.

.

Wednesday, August 31, 2011

Casalbordino: ma ci fanno o ci sono?


Il sindaco di Casalbordino Remo Bello, 2011


Ecco cosa delibera il comune di Casalbordino, sotto il sindaco Remo Bello, in merito al Parco Nazionale della Costa Teatina.

Senza parole:

"di confermare il parere non favorevole alla proposta di perimetrazione così come formulata dalla Giunta Regionale Direzione Parchi Territorio Ambiente Energia e dal Ministero dell’Ambiente;

di non poter legittimamente deliberare su una proposta alternativa di perimetrazione e zonazione che può essere formulata soltanto da organo tecnico chiaramente supportato da quello studio tecnico-sientifico che dovrebbe legalmente essere posto alla base dell’art. 8, comma 3, della legge 23 marzo 2001, n. 93 che avvia il procedimento per l’istituzione del Parco della Costa Teatina e che a tutt’oggi non se ne conosce l’esistenza

che in caso di autoritaria istituzione del Parco Nazionale della Costa Teatina senza che, il Ministero dell’Ambiente, abbia partecipato a questo Comune, lo studio tecnico-scentifico legalmente posto alla base dell’art. 8, comma 3, della legge 23 marzo 2001, n. 93 e quindi senza “sentire” il Comune, dopo averlo doverosamente messo nelle condizioni di poter correttamente e legittimamente deliberare su una giusta perimetrazione e zonazione, si dà mandato a ricorrere per l’eccezione di incostituzionalità della norma per presunto abuso della sua funzione da parte del Parlamento, con l’attribuzione ad aree evidentemente prive legalmente, perché non supportate di valutazione tecnico-scientifico, di valore ambientale e naturalistico di importanza nazionale della qualificazione di parco nazionale, nonché di presunto illegittimo procedimento successivo istitutivo."

Oddio, ma sogno o son desta?

Questi non vogliono quello che propone il ministero, non sanno fare proposte alternative e se il ministero "osa" perimetrarlo "autoritariamente" allora ... il comune di Casalbordino fara' causa al Parlamento Italiano per presunto abuso!!!

E quindi, COSTRUTTIVAMENTE cosa vogliono fare? Soprattutto, dopo dieci anni in cui hanno tergiverasto inutilmente?

Non so se ridere o piangere - si tratta di un parco, non di una prigione!

Ma che gioco e' dire: io non ne so niente e non posso dire niente? Ma se in dieci anni il vostro comune non e' riuscito a decidere che perimetro voleva, a chi chiedere, a chi parlare, con chi confrontarsi, se in dieci anni siete rimasti passivi e senza iniziative, allora vuol dire che non avete la stoffa per fare i sindaci o il consiglieri di una citta' del ventunesimo secolo!

Ucci ucci, sento odore di villette, ecomostri e di speculazione edilizia!


Sindaco Bello, nella mia modesta opinione questa delibera e' vergognosa.
Ad avercela contro i petrolieri tanta animosita'.

Il link con la delibera e' qui.

Tuesday, August 30, 2011

Darryl Hannah


We stand here today to just say no to slavery,
to just say no to tar sands oil,
and no to the Keystone pipeline

Darryl Hannah, 30 Agosto 2011

Altro che le celebrita' italiane.

Darryl Hannah, la sirenetta a Manhattan si e' fatta arrestare pure lei, nel corso della protesta bi-settimanale contro l'oleodotto Keystone. Assieme a lei Margot Kidder, la Lois Lane del Superman originale degli anni 80.

Non e' la prima volta che Darryl Hannah si fa arrestare per questioni legate all'ambiente. Oggi ha detto che vuole che Obama non si pieghi alle lobby dei petrolieri e che occorre invece puntare di piu sulle energie rinnovabili.




Se penso che Giovanna Mezzogiorno ha accettato di girare Basilicata Coast to Coast, interamente finanziato dalla Total...

Monday, August 29, 2011

Cherri Foytlin, la NASA e la chiesa


As scientists, speaking for ourselves and
not for any of our institutions,
we can say categorically that
it's not only not in the national interest,
it's also not in the planet's best interest.

James Hansen,
Goddard Institute for Space Studies - NASA


The stand against tar sand oil is basically
about protecting God's creation and God's people.

Reverendo Mari Castellano
a nome di 60 capi religiosi arrestati



Once you sell out like that,
once you give it away, they take it all.
It's not about jobs, it's about life.
It bothers me.

