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Monday, February 28, 2011

Bomba frana - parola di Forest Oil ai suoi investitori

However, that gas/condensate reservoir has not been developed because it lies under Bomba Lake and there is a landslide
risk in the mountainous area.

International Oil Letter, Vol 23 issue 32, 20 August 2007.

E’ la solita tecnica di evocare tragedie per mettere in cattiva luce un’operazione che può o non può essere condivisa, ma solo su basi scientifiche e non emotive.

Uberto Crescenti
Majella Petroleum System

.. Anche la Forest Oil e' emotiva?


Come sempre, in Italia ci vogliono anni per decidere le cose - tavoli, incontri, inciuci. Siamo ancora qui alle prese con la trivellazione del lago di Bomba, nonostante tutta la societa' civile si sia espressa contro le trivelle in Abruzzo e nonostante le profonde tasche dei petrolieri e la connvienza di vari 'professori' e 'geologi'.

In particolare, il geologo Uberto Crescenti di Chieti ha piu' e piu' volte riaffermato che non esiste rischio alcuno di frane e di smottamenti e che e' tutt'apposto.

Ecco qui allora un altro comunicato della Forest Oil, del 2007 che dice il contrario.
La frase in cima infatti si traduce in:

Quella riserva di gas e di condensa non e' stata sviluppata perche' giace sotto il lago di Bomba e c'e' il rischio di frane in quella zona di montagna.

Il testo completo e' qui:

Forest Oil has tested an exploration well in eastern Italy flowing 6.9 MMcf/d. Monte Pallano 1 was tested in the lowest of several pay zones encountered. It was drilled to a total depth of 1,540m in the 36 sq km Monte Pallano Block in the Chieti province of the Abruzzo region. The license includes the Bomba gas/condensate field that was discovered by Agip in 1996. However, that gas/condensate reservoir in an Upper Cretaceous limestone of the Apulian Platform subthrust has not been developed because it lies under Bomba Lake and there is a landslide risk in the mountainous area. Forest was awarded the block in February 2004, and granted a suspension of the license in 2006. That suspension was lifted in early 2007, with the expiration date postponed to 2 May 2010. Forest says it plans to drill a second well in the third quarter of 2007, and begin production to sales in 2008. The company operates with a 90% interest. Intergie Sri holds the remaining 10%.

Sunday, February 27, 2011

Gasland agli Oscar

La cerimonia inizia alle 5 ora di Los Angeles, e Josh Fox corre per la categoria miglior documentario con il suo Gasland che parla dei danni che le estrazioni di gas hanno causato in alcuni stati americani, dal Wyoming alla Pennsylvania.

Per chi volesse fare il tifo per lui c'e' qui una campagna per scrivere alla Casa Bianca e chiedere una moratoria immediata prorpio la sera degli Oscar.

Basta solo fare copia e incolla di quanto scritto qui sotto, aggiungere qualcosa di personale se si vuole, firmare e mandare a questo link.

Speriamo che vinca Gasland, ma anche se non vince quello che ha fatto questo documentario e il suo regiasta Josh Fox e' stato bellissimo.


President Barack Obama

The Whitehouse

1600 Pennsylvania Avenue NW

Washington, D.C. 20500

Dear President Obama:

I am writing to you today to express my deep concern regarding the threat caused by Hydraulic Fracturing to the environment and to the health and well being of the citizens of the United States of America.

Hydraulic Fracturing is a new, unsafe method of drilling for natural gas that injects millions of gallons of toxic fluids and synthetic petroleum based drilling mud directly into and under drinking water aquifers. Thousands of documented water contamination cases across the country point to a massive failure to protect public health over the last five years in the midst of the largest onshore natural gas drilling campaign in US History.

There has been an inadequate amount of study investigating the impact on either the environment or the tens of thousands of families that are living amidst roughly 450,000 gas wells across 34 states.

I am grateful to know that the EPA has begun an initial study to examine Hydraulic Fracturing but in light of the fact that this study will not be completed until 2012, I continue to be fearful of the ongoing effects of what is largely an ungoverned and potentially perilous practice.

In your April 2008 address in Scranton, PA, you stated that you believed Hydraulic Fracturing should be subject to the Safe Drinking Water Act. Therefore, we will expect your full support for passage of the FRAC Act, which would re-regulate the process of Hydraulic Fracturing under the Safe Drinking Water Act.

Finally, on behalf of myself, my family and my fellow citizens I respectfully call upon you, your administration and the Congress of the United States to impose an immediate moratorium on the practice of hydraulic fracturing across the United States until such time as these practices have been unequivocally proven to pose no threat to the environment or the citizens of the United States of America.

Sincerely,

Friday, February 25, 2011

Fracking - ora anche per petrolio


In questi giorni altri articoli negli USA sul fracking che e' ora possibile usare anche per estrarre petrolio. Lo vogliono sperimentare in North Dakota, Colorado, Texas, e si anche nella mia amata California, pare a Monterey.

Come per il gas, si trivella in profondita', si iniettano robaccie chimiche e acqua, si creano microterremoti per fratturare la roccia, e voila', il petrolio - ed altra monnezza, fra cui l'uranio radioattivo - viene su.

Prima di adesso si pensava che siccome il petrolio e' fatto di molecole piu' grandi del gas, e piu' appicicose, fosse difficile farlo venire su fraccando la roccia.

Ora hanno semplicemente inventato una tecnica che aumenta le fratture nel sottosuolo usando sostanze chimiche piu' aggressive e piu' violente di prima.

In poche parole, stiamo violentando madre natura ancora piu' potentemente per aumentare la produttivita' di pozzi e campi.

La prima sperimentazione in North Dakota, nel 2007, al confine con il Montana in un posto detto Bakken Shale, vicino alla riserva indiana di Fort Berthold. Hanno iniettato fluidi ad alto impatto a base di diesel, con dentro, fra le altre cose il benzene, un cancerogeno, sebbene questo fosse vietato.

Il risultato e' che la produzione di petrolio e' aumentata del 50%. Tutti stanno correndo a trivellare il North Dakota - la Shell, Occidental Petroleum, la Statoil di Norvegia e contee vicino, dove c'e' un altro deposito di petrolio fraccabile,
detto di Niobrara. Ma a quale prezzo?

Come da copione, in Settembre 2010 l'acqua degli indiani di Fort Berthold e' stata contaminata da 2,400 barili di petrolio e di fanghi e fluidi perforanti che sono fuoriusciti da un pozzo vicino alla citta' di Killdeer. Il pozzo era in parte trivellato sotto il loro lago.

Non si sa esattamente cosa ci fosse dentro quei fluidi perforanti fuoriusciti, perche' le ditte petrolifere non lo dicono. Infatti, grazie agli amici Dick Cheney e George Bush, i signori del fracking non devono sottostare alle severe regole del Safe Drinking Water Act che nel 1974 detta severe norme per la sicurezza dell'acqua pubblica americana.

Gli indiani si lamentano anche della qualita' della loro aria, perche' i rifiuti tossici che vengono messi in apposite vasche-monnezzaio possono evaporare in atmosfera.

I petrolieri dicono che e' necessario trivellare con questo fracking, che e' cruciale per l'economia, per il lavoro e che "o moriamo di fame o di petrolio". Tutto il mondo e' paese.

