi le straniere MOG e la Petroceltic parlano di 5km.

Ci rendiamo conto ?????

Anche io voglio il "petrolio in Abruzzo per gli Abruzzesi" e voglio, e credo con me tanti altri Abruzzesi, che il nostro petrolio, sporco, di bassa qualita', zozzo e scarso resti dov'e': SOTTOTERRA.

Fonti:Wall Street Italia

Sunday, July 13, 2008

Orsogna, 13 Luglio


Il lungo tour estivo e' iniziato, alcune cose mi hanno fatto felice, altre mi fanno rendere conto che c'e' ancora molto da fare, da divulgare. Sembra incredibile, ma c'e' ancora della gente che non sa quasi niente del centro oli.

Venerdi' e Sabato sono stata ospite del programma itinerante "Percorsi" a Lanciano, gruppi di persone che andavano e venivano hanno avuto l'occasione anche di guardare il video del ritorno di Attila e di partecipare a sessioni di domande e risposta con me, il regista del video e alcuni membri del comitato natura verde.

Sono stata contenta dell'avvicinamento di nuove persone al problema, ma troppo spesso la prima reazione e' "ci pensera' qualcuno", opppure "in Italia funziona cosi", mentre invece occorre rendersi conto che data la latitanza dei politici, occorre veramente il coinvolgimento attivo del popolo. L'ho gia detto in mille modi - la legge del 4 Marzo e' stata approvata solo ed esclusivamente perche' sotto i balconi della giunta regionale all'Aquila c'erano 6000 persone ad attenderla.

Domenica sera tappa ad Orsogna. Durante la proiezione del video c'era un tizio che si agitava e che PARLAVA apertamente al telefono, era seduto in prima fila, due sedie dopo di me. Ho cercato di guardarlo male e di fargli capire che non era il caso di parlare al telefono, se non altro per rispetto verso il resto della platea, ma non sono riuscita a catturare la sua attenzione.

Poi dibattito... ed il tizio con il cellulare e' salito sul palco per fare il suo intervento. Ha parlato quasi piu' a lungo di me: era il consigliere regionale D'Alessandro. Ha detto che occorre stare tranquilli perche' gli effetti della legge del 4 Marzo resteranno anche dopo il 31 dicembre e che i terreni agricoli non potranno essere toccati dalle industrie insalubri di primo grado quali il centro oli.

A D'Alessandro il mio plauso per essersi presentato, per avere accettato di parlare, per essersi fatto coautore della legge del 4 Marzo che, con tutti i suoi limiti, ci sta dando lo spazio di continuare la lotta. Pero' che malcostume. Avrei voluto fargli tante domande, del tipo: cosa significa che dobbiamo star tranquilli anche dopo il 31 Dicembre? Come fa lei ad essere cosi sicuro che veramente i terreni agricoli non saranno piu' toccati dopo quella data? E invece, subito dopo aver parlato D'Alessandro e' andato via.

Vengo da un altro tipo di societa' e questo modo di fare che forse puo' sembrare normale qui, a me e' parso un po' mancante di rispetto. Anche io avevo visto il video (circa 10 volte negli ultimi tre giorni!), anche io avevo voglia di andare a casa dopo aver parlato, ma invece sono stata li seduta e zitta per rispetto verso la gente che era venuta per sentirci.

Stasera a Tollo alle 9 nell'auditorium della citta'. Del Turco e' finito in manette. Che posso dire? Spero che in prigione gli portino gli arrosticini da qualche sagra di paese. Sei milioni di euro di tangenti. E la gente che non arriva a fine mese. Una vergogna.

Saturday, July 5, 2008

Viaggio in Italia


Mancano pochi giorni al mio arrivo in Italia: dal 10 al 29 luglio saro' in Abruzzo per un ciclo di conferenze informative sulla questione del petrolio nelle nostre terre, nei nostri mari.

La battaglia va avanti da molto tempo: noi cittadini normali continuiamo a portare il nostro contributo, ma la classe politica dorme ancora. Ricordo che la legge regionale del 4 marzo e che vieta le trivelle fino al 31 dicembre 2008 e' stata approvata SOLO GRAZIE AI CITTADINI. Chi comanda, dal piccolo al grande, spesso e' distratto, ignorante, menefreghista e troppo preso a darsi arie di importanza. E' questo il guaio di questa nazione, secondo me, nessuno vuole veramente essere al servizio del bene comune, tutti vogliono solo glorificarsi, arricchirsi, guidare l'auto blu e avere delle veline per amiche.

Vi invito a leggere il blog di Apocalisse Italia che e' andato ad una riunione petrolifera ieri sera per rendervi conto di che gente ci governa.

Questo blog rimarra' attivo durante la mia permanenza in Italia e scrivero' tutte le cose, sia dritte che storte che vedro', con i nomi e i cognomi dei politici e di cosa promettono, sia a me personalmente che ai pubblico piu' in grande. Abbiamo il diritto di sapere come vengono spesi i nostri soldi mentre il paese va alla deriva.

E visto che quelli che paghiamo per farlo sono latitanti, la nostra azione di cittadini determinati, arrabbiati e innamorati della nostra terra deve essere piu' forte che mai.

Tuesday, July 1, 2008

Falconara: aggiornamenti


Mi e' giunto un email da Falconara, dove Loris Calcina racconta scene di vita ordinaria della loro citta'. Calcina scrive a nome del Comitato 25 agosto, giorno di una forte esplosione della raffineria nel 1999 quando morirono due persone. L'APRAM e' l'ente regionale per la protezione ambientale delle Marche.