Cherri Foytlin - mamma

Oggi un altra giornata di arresti in una storia di cui la stampa italiana non parla: la protesta degli americani contro la costruzione di un mega oleodotto dal Canada fino al Texas per portarci petrolio delle Tar Sands, la peggiore qualita' che esista.

C'erano preti, c'erano persone normali, c'erano scienziati.



L'oleodotto si chiama Keystone XL e dovrebbe snodarsi per 1700 miglia, circa 2500 chilometri, con la possibilita' di inquinare aquiferi. E' in corso qui negli USA una protesta davanti alla Casa Bianca per convincere Obama a non autorizzarne la costruzione.

Le proteste sono iniziate Sabato 20 Agosto e finora oltre 520 persone si sono fatte arrestare.

Si, si sono fatte arrestare, inclusa la signora del video, Cherri Foytlin e il capo della NASA di New York, James Hansen.

La signora Foytlin ha sei figli, ed e' sposata ad un operaio di una ditta petrolifera in Louisiana. L'anno scorso e' andata a piedi dalla Louisiana fino a Washington per protestare contro le scoppio della BP e il loro modus operandi.

Qualche giorno fa e' tornata a Washington a protestare contro la costruzione di questo mega oleodotto che inquinera' aria, terra ed acqua. Dice:

I’m here to try and protect the people who are going to be affected by this pipeline, because we’ve seen how an oil spill can be devastating to a community. Our environment is not worth a few bucks and a few jobs here in the now.

Sto cercando di proteggere tutti quelli che saranno impattati da questo oleodotto, perche' so quanto possa essere impattante una perdita di petrolio alle comunita'. Il nostro ambiente non puo' essere barattato con un po di quattrini e un po di lavoretti nell'immediato.

I'm going to tell you what's going to happen, should there be a spill or something else that happens to that pipeline. First they are going to come in and they are going to lie to you and they are going to tell you that there is far less oil than it is. They'll own the response, they'll own the science, they'll own your healthcare, and they'll own whether or not you get compensated. And if you don't believe me living in the Gulf, then you can ask the people of the Kalamazoo river, in Michigan, you can ask the people of Valdez, Alaska, you can ask the people of Laure, Montana, you can ask the people of Ecuador you can ask the people of Nigeria.

Ora vi diro' che succedera', se ci dovesse essere un riversamento o qualcos'altro che succedera' a quell'oleodotto. Prima, verranno e vi mentiranno e diranno che c'e' molto meno petrolio di quello che c'e' realmente. Saranno i padroni delle risposte, della scienza, saranno i padroni della vostra salute e se verrete rimborsati o no. E se non credete a me che vivo nel golfo del Messico, chiedete a quelli che vivono lungo il fiume Kalamazoo in Michigan, a Valdez in Alaska, o alla gente di Laure, Montana. Oppure potete chiedere direttamente alla gente dell'Ecuador o della Nigeria.

La signora Foytlin ha detto la sua verita' e poi e' stata arrestata.


Ecco qui l'immagine con i frati francescani che aspettano il loro turno di essere arrestati pure loro. Altro che la chiesa di Basilicata!

Sunday, August 28, 2011

Le fiammate "normali" di Basilicata


Ancora una volta la OLA, l'organizazione lucana ambientalista ed il Laboratorio per Viggiano, denunciano una enorme fiammata sputata dal centro oli di Viggiano con tutti i suoi carichi di idrogeno solforato ed altri inquinanti.

La fiammata e' durata per circa un'ora dalle 10:50 fino alle 11:45 del 24 Agosto e la puzza si e' sentita fino al paese.

Non era la prima volta che questo succedeva e infatti, basta solo andare indietro di qualche giorno, al 19 Luglio 2011 per vederne un altra di fiammate, come se fosse una parata di fuochi d'artificio, ma tossici.

Ecco qui altre "normali" vampate:

19 Luglio 2011:



26 Marzo 2010:



2 Febbraio 2009:






Interessante che due anni e mezzo fa l'ENI ha rassicurato tutti dicendo che:

Si è trattato di una normale operazione che non ha creato situazioni di pericolo per le persone e cose e che conferma il corretto funzionamento dei sistemi di controllo e sicurezza.

A suo tempo l’assessore all’Ambiente della Regione Basilicata, Vincenzo Santochirico, sottlineo' che

la Regione segue con la massima attenzione le attività del Centro olio di Viaggiano, al fine di appurare con precisione le cause dell’episodio verificatosi nel pomeriggio di ieri e le possibili conseguenze per la salute delle persone e la salvaguardia ambientale.