Fra il 2005 e il 2009 i signori del petrolio hanno iniettato un totale di 32 milioni di galloni, cioe' circa 100 milioni di litri di robaccia nel sottosuolo, fra cui 7.2 milioni di galloni dalla sola Halliburton.

Continuano a dire che e' tutto legale, tutto onesto, e che non succede niente.

Intanto, Gasland e' in corsa per gli Oscar, domenica prossima nella sezione documentari.

Un saluto a Josh Fox e un augurio di vittoria.

Wednesday, February 23, 2011

Copam 2011 - Matera

Petrolio e ambiente - ENI style

Co - che? Conferenza Petrolio e Ambiente. Matera, Marzo 2011.

Si', e' una cosa seria - hanno invitato mezzo mondo per dire che trivellare la Basilicata alla cieca - dentro i parchi nazionali, in riva al mare, fra i campi, dietro case ed ospedali, e nelle vite umane - va bene!

Secondo loro si puo', e' possibile, sebbene tu cittadino di Basilicata vedi lo schifo che l'industria petrolifera ha portato alla tua terra, alla tua societa', alla tua economia, al tuo ambiente e avresti voglia di urlare che lo sai che e' tutta propaganda.

E cosi, per non fare ridere i polli, la chiamano Copam, per farti pensare a Copacabana, alla Coop a tutto fuorche' all'assurdita' di sposare assieme petrolio e ambiente sano.

NON SI PUO' !
NON E' MAI SUCCESSO DA NESSUNA PARTE AL MONDO!

Dicono che il loro scopo e' di:

identificare e comprendere i processi di funzionamento dell'industria dell'upstream petrolifero, definire gli impatti ambientali e sanitari associati con le attività estrattive, nonchè i sistemi di monitoraggio e controllo dell'ambiente circostante. Verranno inoltre analizzati gli impatti sociali, politici ed economici nonchè le opportunità di sviluppo economico dei territori coinvolti nelle attività.

Tradotto in italiano:

Vogliono farti il lavaggio del cervello che si puo' fare tutto.

Che gli impatti ambientali sono inesistenti.

Che il miele al petrolio fa bene alla salute.

Che i campi dove la Total ha seppellito veleni tossici per anni sono stati ottimamente fertilizzati dalla monnezza petrolifera.

Che il monitoraggio ENI iniziato 12 anni dopo quanto previsto e con le centraline che funzionano un giorno si e dieci no e' solo un dettaglio.

Che i rifiuti petroliferi nelle dighe di acqua potabile e le sorgenti acquifere chiuse per colpa dell'inquinamento petrolifero sono cosa buona e giusta.

Che la puzza di idrogeno solforato fa bene alla salute.

Che i campi abbandondati e i giovani che scappano via sono il progresso.

Che i tumori che aumentano e' per colpa del destino.

E chi sono fra gli invitati di questo convegno, amico di quell'altro pietoso spettacolo del convegno di Assomineraria e Confindustria svoltosi a Chieti a Febbraio dove i petrolieri hanno fatto una figura barbina?

Ovviamente solo persone di parte o gente che da fuori viene a dire ai lucani di sopportare tutto, di accettare e di starsi zitti. Gente che della Lucania, dei soprusi quotidiani dell'ENI, della Total, della permissiva legge italiana e della codardia della sua classe politica, non sa un bel niente.

Troviamo il nostro amico Davide Tabarelli, di Nomisma Energia, quello che fa le consulenze alle ditte petrolifere. Troviamo Assomineraria, nella persona di Sergio Polito. Troviamo Ezio Mesini la sui carriera comprende un periodo di vari anni a servizio di una non meglio specificata "industria petrolifera che opera nel mare del Nord, USA, Africa e Italia".

Ma la cosa piu' scandalosa, per me, e' che a rappresentare la Basilicata ci siano solo persone che non ho mai sentito nominare per la loro attivita' sincera in difesa dell'ambiente e della gente di Basilicata.

Primo in classifica il governatore Vito de Filippo, che finora pur essendo il capo della regione, non e' stato mai capace di difendere il suo popolo per davvero, non ha mai saputo dire no, e che invece di salvare quello che di buono resta della Basilicata ... propone che questa stessa debba diventare un "hub energetico"!

Ma per chi? Per che cosa? Come? Gia' l'avevano detto per l'Abruzzo! Ma quanti hub ci servono in Italia???

Assieme a lui, l'ex governatore Filippo Bubbico, vago e possibilista durante il suo tempo alla regione, e poi Filomena Pesce, Salvatore Lambiase, Lucia Possidente, Maria Felicia Marino, Piero Lacorazza, Agatino Mancusi. Chi sono questi?

Ho cercato, ho indagato, non mi risulta che nessuno di loro si sia mai distinti per
aver fatto qualcosa di buono per fermare un solo pozzo di petrolio, sebbene siano tutti presidenti o assessore di qualche tipo di ufficio provinciale o regionale.

Nessuno, nessuno, nessuno del popolo lucano, della OLA, Antonio Bavusi, Pietro Dommarco, Vito L'Erario, Enzo Palazzo, Maurizio Bolognetti, Giuseppe di Bello, Antonio Nicastro, e' stato invitato. A me neanche ci pensano - troppa paura della verita', eh?

Parlano di stakeholder, ma se neanche un cittadino e' stato invitato! E chi sono gli stakeholder? Tabarelli di Nomisma che ha sede a Bologna?

All'aceto. L'unica cosa da fare per i lucani e' di organizzarsi, andare li e dire NO NO NO. Non ci crediamo. Chiaro e forte.

Loro riprendono le loro valigie luccicanti e se tornano a Milano, Londra e New York a contarsi i quattrini.

A te ai tuoi figli restera' la monnezza petrolifera, il sangue amaro, e un futuro al sapore di zolfo.

Monday, February 21, 2011

Video del convegno di Rainone


Credo che la cosa piu' interessante che emerge dal tutto e' che il prof. Rainone, sostenitore delle estrazioni petrolifere, ha curato e sottoscritto le contro-osservazioni per conto della Forest Oil!

Di certo l'ha fatto a titolo gratuito, e di certo e' con spirito indipendente e libero che appoggia le estrazioni petrolifere, proprio come noi altri che invece abbiamo scritto le osservazioni, con amore e dedizione e ci battiamo per un Abruzzo migliore.

Io sono senza parole di fronte a tanta ignoranza e presunzione. Ma che figura meschina che hanno fatto Rainone e compari! Grazie ancora Fabrizia, Massimo, Pasquale e a tutti i presenti.

Qui altri blogger-report della giornata - i giornali d'Abruzzo non hanno brillato per onesta', dal Centro, al Tempo.

Emergenza Ambiente Abruzzo
Comitato Abruzzese Difesa Beni Comuni
Comitato no petrolio

Se ce ne sono altri, segnalatemeli che li linko tutti.

Aggiungo solo che siccome ora non sanno che pesci prendere, cercano di metterla sul personale e di attaccare me. Possono indagare quanto vogliono, non troveranno niente, perche' non ho scheletri nell'armadio. Non ho contratti magici con Confindustria, con la Buonefra, con ditte fotovoltaiche o amori segreti con Al Gore.

La mia vita e' un libro aperto.

Cosi' Paolo Primavera, non sapendo cosa altro dire, dice che

"da abruzzese diventa difficile credere ad una persona che vive lavora e paga le tasse negli stati uniti che negli ultimi anni ha incrementato la produzione di petrolio".

