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Thursday, December 30, 2010

Viggiano: ENI, pane e idrogeno solforato




Le fughe di idrogeno solforato sono una costante di Viggiano. Quello che dovrebbe essere un evento eccezionale, e' invece storia di tutti i giorni.

L'ultimo regalo di Natale e' stato fra il 25 e il 26 Dicembre dall'1:30 alle 2:30 di notte, quando il paese e' stato investito da una nuova nube tossica di idrogeno solforato.

Come riporta la OLA e anche la Gazzetta del Mezzogiorno, la gente si e' dovuta chiudere in casa a causa della forte puzza di uova marce, odore tipico dell'H2S, gas notoriamente dannoso alla salute umana.

L'ENI dice che si tratta di una anomalia di funzionamento e che quindi NON E' TENUTA A COMUNICARE NIENTE e non deve scattare nessun piano di emergenza.

L'ente destianato ai controlli, l'Arpab, con a capo l'Ingegner Raffaele Vita, non dice niente sull'H2S sprigionato. Non dice che il responsabile di tutto cio' e' l'ENI.

Dicono solo che alle 5 del mattino il benzene era arrivato a 19 microgrammi per metro cubo, quando il limite di legge e' 5 microgrammi per metro cubo.

Ma secondo loro, questo non e' preoccupante dal punto di vista normativo.

Chissa' che li mettono a fare i limiti se quando li si sfonda, quattro volte tanto, secondo l'Arpab non e' preoccupante.

Di H2S non si parla, e grazie - secondo i residenti, l'H2S non viene monitorato dal 3 dicembre!

L'Arpab e' l'Azienda Regionale per la Protezione dell'Ambiente in Basilicata e sarebbe tenuta come dice il nome, a proteggere l'ambiente e chi in quell'ambiente vive.

Sul loro sito non c'e' nemmeno una parola di cosa questi veleni siano, cosa fanno, perche' si devono monitorare. Se uno volesse sapere cosa sia l'idrogeno solforato o il benzene, un cangerogeno provato, non sara' certo l'Arpab a spiegarglielo.

Sul loro sito non c'e' nemmeno una parola di condanna verso l'ENI, non c'e' nemmeno la richiesta di maggiori approfondimenti da parte di un ente pubblico che in teoria dovrebbe tutelare la gente e non minimizzare le continue fughe di H2S da parte dell'ENI e di chissa' quanti altri veleni.

Tutta questa leggerezza e' criminale, perche' si tratta di veleni che giorno dopo giorno si accumulano nei corpi della gente, e dai quali, un giorno, non ci sara' scampo.

Raffaele Vita, lei e' li per proteggere i lucani, e non l'ENI. Da lei ci si aspetta un maggior coinvolgimento con il popolo, lo stare dalla parte della gente, il prendere le decisioni con in mente il principio di precauzione, l'esigere che si faccia chiarezza su ogni singolo evento come questo, una comunicazione capillare con i lucani, l'esigere che l'ENI sia tenuta responsabile per i veleni che diffonde nell'atmosfera. Devono esserci conseguenze monetarie, legali se possibile, di modo che ENI e compari siano piu' prudenti e adottino misure di abbattimento fumi migliori, spendendo soldi per la sicurezza della gente.

Non e' accettabile scrivere che il benzene emesso era 19, il limite legale e' 5, e quindi non ci sono preoccupazioni. Non e' proprio accettabile questo, sa? E che l'abbia scritto lei o un suo dipendente non cambia niente.

Lei e' il capo, e il capo ha sempre l'onore e la responsabilita' finale, nel bene e nel male. La Basilicata merita di meglio di tutto cio'.

Monday, December 27, 2010

Agli Estensi, ai Veneti




Grazie a tutti per l'affettuosa accoglienza di ieri sera, nella vostra citta'. Sono stata contenta, e spero che il tutto sia utile. Un sentito ringraziamento a Roberto, Eva e Beatrice.

Per molti di voi sara' stata la prima volta che sentite parlare di estrazioni di idrocarburi. Personalmente, sono ormai 4 anni che combatto contro i petrolieri, in Abruzzo prima e poi piano piano in altre parti d'Italia - sono stata e conosco i petrolieri di Basilicata, Lombardia, Abruzzo, Puglia e Veneto.

Operano tutti nello stesso modo. La Aleanna Resources e i suoi compari, con a capo Ms. Anca Landwer, saranno molto carini con voi, e cercheranno di parlarvi in modo gentile per convincervi dell'utilita' del petrolio, e che "non succede niente" perche' i giacimenti sono profondi, perche' loro sono bravi e rispettosi dell'ambiente, perche' le loro tecniche sono migliori di quelle di tutti gli altri.

Non dovete crederci, non occorre cadere nelle loro trappole. Sono tutte balle. Il loro unico scopo e' quello di bucare il vostro territorio. Non gli importa niente alla Aleanna, ne di voi, ne del Veneto, nei dei campi. Per loro e' solo business. E' cosi' per tutta l'industria petrolifera.

Avrei voluto dire tante cose personali, ma non l'ho fatto per pudore. Sono venuta da voi senza ricompesi, durante le mie vacanze di Natale, ed in un posto dove non vivo. L'ho fatto solo per amore di patria, perche' quello che so e che ho imparato voglio che sia usato per il bene di questa nazione, da nord a sud e perche' non posso tollerare che texani sconosciuti vengano a deturpare l'Italia.

La Aleanna invece ha scopi ben precisi: trivellare, allargarsi, fare soldi, speculare su di voi. Non fatevi ingannare. Hanno le tasche piu' profonde di me e dei comitati locali. Non gli si deve credere e bisogna fare affidamento sulla propria intelligenza e sul proprio attaccamento al territorio.

Vi parlo da cittadino libero, loro da affaristi.

Infine, la Aleanna fa sapere proprio oggi che avrebbeero "voluto tanto" partecipare ieri sera, ma il loro materiale non era pronto. Gia' qui c'e' malafede da come la vedo io.

Come, i permessi per trivellare li prepari nel 2006, e alla gente parli nel 2011?

Sa tanto di "discorso riparatore" e per contrastare l'opera sincera di ieri sera fatta da cittadino a cittadino. Se non facevamo l'incontro ieri sera, avrebbero parlato ai cittadini? Non credo, perche' quello che i petrolieri vogliono e' la nostra ignoranza, in modo da poterci manipolare come meglio credono.

Sta a noi dirgli grazie, non ci servite qui, potete tenervi i vostri pozzi in Texas.

Petrolieri? Non crediamoci. Questo e' stato lo slogan di una campagna pubblicitaria che ho organizzato in Abruzzo, e che mi auguro sia diffuso anche in Veneto.

Alla Aleanna Resources, a Ms. Landwer: Go drill Texas and leave Italy alone!

Un paese alla rovescia

Ecco l'Italia.

Il paese in cui i cittadini che cercano di fare qualcosa di buono vengono premiati con intimidiazioni, denuncie e dispetti. Un paese in cui ad Emilio Riva dell'ILVA di Taranto e a Paolo Scaroni dell'ENI e' permesso di fare quello che vogliono con la vita delle persone.

Il tenente Giuseppe di Bello e il giornalista Maurizio Bolognetti hanno solo "colpa" di avere denunciato la grave situazione di inquinamento della diga del Petrusillo, a Potenza, e di essersi chiesti se quelle traccie di boro e di berillio trovate dentro una diga di acqua potabile fossero compatibili con fanghi e fluidi perforanti usati nei vicini pozzi di petrolio.

Fabio Matacchiera e' stato invece querelato dall’Ilva per avere publicato questo video su youtube dove si mostravano immagini notturne denunciando la grave situazione di Taranto, soffocata da diossina, benzo(a)pirene e altri veleni vari.

Per sostenere Matacchiera, si puo' firmare qui.

Saturday, December 25, 2010

Natale 2010


Cominciate col fare ciò che è necessario,
poi ciò che è possibile.
E all'improvviso vi sorprenderete a fare l'impossibile.

San Francesco D'Assisi


Alla fine di questo intenso anno, posso solo dire grazie a tutti quelli che si sono adoperati nel loro piccolo per evitare la petrolizzazione in Abruzzo, in Puglia, in Veneto, in Sicilia, in Basilicata in Emilia Romagna e per tutta l'Italia.

I problemi della nostra nazione sono tanti, vanno al di la' del petrolio, e dell'ambiente, e sono di natura etica, morale, di assenza di giustizia sociale. Io spero pero' che quello che abbiamo fatto con il petrolio finora ci dia un po di speranza, che anche se ciascuno di noi e' impotente di fronte ai soldi, ai tentacoli e alle cricche di ENI e di qualsiasi altro speculatore di turno, un popolo compatto, unito, intelligente ed informato, puo' andare lontano.

Il cammino e' lungo, e' difficile, ci sara' sempre qualcuno che vorra' approfittarne, che manipolera' la tua buona fede, ma alla lunga, la verita' verra' fuori, e quello che hai dentro nessuno potra' sporcarlo, per quanto ci provino.

Conitnuiamo cosi, per il 2011 e per la vita.

