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Wednesday, July 20, 2011

Australia: inquinare costa $24.65 alla tonnellata



Il nuovo primo ministro d'Australia, Julia Gillard, ha passato una carbon tax, per abbassare le emissioni di CO2, per incentivare l'uso di energia rinnovabile e per diminuire l'uso di fonti fossili di petrolio e di carbone.

Semplicemente: per ogni tonnellata di CO2 che produci devi pagare una tassa di $24.65 al governo.

C'e' ancora tutto l'iter procedurale da completare, ci sono stati 10 mesi di dure lotte politiche, ma e' praticamente sicuro che questa tassa per l'ambiente diventera' realta'.

Non ho visto quasi niente sulla stampa italiana. Ecco allora la traduzione di alcune domande in una intervista fatta dal Los Angeles Times alla senatrice verde d'Australia Christine Milne, una delle principali artefici della legge.

A quali risultati portera' questa tassa sulle emissioni?


Credo che questo sia un enorme passo in avanti per l'Australia. Quando abbiamo iniziato i dibattiti interni dopo le elezioni federali del 2010 non penavo che avrebbero avuto un grande impatto a livello globale. Adesso credo di si, perche' dara' impeto a livello mondiale sapere che un paese come l'Australia, che dipende fortemente dalle fonti di energia fossile, sia preparato ad accettare il carbon trading per le emissioni, e che vuole puntare a riduzioni di emissioni di CO2 fino all'80% entro il 2050.

Credo che questo dara' un enorme segnale ad altri paesi come gli USA e il Canada:
se lo puo' fare l'Australia, lo possono fare tutti.

Cosa risponde lei alle critiche secondo cui questa carbon tax non diminuira' le emissioni totali d'Australia o secondo cui ci saranno invece ripercussioni negative sull'economia d'Australia?

Beh, i dati del ministero delle finanze mostrano che gli impatti sull'economia saranno trascurabili fino al 2050 almeno. In piu' stimiamo che i prezzi saranno tali da scoaggiare la costruzione di qualsiasi altro impianto a carbone in tutta l'Australia.

Ma io credo che il punto principale sia un altro: e cioe' che questa carbon tax e' un punto di svolta per la nazione. Nel momento in cui inzieranno ad arrivare i soldi, tutti i vantaggi verranno fuori: ci sara' la chiusura di stazioni energetiche inquinanti, ci saranno nuovi investimenti di energia rinnovabile e efficienza energetica. Verra' tutto alla luce.

C'e' voluto molto tempo per arrivare a questo punto. Quali sono stati gli ostacoli durante le negoziazioni o argomenti su cui i Verdi d'Australia hanno dovuto trovare compromessi?

Il fatto e' che entrambi i partiti principali sono andati alle elezioni del 2010 dicendo che non avrebbero introdotto la carbon tax fino al 2013, ma senza alcuna garanzia che questo sarebbe successo per davvero. La carbon tax e' passata solo perche' i Verdi siedono al potere nella Camera e nel Senato della nazione.

Perche' lei pensa che il dibattito pubblico su questo tema sia diventato cosi' virulento?

Il problema e' che Big Oil e Big Tobacco (petrolieri e venditori di sigarette) hanno montato campagne che mettono in dubbio i cambiamenti climatici. Ci sono stati enormi investimenti da parte delle lobby del petrolio in Australia nel generare dubbi e nel cercare di oscurare la verita' scientifica.

Che tipo di impatto lei pensa che questo avra' all'estero?

Io credo che questo sia molto piu' significativo di quanto non ci aspettassimo quando abbiamo iniziato 10 mesi fa. Nessuno si aspettava dopo Copenhagen nel 2009 che ci sarebbe stato un accordo internazionale contro i cambiamenti climatici, ma certo ci si aspettava molto piu' progresso di quello che invece e' stato. Non ci aspettiamo nemmeno molto progresso al convegno di quest'anno a Durham. Per questo io credo che la decisone sulla carbon tax dell'Australia, che e' una delle nazioni con maggiori emissioni di CO2 pro capita, che dipende enormemente dal carbone per l'energia, possa dare una vera spinta verso soluzioni globali.

1 comment:

venuti enzo said...

Una donna da sposare!
Illuminata e capace , con un sorriso puro.