Intanto, le mie tasse non credo siano un punto di discussione. le pago - e le pago tutte - ovunque i miei redditi siano. Spero che altrettanto valga per tutti i membri di Confindustria.

E poi che ragionamento e'? allora uno non deve credere a niente che viene dall'Italia perche' l'ENI e' corrotta ed e' per il 30% di proprieta' statale?
Oppure che i miei dati cambiano perche' sono italo-americana?

Ad ogni modo, se vuole metterla su questo piano caro Primavera, in realta' sono Californiana. Qui abbiamo le leggi piu' severe al mondo contro l'inquinamento, contro le trivelle in mare, in difesa della gente. Mai sentito parlare di Erin Brokovich?

Abbiamo pure una legge, la Prop. 65 che OBBLIGA i petrolieri a dire che la lavorazione petrolifera porta il cancro.

Ne abbiamo un altra, la AB 32 che e' considerata fra le piu' progressiste al mondo contro il riscaldamento globale, quella stessa che il vostro Uberto Crescenti si ostina a negare, sebbene la stragrande maggiornanza degli scienziati mondiali, e pure l'unione dei petrolieri, ammette sia vera e causata da fonti fossili.

Abbiamo pure una fiorente industria di ricerca e di installazione di energia alternativa, di start-up che tirano su automobili elettriche, come la Tesla, ed e' qui che c'e' la maggiore concentrazione di Prius, e di prenotazioni per Leaf e Volt.

Abbiamo anche fatto un referendum sotto Prop 23 per vietare alle ditte petrolifere Texane di bloccare la AB 32 perche' per loro e' costoso e dovrebbero pagare multe per l'inquinamento che producono.

Abbiamo anche il documentario Gasland, candidato all'Oscar per avere denunciato l'inquinamento delle falde acquifere per colpa dell'industria del gas.

Potrei andare avanti, ma lo so io, e lo sa Primavera, che non vincera' contro il popolo d'Abruzzo. E' impossibile - guardi solo cosa e' successo nelle ultime settimane in NordAfrica grazie al web, al passaparola, a facebook.

Le cose sono cambiate - nel 2011 e' la gente che ha il potere, quando e' informata e sa, e non le vostre tasche, le vostre bugie, i vostri tentativi di negare cio che e' innegabile.

E per quando riguarda me, si, sono americana, sono abruzzese, sono un fisico, sono un cittadino impegnato, sono una donna, sono intelligente, sono orgogliosa di quello che ho fatto finora e di non avere mai cambiato bandiera, ne per soldi, ne per stanchezza.

Sopra ogni cosa, sono libera.

Saturday, February 19, 2011

Il misero convegno di Rainone


Be as beneficent as the sun or the sea,
but if your rights as a rational being are trenched on,
die on the first inch of your territory

R.W.Emerson

Oggi l'articolo su Il Centro riguardante i deliri dell'industria petrolifera per convincerci a lasciarli trivellare l'Abruzzo. Esordisce cosi': "Si puo' parlare di idrocarburi in maniera logica e non ideologica?"

Come a dire, finora le cose dette sono ideologiche.

Sono ideologici i cancri della Lucania?

Sono ideologiche le dighe di acqua inquinata in Basilicata?

Sono ideologiche le moratorie anti-trivelle negli USA?

Sono ideologici i limiti a 160Km dalla costa della California?

E' ideologico lo scoppio nel golfo del Messico?

Sono ideologici i terremoti di Cleyburne?

E' ideologica la subsidenza nell'Emilia Romagna?

E' ideologica la legge italiana che consente limiti di idrogeno solforato sei mila volte superiore a quanto prescritto dall'organizzazione mondiale della sanita'?

A me pare invece molto piu' ideologico il parere di Mario Rainone, che dice "un geologo non puo' essere contro il petrolio, e' come se un ingegnere demonizzasse il calcestruzzo".

Cioe' secondo lui un geologo deve essere favorevole a prescindere - pure se il petrolio e' monnezza, pure se fosse sotto piazza San Pietro, o chissa, sotto casa sua.

Proprio delle parole logiche, scientifiche e coerenti.

Si e' preso la briga di parlare per tutta la sua categoria!

Beh, questo fisico, con H-index 9 volte superiore al suo e 20 anni di meno, gli dice che invece i fisici hanno l'abitudine PRIMA di studiare il caso, e POI di esprimersi sulla base di dati, numeri fatti e non per partito preso o perche' sono amici di Assomineraria, o dell'ENI.

O pensa che io abbia motivi ideologici? E quali di grazia?

NON E' MAI SUCCESSO PRIMA DA NESSUNA PARTE DEL MONDO CHE LA QUALITA' DELLA VITA SIA MIGLIORATA DOPO IL PETROLIO!

Che lui beve il vino di Viggiano ? Va al mare a Gela? Mangia le cozze di Porto Marghera? Porta i suoi figli a respirare l'idrogeno solforato?

Questo fisico non ha interessi personali in tutta questa faccenda, a differenza degli altri illustri presenzianti alla conferenza. Eccoli qui:

Vittorio Scisicani, che faceva parte del Majella Petroleum System e che invece di parlare alla gente, se n'e' stato zitto zitto a godersi la sua "sponsorizzazione" ENI.

Davide Tabarelli, che fornisce servizi di consulenza ai petrolieri tramite la Nomisma e che dice che in Emilia Romagna turismo e petrolio crescono insieme. Ma quando mai! Ma se le trivelle gli hanno fatto sprofondare tutta la zona attorno a Ravenna e del Delta del Po'! Il mare e' sporco. La stessa ENI dice che il campo di Angela-Angelina e' responsabile del 60% della subsidenza nel suo bacino, e che la subsidenza durera' per 25 anni dopo che il pozzo e' stato dismesso.

Paolo Orsini della Sivam e Sergio Morandi della Mediterranean Oil and Gas che parlano di sicurezza e di turismo - ricordando i Motel Agip!!! - oddio, rido da sola!

LA MOG non ha neanche i soldi per piangere, chissa' come la fanno la sicurezza a una FSPO che vorrebbero construire a Rocca san Giovanni - senza risk assessment, senza dati, senza piani.

E che ce ne dice della sicurezza dei pozzi scoppiati a Policoro, a Trecate, a Paguro? Degli incidenti alle raffinerie di Mantova, di Viggiano, di Busalla, di Gela?

Franco Terlizzese invece parla di burocrazia. Vuole snellirla? Bene, decidiamo una volta per tutte che l'Adriatico e' chiuso alle trivelle. Fanno cosi' negli USA - i cinque grandi laghi sono chiusi alle trivelle, e hanno una estensione territoriale maggiore del mare Adriatico. Idem lungo la costa Atlantica e Pacifica.

Fine della burocrazia.

Paolo Primavera ancora tira fuori numeri magici - 6000 persone che lavorano nell'industria del petrolio. Ah, si! Si vede che gli e' rimasto il miraggio di Chieti come Dubai! Le migliaia di famiglie di contadini non contano, invece.

Ma chi e' questa gente? Se ci fate caso, tutti gli intervenuti sono persone o venute da fuori, o mai sentite prima o che hanno interessi di parte.

Mario Rainone conclude dicendo, tutto contento, che per la prima volta in Italia (modesto il tipo!) si e' riuscito a ragionare pacatamente di petrolio.