Tuesday, December 21, 2010

Interviste


Oggi sono ospite della classe 2A e della professoressa Vincenzina Pace dell'Istituto di Scuola media Galilei di San Giovanni Teatino. A suo tempo hanno scritto pure le osservazioni contro Ombrina. Spero di fare bene. E' sempre bello stare coi giovani. Sono onorata. Se il tempo e' buono piantiamo un albero. La rivoluzione parte da qui

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Intanto, ecco qui una intervista su Sottobosco.info di Davide Capalbo, in merito alle trivelle in Emilia Romagna. Grazie a Davide, per l'attenzione al tema.

Ecco qui la versione ufficiale che e' stata tagliata per motivi di spazio:


Cosa sono e come si ottengono le linee sismiche ad alta definizione?

Per capire quanto grandi siano i giacimenti di idrocarburi, si mandano delle onde sismiche nel sottosuolo e a seconda del tipo e del tempo di risposta, si riesce ad avere una stima delle caratteristiche del supposto giacimento. A seconda delle circostanze si puo' usare come sorgente sismica un vibratore, dinamite, una pistola ad aria compressa (airgun) oppure una mistura esplosiva detta Tovex. Quest'ultima e' usata da circa l'80% delle ditte petrolifere.

Il pericolo maggiore e' quando l'airgun viene usato in mare, a causa dei forti disturbi che i segnali di alta intensita' (attorno ai 200 decibel) e bassa frequenza possono causare all'habitat marino. Possono esserci conseguenze negative sul sistema riproduttivo, alimentare, e di orientamento di cetacei, che possono perdere l'orientamento e spiaggiarsi. Qualche volta l'airgun ha anche causato morie di delfini e balene.

Sulla terraferma i danni sono limitati a danni alla vegetazione, e a possibili disorientamenti delle specie animali.

Questi potrebbero sembrare effetti lievi, ma la questione e' un altra. Perche' la Aleanna vuole fare le ispezioni sismiche? Non certo per amore della conoscenza, ma perche' ha in progetto di trivellare la zona se i giacimenti sono promettenti. E' in questa ottica che occorre porsi: come collettivita' siamo disposti a diventare un distretto minerario con tutto quello che comporta non solo l'attivita' di esplorazione sismica, ma le trivelle nei nostri campi per i prossimi 20, 30 anni?

Occorre una visione globale e a lungo termine su cosa si vuole per il territorio.

L'esplorazione sismica e' seguita dal pozzo esplorativo, dal pozzo finale, dalla pompatura di sostanze chimiche per estrarre il petrolio, dal trasporto di idrocarburi e dalla loro possibile lavorazione. L'agricoltura ne soffrira'. Il turismo, la qualita' della vita ne soffiranno. I soldi per la collettivita' saranno pochi.

E' verso questo scenario che occorre guardare, e chiedersi se e' questo che vogliamo. Se la risposta e' si, allora ben venga anche l'ispezione sismica. Se la risposta e' no, allora occorre non iniziare nemmeno il processo di presa dati dell'area, perche' il tipo di sviluppo che si e' scelto - a monte - e' diverso.

Occorre che come cittadini siamo informati e non lasciare alle ditte petrolifere di fare un pezzettino alla volta, minimizzando e cercando di arrivare alla meta in modo graduale. L'ispezione sismica e' solo l'inzio della petrolizzazione di un territorio.

I pozzi sono "solo buchi"?

Fiscamente sono buchi, ma buchi che vanno a 3,4 chilometri sotto la crosta terrestre e dai quali escono sostanze che madre natura ha messo sottoterra millenni fa. Estrarre petrolio da questi 'buchi" e' un'attivita' intrisecamente distruttiva: per arrivare agli idrocarburi cosi' in profondita' occorre usare delle miscele dette fanghi e fluidi perforanti, sature di sostanze tossiche, qualche volta anche radioattive e metalli pesanti. Fra questi mercurio, arsenico, cadmio, piombo, bario. Ci sono poi le acque di produzione, cariche di residui petroliferi, che sono tossiche e che occorre smaltire. Infine, anche se varia da localita' a localita', in generale il petrolio italiano e' di qualita' scadente - pesante ed amaro. Amaro vuol dire che e' ad alto tenore di zolfo, componente
indesiderata degli idrocarburi perche' lo rende denso, maleodorante ed altamente corrosivo,
pesante vuole dire che e' dalla composizione chimica non ottimale per ottenere benzina e altri prodotti di qualita'.

Il petrolio migliore del mondo e' tutto il contrario di quello che c'e' in Italia, e' dolce e leggero.
Ovviamente avere petrolio amaro e pesante significa che l'impatto ambientale e' maggiore,
che c'e' bisogno di maggiore lavorazione e industria pesante per ottenere alla fine petrolio che possa essere commercializzato.

Conosciamo bene il grosso rischio di subsidenza del Delta del Po. Meno bene, invece, gli altri rischi per l'ambiente e la salute derivanti dalle operazioni di esplorazione ed estrazione: a cosa andiamo incontro?

Gli effetti delle trivellazioni su larga scala sono ben evidenti in Basilicata, terra martoriata dalle ditte petrolifere - ENI in primis - da 15 anni a questa parte. Intanto, la mole di rifiuti petroliferi e' enorme ed e' costoso smaltirli. Ci sono molti esempi di scarti di lavorazione petrolifera seppelliti alla meno peggio nei campi o nei parchi.

Quindi, la prima domanda da farsi e': dove finiscono i rifiuti speciali e pericolosi delle trivellazioni? Ci sara' qualcuno che monitorera' per davvero? Una volta estratto questo petrolio poi, ci sara' bisgono di infrastruttura, trasporto su camion, oleodotti, e se il petrolio e' amaro, ci sara' bisogno di mini-raffinerie in loco. Uno dei motivi per cui lo zolfo e' indesiderato e' che questo rende gli idrocarburi cosi corrosivi che occorre trattarli in loco, perche' il trasporto a lunga distanza e' impossibile.

In Basilicata hanno gia' costruito il "desolforatore" nella citta' di Viggiano - con il romantico quanto ingannevole nome come di "centro oli" - e ne progettano un altro a 20km di distanza. L'area che in teoria era stata designata come parco nazionale della Val D'agri e' ora un crocevia di tubature, pozzi, e sovrastata dalla raffineria. Nella zona della Val D'Agri trovano petrolio nel miele, i vigneti, meleti, campi di faglioli e di ortaggi sono tutti malaticci a causa delle esalazioni tossiche della raffineria, l'aria puzza e sa di uova marcie, qualche volta i campi sono stati abbandondati.

Le case piu' vicine al centro oli sono state abbandonate, le proprieta' immobiliari hanno perso valore, i giovani emigrano, i posti di lavoro promessi dall'ENI non sono arrivati. In Basilicata alcune sorgenti idriche sono state inquinate dagli scarti del petrolio, e nell'estate del 2010 sono stati ritrovate sostanze tossiche in una diga di acqua potabile che hanno la stessa composizione chimica dei fanghi perforanti. Infine, il tasso di tumori nella zona della Val D'Agri aumenta vertiginosamente. L'ENI aveva promesso alla fine degli anni '90 che avrebbero monitorato emisssioni e condizioni di salute delle persone. Le centraline sono state installate solo di recente, e non sempre funzionano. Lo studio epidemiologico e' iniziato solo nel 2010, dodici anni dopo quanto stipulato.

Comunque la si voglia guardare, l'ingresso dei petrolieri in Basilicata e' stata una catrastrofe.
Tutto questo nel giro di soli 15 anni di trivellazione certificata dall'ENI. Dalla Basilicata
si estrae solo il 6% del fabbisogno italiano di petrolio. Il restante 94% lo importaimo.
Le royalities - i soldi che le ditte petrolifere pagano in cambio di risorse - sono in Italia del 10% su terraferma e del 4% in mare. In Norvegia il tasso e' dell'80%. Una regione intera e' stata distrutta in cambio di poche briciole. Non e' giusto.

Le ditte petrolifere straniere che vogliono venire a trivellare l'Italia lo sanno bene che siamo in un paese dove le norme ambientali sono blande, e dove i costi da pagare sono bassi, per cui annunciano sempre con entusiasmo il loro ingresso in Italia, La si percepisce come un paese che offre loro poca resistenza.

Sta a noi cambiare questa percezione.

Esistono studi scientifici che provano la relazione tra trivellazioni e disastri ambientali?

Sono moltissimi, e basta un po di pazienza e buona volonta' per trovarne evidenza in tutto il mondo, in contesti diversissimi fra loro. Un articolo di Scientific American parlava di pozzi artesiani inquinati dall'industria del gas, ci sono studi in inghilterra sugli aumenti di mortalita' infantile nei pressi di raffinerie. In generale e' risaputo che vivere vicino raffinerie, oleodotti e pozzi di petrolio e' detrimentale per la salute umana, per l'agricoltura e per la natura. Lo dicono gli studi di scienza - quelli non finanziati dall'ENI - lo dicono i contadini e le persone che vivono a contatto con le infrastrutture petrolifere. Lo dicono i petrolieri stessi, a porte chiuse, o com'e' capitato a me quando vanno in pensione o lasciano l'ENI per un motivo o per l'altro. I grazie piu sentiti per la mia attivita' anti-trivellazione in Abruzzo mi sono arrivati da ex-dipendenti dell'ENI che conoscono bene il modus operandi dell'industria petrolifera.