Domande: ma quante fiammate sono normali? E per la fiammata del 2009 cosa si e' concluso? L'ENI e' stata multata? E si segue da spettatori passivi, o piuttosto da controllori seri?

Cosa fanno tutti quei semi-inutili enti lucani che dovrebbero proteggere la gente e che invece non fanno niente?

Guarda caso, tutte le centraline sono ... spente quando ci sono le fiammate! Nessuno sa niente. Questo l'ha scovato Antonio Nicastro, di Basilicata: il giorno 24 Agosto, il giorno della fiammata era tutto spento a Viggiano!




http://www.youtube.com/v/pHVAlN-s3X0

Perche' si al Parco della Costa Teatina - 2



Parco della Costa Teatina, non invadiamolo di villette e ecomostri!

Gia un po di tempo fa avevamo parlato del perche' il Parco della Costa Teatina sia cosa buona e giusta, grazie a delle spiegazioni forniteci da Adriano Bellintani e Carlo Cavenaghi che vivono nel parco del Curone, in Lombardia.

Oggi, tutte le argomentazioni possibili in favore del Parco della Costa Teatina sono elencate in questo opuscolo allegato, a cura di Lorenzo Luciano e con Fabrizia Arduini, Ines Palena e Lino Salvatorelli.

Secondo me, in Abruzzo non e' piu' un segreto che Mauro Febbo, Fabrizio di Stefano, Antonio Sorgi, e i sindaci di San Vito Marina, Torino di Sangro e VillaAlfonsina non lo vogliano questo Parco della Costa Teatina, come piu' o meno non gli e' importato piu' di tanto di salvare l'Abruzzo dalle trivelle.

Hanno diffuso un sacco di balle e di paure - che nel parco si dovranno abbattere i frantoi, che nei parchi i comuni perderanno la possibilita' di decidere per se', che nei parchi ci sara' la proliferazione selvaggia di cinghiali. Una sorta di scenario orwelliano in cui saremo tutti dei "sudditi" di questo parco-tiranno.

Ovviamente non e' vero niente, e secondo me lo fanno solo per avvantaggiare i loro amici speculatori edilizi che hanno appetito di costruire villette e appartamentini al mare, in una sorta di Francavillizzazione del parco della costa teatina.

Basti solo pensare con quanta veemenza il comune di San Vito Marina difenda l'ecomostro di Mr. Pagliaroli - 20 ettari di foresta buttata giu' per un'enorme colata di cemento. Secondo me, al massimo i politici e i loro amici vogliono la pista ciclabile lungo l'ex trattato ferroviario per vendere meglio suddette villette.

Come sempre, gli eroi del giorno sono i cittadini normali che hanno fortemente lavorato a far circolare le notizie giuste per smontare tutte le balle di chi va in giro a spaventare la gente dicendo che il parco sia una cosa nefasta per l'Abruzzo.

Instaurare un parco non capita tutti i giorni, e tutti dovremmo essere un piu' attivi nel volerlo. Di tutte le cose che si possano lasciare ai propri figli - incluse le villette e gli appartamenti di cui sopra - il parco e' forse la cosa piu' bella perche' rende la qualita' della vita migliore per tutti, villette o non villette.

Altre informazioni sul parco della costa teatina qui.

Friday, August 26, 2011

Moving Planet - 24 settembre - oltre il petrolio



For too long, our leaders have denied and delayed,
compromised and caved.
That era must come to an end:
it's time to get moving on the climate crisis.

Let's move the planet in a new direction.



Il giorno 24 Settembre 2011 c'e' un evento mondiale per una economia nuova, libera dal petrolio e per salvarci dai cambiamenti climatici. Ciascuno puo' organizzare cosa e dove vuole, nello spirito del minor uso di fonti fossili - gite in bici, passeggiate al mare - tutti in piazza per stare assieme.

L'importante e' ricordare che questo pianeta non e' solo nostro ma anche di quelli che verranno dopo di noi.

Chi organizza questo evento e' una associazione mondiale che si chiama 350.org.

Secondo gli esperti sui cambiamenti climatici, la giusta quantita' di CO2 che dovrebbe essere in atmosfera e' di circa 350 parti per milione - di qui il nome del gruppo. Adesso siamo a 392: occorre dunque abbassare questa cifra di circa 40 ppm.

350.org e' nata negli USA qualche anno fa ma organizza eventi in tutto il mondo tramite web e facebook.