E' questo che vogliono, esserti amici, farti vedere che si, trivelleranno, ma che vuoi che sia.

Un mucchio di signori bianchi di mezza eta' con i vestiti eleganti, che ti tranquillizzano e che vogliono farti pensare che la tua indignazione sia sbagliata. Come la prima volta che incontrai l'ENI - 10 di loro, a porte chiuse - e credevano di poter fare a tarallucci e vino con me, facendomi sentire che ero io non avevo capito bene, e che sarebbero stati gentili come colombe.

Invece no, ho visto, ho parlato, ho indagato. La conclusione e' sempre la stessa. Sono loro che mentono sapendo di mentire.

La tua indignazione e' sana.

Devi essere arrabbiato, devi non credegli, devi non lasciare a questa gente di abbindolarti.

Vogliono solo distruggere l'Abruzzo per le loro tasche.

La prova e' in questo Majella Petroleum System - lo sapeva mezzo dipartimento di Geologia di Chieti - non lo sapevi tu, cittadino d'Abruzzo.

La prova e' in questo convegno, che si svolge solo dopo 4 anni di lotte e di proteste. Pensate che se non ci fossimo ribellati, avrebbero mai fatto un convegno per parlare alla gente? No, avrebbero trivellato e amen.

Fanno tutto questo per "creare consensi", per mettere un po di zucchero su una pillola che sara' amarissima, come lo zolfo che vogliono tirare fuori da sotto la tua terra.

Chiodi, Di Giuseppantonio, Legnini, e tutti gli altri politici che hanno detto un mezzo no alle trivelle ieri, non l'hanno fatto perche' convinti, ma solo perche' noi cittadini d'Abruzzo gli abbiamo fatto capire che non saremmo scesi a compromessi, e che o stanno dalla parte della gente o senno' non li votiamo piu'.

E dunque, di nuovo: non crediamogli, resistiamo, e difendiamo l'Abruzzo con le unghia e con i denti e con quello che loro non hanno e non avranno mai - il cuore.

Fonti: Il centro

Tuesday, February 15, 2011

Uberto Crescenti e il Majella Petroleum System




Domani Venerdi' 18 Febbraio, via del Vestini 31, Chieti Scalo ore 14:15.
Dipartimento di Geologia.
Cantiamogliene quattro a Rainone, Crescenti, Primavera e tutti gli speculatori dell'ultima ora.
Spero che possiate essere numerosi, e' la nostra unica arma.


Eni promotes transparency of the information
addressed to local communities

Dal codice etico dell'American-Agip, una compagnia ENI

Meglio riderci su.

Nel 1998 l'ENI decise di sponsorizzare un progetto per lo studio della trivellazione della Majella, assieme ad altre ditte petrolifere, fra cui la Norsk-Hydro Norvegese. In precendenza c'erano gia' state la Exxon-Mobil americana e la British Gas.

Il tutto nel silenzio generale, e all'oscuro della popolazione. Menomale che dicono di promuovere la trasparenza per le comunita' locali. Il progetto si chiamava Task Force Majella e duro' fino al 2005.

Lo scopo dichiarato di questo studio era di creare strumenti per l'esplorazione e la produzione delle riserve di idrocarburi, in particolare dalla parte nord della montagna, secondo quello che loro chiamavano "Majella Petroleum System".

Prese parte al progetto - sponsorizzato interamente da ditte petrolifere - anche l'Universita' G. D'Annunzio di Chieti, primo nella lista Uberto Crescenti, allora rettore dell'Universita'.

D'altro canto, proprio secondo il suo stesso curriculum, Uberto Crescenti ha lavorato come geologo per la ricerca di idrocarburi per conto della Montecatini, per circa 10 anni, dal 1958 al 1968. La Montecatini poi divento' Montedison.

Secondo il sito americano Isiknowledge, l' H-index di Crescenti e' uno, lo stesso di Mario Rainone. Lo stesso sito riporta per Uberto Crescenti un totale di 16 pubblicazioni scientifiche in tutta la sua carriera, un numero piu' adatto ad un ricercatore all'inizio della sua carriera che non per uno scienziato che ha iniziato piu' di 40 anni fa.

Crescenti oggi afferma che trivellare il lago di Bomba non porta rischi.

Beh, uno che ha collaborato con ENI ed altre ditte petrolifere per almeno otto anni, per un progetto petrolifero cosi' ambizioso e su cosi larga scala non credo che sia attendibile.

Il conflitto di interessi e' ovvio!

Assieme a lui presero parte al progetto - senza che nessun cittadino ne sapesse niente - e per conto dell'Universita' di Chieti:

Prof. Uberto Crescenti,
Prof. Fernando Calamita,
Dott. Alberto Pizzi,
Dott. Giovanni Rusciadelli,
Dott.ssa Maria Luisa Milia,
Dott.ssa Camilla De Girolamo,
Dott. Raffaele Montefalcone,
Dott. Gabriele Pugliese,
Dott.ssa Loretta Finocchio,
Dott. Giuseppe Palmitesta,
Dott. Michele Morsilli,
Dott.ssa Giada Vighi,
Dott. Vittorio Scisciani,
Dott. Pino Catavitelli,
Dott. Fiorenzo Fumanti,
Prof. Sergio Rusi,
Prof. Enrico Miccadei,
Dott.ssa Chiavaroli.

Di questi, Vittorio Scisciani andra' a parlare al convegno di Rainone per dire che trivellare l'Abruzzo e presumo Bomba e la Majella va bene.



A nessuno di questi illustri scienziati e' mai venuto il dubbio che magari i cittadini d'Abruzzo avrebbero voluto sapere che la loro amata bianca montagna, dove vanno a passeggiare d'estate, dove vanno a sciare d'inverno, che amano guardare dalle loro colline stava per diventare un campo di petrolio.

Infatti in questi quattro anni di battaglie contro il petrolio non ho mai sentito nessuno di loro dire neppure una parola in difesa dell'Abruzzo verde e contro l'Abruzzo petrolifero.

Pecunia non olet?

Ma la cosa ancora piu' sconcertante e' che di questo progetto era a conoscenza, secondo la pagina Wikipedia almeno, sia la Regione Abruzzo, che le tre provincie di Chieti, Pescara, Teramo, il Corpo Forestale della Majella, e l'Ente Parco Nazionale della Majella.

Come dire, abbiamo un ente parchi per aiutare l'Agip a trivellare la Majella?

E cosi' che oggi ci sono delle mappe petrolifere disegnate apposta per la Majella!

Ci sono anche dei riferimenti ad un desolforatore che doveva essere costruito nel 2007 proprio vicino la Majella "ad emissioni zero" da una certa Siirtec Nigi con sede a Milano ed il cui compito e' quello di rimuovere acidi e gas sulfurei da estrazioni di gas e di petrolio. Dicono che era a "emissioni zero" proprio per la vicinanza della raffinieria alla Majella. Che carini.

Altri clienti di questa Siirtec? Le raffinerie di Mantova, di Taranto, di Sannazzaro, che ovviamente hanno molto in comune con la bianca Majella.

A nessuno e' venuto in mente di dire una parola alla gente.