Infine lo dicono la Shell, la Exxon Mobil, la Chevron e la BP che ogni tre mesi sono obbligati dalla legislazione californiana a dichiarare sulla stampa che le attività petrolifere di qualsiasi genere sono collegate alla comparsa di tumori, malformazioni e altri danni riproduttivi.
La legge che obbiga petrolieri a dichiarare questo si chiama Proposition 65 ed e' intesa come un modo trasparente di informare i cittadini della qualita' della loro aria, acqua e della loro vita.


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In Abruzzo i programmi dell'ENI erano di trivellare e costruire una prima raffineria di petrolio nel 2007. La popolazione e' stata compatta e unita, e tutti, dalla conferenza episcopale d'Abruzzo e Molise, fino alla Confcommercio hanno detto il proprio no all'ENI. Le carte erano tutte pronte, i progetti e gli investimenti dell'ENI pure. Il sindaco di Ortona, Nicola Fratino, l'allora presidente di regione, Ottavaino del Turco erano favorevoli alla costruzione di pozzi e raffinerie fra i campi del Montepulciano.

Non abbiamo mollato per mesi e mesi, e siamo ancora qui. Finora, neanche uno di tutti i pozzi programmati per l'Abruzzo e' stato costruito. Non so se la nostra sia una vittoria, perche' i petrolieri sono li che aspettano che ci stanchiamo, ma se e' una vittoria, posso dire che vincere contro i petrolieri non e' impossibile, ci vuole solo buona volonta, testardaggine e la convinzione della proprie idee. Non si deve mollare mai e ogni giorno osare un po di piu'. L'Italia e' nostra
e non dei petrolieri venuti chissa da dove.

Mi auguro che lo stesso spirito di combattivita' che ha pervaso la societa' civile abruzzese possa sorgere anche in ER.

Sunday, December 19, 2010

L'ENI e l'irresponsabilita' etica




"L'ENI e' un animale che non ha eguali in Italia"
ENI Corporate University

Ecco cosa insegnano alle "nuove classi dirigenti". Questo video e' stato girato in una scuola ENI e si parla di come rapportarsi alle regole. E' agghiacciante, ma alla fine dice cose che tutti gia' sapevamo sul modus operandi ENI. Lo sappiamo perche' fanno cosi a Viggiano, ad Ortona, in Sardegna, ovunque vadano. Nella mia opinione, questi signori incravattati hanno fatto tanti giri di parole per dire questo:

L'ENI nella sua storia e' sempre stata una societa' moralmente e civicamente irresponsabile, nella sua rincorsa "spasmodica" al risultato e ha fatto questo per 30, 40 anni. Non gli e' mai importato di Antitrust, mazzette, inquinamento, rispetto delle popolazioni, trasparenza, ambiente, benessere e crescita delle popolazioni.

Ne allora, ne adesso. Basta guardare alle multe o ai patteggiamenti che hanno dovuto fare con la SEC, il Tesoro americano, il Kazakhistan, anche l'UE in questi anni.

Oggi, hanno capito che non possono piu' fare cosi'. E' un mondo troppo connesso, come cittadini siamo troppo potenti, da Wikileaks, fino al piu' piccolo dei blog, il villaggio globale e' piccolo e la gente mormora.

Quindi l'ENI cerca di adeguarsi, non per amore, non perche' sia giusto cosi, ma per business, per non farci brutta figura, per soldi.

E' questo secondo me il succo del discorso di cotante cravatte patinate. Notare che ammettono candidamente che non obbediscono nemmeno alle regole che si sono dati da soli a questo decantato 'codice di comportamento' - carta sprecata!

Che dire. Se e' cosi, continuiamo a svergognarli, senza pieta', come non ce l'hanno loro, con nessuno, da nessuna parte del mondo.

Trivellare foresta vergine in Congo? Andare a fare il fracking in Polonia? Distruggere la Basilicata? Pagare mazzette planetarie alla Nigeria? Dovunque sono andati hanno solo portato morte e distruzione.

Non sono gli unici, e non che BP o Chevron siano meglio, anzi, sono tutti uguali. Ma e' l'ENI che e' capitata nella mia vita, e' l'ENI che distrugge l'Italia piu' di tutti gli altri, e sono loro che ed e' con loro che me la prendo.

Dobbiamo continuare a rompergli le scatole, a fare rumore, a dire a tutto il mondo che i pozzi di petrolio nei parchi non ce li vogliamo, che le emissioni devono essere contenute, che le mazzette non si pagano, che la foresta del Congo e' meglio lasciarla crescere indisiturbata.

All'ENI che nel video parla di "eticita'" posso solo dire questo: inziamo questa cultura dell' approccio fortemente etico al buisness con una moratoria su tutte le nuove concessioni petrolifere in Basilicata? Non hanno gia dato troppo laggiu'?

Agli studenti dell'ENI : non credete ad una sola parola di quello che dice questa gente, e scappate al piu' presto, verso un lavoro di cui non dobbiate vergognarvi alla sera.

NDR:

La certificazione SOA accerta che chi fa lavori pubblici sia qualificato.

La certificazione 231 introduce la responsabilita' penale-amministrativa
dell'imprese, al dila' delle persone fisiche.


L'antitrust (in America almeno!) dovrebbe servire a evitare situazioni in cui un ente e' cosi' grande da evitare la concorrenza sleale, e il monopolio di mercato.

Il codice di comportamento ENI e' qui.

Sono i primi a dire che non lo rispettano!!!



Original Video - More videos at TinyPic

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Parola per parola- Sulle regole:

Il rischio e' che, tenuto conto della nostra storia, soprattutto di quella piu recente, diciamo dal 1992 ad oggi, che e' una storia fatta di una forte propensione al risultato, di una forte tendenza al risultato, ci sia, il rischio dicevo, potrebbe essere che di fronte all'obiettivo, di fronte ad un risultato e quindi nel tenativo, qualche volta potrebbe essere anche un tentativo spasmodico di arrivare ad un risultato si tenda ad ignorare le regole.

Ignorare le regole oggi potrebbe esssere un problema molto serio. Quando parlo di regole ovviamente parlo di 231, parlo di soa, parlo di antitrust.

A queste regole poi noi ne abbiamo aggiunte altre di nostre, per esempio il codice di comportamento, che e' un po la norma base dalla quale poi sono derivate altre norme alle quali noi oggi facciamo riferimento nel gruppo.

Il rischio che dicevo e' che questo complesso di norme venga avvertito, venga vissuto come
una sovrastruttura che intralcia, diciamocelo chiaramente.

Per questo io parlavo della necessita' di superare un vincolo che e' prima di tutto di natura culturale.

Oggi noi dobbiamo garantire, siamo chiamati a garantire la sostenibilita' del buisness anche dal punto di vista del rispetto delle regole. Quindi, e' un nuovo aspetto della nostra professionalita' al quale non siamo sicuramente abituati come dicevo e che purtroppo, sottolineo e tra virgolette, non possiamo ignorare; viene spontaneo quand'e' il lavoro quotidiano poi di scivolare verso modelli di comportamento che non sono coerenti con queste regole.

Pero' noi ci siamo abituati a dialogare con i nostri concorrenti, e quindi a dialogare con il mercato, in certi termini, il rischio di continuare a lavorare in quei termini dopo averlo fatto
per 30 anni, 40 anni credo che sia molto alto.

Il fatto e' che come e' stato sottolineato nella presentazione di John, manca in senso lato una cultura del controllo. Questa mancanza di cultura di controllo spesso lo si nota nella non facile a volte relazione che c'e' fra le direzioni amministrative e le linee di buisness.

In questa relazione, molto spesso e l'ho constatato anche di persona, lo dico con molta franchezza, con molta apertura, anche nella mia esperienza attuale, molto spesso il ruolo della direzione amministrativa non e' percepito in termini corretti, nel senso che la direzione amministrativa e' tutto sommato in ultima analisi la garante del rispetto di certe regole in senso lato, ma viene percepita come una struttura che invade, una struttura che fa le buccie se posso usare una espressione molto professionale.

Noi abbiamo gia' fatto una scelta a suo tempo, con il codice di comportamento, una scelta nel senso di un approccio fortemente e profondamente etico al buisness.

Quello che si nota al di la' della poi presa di potere degli avvocati negli Stati Uniti e' che dal
dal mercato viene una domanda di maggiore eticita' del buisness.

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Nel nostro mondo, il mondo dell'oil e del gas e' molto evidente questo, aggiungete che noi poi non abbiamo piu' gli elementi stocastici di mercato, abbiamo gli elementi stocastici
geostrategici. Per esempio, Bolivia chi l'avrebbe mai detto che la Bolivia, andava verso la scisisone - e' quello che sta capitando in Bolivia, no?

Pensiamo alla questione che noi abbiamo avuto, il pericolo sul blu stream, noi abbiamo corso un pericolo, ancora lo corriamo, meno, ma se facevano gasdotto o la pipeline Baku-Ceylan, i nostri, la previsone dei nostri utili sul blue stream quasi si dimezzava.

