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Friday, April 22, 2011

Chris Hondros, Nigeria gas flaring e Agip

Queste foto sono tutte gas flaring in Nigeria,
per opera dell'Agip.
Le fiamme sono state accese dall'Agip nel 1972
e mai piu' spente.
Le foto sono di Chris Hondros,
fotografo americano morto in Libia.







Dagogo Joel. Il braccio gliel'ha bruciato la fiamma Agip sul retro. Brucia da 40 anni.



Chris Hondros, 41 anni, e' uno dei due giornalisti uccisi a Misurata, In Libia, assieme al suo collega Tim Hetherington. Lavorava per Getty Images.

Fra le cose che ha fotografato durante la sua carriera, i pozzi Agip in Nigeria, paese devastato dal petrolio, e dai petrolieri made in Italy: l'ENI-Agip, che siamo ciascuno di noi al 30%.

Ecco qui le foto con il gas flaring. Le fiamme che vedete sono dell'Agip. Sono state accese nel 1972 e mai piu' spente.

L'uomo della foto in alto, Dagogo Joel ha il braccio incendiato perche' mentre pescava con suo padre, la fiamma ha sputato fiamme sul suo villaggio in modo incontrollato e lui e' stato colto di sorpresa.

Chissa' perche' nessun fotografo italiano non va a fare reportage su queste cose. 40 anni di fiamme perenni. Che vuoi che gli interessa all'ENI e all'Agip della vita di queste persone. Che schifo.

Grazie, Mr. Hondros.

Ecco le sue impressioni sull'Agip in Nigeria, tradotte dal suo sito:

La Nigeria dovrebbe essere un paese ricchissimo. E' il piu' popoloso paese africano, e il sesto paese produttore di petrolio al mondo. Piu' di 250 miliardi di dollari sono stati tirati fuori dall'acqua e dal mare di nigeria negli scorsi 40 anni. Ma dopo tutti questi anni di governo militare e di corruzione endemica, spinta dai soldi del petrolio, il paese e' ancora sommerso da miliardi e miliardi di dollari di debito e la poverta' e' endemica.

Questo e' particolarmente vero nella zona in cui viene prodotto il 100% del petrolio di Nigeria. La zona del Delta del Niger. Qui ci sono decine di villaggi dediti all'agricoltura tradizionale e minoranze etniche, e la regioone non ha rappresentanze governative anche se contribuisce per l'80% delle entrate della Nigeria grazie al suo petrolio. La gente dei villaggi assiste impotente senza serivizi base mentre le loro risorse naturali finiscono in tasche altrui, e devono pure fare i conti con gli enormi effetti ambientali e sulla loro salute dovuti alle perdite di petrolio e alle torri di gas flaring.

Le enormi emissioni di gas sono un prodotto inevitabile delle trivellazioni petrolifere e ci sono molte opzioni per gestirle. Il gas puo' essere raccolto e usato per energia, o se questo e' impossible, puo' essere reiniettato sottoterra. Il metodo piu' economico, e piu' distruttivo e' quello di bruciarlo, il flaring. Le fiamme non finiscono mai, c'e' gas a sufficienza in anche in un pozzo modesto per bruciare per decenni, giorno e notte.

Il gas flaring e' ovunque in Nigeria, nella regione del Niger Delta. Ma ce ne sono pochi di cosi' drammatici come quelli di Oshie flare, della ditta Italiana Agip.

La fiamma Oshie sorge su un villaggio di 1700 famiglie, contadini e pescatori di Akaralou. Agli abitanti del villaggio furono promessi soldi e lavoro quando, nel 1972 l'Agip eresse la fiamma. Non si avvero' niente, e Akaralou rimase senza pesca, senza agricoltura e con problemi di salute, grazie alla fiamma di quasi 70 metri di altezza.

Le costanti richieste all'Agip e al governo Nigeriano di migliorameni non sono stati mai ascoltati.

La maggior parte della gente non ricorda il tempo "prima" che la fiamma invadesse le loro vite.

3 comments:

davide said...

sono tante le compagnie petrolifere e non che hanno devastato e spremuto il ricchissimo continente nero.
promettendo,promettendo, ma dimenticando il giorno stesso,
tra i silenzi dei governanti indaffarati solo ad arricchirsi fino all'inverosimile, noncuranti della sofferenza della propria gente tradita.
ma cosa vi servono centinaia di milioni di dollari ,blindati in svizzera??
accontentatevi,per quanto disgustoso,qualche milione, di vitto ed alloggio principesco e governate/difendete bene la vostra gente!

Anonymous said...

Nigrizia prima e Misna poi, e tante associazioni, denunciano da decenni questo sistema perverso di sfruttamento globale dell Africa, ma il 99% dei governi democratici sono interessati alla spartizione della torta..
e chiudono entrambe gli occhi..

Tanto poi solo una volta ogni 10 anni lo tsunami fa emergere i fusti di scorie radiattive nascoste abusivamente sulle coste africane,ed i numerosi servizi di denuncia "video mission" sono a prendere polvere nelle videoteche,
giammai messi in onda..
A proposito anche report aveva fatto un bel servizio sul petrolio africano..

Anonymous said...

Che tristezza tutto ciĆ²