Altri illustri scienziati da mezzo mondo che hanno "studiato" la nostra montagna per conto dell'ENI-Agip sono:


Universita' di Torino

Prof. Livio Vezzani,
Dott. Andrea Festa,
Dott.ssa Anna D’Atri,
Dott. Daniele Giordan,
Dott.ssa Maria Estefania Sanchez Palomo,
Dott. Giuseppe Mancari,
Dott. Ivan Vanzo,
Dott. Mojca Battistini,
Dott.ssa Stefania Lucchesi


Universita' Roma 1 La Sapienza

Prof. Ernesto Centamore,
Dott.ssa Sabina Bigi,
Dott. David Rossi,
Dott.ssa Patrizia Costa Pisani,
Dott.ssa Rinalda Di Stefano,
Dott. Mario Del Castello,
Dott. Joannes Pignatti,
Dott. Raffaele Di Bella


Universita' Roma 3

Prof. Renato Fiuniciello,
Prof. Maurizio Parotto,
Prof. Domenico Cosentino,
Dott.ssa Paola Cipollari,
Dott.ssa Sveva Corrado,
Dott. Giorgio Pipponzo,
Dott. Vincenzo Pasquali,
Dott. C. Fattori,
Dott. T. Piacentini,
Dott. S. Gambini,
Dott. C. Berti,
Dott. P. Pitzianti,
Dott. E. Gliozzi,
Dott. L. Di Bella

Universita' di Pisa

Prof. Etta Patacca,
Prof. Paolo Scandone,
Dott. Donato Merola,
Dott. Antonio Cascella,
Dott. Ermanno Danese

Universita' di Camerino

Prof. Giuseppe Cello,
Dott. Emanuele Tondi,
Dott.ssa Maria Chiara Invernizzi,
Dott. Luca Micarelli,
Dott. Alessandro Zanni,
Dott. Bruno Prugni,
Dott. Leonardo Marchigiani,
Dott.ssa Giordana Bellezza

Universita' di Perugia

Prof. Pialli,
Prof. Giorgio Minelli,
Dott. Mauro Foglietta,
Dott. Cristina Pauselli,
Dott. Federico Costanzo,
Dott.ssa P.T. Brunozzi,
Dott. J. Braun,
Dott. A. Frigeri)

CNR Roma

Dott. Gian Paolo Cavinato,
Dott.ssa Francesca Giardina,
Dott. Emiliano Di Luzio,
Dott. Mario Tozzi,
Dott. Alberto Di Ludovico,
Dott. Davide Scrocca

CNR Milano

Dott. Corrado Magistroni


ETH Zurich

Dr. Daniel Bernoulli


Free University of Amsterdam

Prof. Dr. Sierd Cloetingh
Prof. Dr. Dick Nieuwland


Stanford University

Prof. Dr. Atilla Aydin,
Dr. Brita Graham,
Dr. Marco Antonellini,
Dr. Fabrizio Agosta

Montpellier University

Prof. Jean-Pierre Petit,
Dott. Pascal Cortes,
Dott. Loïc Bazalgette

Universita' di Dublno

Prof. Dr. John Walsh
Dr. Chris Bonson

Hanno "studiato" Madonna della Mazza, valle Romana, LettoManoppello, valle Santo Spirito, Fara San Martino.

Secondo Wikipedia, il rapporto finale non e' mai stato diffuso pubblicamente.

I motivi per cui le estrazioni petrolifere sotto la Majella sono appetibili, secondo il consorzio, erano la facile accessibilita' della Majella alle infrastrutture stradali, le dimenzioni ottimali per l'attivita' estrattiva, l'esistenza di studi gia' esistenti eseguiti per la maggior parte dall'ENI-Agip nel corso degli anni.

Anche se avevo un po capito che qualcosa bolliva in pentola, io l'ho scoperto solo ora, sebbene siano quasi quattro anni che indago.

Hanno tenuto bene il segreto - lo sapevano fino in Francia, negli USA, a Dublino. Agli abruzzesi non e' stato dato l'onore di sapere niente.

Evviva Crescenzi, scienziato d'Abruzzo.
Evviva la scienza indipendente.

Uberto Crescenti e i cambiamenti climatici



Oltre ad essere il rappresentante principale del Progetto Majella Petroleum System e Majella Task Force per conto dell'Universita' di Chieti e sotto sponsorizazione ENI, oltre ad avere H-index uno (e no guardi, Isiknowledge ha dentro dati che includono gli anni '60!), oltre a dire che il petrolio va bene, la Majella trivellata va bene, oltre a non avere fatto nulla contro l'Abruzzo petrolifero, Uberto Crescenti ha un altra caratteristica.

Nega che il riscaldamento globale sia causato dalle attivita' umane, fra cui l'uso smisurato di fonti di energia fossile!

Come sempre e' tutto facilissimo. Vai su Wikipedia, e ti esce la lista di TUTTI gli enti, associazioni professionali, gruppi governativi, nazionali ed internazionali che dicono che invece il global warming esiste, e' vero ed e' causato dall'uomo. Esce fuori che NESSUN gruppo di valenza scientifica internazionale neghi i cambiamenti climatici e che questo sia causato da attivita' umane.

Pure l'unione dei geologi petroliferi americani lo ammette! Ecco qui un po di esempi, ce ne sono a migliaia - la lista e' troppo lunga per metterla qui, ma basta cliccare.

...Proprio una istruzione di alto livello che l'Universita' D'Annunzio offre ai suoi studenti!


Intercontinental Panel on Climate Change, January 2001



The American Physical Society
Associazione di 48,000 fisici americani
(fra cui la sottoscritta)


The European Federation of Geologists recognizes the work of the IPCC and other organizations, and subscribes to the major findings that climate change is happening, is predominantly caused by anthropogenic emissions of CO2 and poses a significant threat to human civilization

Altre associazioni che esprimono piu' o meno pareri simili sono:

32 Accademie Nazionali di Scienza fra cui:

Australia, Belgio, Brasile, Cameroon, Canada, Caraibi, China, Francia, Ghana, Germania, Indonesia, Irlanda, Italia, India, Giappone, Kenya, Madagascar, Malaysia, Mexico, Nigeria, Nuova Zelanda, Russia, Senegal, Sud Africa, Sudan, Svezia, Turchia, Uganda, Regno Unito, USA, Zambia, Zimbawe.

Nel 2001, l'Accademia Nazionale di Scienza d'Italia ha pure firmato un documento comparso sulla rivista Science in cui si afferma senza ombra di dubbio la gravita' del problema e di essere d'accordo sul fatto che il global warming esiste ed e' causato dall'uomo.


E poi c'e' lui, Uberto Crescenti che dice che no, e' tutto naturale - e va bene, evviva il mondo perche' e' vario!

Monday, February 14, 2011

San Valentino per l'Ecuador


A great step that we have made
toward the crystalization of justice


Pablo Fajardo, avvocato e
contadino ecuadoriano


Un regalo bellissimo.


Oggi, la Chevron e' stata condannata da un tribunale dell'Ecuador a pagare 8 billioni di dollari - 8 mila milioni di dollari - agli indigeni di Lago Agrio, inquinata da anni di soprusi da parte della Chevron e della Texaco.