Naturalmente non potevamo fare come gli americani, di cambiare presidente, organizzare le rivoluzioni arancioni non abbiamo piu' questi mezzi, l'abbiamo fatto in Algeria tanti anni fa, in Iran con forse Mosaddegh, ma adesso siamo diventati una societa' piu normale, meno avventurosa quandi non facciamo piu di queste cose.

Probabilmente bisognerebbe contiunare a farle, ma questo e' una visione che ognuno ha delle societa' petrolifere. Io sono uno molto all'antica su cosa devono essere.

Secondo me l'ENI e' un animale che non ha eguali in Italia.

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Mosaddegh era il capo dell'Iran che voleva nazionalizzare il petrolio della societa' anglo-iraniana. Gli americani e i britannici con la CIA, su istigazione dei petrolieri lo fecero deporre in favore dello shah di Persia. Quest'ultimo fu visto come un pupazzo del west, e porto' alla rivoluzione islamica del 1979 e a Khomeini.

Saturday, December 18, 2010

Gianni Chiodi a braccetto con Confindustria


informatizzare, e rendere più snelle, nel giro di qualche mese, le procedure che riguardano l’impatto ambientale.
Molto c’è ancora da fare, ma ribadisco che il passo più importante sarà quello di un cambiamento culturale che è alla base di una semplificazione amministrativa concreta




Con tanti guai che ha l'Abruzzo, il problema di Gianni Chiodi sono le procedure che riguardano l'impatto ambientale. L'unica cosa che dovrebbe essere fatta seriamente perche' c'e' di mezzo la salute delle persone!!!

Che vergogna. Che schifo questo governatore. Un governatore senza idee, senza visione, senza coraggio. Non gliene importa niente dell'Abruzzo.

Nel 2008, dapprima disse che il centro oli di Ortona sarebbe stata una grossa opportunita' per l'Abruzzo, poi, siccome capi' che era un tema su cui avrebbe anche potuto perdere le elezioni, cambio' idea - sicuramente illuminato da profonda conoscenza sul tema - e disse che, no, lui era contrario.

Invito' pure il suo protettore Silvio a dire che l'Abruzzo era piu' bello del Maine (che c'entra? bah.) e che il centro oli non si sarebbe fatto.


CARO CHIODI: E IL CENTRO GAS DI BOMBA?

E TUTTE LE ALTRE CONCESSIONI
IN GIRO PER L'ABRUZZO?
CHE DIFFERENZA C'E'?


Tutti sanno del pessimo modo di dialogare di quest'uomo con la societa' civile abruzzese - e' assente! E a Cupello, quanta arroganza nel dire che noi cittadini "stiamo millantando una situazione palesemente falsa", quando le carte del Ministero parlavano chiaro.

Gli farei vedere come funziona la politica di qui, dove se non sei trasparente e non prendi in seria considerazione le persone, ti saltano addosso.

La chicca di oggi e' che il nostro molliccio governatore si scaglia contro ... la procedura di VIA!!!

E lo fa dalla sede di Confindustria con i suoi compari il presidente di Confindustria di Pescara Enrico Marramiero e quello di Chieti, Paolo Primavera.

Chiodi dice un sacco di parole - un sacco - per dire che la politica e' ingarbugliata, che la burocrazia ci soffoca, che occorre il cambiamento. Dice che la burocrazia e' una casta e che per risolvere questo, si deve... semplificare la procedura di VIA.

E come? Imbavagliando la gente? Togliendoci la possibilita' di scrivere? Di esprimere la nostra opinione?

Io dico questo a Chiodi: OK. Allora, decidi tu di darci un taglio alla "burocrazia". Boccia le concessioni di Bomba. E' da sei mesi che aspettiamo. E' tutto pronto. Nessuno la vuole questa raffineria ad eccetto di Confindustria e Assomineraria (e quelli che stipendiano).

E' cosi facile!

Ma crede che siamo nati ieri? O che siamo scemi?

Ma quanta paura hanno delle nostre osservazioni?

Quanta?

Thursday, December 16, 2010

La BP in corte e in Wikileaks

We intend to prove that these defendants
are responsible for government removal costs,
economic losses and environmental damages
without limitation

US Attorney General
Erik Holder

Il governo americano ha deciso di portare in causa la BP e di recupeare i costi "senza limiti".

Wikileaks ha annunciato che la BP aveva gia' sofferto di uno scoppio simile a quello della Lousiana nel Settembre del 2008 in Azerbaijan. Il governo li accuso' di avere rubato petrolio, di avere fatto un "po' di corruzione" per il sfruttare giacimenti di gas.

L'amministrazione Obama accusa la BP di avere privilegiato i profitti sulla sicurezza.
Il dipartimento di giustizia ha presentato una causa contro la BP e altre otto ditte petrolifere, per l'esplosione del pozzo Macondo, che ha rilasciato petrolio per 3 mesi, che ha causato la morte di undici persone e rilasciato in mare migliaia e migliaia di galloni di petrolio.

Assieme alla BP ci sono in causa l'assicuratore Lloyd di Londra, la compagnia di esplorazioni Anadarko e la Anadarko Petroleum Corporation, la MOEX Offshore 2007 LLC, Triton Asset Leasing GMBH, e tre sussidiarie della BP, la Transocean Holdings LLC, la Transocean Offshore Deepwater Drilling Inc e la Transocean Deepwater Inc.

La BP dice che hanno stimato il costo dell'operazione pulizia e risarcimento attorno ai 40 miliardi di dollari. Se la BP venisse considerata colpevole in questa causa, i costi saranno illimitati.

La BP e' accusata di avere violato leggi di sicurezza federale, di regolamentazioni operazionali. In particolare di avere commesso i seguenti fallimenti:

1) failure to take the necessary precautions to secure the Macondo well prior to the April 20th explosion

2) failure to utilize the safest drilling technology to monitor the well's condition,

3) failure to maintain continuous surveillance of the well

4) failure to utilise and maintain equipment and materials that were available and necessary to ensure the safety and protection of personnel, property, natural resources as well as the environment.

Le leggi che sono state violate sono il US Clean Water Act e Oil Pollution Act.

La BP dice che non e' giusto e che si deve portare in causa pure la Halliburton, che gli ha dato del cemento difettoso.

Che dire - come sempre, chi veramente paga alla fine, sono quei poveretti che ci devono abitare vicino e le cui vite sono state distrutte dalla BP.



... A gennaio questo pianeta celebrera' i 7 milardi di persone - dove andremo a finire? ...

Tuesday, December 14, 2010

Roma in fiamme


Mi sveglio, accendo il computer, preparo i cereali con le fragole. Il latte e' freddo. Fuori c'e' nebbia. Il marine layer che sa di sale pervade il mio balcone. Le mie piante sono vive. Il compostaggio procede. Le rose stanno sbocciando. Vorrei tanto mangiare un cachi, come quando ero bambina, in campagna.

Vedo le foto. La fiducia a Berlusconi. Baci in Parlamento. Le smorfie di Bossi, di Casini. Donne incinte su sedie a rotelle. Berlusconi galletto. Un cartellone elettronico con i numeri. Berlusconi spavaldo. 206 su 206 del PD hanno votato contro la fiducia. Berlusconi sorridente.

Apro il video di Repubblica. Non puo' essere Roma. Forse e' Buenos Aires? Fiamme, piccoli roghi, ragazzi con le sciarpe palestinesi in giro per la citta'.

Chiamo la mamma. C'e' la neve a Lanciano. Le dispiace che l'Italia non abbia piu' niente da offire ai giovani. L'ha portata in centro un rumeno che l'ha presa sotto la neve. Non ha avuto paura. I am proud of you mom.

Ho un paper da scrivere prima di partire per l'Italia. Mi hanno invitato ad Este. Mi hanno invitato in Basilicata. Sono stanca. Mi hanno invitato a Sambuceto. Piantiamo un albero. Chissa' se serve a qualcosa. Continuano a chiedermi come fare per venire a studiare in America. Sento la disperazione nei loro email. Non ho tempo. Oggi ci sono gli esami. Vorrei partire, andare lontano per un po e non pensare a niente.

Mangio i cereali. Sono lontana. Il latte e' freddo, ma non ci penso piu' .

Penso a Roma che brucia. Che posso fare? Non l'ho votato io Berlusconi. Vorrei cancellare il Settembre 1979 e non essere mai stata italiana. Qualcosa mi assale. Mi dispiace vedere Roma cosi'. Mi dispiace non poter fare niente. Non e' giusto.

Non e' giusta questa sconnessione fra chi siede ai palazzi e chi sta in strada. Non e' giusta la plateale compravendita di voti, non e' giusto che di giovani, ambiente, di giustizia sociale, di integrazione vera, di futuro non se ne occupi nessuno in Italia.

Penso ai miei amici italiani di qui. Perche' solo a me e' venuto il marasma a sentire dell'Abruzzo al petrolio? Perche' loro non sentono di dover far qualcosa per l'Italia, anche da qui?

Non vedo soluzioni immediate. Manca la base. Manca il vedere a larga scala. Manca la pragmaticita'. Manca una visione. Manca la grandezza d'animo, il coraggio di fare la cosa giusta. Manca l'onesta' morale. Manca l'amore.

E' questa Roma bruciata la rivoluzione di Monicelli? Spero di no.