Nel 2009 hanno organizzato 5200 manifestazioni in 181 nazioni. Nel 2010 erano 7000 in 188 paesi. Vogliono fare di piu' nel 2011.

Per chi volesse organizzare o inventarsi qualcosa, qui c'e' il loro link.


Thursday, August 25, 2011

Disobbedienza civile alla Casa Bianca: l'oledotto delle Tar Sands



Arresto e disobbedienza civile davanti alla Casa Bianca
contro l'oleodotto Keystone XL

E' in corso dal 20 Agosto al 3 Settembre, un sit in alla Casa Bianca contro un gigantesco oleodotto che portera' il petrolio delle Tar Sands dall'Alberta, in Canada fino in Texas.

Delle Tar Sands abbiamo gia' parlato tante volte, ed e' veramente un enorme affronto alla natura: si distrugge foresta vergine boreale per scavare bitume, con enormi sprechi di acqua, inquinamento, gas serra, rifiuti speciali. L'area che stanno devastando e' grande quanto l'Inghilterra. Qui un po di link correlati alle tar Sands:

Tar Sands 1
Tar Sands 2
Tar Sands 3

La maggior parte del petrolio USA proviene dal Canada e non dall'Arabia Saudita come si potrebbe pensare. La costruzione di questo gigantesco oleodotto che si chiama Keystone XL Pipeline, permettera' di farne arrivare ancora di piu'. Si pensa che e' meglio prendere petrolio dal Canada piuttosto che comprarlo dal Venezuela o dal Messico, dove fra l'altro la produzione e' in declino. C'e' anche il desiderio che questo petrolio resti per gli USA e che non venga venduto alla Cina.

Della serie, pigliamocelo tutto noi!

Keystone dovrebbe essere lungo circa 1700 miglia - 2500 chilometri - e attraversera' campi, citta e' vite della gente.

Finora la protesta pacifica davanti casa di Obama ha portato all'arresto di oltre 300 persone. Sono cittadini normali, come me, come te, che hanno deciso di fare quel che possono per fermare questa mostruosita'.

Tutte le associazioni principali di difesa dell'ambiente americano hanno appoggiato l'inziativa.



Qui il video legato all'evento. Vorrei tanto avere il tempo di tradurlo in italiano, ma e' molto lungo. La cosa piu' bella che si dice e' che in tempi di crisi, l'unico modo che sia mai esisito di cambiare le cose e' la disobbedienza civile.

In poche parole: siamo noi.

Un abbraccio ai quattro dello Smemorandum.



Tuesday, August 23, 2011

La Shell nei mari del Nord - prossimamente in Italia



Safety is our foremost priority at all times

Royal Dutch Shell, 2011


Il modus operandi della Shell a noi italiani interessa molto perche' controlla diverse concessioni petrolifere in Italia, in Sicilia e nel Tarantino in mare e in Basilicata in terraferma. Le concessioni le gestisce da sola o assieme ad altre ditte.

In questi giorni si e' molto parlato delle perdite di petrolio nei mari del Nord, ad opera della Shell presso il campo petrolifero Gannet al largo delle coste scozzesi di Aberdeen.

E' stata la peggior perdita inglese degli scorsi 10 anni. Finalmente, Venerdi' 19 Agosto, la perdita e' stata fermata dopo due falle, 110 miglia da riva, e circa 220 tonnellate di petrolio riversato a mare dai signori della Shell.

Intanto il Guardian ha indagato tutti gli incidenti marini degli scorsi anni e risulta che la Shell e' una delle peggiori ditte in tutto il regno unito per la protezione dell'ambiente. E' peggio anche di BP e di Total.

In particolare, il Guardian riporta che negli scorsi 6 anni la Shell ha avuto almeno 25 richiami e ammonimenti per avere violato le leggi sulla sicurezza ambientale.

Hanno:

1. Non fatto manutenzione ai loro oleodotti, inclusi quelli da cui ci sono state le perdite in Scozia;

2. Non riportato incidenti pericolosi avvenuti sulle loro piattaforme - della serie, occhio non vede, cuore non duole

3. Non protetto a sufficenza i loro lavoratori dagli inquinanti.

Tutti insieme 25 multe o richiami, secondo l'HSE inglese, l'Health and Safety Executive. In particolare, negli scorsi sei anni, la Shell e' stata a processo ben quattro volte, con circa 1 milione di sterline pagate in danni, oltre alle spese legali.