La Texaco e' stata proprietaria del campo di petrolio di Lago Agrio dagli anni '60 fino al 2001, quando e' stata poi comprata dalla Chevron. Per decenni la Texaco e la Chevron hanno inquinato giungla, acqua, e salute delle persone i cui tassi di tumori sono saliti alle stelle. Per decenni hanno iniettato circa 18 milioni di galloni di acqua tossica nel sottosuolo della giungla. Oltre sessanta milioni di litri di robaccia.

Pablo Fajardo, l'avvocato-contadino che rappresenta gli indigeni aveva inzialmente chiesto 27 billioni di dollari. Dicono oggi che non sono soddisfatti dell'ammonto economico e che vogliono di piu'. Buon per loro!

La parabola di Fajardo e' bellissima - era un contadino semi-analfabeta che decise di studiare legge solo per combattere la Texaco-Chevron ed oggi e' il portavoce principale della sua gente.

Della storia avevamo parlato qui e poi qui. Ovviamente l'ENI non sta certo a guardare e ha i suoi bei scheletri nell'armadio in Ecuador pure lei.
La Chevron oggi dice che e' tutto illeggittimo e che faranno appello - cosa vuoi che dicano? La battaglia e' durata 18 anni, e non credo che finisca qui.

Spero che a Chieti il 18 si possa essere cosi' determinati e cosi' forti contro Rainone, Primavera e gli speculatori di turno.

Fonti: The Huffington Post, San Francisco Chronicle, Vanity Fair, MSNBC

Wednesday, February 9, 2011

Gli "inviti" di Rainone - part 2




** Comunicato Stampa **

Compare oggi sulla stampa una comunicazione da parte di Mario Rainone sulla tavola rotonda organizzata a Chieti in data 18 Febbraio 2011 per riaprire il capitolo petrolio in Abruzzo.

Il professor Rainone afferma di avermi inclusa nella rosa dei partecipanti.

Ci tengo a sottolineare che il programma iniziale, circolato in gran segreto, non prevedeva affatto la mia partecipazione.

Solo quando l'organizzazione del convegno e' stata resa pubblica dal comunicato da me circolato in data 7 Febbraio 2011, il professor Rainone si e' affrettato a modificare il programma includendomi nella rosa degli invitati, dieci giorni prima del convegno.

Come sa la maggior parte degli Abruzzesi, vivo a Los Angeles, a circa 15 ore di volo dall'Italia e ho un calendario fitto di impegni. E' ridicolo pensare che io possa essere a Chieti con dieci giorni di pre-avviso. Allo stesso modo e' ridicolo cambiare le carte in tavola dopo essere stati scoperti a organizzare convegni poco trasparenti,
e dove a relazionare sono persone che hanno legami diretti o indiretti con l'industria del petrolio.

Non mi sono mai sottratta al dibattito con i petrolieri - ho dibattuto i piu' alti vertici ENI all'Universita' di Pescara durante l'estate del 2008. Erano venuti da Milano, Pisa e Londra, e nessuno, nemmeno l'ENI, ha saputo confutare l'enorme abbondanza di dati da tutto il mondo che mostrano gli effetti nefasti delle trivellazioni petrolifere per chi ci vive vicino. A conferma di questo, l'ENI declino' di partecipare a qualsiasi altro dibattito organizzato successivamente in cui ero presente, e questo in Abruzzo, ma anche in Veneto, Lombardia e Basilicata.

Le prove di quanto dico sono tutte qui


Al tempo di internet, la verita' non si puo' nascondere.


MRD

Tuesday, February 8, 2011

Gli "inviti" di Mario Rainone


Ma questo non sa ancora che all'epoca di internet le cose e' meglio farle seriamente? Roba da matti.

Oggi, con mia grande sorpresa, trovo un email di Rainone. Dice che:

ho avuto notizia che sul Suo blog ha manifestato, tra le altre cose, molte perplessità sull'organizzazione della Giornata di Studio che il Ce.R.-GEO ha deciso di organizzare sul Tema "Idrocarburi in Abruzzo".

Spero, pertanto, che Lei accolga questo invito a partecipare alla Tavola Rotonda prevista dopo le relazioni tecniche programmate, in modo da portare il Suo contributo alla discussione.

Le invio, in tal senso, l'ultima bozza del Programma della Giornata, restando a Sua completa disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento in merito.

La cosa interessante e' che - guarda caso - hanno cambiato la locandina del programma per "far vedere" che invitano una pluralita' di persone, inclusa me, la loro spina nel fianco.

Questa la prima versione della giornata, quando pensavano di potersela cantare fra loro.

Questa la versione dopo che ho mandato il comunicato stampa, denunciando gli inganni.
Mmmh!


Tutto questo non e' serio! A parte la locandina, ma che secondo lui io sono superman e magicamente arrivo in Abruzzo con 10 giorni di anticipo - a spese mia natuaralmente! - per partecipare alla sua tavola rotonda a porte chiuse?

Buoni soldi pubblici delle Universita'! Le conferenze SERIE si organizzano con mesi di anticipo. Ho gia' in fila convegni fino a Luglio 2011, programmati fin da Settembre 2010. Budapest, Buenos Aires, Ohio, Santa Barbara, Vancouver e Rio de Janeiro.

E poi, riguardo al petrolio sono abituata a parlare alla gente e con la gente, e non a fare inciuci dietro le quinte, con gente che di Abruzzo non sa niente, se non che sotto la Majella, sotto le nostre vigne, e dentro ai nostri mari c'e' il petrolio.

Rainone - con me lei casca male.

Monday, February 7, 2011

Tutti a Chieti il 18 Febbraio 2011


In data 18 Febbraio 2010, il professor Mario Rainone dell'Universita' degli studi d'Annunzio ha organizzato l'ennesimo ingannevole tentativo di creare consenso attorno al tema della petrolizzazione d'Abruzzo con la tavola rotonda dal titolo "Gli idrocarburi in Abruzzo - conoscenza, territorio, impresa e lavoro".

La conferenza si svolgera' presso il Centro Ricerche e Studi Sperimentali per le geotecnologie di Chieti dell'universita' e spicca per l'enorme sbilanciamento di partecipanti a favore di Confindustria o con interessi diretti nell'industria del
petrolio. La cittadinanza non e' stata invitata a partecipare.

Gli unici tre relatori ad invito sono:

Vittorio Scisciani, dell'Universita' di Chieti, che si occupa della creazione di profili sismici per l'esplorazione petrolifera per conto di ENI-Agip. Fa parte del gruppo TaskForceMajella, creato dal'ENI nel 1998 al solo scopo dichiarato di trivellare il Parco Nazionale della Majella, assieme alla Exxon, la British Gas, e la norvegese Norsko Hydrom, nel silenzio generale.

Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, una ditta privata con sede a Bologna che si occupa di strategie di mercato per conto terzi, inclusa l'industria del petrolio.

Nel 2008 dichiaro': "Sono necessari grandi investimenti per sviluppare piu' capacita' produttiva e tirare fuori il petrolio che c'e'". Fra i suoi clienti anche la A2A che indirettamente la centrale a turbogas di Gissi.

Franco Terlizzese, Direttore per le risorse minerarie ed enegetiche dello sviluppo economico che in un convegno di Assomineraria ha affermato che lo scopo del gruppo che dirige e' quello di "snellire le procedure burocratiche per lo sfruttamento degli idrocarburi", rendendo dunque la vita facile ai petrolieri e lasciando i cittadini sempre piu' soli.