La gente si arrabbia adesso perche' sono rimasti senza lavoro, senza scuole decenti, senza futuro.

Ma non siamo arrivati qui per caso. Ci sono dietro anni di scelte politiche scellerate, e peggio c'e' il carattere italiano secondo cui imbrogliare va bene, se e' per una "buona causa", per aiutare chi ne ha bisogno, o perche' cosi' fan tutte.

Dai concorsi all'universita' spartiti e assegnati prima ancora di sedersi sulle sedie del quiz, fino alla parruchiera che mi chiede "ti posso fare un po di meno sullo scontrino?", dagli avvocati miliardari che pagano gli apprendisti 500 euro al mese se gli va bene, fino ad arrivare a Zio Mastella o a Zio Remo che danno un posto a tutti e non importa se e' per il bene comune o no.

Berlusconi e' solo il simbolo dell'Italianita' piu' brutta, fatta di apparire, di fumo, di furbizia, di manovrette. Quanti di noi ne sono davvero immuni?

Sei un avvocato? Pagalo per bene il tuo apprendista. Sei un industriale? Non riversare i rifiuti nel fiume. Sei uno studente? Non cercare scorciatoie, studia per davvero. Sei un dentista? Falla la ricevuta fiscale.

Si deve ripartire dalla base delle cose. Non posso fare niente. Dobbiamo tutti cambiare un pochino. Dobbiamo insegnare ai nostri figli che la cosa pubblica e' sacra, sempre. Dobbiamo renderci conto che la rivoluzione vera parte dalle nostre vite.

Intanto, Roma brucia.

Saturday, December 11, 2010

Fracking di shale gas - storie di ordinaria follia


Ecco qui altri post sul fracking.

Spero che anche se in inglese sia comprensibile la rabbia di queste persone e perche' la gente e' cosi' contraria al fracking. Ora che lo sappiamo, sta a noi cittadini fermare questi schifi, che si chiamino fracking a New Brunswick, trivelle a Bomba o gas flaring in Nigeria.



Norton e' una citta' del New Brunswick dove vogliono fare il fracking. Come da copione l'amministrazione locale ha dato i permessi per le ispezioni sismiche senza dire niente alla gente.
I cittadini sono stati li per 2 giorni a protestare contro le multinazionali del gas.

Le persone sono preoccupate per i danni all'ambiente, perche' le loro case potrebbero diventare invivibili, o danneggiate dalle ispezioni sisimiche.

Bisogna fermarli prima che vadano avanti.

Tutti tornano a casa, io devo viverci vicino.

Sono livido.


Vediamo come finisce. In Italia abbiamo il tempo e il dovere di evitare tutto questo. Non c'e' bisgono di fare altri esperimenti, si sa che bucare il terreno porta soldi a chi buca e guai a chi ci vive vicino....

Thursday, December 9, 2010

Idrogeno Solforato: Mantova 6ppm, OMS 0.005ppm

Qui un incidente simile in Israele, con tre morti e cinque feriti, per idrogeno solforato ad Haifa.

Ogni volta che qualcuno mi scrive chiedendomi "aiuto" mi dispiace che la mia giornata sia fatta solo di 24 ore. Per mia natura vorrei aggiustare tutto l'aggiustabile, invece che parlare. Sono sempre stata cosi' - coi cani randagi, le amicizie rallentate, le piante mezze morte.

In questi giorni mi scrive un lavoratore di Mantova, preoccupato perche' ha respirato i fumi della nube tossica di idrogeno solforato qualche giorno fa.

Gli strumenti misuravano 6ppm. La gazzetta di Mantova dice che nessuno spiega, parla alla gente che respira veleni senza nemmeno saperlo.

Questa e' una raffineria Exxon in USA, dove invece che a 6 ppm, le perdite di idrogeno solforato fanno notizia a 0.003 ppm e dove iniziano le investigazioni appena le centraline segnano 0.030ppm.

Gli Italiani hanno i polmoni 1000 volte piu' forti degli altri, si sa!

Avrei voluto dire a tutta Mantova che l'OMS dice che i limiti per la salute di H2S in ambiente sono 0.005 ppm e che quei 6 non sono "vapori" come cercano di propagandare petrolieri e amministratori, ma roba che fa male alla salute, che causa malattie respiratorie, circolatorie, neurologiche e danni al DNA delle persone.

Avrei voluto dire a tutta Mantova che non e' giusta ne la disinformazione, ne l'arroganza di chi e' a capo della raffineria e che non si preoccupa di abbassare emissioni, ne tantomeno delle autorita' che dicono sempre che va tutto bene.

Ecco cosa mi e' arrivato:

Ti scrivo perchè lavoro vicino ad una raffinieria da cui lunedì scorso è uscita una nube di idrogeno solforato. L'ASL ha misurato concentrazioni fino a 6 ppm. Noi siamo stati esposti per circa 1,5 all'aperto a questa nube. Ovviamente tutti abbiamo avuto problemi, irritazione occhi e e vie respiratorie, nausea e vertigini. Anche io ancora adesso a distanza di 5 giorni continuo ad avere irritazione. Visto che anche nel nostro caso si cerca di minimizzare il tutto e quindi di non dire la verità, ti chiedo...quello che ho respirato mi può provocare dei danni? dovrei consultare un medico?

E poi il giorno dopo continua:

Lavoro a Mantova, dove è presente il polo petrolchimico, composto da Polimeri Europa (ENI) e Raffineria IES. Tra queste 2 aziende si trova purtroppo quella in cui lavoro (metalmeccanica). Le centraline di rilevazione dell'ARPA (su cui stendiamo un velo pietoso) sono posizionate vicino alla raffineria ma sono tarate con il valore limite di 10 ppm (dicono valori di legge). Lunedì mi sono accorto che anche solo 6 ppm è un valore esagerato, mi chiedo i 10 ppm con che criterio siano stati sabiliti. La puzza quella è presente sempre, anche se non offensiva come lunedì, quindi vuol dire che anche gli altri giorni probabilmente le concetrazioni sono superiori ai 5ppb che indica l'OMS.

Io lavorando in ufficio sento puzza solo a pranzo quando mi reco in mensa, ma penso agli operai che lavorano in officina che la sentono 8 ore al giorno! O alle persone che ci abitano vicino!

Ti risparmio tutta la storia che tutto il sottosuolo è inquinato di surnatante prodotto dalla raffineria. Non consideriamo poi gli effetti della Polimeri, che sono sconosciuti visto che essendo statale è intoccabile.

Questa è Mantova.

Inutile narrare delle opacità con cui le istituzioni gestiscono il tutto. Fortunatamente dopo lunedì qualcuno ASL e VV.FF hanno presentato un esposto alla Procuratore delle Repubblica.

Vediamo cosa succede. Sembra che gli unici a combattare questo scandalo siano la nostra azienda (che fa parte di un grupppo Americano e non inquina) e qualche comitato di cittadini.

Davvero troppo poco per dire che siamo in un Paese civile.


Questa e' l'Italia - la gente respira veleni e nemmeno lo sa.

Fonti: Earthworks

Tuesday, December 7, 2010

Total a Corleto Perticara: fanghi perforanti fra i campi





Ecco cosa fa la Total - in Birmania i lavori forzati, in Basilicata i veleni nei campi.

Qui il video Total-fanghi.


Secondo un reportage di Rai3 Basilicata per tutto il decennio 1990 la Total ebbe in affitto dei terreni vicino ai suoi pozzi di petrolio a Tempa Rossa. Siamo a Serra d'Eboli, comune di Corleto Perticara, 2700 abitanti.  La Total prese quei campi - senza neppure presentare una Valutazione d'Impatto Ambientale - per farci vasche dove metterci 2000 metri cubi di rifiuti petroliferi. Invece, zitti zitti, questi rifiuti di idrocarburi e metalli pesanti li interro' allegramente, lasciando la superficie libera.

Finito il tempo dell'affitto, semplicemente restuirono i terreni ai contadini, tal quali, senza bonifiche, senza dire niente a nessuno dei veleni che avevano seppellito sotto. Nessuno controllo' niente per anni. Nessun cartello, nessun avviso alla popolazione, niente. Alla muta.

Questo reportage e' uscito a fine Novembre. Da allora, non ho sentito nemmeno una mosca fiatare dagli uffici del presidente della regione Basilicata, Vito De Filippo.

Non ha nulla da dire in difesa dei suoi cittadini che hanno mangiato veleni? La Regione Basilicata si fara' promotrice di una causa contro la Total, se viene fuori che i veleni di Corleto Perticara sono da attribuirsi all'industria petrolifera?

Negli anni '90 non era Vito di Filippo il presidente di Basilicata, ma adesso si e la responsabilita' di mettere la Total alle strette, di difendere la gente da nuovi episodi di questo genere, spetta a lui.

Per esempio, alla luce di tutto cio', qual'e' la sua posizione sui nuovi pozzi di petrolio nell'area dei Calanchi di Total ed ENI? Non e' il caso di avere una moratoria temporanea petrolifera in Basilicata per capire a che punto siamo e dove si vuole andare?

E' possibile sentire parole chiare?

...quanto purgatorio si dovranno fare questi inutili politici d'Italia a cui non importa niente della gente, della nazione....