"Domenica mattina (il 22 giugno, ndr) una schiuma bianca in movimento verso Falconara centro è stata avvistata sul mare a circa 400 metri dalla riva. Una parte di quella schiuma è parzialmente spiaggiata nel quartiere Villanova mentre il battello antinquinamento (sic!) operava rumorosamente ... (cosa facesse non si sa... roteava lentamente su se stesso!). Alle 12 i bagnanti hanno cominciato ad avvertire un inequivocabile olezzo di gasolio. L'ARPAM è stata avvertita nella stessa mattinata di domenica con sms e, oggi, è stata inviata la formale segnalazione a tutte le Autorità, Sindaco di Falconara compreso."

"Stamattina (1 luglio, ndr) forti esalazioni di zolfo e olezzo di uova marce sono state segnalate dai cittadini residenti in via Galilei, via Matteotti, Falconara Alta e anche nel quartiere Villanova. Probabilmente quantità "terapeutiche" di SO2 (biossido di zolfo) e H2S (Idrogeno solforato). I residenti - costretti a tenere chiuse le finestre di casa per evitare le nauseabonde inalazioni - hanno tempestato di telefonate il Comune di Falconara!"

Falconara vive cosi da decenni. Non e' giusto. Io non voglio che questo accada da nessuna altra parte, ora che sappiamo i danni dovuti alle estrazioni petrolifere. E' tutto chiaro, cristallino. Solo chi non sa o non vuole sapere puo' negare l'evidenza. Le raffinerie si fanno nel deserto, non nelle nostre citta'. L'Italia, dobbiamo rassegnarci, non e' terra desertica, ma una nazione densamente popolata e piena di bellezze naturali e storiche. Dovremmo essere i primi a correre dietro alle energie rinnovabili e invece siamo, anche in questo campo e tristemente, dietro a rincorrere tutti gli altri.

Fra l'altro riguardo l'esplosione di Falconara dell'agosto del 1999: per la legge italiana quelle morti non furono quasi colpa di nessuno: i vari direttori e resonsabili vennero assolti per mancanza di prove e l'unico ad avere una condanna per un anno fu l'operaio (!) che non aveva bene controllato i vari sistemi di raffreddamento interni alla raffineria. Si badi che in realta' non era competenza dell'operaio condannato operare i vari sistemi di controllo. Lui non era neanche mai stato addestrato per svolgere una tale operazione: secondo i giudici, la colpa non era di chi non lo aveva addestrato e l'aveva mandato impreparato a svolgere un ruolo cosi delicato, ma interamente sua. La raffineria continua ad operare indisturbata.

Fonti: Comitato 25 Agosto, Esplosione

Questo signore e' Loris Calcina ripreso dal Comitato Natura Verde mentre parla di come si vive oggi a Falconara.

Lofoten, Norvegia




La Norvegia e' uno dei maggiori produttori di idrocarburi e le compagnie di petrolio sono sempre alla ricerca di nuovi giacimenti. Fra le zone recentemente sotto attacco, Lofoten e Goliat, entrambe situate nel circolo polare artico, di gran bellezza naturale e che, secondo i calcoli e le previsioni, avrebbero enormi potenzialita' estrattive.

Nel 2001, la zona di Lofoten fu aperta all'esplorazione, ma queste vennero immediatamente fermate a causa di proteste popolari, che coinvolsero anche Greenpeace. Le attivita' principale a Lofoten sono il turismo e la pesca commerciale, specie il merluzzo gigante (da cui fanno il baccala' norvegese). Questa zona e' fra le piu' belle del paese, nonche' un importante punto di aggregazione per la vita marina, con balene, coralli, e varie colonie di uccelli migratori che spesso si fermano qui.

Dopo le scoperte del 2001, il governo annnuncio' che erano necessari studi ambientali sui pericoli sismici e di inquinamento legati agli scarti nel mare. I politici dissero che avrebbero rispettato l'opinione pubblica.

I petrolieri allora iniziarono una forte campagna pubblicitaria cercando di convincere i pescatori che il petrolio avrebbe portato opportunita' di lavoro e benessere per tutti. Promisero che avrebbero usato le migliori tecniche per rispettare l'ambiente. Naturlamente ci credono solo loro! Fra le ditte petrolifere interessate la Shell, la Statoil, la Norwegian Hydro, e la nostra beneamata ENI. Il potenziale quantitativo di petrolio fu stimato attorno ai mille milardi di dollari.

Nonstante i tentativi e la propaganda dei petrolieri, il governo decise di vietare le trivelle a Lofoten, sulla base di studi ambientali dove si giunse alla conclusione che i rilasci in mare di fluidi e di petrolio avrebbero gravemente compromesso l'equilibrio sia ecologico che economico dalla zona. Nel 2006 Lofoten venne dichiarata parte di un piano di protezione che escludeva le trivelle. Queste sono ora vietate per una distanza di almeno cinquanta chilometri dalla costa. Il piano verra' revisionato nel 2010, ma l'opposizione della gente e' forte, e i recenti sondaggi mostrano che solo il 19% degli abitanti di Lofoten e' favorevole alle trivelle. I petrolieri avarnno vita dura li.

Parallelamente pero' il governo approvo' le trivelle a Goliat, piu' a nord. L'impresa che si e' aggiudicata la trivellazione, a 93 chilometri dalla costa e' l'ENI. La lotta va avanti, anche in Norvegia, loro a 93 chilometri, noi a sette.

Questi numeri cosi sproporzionati non finiscono mai di farmi arrabbiare.


BBC, Environmental News Service
WWF Norway