L'organizzatore e' il professor Rainone, direttore del Ce.R.S.-GEO- Universita' G. D'Annunzio, sebbene il suo H-index, che misura il successo professionale in ambito
accademico, sia bassissimo, solo uno secondo il sito americano Isiknowledge. Per fare un confronto, altri geologi dell'Universita' di Chieti, non invitati al convegno, hanno invece un H-index di 15.

Riteniamo molto sgradevole e profondamente offensivo il fatto che si voglia discutere del nostro futuro senza includere i cittadini e che ad essere invitati a relazionare siano personaggi che non conoscono minimamente, ne tantomeno amano, la realta'
abruzzese.

Riteniamo altresi' gravissimo tentare di strumentalizzare l'attuale crisi economica, facendo pressione su sindacati, con la falsa promessa di posti di lavoro che mai si realizzeranno.

Come sempre, e' tutto gia' scritto e basta andare in Basilicata a vederlo.

Il petrolio non porta lavoro ma malattie. Il petrolio non porta soldi se non agli speculatori di turno.

Invitiamo Gianni Chiodi a denunciare con piu' coraggio questi continui tentativi di falsa propaganda in favore del gas e del petrolio - ugualmente dannosi e spesso
l'uno un cavallo di Troia per l'altro - e di farsi interprete con maggiore incisivita' della volonta' popolare, irreversibilmente cementificatasi contro lo sfruttamento minerario dell'Abruzzo, grazie a 4 anni di informazione, vera, indipendente e capillare.

Alla Confindustria, a Rainone e a Primavera, rivolgiamo invece l'invito di fare un passo verso la modernita' - gli anni sessanta sono passati da un pezzo.

Soprattutto invitiamo il popolo abruzzese ad organizzarsi via Facebook, blog e predendo contatti con le associziazioni sul territorio per protestare a Chieti in data 18 Febbraio 2011.

Siamo uniti, compatti e numerosi e non lasceremo il nostro territorio indifeso davanti a vili interessi speculativi da parte di petrolieri e di industriali senza scrupoli.


Maria Rita D'Orsogna, PhD
Assistant Professor
Department of Mathematics
Institute for Sustainability
California State University at Northridge
Los Angeles, CA 91330
dorsogna@csun.edu
1 818 677 2703

assieme a tutte le associazioni che lottano eroicamente contro l'Abruzzo petrolifero

Nuovo Senso Civico - presidente Alessandro Lanci
Comitato No Petrolio - presidente Gabriele di Clerico
Comitato Abruzzese del Paesaggio
Abruzzo in Movimento
Le Colonne d'Ercole
Emergenza Petrolio Abruzzo

Friday, February 4, 2011

Petrolio in Alaska



We can no longer rely on the oil industry's shallow assurances

Cindy Shogan - Alaska Wilderness League

E se sono infondate in Alaska le rassicurazioni dei petrolieri,
figuriamoci in Italia, dove si inventano un po' quel che gli pare.


A causa del riscaldamento globale - che esiste ed e' vero - le zone artiche, prima considerate inaccessibili, sono ora diventate di piu' facile accesso grazie allo scioglimento di ghiacciai e alla maggiore possibilita' di navigazione.

E allora, via. Tutti a cercare petrolio e gas, a testa fitta.

Fra i protagoisti, la Shell, che non ha nulla da invidiare all'ENI quanto a distruzione dell'ambiente - anzi.

Questi signori, con a capo avevano deciso di inziare a trivellare nel 2011 in Alaska, in una zona marina detta Beaufort Sea.

Dopo il disastro del golfo del Messico pero' il segretario dell'interno Ken Salazar, ha congelato l'assegnazione di tutte le nuove concessioni di petrolio.

Ambientalisti e abitanti della zona hanno protestato a lungo contro questi progetti della Shell, a causa della pericolosita', inquinamento, della popolazione di orsi polari, e delle difficolta' climatiche. Sono circa 4 anni che combattono.

Circa un mese fa, l'Agenzia di protezione dell'ambiente EPA ha detto che lo studio di impatto ambientale della Shell sottostimava di molto le emissioni di nitrati dalle navi che avrebbero usato per l'estrazione e il trasporto del petrolio.

Come sentiamo propagandare anche noi, piu' e piu' volte, la Shell ha conitnuato a ripetere che era tutto sicuro, che le acque erano poco profonde, che i rischi di incidenti sono bassi, che hanno speso oltre 50 milioni di dollari per fare lo studio di impatto ambientale (!!!) e che insomma, loro sono santi.

Anche qui i politici - repubblicani - hanno detto che senza questo pozzo si perdevano 800 posti di lavoro, migliaia nell'indotto, che il costo della benzina sarebbe aumentato, che saremmo stati succubi di Arabi e di rivoluzionari egiziani, e che si sarebbero persi milioni e milioni di dollari.

Familiare eh?

Ma per la Shell non c'e' stato niente da fare. Il governo americano non ha rilasciato concessioni, e cosi' la Shell ha annunciato che i progetti - per il 2011 almeno - sono sospesi.

Vedremo come va a finire.

Wednesday, February 2, 2011

Mario Rainone, isiknowledge e la monnezza


Sono quasi sicura che le affermazioni di Paolo Primavera di questi giorni non cadono nel vuoto, ma che c'e' dell'altro e che presto verra' fuori qualcosa di nuovo da parte di questa gente.

Magari con a supporto le tesi degli illustri professori delle universita' locali che in tutte le loro carriere non hanno mai fatto niente di buono e di utile per il popolo.

Proporranno di trivellare Bomba?

Di riaprire la discussione sul centro oli?

Di trivellare il mare?

Non lo so, ma ci scommetto che bolle dell'altro. E allora mandiamo un bel profilo di cosiddetti professori universitari che appoggiano il petrolio.

Mario Rainone e' un "professore" dell'Universita' di Chieti che va propagandando la bonta' delle estrazioni petrolifere. E' pure il capo del dipartmento di geologia dell'universita' di Chieti.

Isiknowledge invece e' il sito universitario interdisciplinare americano che consente di valutare i docenti, sulla base delle proprie pubblicazioni. Non puoi scappare da loro. C'e' dentro tutto quello che viene considerato una pubblicazione autorevole e ufficiale.

Stando ad Isiknowledge, Mario Rainone in tutta la sua carriera ha un solo articolo che e' stato pubblicato e citato. Ci sono 17 autori, di cui lui e' il numero 12. Un po' poco, no?

Tradotto in quello che si chiama H-index, il suo indice e' 1.

Maggiore e' l'H-index, piu' sei autorevole.

Il suo e' 1. Il mio e' 9.

Ho circa 20 anni di meno di lui.

Dico tutto questo, non perche' voglia dire quanto io sia brava, ma per dire che tutta la mia carriera e' stata costriuita sull'onesta', sul duro lavoro, sulla sincerita'. Negli USA non potrebbe essere altrimenti. Nessuno qui sarebbe capo di un dipartimento con una lista di pubblicazioni cosi' misera come Rainone.

E allora proprio come mi chiedo come abbia fatto Rainone ad arrivare a fare il capo del dipartimento, mi chiedo dove era Rainone negli ultimi 4 anni ? Possibile che non si sia accorto negli anni precedenti che si parlava di petrolio ? Possibile che solo ora abbia trovato la forza di andare a giornali e TV a raccontare la sua storia con Confindustria ? Cosa e' cambiato ? Cosa c'e' sotto?