Monday, December 6, 2010

Wiki-ENI: giornalisti italiani a libro paga ENI


Chissa' perche' non mi stupisce - non dopo avere saputo che Lucia Annunziata scrive per OIL-ENI e si becca 150,000 euro l'anno per 4 articoli.

Dal il fatto quotidiano, e prima ancora dall'ex-ambasciatore USA Ronald Spogli:

Eni, la più importante società energetica parastatale, ha un immenso potere politico; la sua strategia di business si è concentrata su complessi ambienti geopolitici, solitamente considerati eccessivamente rischiosi da molti dei suoi concorrenti internazionali.

Anche solo a giudicare dalla stampa, si può pensare che il primo ministro Berlusconi garantisca al suo presidente, Paolo Scaroni, tanto accesso quanto al suo proprio ministro degli esteri.

Durante un evento diplomatico nel 2007, una conferenza sull’Asia centrale, i rappresentanti dell’Eni e di Edison ebbero 30 minuti ciascuno per parlare, mentre i quattro ministri degli Esteri e i cinque vice ministri di cinque stati centro asiatici furono infilati tutti in un’ora sola.


C’è il sospetto che l’Eni mantenga a libro paga alcuni giornalisti.

La presenza dell’Eni in Russia supera quella dell’ambasciata italiana a Mosca che è a corto di personale.

Mi viene in mente l'attivista congolese con cui parlai l'anno scorso in Sardegna - voleva contattare la stampa italiana nel suo paese per allertarci dei piani ENI per sviluppare le tar-sands del Congo e distruggere foresta vergine tropicale. Ando' all'ambasciata e a riceverlo c'era .. uno dell'ENI!!!

Saturday, December 4, 2010

Brava gente


Dal blog "Liberta' di Parola" di Mauro Vanni, 2007:

Ortona ha scelto di cambiare grazie agli 11 consiglieri che con una semplice alzata di mano, hanno scelto di smantellare 12 ettari di terreno agricolo consolidato a prodotto vitivinicolo DOC, per far posto ad un insediamento industriale lontano dalla zona indicata dal PRG in vigore! 11 consiglieri comunali, supportati da quasi tutti i loro partiti e da tutta la Giunta Comunale, che non ci stancheremo mai di ricordare come i PRIMI RESPONSABILI di tutto ciò

Ecco chi con sufficienza ha scelto questo per noi:

RICCARDO DI DEO IURISCI
/ AN - Alleanza Nazionale
TOMMASO SANTORELLI /
ex AN - Alleanza Nazionale
DOMENICO DE IURE / UDC - Unione Democratica Cristiana
ALFONSO PICCINNO / PSI - PartitoSocialista Italiano
PAOLO CIERI / CD - Centro Democratico
FELICE TALONE / FI - Forza Italia
ROCCO RANALLI / FI - Forza Italia
WALTER POLIDORO / IxC - Insieme per Cambiare
TOMMASO CIERI /
IxC - Insieme per Cambiare
REMO DI MARTINO /
IxC - Insieme per Cambiare
ILARIO COCCIOLA / ex SDI - Socialisti Democratici Italiani


Grazie Mauro per tutta l'azione profusa a suo tempo. Intanto, Tommaso Cieri perde il pelo ma non il vizio. Notare che era della lista "Insieme per Cambiare" assieme a Remo Di Martino. Evviva.

Friday, December 3, 2010

Tommaso Cieri, beata ignoranza


I dati incofutabili sono che il nostro
territorio e' legato al settore petrolchimico


Tommaso Cieri
patriota

Inizio ad avere una sorta di repulsione per Ortona e per i suoi ammistratori.

In tutti questi anni - andiamo per quattro - tutto l'Abruzzo e' venuto a conoscenza dei piani ENI del Centro Oli, tutto l'Abruzzo si e' scandalizzato.

Ne hanno parlato pure la BBC e la RAI, svergognando Nicola Fratino, in affari con ENI e MOG, il suo compare Remo di Martino, e tutta la molle giunta cittadina, incluso Tommaso Cieri, l'attuale presidente del consiglio comunale e presidente dell'osservatorio sul lavoro.

La cosa interessante e' che mentre Nicola Fratino non puo' negare l'innegabile, Remo di Martino ha cercato, e cerca tuttora di ridipingersi la coscienza di bianco. A Gennaio nella sala Eden disse infatti di essere sempre stato contrario al centro oli e di essere stato addirituttura a capo del gruppo di sindaci che dai trabocchi dichiaro' la propria opposizione al Centro Oli e all'Abruzzo petrolifero.

Sara'. Io ho ancora tutti gli email in cui diceva il contrario. Ma erano solo tutte chiacchere, infatti ne lui, ne nessun altro della giunta di maggioranza ortonese, hanno fatto niente nel concreto per salvare la citta' dagli avvoltoi del petrolio, e non hanno mosso ciglio in questi mesi di propaganda da parte dei petrolieri.

Ortona e' stata l'unica citta' a non sottoscrivere la pagina pubblicitaria di Agosto. Ci hanno partecipato 33 comuni, e tre provincie. Ortona no.

Adesso Confindustria salta fuori con numeri magici.

La Petroceltic e la Forest daranno addirittura 1200 posti lavoro! Ma dove si e' mai visto? Ma se la Petroceltic non ha neppure 1200 addetti se stessa, ora li vengono a dare ad Ortona?

I dati incofutabili sono che il nostro territorio e' legato al settore petrolchimico perche' ci sono le risorse e che durante la riunione ci sono stati degli imprenditori che intendono investire.

Parole di Tommaso Cieri - Ma solo un ignorante puo' credergli!

Ci sono le risorse? Ma se quella e' melma che fara' solo arricchire petrolieri e non certo la gente.

I dati inconfutabili, caro Cieri, sono che il petrolio porta il cancro. I dati incofutabili sono che l'agricoltura e' incompatibile con il petrolio. I dati inconfutabili sono che in Basilicata il petrolio ha portato solo morte e distruzione.

Tommaso Cieri, questa propaganda la vada a raccontare a qualcun altro, e poi si vergogni. Magari difendere i contadini? Magari ricordare che li ci sono migliaia di famiglie che vivono di agricoltura?

Che schifo, che ignoranza.

E poi, come sempre, Enrico di Giuseppantonio tace, tace Gianni Chiodi, tace la chiesa Ortonese, tace la societa' civile Ortonese. Tace Remo di Martino, che ora fa l'assessore al turismo, tappezzando il chietino con insegne per la via di Gerusalemme.

Ma come a Gennaio non era contrario all'Abruzzo petrolifero? E adesso? Piu' facile star zitti e cercare Gerusalemme, eh?

E la gente? La gente e' come imbambolata, come se stessero a guardare una partita di calcio, magari fanno il tifo per me e pensano che io segnero' i gol per loro. Ma a me la vita non cambia, Centro Oli o non Centro Oli, Forest Oil o Petroceltic che siano.

La vostra si.

Sta a voi Ortonesi scrivere, protestare, andare a Cieri e dirgli di farselo in casa sua il pozzo di petrolio, scendere in strada, scrivere alla stampa, aprire blog, chiedergli cosa ha fatto Cieri finora per il lavoro ad Ortona, a parte appoggiare venditori di fumo e di morte, cheidere a Di Martino di prendere posizioni, e EDG di prendere posizioni pubbliche una volta per tutte.

La democrazia vera e' un altra cosa.

A volte credo che Ortona, l'Abruzzo, l'Italia meritino tutto quello che hanno.

Thursday, December 2, 2010

Stop alle trivelle USA


Il 31 Marzo 2010 l'amministrazione Obama aveva deciso di aprire parte dei mari americani alle trivelle - 50 miglia dalla riva, lungo la parte meridionale della costa atlantica.
I primi a partire sarebbero stati, forse in Virginia, il cui governatore e' un repubblicano favorevole alle trivelle.

Si parlava di indipendenza energetica, ma anche di tendere una mano alle richieste dei repubblicani - l'odiosa realpolitik.

Ieri, come riporta il Wall Street Journal, l'amministrazione Obama ha ribaltato questa posizione, dopo il disastro del pozzo Macondo in Louisiana, dove morirono 11 persone e da cui venne rilasciato petrolio in maniera indinterrotta per 3 mesi.

Il segretario per l'Interno, Ken Salazar ha annunciato che non verranno rilasciati permessi petroliferi nuovi fino al 2017. Il divieto di trivellare ora copre TUTTA la costa Atlantica e quella Pacifica, oltre la Florida.

Il segretario per l'Interno Ken Salazar:

The plan we announced in March was based on our best science at the time. There has been significant additional information that has been gained since April 20 until now.

Il governatore del Delaware - Chris Coons:

I applaud Secretary Salazar’s decision to take oil drilling along Delaware’s coast
off the table. As I have said throughout this year, an oil spill would wreak havoc on Delaware’s pristine beaches and cripple our fishing industry. We must invest in cleaner alternatives and I will continue to support Delaware’s clean energy industries
.

Il Senatore Bill Nelson, Florida ha ringraziato Obama per listening to the people of Florida.

Il Governatore della Florida Charlie Crist ha detto che la notizia e' wonderful news per residenti e turisti.