Ecco cosa dice Stan Blackley, capo di Friends of the Earth, gruppo ambientalista internazionale, della sezione di Scozia

Shell has been found guilty of serial breaches of safety rules, including failing to maintain pipelines and vital equipment properly and failing to avoid or report dangerous practices and occurrences. It's depressing but not a surprise, since Shell already has a reputation among environmental and human rights groups for poor practice, complacency and misinformation. You only have to look at its operations in Nigeria in recent years to see evidence of that.

La Shell e' stata giudicata colpevole di numerosi di misure di sicurezza, fra cui una insoddisfacente manutenzione di oleodotti e altra infrastruttura vitale, e l'aver fallito di riportare attivita' e situazioni pericolose. E' deprimente, ma non e' una sorpresa, visto che la Shell ha gia' una reputazione, fra gruppi ambientali e di diritti umani, di cattivi comportamenti, compiacenza e disinformazione. Basta solo guardare alle sue operazioni in Nigeria negli anni recenti per rendersene conto.


Ecco tutte le 25 violazioni della Shell, inclusa una fatalita':

Date / plant / situation

June 2010 / Nelson, North Sea / prohibition notice after failure to maintain pipeline in good repair

January 2010 / Clipper, North Sea / improvement notice after drinking water contaminated

October 2009 / Brent Charlie, North Sea / prohibition notice after risk of serious personal injury from toxic and flammable gas

June 2009 / Ellesmere Port, Cheshire / improvement notice because of blocked pipes and drains

June 2009 / Ellesmere Port, Cheshire / improvement notice over blockages

March 2009 / Stanlow terminal, Ellesmere Port / improvement notice after failure to provide information

December 2008, Mossmoran gas plant, Fife / improvement notice because of access problem for emergency services

December 2008 / Mossmoran gas plant, Fife / improvement notice on access for emergency services

August 2008 / Brent Bravo, North Sea / improvement notice after failure to maintain pipeline

April 2008 / Mossmoran gas plant, Fife / improvement notice to reduce risk of traffic accident

February 2008 / Bacton gas terminal, Norwich / prosecuted after explosion, fined £440,000

February 2008 / Mossmoran gas plant, Fife / improvement notice to remedy deficiencies in emergency response

November 2007 / Leman Charlie, North Sea / prohibition notice because of dangers from asbestos

June 2007 / Dunlin Alpha, North Sea / improvement notice after failure to control exposure to hazardous chemicals

June 2007 / St Fergus gas plant, Peterhead / improvement notice after breach of safety regulation

May 2007 / Anasuria production vessel, North Sea / improvement notice after failure to ensure watertight integrity

April 2007 / Dunlin Alpha, North Sea / improvement notice after failure to report a dangerous occurrence

February 2007 / Ellesmere Port, Cheshire / prosecuted after accident, fined £116,666

February 2007 / Clipper, North Sea / improvement notice after failure to maintain vital equipment

December 2006 / Mossmorran gas plant, Fife / prosecuted after accident, fined £12,000

December 2006 / Ellesmere Port, Cheshire / improvement notice because of poor maintenance

November 2006 / Clipper, North Sea / improvement notice after failure to maintain vital equipment

November 2005 / Clipper, North Sea / prosecuted after fatality, fined £150,000

September 2006 / Cormorant Alpha, North Sea / prohibition notice for inadequately guarded winch

September 2006 / Leman Alpha, North Sea / improvement notice for inadequate maintenance and control

Evviva, non vediamo l'ora che questi tizi vengano a trivellare pure in Italia!






Saturday, August 20, 2011

Bohai Bai: altre perdite di petrolio in Cina


Immagini da satellite, 11 Giugno 2011

E' dal 4 giugno 2011 che il campo petrolifero Bohai Bai rilascia petrolio a singhiozzo lungo la costa nord-occidentale della Cina, ed e' dal mese di giugno che nessuno ne parla.

Il campo e' operato dall'americana ConocoPhillips per il 49% assieme alla ditta nazionale cinese
CNOOC che ne controlla il restante 51%. La CNOOC appartiene al cento per cento al governo centrale cinese e sta per China National Offshore Oil Corporation.

Ecco qui cosa succede nel silenzio generale, per colpa della segretezza del governo cinese, e anche un po' della stampa internazionale:

Perdita A: tre giorni, dal 4 fino al 7 giugno 2011.

Perdita B: due giorni, dal 17 fino al 19 giugno 2011.