Diffido da coloro che rimangono in silenzio per anni e poi decidono,tutto di un colpo, di iniziare ad esternare le loro opinioni: qualcosa non funziona, qualcosa non torna.

A me la vita non cambia se trivellano Ortona, o l'Abruzzo o l'Italia. Agli Ortonesi si, agli Abruzzesi si, agli Italiani si.

Non sono qui a fare la battaglia del petrolio perche' mi porta pane a casa. E come sempre resto esterreffatta che sono sempre piu combattiva di altri enti, di altre persone, dei politici che non hanno voglia e che svolazzano come svolazza il vento.

Ho dato tutto quello che avevo - tempo, soldi, veleni ingoiati, rughe, slides, nottate, blog.

Veramente, non avrei potuto dare niente di piu'. Sono quattro anni - sono passate associazioni, attivisti, presidenti di regione, vescovi. Sono ancora qui. C'e chi ha scritto libri, chi ha chiesto soldi, chi ci si e' creato una carriera con tutto questo. Io no. Non ho tempo. L'unico motivo che mi spinge a fare tutto cio' e' la certezza matematica che l'Abruzzo peggiorera' se ci trasformiamo in zona mineraria.

E' il tempo che ciascuno decida cosa e' importante e cosa non lo e', e vada a fare sentire la propria voce a questi qui che vogliono farci il lavaggio del cervello. E' solo nei numeri che vinciamo e lo sanno anche loro.

Scrivete alla stampa locale, siate piu' attivi, arrabbiatevi, inondate Rainone e Primavera o il Centro d'Abruzzo con lettere di indignazione. Siate vivi. Con Internet e' tutto facile, possibile. Basta solo la volonta' di lavorare e di crederci.

Solo cosi' puo' funzionare la democrazia.

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PS: Oltre al petrolio, ecco un altro progetto di Rainone - H-index 1 :


Seppellire per sempre sotto i calanchi 1200 tonnellate di immondizia di due disacriche attorno a Guardiagrele. La monnezza ha hanno inquinato in profondità e quasi irremediabilmente il Fosso Laio dove prima si faceva la pesca all’anguilla ma che ora e' chiamato il fiume di plastica.

Il fosso e' inquinato da ferro, arsenico e solfati ormai incorporatisi nel terreno, e dal piombo entrato nella falda acquifera. Le concentrazioni sono fino a sette volte il valore massimo prescritto dalla legge.

Rainone vuole semplicemente prendere la monnezza, seppellire il tutto tal quale e crearci un cimitero, senza bonifiche di piombo, arsenico e fosfati che continuano a avvelenare la zona. Stile Gomorra insomma.

Pensate che le sue idee riguardo il petrolio saranno migliori? Mmh. Gia' ce li vedo i rifiuti petroliferi scomparire nei nostri parchi....

The time is now.

Tuesday, February 1, 2011

Fracking in Italia?



This inevitably leads to environmental damage.
Apart from huge water consumption, this production method may lead to pollution of underground water and even provoke seismic activity.

Questo porta inevetabilmente a danni ambientali.
A parte gli enormi consumi di acqua, questo metodo produttivo puo' causare l'inquinamento delle acque sotterranee e anche provocare l'attivita' sismica.

Il CEO di Gazprom, Alexei Miller
parlando delle estrazioni di gas con il metodo del fracking

Gianni Chiodi oggi annuncia - stoltamente - che in Abruzzo "il petrolio no e il gas si".

Ah, la stoltezza. Ah l'ignoranza.

Questa presa di posizione e' stolta per vari motivi, primo fra tutti che nessuno sa cosa c'e' sottoterra prima di fare buchi ed esplorazioni. Infatti i petrolieri nei loro progetti parlano sempre di idrocarburi - dicitura che comprende entrambe le sostanze- e mai di gas o di petrolio separatamente.

E poi siamo pur sempre in Italia ed e' molto facile dire gas ed intendere petrolio, e usare l'appiglio del gas per azzannare tutto il territorio. Sono film gia' visti.

Ma il motivo principale per cui questa posizione e' stolta e' che le trivellazioni di gas non sono meno nocive e tossiche che quelle di petrolio.

I metodi sono gli stessi, sempre fanghi e fluidi perforanti si usano, sempre monnezza cacci dal sottosuolo, sempre rischi di scoppi ci sono, sempre subsidenza puoi causare.

Un pozzo per l'estrazione di gas a Policoro, scoppio' nel 1991 in Basilicata. Brucio' per 15 giorni senza che nessuno riusci' a spegnerlo. Nessuno lo sa, nessuno ne parla, l'ENI come sempre mette tutti a tacere.

In questi ultimi anni pero' c'e' un jolly - il famoso fracking che qui negli USA inizia ad essere bannato per la sua pericolosita' e per il suo potenziale di inquinare le falde acquifere.

Lo stato di New York ha una moratoria annuale, cosi pure lo stato della Pennsylvania. Le citta' di Filadelfia e di Pittsburg l'hanno bannato. La gente e' arrabbiata. Lo vogliono sospendere pure in Texas!

Tutto questo Gianni Chiodi non lo sa, perche' nella mia opinione non solo e' ignorante in materia ma vuole restarci.

Un politico sano di mente, si informerebbe prima e imparerebbe dagli sbagli degli altri. Il fracking e' stato devastante per le comunita' americane che sono state soggette alle trivelle selvaggie di Mr. Dick Cheney, con tutto che qui i diritti dei cittadini sono forse fra i piu' protetti al mondo, e nonostante cause e denunucie da parte delle parti civili coinvolte.

Un politico sano di mente avrebbe bannato tutte le estrazioni future di idrocarburi sul suolo abruzzese quale che sia la loro composizione chimica, quale che sia il metodo usato, e per precauzione. Si deve agire prima, non dopo. Se in America hanno gia' sperimentato e distrutto, perche' non possiamo imparare prima che vengano a fare queste cose da noi?

Sorge allora la domanda - ma ci sono i depositi di gas adatti al trivellamento via fracking in Italia? Questo tipo di gas si chiama shale gas.

Secondo l'ente Europeo "Economic Research Policy Center" il potenziale per i depositi di shale gas sono molto elevati per il nord Italia, nella gia' martoriata pianura padana, affetta da subsidenza in passato, a causa delle estrazioni di metano.

Ovviamente siamo solo all'inizio, potrebbe essere che le riserve e la densita' abitativa rendano il tutto economicamente non praticabile, ma in linea di principio nulla vieta che potrebbero esserci altri giacimenti in altre parti d'Italia, Basilicata, Abruzzo o Sicilia.

Dopotutto l'ENI si e' gia' messa in pole position per trivellare la Polonia alla ricerca di questo gas. Se ne trovano in Italia scommetto che si piazzeranno anche da noi a bucare il territorio alla cieca, come fanno da 50 anni a questa parte, senza rispetto per niente e per nessuno.

Chi mai andra' a spiegare queste cose agli Italiani? Non certo i petrolieri, non certo i politici che hanno paura a parlare del disastro sardo o di quello del fiume Lambro. Non certo Gianni Chiodi.

E cosi, nella pianura padana c'e' gia' un gruppo - la Po Valley che dice che trivella l'Italia per ragioni "geologiche, economiche e affettive"...

Siamo a cavallo.