Gli unici a essere scontenti sono i petrolieri, e i repubblicani che hanno aiutato ad eleggere a suon di $$$. La BP tace, ma intanto si prepara a trivellare con passione un altro angolo martoriato del pianeta: l'Alberta e le sue tar sands.

Tuesday, November 30, 2010

Il Fracking - moratoria a New York




Ci vorrebbe la rivoluzione

Per me, la rivoluzione
inizia con queste parole:
I care.

Il fracking e' una tecnica relativamente nuova per estrarre gas da roccia porosa, che con i metodi tradizionali non e' possibile sfruttare. In poche parole, mandi sottoterra una miscela di circa 600 composti chimici - inquinanti, cancerogeni e tossici - e poi scateni un microterremoto che frattura la roccia solida che cosi' rilascia il gas.

Il nome piu' scientifico e' hydraulic fracturing of shale gas.

Il problema di questo fracking e' che quando fratturi la roccia, pezzettini di roccia e altri scarti di quella miscela perforante, possono migrare nelle falde acquifere. E' proprio questo quello che e' successo in varie parti degli USA, grazie alla Halliburton che ha inventato questa tecnica.

Sotto l'amministrazione Bush-Cheney, a partire dal 2005, il fracking e' stato usato in varie parti d'America, specie in zone rurali. Il duetto Bush-Cheney ha anche decretato che il fracking poteva non sottostare a molte leggi di protezione dell'ambiente, fra cui il Safe Drinking Water Act e il Clean Water del 1970 passato sotto Nixon e che garantisce acqua pulita e sicura agli americani.

Per ogni fracked-pozzoci vogliono 40 mila chilogrammi di materiale tossico e oltre 2 milioni di litri di acqua. Il 70% dei liquidi usati per il fracking non sono biodegradabili e restano nel sottosuolo.

Bush-Cheney non sapevano, o non volevano sapere quanto inquinante e impattante fosse questo fracking. Piu' probabile la seconda ipotesi, visto che entrambi sono stati a loro tempo petrolieri. Che vuoi che gli importasse loro dei rancheri del Wyoming o dei contadini della Pennsylvania?

Chi sa bene i disastri del fracking sono i cittadini comuni che vivono vicino a tanta devastazione e che vedono l'acqua marroncino dai loro rubinetti. Come sempre, l'ignoranza e' la radice di tutti i mali. Ma da quando e' iniziato a circolare il video Gasland di Josh Fox, l'America piano piano si ribella al fracking.

Scientific American ne parlo' gia' nel 2008 con un articolo (dedicato al negazionista Mario Rainone ai suoi amici di Assomineriaria) dall'eloquente titolo:

Drill for Natural Gas, Pollute Water

Trivella alla ricerca di gas, inquina l'acqua.

Le indagini mostrano che l'industria del gas ha inquinato un numero di pozzi artesiani, che la gente si ammala, che il bestiame soffre, che trovano metano nell'acqua che diventa incendiaria e rubinetti che scoppiano nelle case.

Di Sublette County devastata dalle trivelle del fracking ne abbiamo gia' parlato qui.

Qualche giorno fa, il documentario Gasland e' stato messo in lista per gli Oscar.

Anche CBS, la TV americana ha parlato di questo fracking, in un servizio alla televisione domenica scorsa.

La citta' di Pittsburg l'ha bannato all'unanimita'.

Iniziano le cause civili e penali contro le ditte che hanno inquinato il sottosuolo. Dal segretario del Dipartimento della Protezione Ambientale della Pennsylvania, contro la ditta Cabot Oil and Gas:

Cabot is responsible for the gas migration that has caused families to be without a permanent water supply for nearly 2 years and the Commonwealth of Pennsylvania will seek court orders to make Cabot pay for all costs. The Commonwealth of Pennsylvania will then aggressively seek to recover the cost of the project from Cabot. Cabot will be the one paying the final bill. Perhaps next time Cabot will do the job right the first time and avoid expensive repairs.

La Halliburton e' stata condannata a rendere pubbliche le schifezze che inietta nel sottosuolo per questo fracking.

Oggi, 30 Novembre 2010, lo Stato di New York ha approvato una moratoria temporale - il primo divieto del New York State Assembly e' arrivato ad Agosto, quello del Senato dello stato di New York e' arrivato oggi. Ovviamente la moratoria non risolvera i problemi, perche' e' solo fino al 15 Maggio 2011, ma lancia un segnale e potrebbe essere la porta verso divieti maggiori e piu' a lungo termine.

Quello che e' importante, e' che evitiamo queste cose nelle altre parti del mondo, e che l'esperienza americana non si ripeti altrove. Lo sappiamo che il fracking non porta niente di buono, e come al solito occorre essere preventivi, sapere, essere informati.

Qui in America, sono sicura che le ditte petrolifere verranno severamente punite, e che prima o poi questo fracking verra' bannato dal suolo americano, come lo sono il gas flaring, l'idrogeno solforato a tutto spiano, o l'MTBE nella benzina. Ma altrove?

L'ENI vuole fare il fracking in Polonia, la Northern Petroleum in Olanda, sono sicura che prima o poi arrivera' anche in Italia dove i governanti non sanno nemmeno cosa sia il fracking.



Purtroppo vige il mito che gas = meno pericoloso del petrolio e questo non e' assolutamente vero! Sopratutto in Italia, una volta che i disastri si fanno, nessuno paga, nessuno e' colpevole, nessuno va in carcere e gli ecomostri e le ecomostruosita' restano per anni.

Iniziamo con la rivoluzione del sapere, dell'essere interessati, dello scandalizzarci anche al dila' del nostro orticello. Io sono stanca - veramente - ma mi arrabbio ancora davanti a queste ingiustizie, che siano nel Wyoming o in Basilicata o in Nigeria o in Veneto. Non lo posso accettare che ENI, Assomineraria, Halliburton, Sergio Morandi o Dick Cheney possano cosi' rovinare la vita della gente. Non lo posso accettare.

Credo davvero che la rivoluzione di Monicelli debba partire da ogni piccolo nostro gesto, e con l'avere davvero a cuore il benessere gli uni degli altri su questo pianeta.

Monday, November 29, 2010

Mantova - sito inquinato di interesse nazionale














Mantova, citta' piu' vivibile d'Italia, 2016

Mantova, zona piu' esposte al rischio tumori, 2016

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Sito di bonifica di interesse nazionale Laghi di Mantova e polo chimico

I siti di interesse nazionale, o SIN, sono delle aree inquinate molto estese e sono stati istituiti a partire dal 1998 con la legge n.426 del 9 dicembre 1998.

Il SIN "Laghi di Mantova e Polo chimico" è stato individuato con L.31 luglio 2002, n.179 e perimetrato con Decreto del ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio del 7 febbraio 2003.

Archivio documenti sulle bonifiche (Ministero dell'Ambiente)

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Comune di Mantova Virgilio

"Il Decreto di perimetrazione del SIN Laghi di Mantova e Polo chimico elenca la presenza delle seguenti tipologie di impianti: impianti chimici (metallurgia, cartaria), petrolchimico, raffineria, area portuale e discariche industriali. Per le principali cause di morte, un difetto per tutti i tumori e un eccesso per le malattie dell’apparato circolatorio negli uomini. Un valore dell’SMR in eccesso, anche se affetto da imprecisione, è osservato per l’asma nelle donne"



"La dottoressa Gloria Costani, che ha in cura un numero straordinario di malati di sarcoma dei tessuti molli, i piani di risanamento li ha visti lì nelle terre del petrolchimico che si affaccia sui laghi di Mantova."  

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 "A Mantova ci si continua ad ammalare di più a mammella, tiroide e pancrea.
Rispetto alle medie del nord Italia:

tumore della mammella +13%
leucemia linfatica acuta +198% negli uomini e +28% nelle donne 
colon-retto +12% negli uomini  e +3% nelle donne
 tiroide +74% negli uomini e 55% nelle donne
pancreas +54% negli uomini e +24% nelle donne
osso + 158% negli uomini e + 33% nelle donne"

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A Mantova, per tumore, si muore di più. Nella fascia perinatale, quella che per i tecnici va da 0 a un anno, si muore il 64% in più. Nella fascia adolescenziale, fino ai 14 anni, la media resta comunque alta. Più 25%. Lo sanciscono le prime elaborazioni sui dati del progetto Sentieri dell’Istituto superiore della sanità.

Sono dodici le morti dei piccolissimi che fanno schizzare Mantova oltre la media nazionale. Lo studio, che si concentra sui 44 siti inquinati d’Italia, fotografa Mantova al primo posto. Più in alto anche di Massa Carrara, con gli stabilimenti della chimica, e Taranto.

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Leggo dal Corriere che l'allarme per la fuoriuscita di materiale tossico al petrolchimico di Mantova e' "in parte" rientrato.

Mi verrebbe da ridere, se non che li c'e' la vita delle persone, tutti i santi giorni.
Mi verrebbe da chidermi, che vuol dire che l'allarme e' rientrato IN PARTE?

Sopratutto, visto che per colpa della IES, della Belleli Energy, della Polimeri Europa (100% ENI) e del petrolchimico ENI, a Mantova sono anni che aumentano tumori, sarcomi e leucemie, l'allarme non dovrebbe mai rientrare. Anzi questo momento dovrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso e fa dire basta alla gente e chiedere una maggiore tutela dell'ambiente, multe e controlli piu' severi, e l'applicazione di tecnologie migliorative degli impianti industriali della zona.

