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Sunday, April 3, 2011

Nel paese dei Moratti - Sarroch, Italia


No, non e' cambiato niente. 
Fiamme e fumo.
Nessun sistema di allarme.
Tuttapposto, come sempre.



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"Cambiera' tutto."
Massimo Moratti, 27 Maggio 2009

"Non e' cambiato niente."
Luca Melis, fratello di Daniele,
morto a Sarroch, 7 Gennaio 2010

Sono stata via per quasi tre settimane. Roberto, un mio amico sardo, mi ha regalato il libro di Giorgio Meletti dallo stesso titolo di questo post, sulla storia della raffineria dei Moratti, di cui abbiamo parlato qui tante volte, con tristezza e rabbia.

L'ho letto tutto di un fiato, all'andata da Atlanta fino a Buenos Aires e di nuovo, da cima a fondo, al ritorno. Il libro si legge bene, e' scorrevole, e' un miscuglio giusto di storia della raffineria, della tragedia del 2009, dei morti di Sarroch e delle loro storie personali, di analisi dell'Italia di questi anni, fatta di spolpamenti di tutte le grandi industrie - da Telecom alla Fiat - da gente che non ne sa niente di futuro e di programmazione ma che sta li a capire come sfruttare la situazione adesso e per se stessi.

E' la storia degli eleganti signori Moratti, con gli scheletri nell'armadio e poca istruzione.

Il libro fa male al cuore perche' la morte di tre persone giovani, morte asfissiate dentro una cisterna velenosa, si poteva evitare, ed evitare davvero. Eccoli:

Gigi Solinas, 27 anni,
Daniele Melis, 29 anni
Bruno Montoni, 58 anni

Sono morti due anni fa e non tornano piu'. Qualcuno di loro era precario, qualcuno lavorava per ditte esterne, qualcuno era li da poco, altri da una vita. Dal libro li vedi e li senti non come morti astratti, ma come persone normali, con una vita, degli affetti, dei problemi, dei sogni.

Sono morti per tante colpe, per leggerezza, perche' la produttivita' Saras viene prima della sicurezza, e perche' nessuno gli aveva dato uno stupidissimo strumento per accertarsi che dentro la cisterna killer ci fosse l'ossigeno.

In due righe. Occorreva pulire le cisterne della Saras in fretta - il tempo e' denaro pure per i gia' ricchi Moratti. Il metodo standard con dei vapori ad alta temperatura avrebbe richiesto troppo tempo per il successivo raffreddamento e cosi' qualcuno ha deciso di usare un getto di azoto, un metodo piu' veloce, ma non standard.

Peccato che nessuno ha detto niente agli operai. Non c'erano cartelli, non c'era formazione, e i tre lavoratori non avevano strumenti per rivelare il contenuto dell'aria. Non solo non sapevano di questo getto di azoto, ma non potevano nemmeno pensarci, perche' l'azoto li non era previsto.

Si sono calati nella cisterna uno dopo l'altro, in un ambiente saturo al 100% di azoto, con zero ossigneno, senza saperlo. Sono morti all'istante.

L'azoto ha continuato a soffiare, senza che nessuno lo sapesse, per 72 ore.

Le indagini hanno verificato DIECI violazioni di leggi da parte della Saras.

Alla Saras c'erano gia' stati problemi in passato con la sicurezza, di cui nessuno si era mai preoccupato.

Di chi e' la colpa di tutto questo?

In un paese normale il capo dell'azienda - i signori Moratti - si sarebbero presi ogni responsabilita' e avrebbero fatto si che le cose cambiassero subito e per davvero.

Invece secondo il libro, dopo la tragedia il loro unico problema era quello di curarsi l'immagine, di mostrarsi tristi e dispiaciuti che membri della loro "grande famiglia" erano morti per colpa del destino invece che della negligenza dentro un loro stabilimento.

Letizia Moratti dice che "tutta Milano" e' vicina ai morti Sarroch. Giancarlo e Massimo - gentleman dell'anno 2009 - piombano in Sardegna e la prima cosa che fanno e' di andare a parlare con i tecnici e coi giornalisti per mostrare il loro dolore in pubblico.

Parlano di tragedia, fatalita', mai di responsabilita'.

Hanno incontrato i familiari 18 ore dopo il loro arrivo.

Si dira' i Moratti non erano presenti all'ora dell'incidente. E' vero, ma quando uno e' il capo, e' il capo sempre, e di tutto quello che succede dentro la tua azienda, alla fine, il responsabilile ultimo sei tu.

Qualcuno ha anche cercato di insinuare che era colpa degli operai che fumavano o che avevano bevuto (non era vero niente) o che addirituttura andavano a lavorare senza il permesso, come se uno si sveglia alla mattina e si cala in una cisterna perche' gli piace.

Sono passati due anni da allora. Ci sono indagini, ci sono perizie, ci sono libri.

I Moratti continuano ad arricchirsi, la Saras continua a sputare veleni, le banche a dargli i soldi, il governo a dargliene altri col Cip6 e l'Inter continua a vincere.

E' solo che tre persone non ci sono piu'.

3 comments:

davide said...

ragazzi giovani,probabilmente senza neanche un’ora di formazione…per ottimizzare i costi.
sempre gli utili davanti all'uomo…complimenti!
cmq i moratti (ometterei sigg.) hanno sulla coscienza molte più persone.
del resto da gente che dà centinaia di migliaia di euro a maghi e cartomanti per risolvere i problemi, cosa c’è da aspettarsi?

davide said...

ps i libri di chiarelettere sono tutti interessanti

Anonymous said...

qualche giornale ne parla....
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/04/04/eni-la-procura-di-milano-indaga-sulle-sue-attivita-in-algeria/102046/

nb in arrivo alla presidenza eni una new entry:
al 73enne poli,dovrebbe subentrare
il giovane recchi, convinto nuclearista.
scaron rimane ad: il suo cv di tangenti è insuperabile!