Ma ora che ora la nube si dilata in cielo mi sa che torna tutto uguale.

Sono 20, 30 anni che la gente vive con i mostri ENI e Polimeri Europa in casa, e forse e' questa la loro norma.

Intanto, godiamoci nausea e vomito dovute a una fuoriuscita di anidride solforosa".

Il biossido di zolfo è un forte irritante delle vie respiratorie; un’esposizione prolungata a concentrazioni anche minime (alcune parti per miliardo, ppb) può comportare faringiti, affaticamento e disturbi a carico dell'apparato sensoriale (occhi, naso, etc.).

Domani con la nube sara' svanita anche la rabbia, e nulla cambiera', fino alla prossima nube, fino alla prossima perdita, fino al prossimo morto.

Saturday, November 27, 2010

La Total e i lavori forzati: vergogna francese in Birmania

Christophe de Margerie, capo di Total


il CEO Christophe de Margerie, e' morto in Russia a 63 anni**


Il suo aereo si e' schiantato contro una macchina spalaneve all'aereoporto Vnukovo International Airport di Moscow. Pare che l'autista della macchina spalaneve fosse ubriaco e che ci fosse molta nebbia. Sono morte altre tre persone con lui.

Che ci faceva a Mosca de Margerie?

Era andato li per difendere gli affari della Total e per mostrare il suo appoggio alla Russia nel conflitto Russia-Ucraina. Si era incontrato con il primo ministro Dmitri A. Medvedev e stava tornando in Francia.

Infatti, nonostante le sanzioni imposte alla Russia per la questione Ucraina, la Total aveva continuato a fare affari con Putin - come del resto gli altri petrolieri. Il quale Putin ha invitato un messaggio al presidente francese Hollande per dire che la Russia aveva perso un amico.

de Margerie era un fervente sostenitore della Russia. Allo stesso tempo la Total aveva interessi nel paese fra cui una percentuale nel campo Kharyaga e una quota di partecipazione in Novatek, il secondo conglomerato di produzione di gas in Russia, dopo Gazprom.

Assieme a Novatek, la Total voleva costruire un impianto di liquefazione del gas naturale nella penisola di Yamal per mandare il gas in Cina. de Margerie anche contento che i cambiamenti climatici avessero aperto dei varchi nell'Artico, cosi da facilitare gli spostamenti dalla Russia alla Cina. In totale nel 2012, Total ha prodotto circa 180 mila barili di petrolio in Russia.

E grazie che e' amico di Putin!

de Margerie lavorava in Total dal 1974 ed era il nipote del fondatore della casa produttrice di Taittinger Champagne. Fra i suoi antenati una lunga lista di ambasciatori e uomini d'affari.

Grazie a lui - e ai suoi metodi poco ortodossi - la Total riesce a stabilirsi in Qatar, Russia e Arabia Saudita, mostrandosi meno filo-americano o filo-anglosassone degli altri mega colossi del petrolio.

Completa la fusione con la Elf, gia' iniziata dal suo precedessore Thierry Desmarest e si espande ache verso le fonti fossili "estreme", nelle Tar Sands del Canada, nei mari di Norgevia e di Gran Bretagna.

Non era molto contento del divieto di fracking in Francia, e cosi' la Total acquisto' dei permessi di fracking nel Regno Unito, forse per far dispetto alla Francia stessa. Ciononostante aveva spesso accompagnato il primo ministro Hollande in visite in paesi "strategici", petroliferamente parlando: Brasile, Polonia, Emirati Arabi.

Gia' si parla di successori - fra cui Patrick Pouyanné attualemente presidente Total del ramo raffinazione e petrolchimica, oppure Philippe Boisseau, che invece guida il reparto gas ed energia alternativa.

Qui l'obituario della Total .


Qui invece una vicenda di tanti anni fa, dove e' evidente di che pasta era fatto Mr. de Margerie.


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L'ENI, lo sappiamo, fa disastri in tutto il mondo. Non sono migliori certo le altre ditte petrolifere. Ecco allora un po la storia della Total di Francia, che la regione Basilicata sta allegramente pensando di invitare a casa sua - a suon di affari poco chiari e all'ombra di presunte mazzette.

La Total nasce nel 1924 in Francia, come ente nazionale per l'approvigionamento del petrolio e nel corso degli anni si e' fusa con Elf e Fina. A suo capo c'e' oggi un certo Christophe de Margerie.

La Total, come tutti i petrolieri, vanta una storia di morte e di distruzione ambientale da brividi. Questo e' come opera in Birmania.

La Birmania, ora nota come Myanmar, e' governata da una giunta militare ferrea. La stessa che ha tenuto per anni in carcere o agli arresti domiciliari l'attivista per la democrazia Aung San Suu Kyi che ha vinto una lunga lista di premi, fra cui, nel 1991, il Nobel per la pace. In vari modi e localita' Suu Kyi e' stata detenuta dal 1989 al 2010.

Bene, questa nazione, fra i suoi vanti ha pure quello di autorizzare i lavori forzati. In teoria sono stati vietati dal 1999 (un po tardi!) ma in pratica la usano ancora adesso.

Nel 1992 la compagnia francese Total firmo' un contratto con la giunta militare della Birmania per il progetto Yadana, che avrebbe estratto gas nel mare Andamano e portato il gas via tubature in Thailandia. Altri partner di minoranza erano l'americana UnoCal e la Thailandese PTTEP. L'americana Chevron ha acquistato la UnoCal nel 2008.

Sotto la guida di Total questo trio avrebbe dovuto costruire l'oleodotto in Birmania, per un totale di 60 km. La giunta militare impose che il 50% dei profitti dovessero andare nelle proprie casse - altro che royalties italiane del 10%!

Quasi da subito, inziarono a fioccare le voci di sfruttamento inumano della manodopera locale. Una gran mole di personale militare obbligo' gli abitanti della zona ai lavori forzati per costruire infrastrutture e per trasportare equipaggiamento. Ci furono anche casi di confisca dei terreni senza compenso, evacuazioni forzate, tortura, violenza sessuale e omicidio per chi osava ribellarsi. Uno scenario di violenza diffusa e corruzione ad alto livello di cui pochi sanno nel resto del mondo perche' la Birmania non fa notizia come il golfo del Messico.

Total non ha fatto niente per evitare tutto cio', e anzi, e' stata connivente mandando milioni di dollari nelle casse dei militari, e accettando i lavori forzati e violenze per la realizzazione dei suoi progetti. A parte i lavori forzati, la Total non ha portato lavoro a nessuno.

Le comunita' locali di popolazioni indigene, Mon, Karen e Tavoyan non solo sono state sfruttate senza pieta', ma hanno visto il loro habitat distrutto, dalle scure di Total. Ma alla Total non gliene importa niente, dicono che omicidi e violenza ci sono, ma che non sono problemi loro.

Sara' , ma gia' nel 2005 la Total ha accettato di pagare 6 milioni di dollari per evitare una causa contro di loro sulla questione della violazione dei diritti umani e per mettere le voci a tacere. Una regista, Milena Kaneva ne fece anche un film chiamato Total Denial.

Chi segue il caso dall'inizio e' una associazione internazionale, detta Earth Rights International (ERI). Dal 1996 ad oggi hanno catalogato e denunciato tutte le malefatte del governo birmano e dei petrolieri conniventi in questa storia di torture e di sfruttamento. Ma dopo i soldi del 2005, nulla e' cambiato e Earth Rights International continua a rompergli le scatole.

Total e suoi compari hanno versato 5 miliardi di dollari alla giunta militare (1000 volte in piu' dei soldi dati al popolo birmano nel 2005 per evitare la causa), con i quali soldi la Birmania ha inziato un programma di collaborazione con la Corea del Nord (!) per la proliferazione di armi nucleari.

Nel report del 2009 quelli dell'ERI dicono:

Total continues to mislead policymakers, investors, and the general public about its direct and indirect impacts in the Southeast Asian country.

[Total] has again misled the general public, investors and policymakers regarding the impact of their pipeline in Burma. The companies are still linked to violent abuses such as forced labor and killings in their project area and their project has generated multi-billion dollar revenues for the Burmese military regime.

Con raffinata eleganza francese, il CEO di Total dice che i critici dell'oleodotto francese possono andare a quel paese "can go to hell" , che lui fa solo il gioco dell'industria petrolifera, che va dove gli viene detto di andare, e che non e' colpa sua se i thailandesi vogliono il gas della Birmania. Lui semplicemente lo prende dalla Birmania, paga chi deve pagare, e pensa ai suoi affari.

Un altro Ponzio Pilato.

Pensate che questo tipo abbia a cuore i calanchi della Basilicata? I fagioli della Basilicata?
I figli della Basilicata? Io ho miei dubbi.

Vito de Filippo ha qualcosa da dire in merito a tutto cio'? Il vescovo di Potenza, Agostino Superbo, ha qualcosa da dire in tutto cio'?



Fonti: Earth Rights International, The Independent, Newsweek, Irrawaddy, Earth Rights International 2, Total denial