Assieme i due incidenti hanno inquinato un totale di 840 chilometri quadrati con petrolio riversato in una baia di acqua pristina e dedita alla pesca.

Scoppio: 11 Luglio 2011 alla raffineria di Huizhou nella provincia del Guandong, e vicino ad Hong Kong. Sono stati registrati due boati, fiamme alte 100 metri e il rilascio di oltre 1100 tonnellate di di-metilbenzene, cancerogeno e infiammabile. Nelle vicinanze della raffineria c'e' una centrale nucleare.

Perdita C: il 12 Luglio 2011. Altri 4250 chilometri quadrati di mare ricoperti dal petrolio, circa sei volte il territorio di Singapore.

Il governo della Cina ha parlato di questi incidenti di percorso solo il 5 Luglio 2011, dopo un mese e solo perche' un blogger aveva osato denunciare il tutto. I cinesi danno la colpa agli americani, che gesticono il campo, anche se ammettono di essere stati loro a volere tenere tutto nascosto. Vogliono denunciare la ConocoPhilips e gli hanno detto di pulire il tutto entro la fine del mese. Un avvocato cinese della zona vuole invece denunciare il governo cinese!

All'inzio la ConocoPhillips diceva che sono "solo" 1500 barili, circa 240,000 litri di petrolio. Greenpeace dice che non ci credono e che sono di piu'. Oggi hanno detto invece che si tratta di 2100 barili, circa 330,000 litri, in piu' aggingono che e' petrolio mescolato a fanghi e fluidi perforanti, altamente tossici per l'ambiente.

Da Sky Truth, gruppo indipendente, queste immagini.

Sono giunti a riva alghe morte, pesce putrido e olioso nell'isola di Nanhuangcheng, a circa 74 chilometri dagli incidenti. I pescatori nelle vicinanze dicono che e' tutto rovinato. I Coreani sono preoccupati che il petrolio possa giungere alle loro coste e hanno denunciato la segretezza dei cinesi come "irresponsabile."

Il Direttore del Centro di Monitoraggio Ambientale della Cina, Cui Wenlin dice:

"The oil, containing toxic substances and heavy metals, will greatly affect the growth of marine lives that live on the seabed, such as clams, scallops and some kinds of crabs. Bohai is a half-closed sea with comparatively low self-clean ability due to limited water exchange with the outside".

Il petrolio, che contiene sostanze tossiche e metalli pesanti, nuocera' gravemente alla crescita degli esseri marini che vivono sui fondali, come le vongole, le capesante e alcuni tipi di granchi. Bohai e' un mare semichiuso, con poche possibilita' di pulirsi da solo a causa degli scambi limitati di acqua con il mondo esterno.

Proprio ieri la Conoco ha mandato un comunicato stampa in cui diceva che si sono messi al lavoro con circa 900 persone e 33 navi, che era tutto pulito, hanno chiesto scusa e detto che e' tutt'apposto.

Invece qualche ora fa viene fuori che ci sono altre nove perdite - per un totale di dodici!

Anche in Cina - neanche a dirsi - le leggi ambientali sono blande. I supervisori vanno sulle piattaforme solo una o due volte l'anno.

In Italia quante volte ci vanno sulle piattaforme in mare a controllare?
Ci vanno?

Una domanda mi torna in mente su Roseto: se non le vedevano le persone normali le chiazze di gas, e facevano le foto, l'avremmo mai saputo?



Thursday, August 18, 2011

Roseto, Scozia: da noi non succede


Non si puo' mai finire di ripetere che lo scoppio dell'anno scorso in Lousiana del pozzo Macondo della BP non e' un fatto straordinario. Perdite, rotture, incidenti, sono all'ordine del giorno nell'industria del gas e del petrolio.

In Louisiana e' stata straordinaria la quantita' di petrolio, i danni, il fatto che non si e' riusciti a tappare il buco se non dopo tre mesi e che sono morte 11 persone. Ma le perdite sono all'ordine del giorno - basti solo pensare che in un anno, nel golfo del Messico ci sono stati circa 5000 incidenti per 3000 pozzi - 1.5 in media per pozzo, in un anno.

I rischi ci sono sempre, ed e' per questo che la precauzione migliore e' sempre quella di non trivellare, specie in un mare chiuso e isolato come l'Adriatico, o cosi vicino alla costa come lungo tutti i litorali italiani.

E veniamo a noi:

Diverse persone mi hanno segnalato che a Roseto, in provincia di Teramo c'e' stata una perdita di gas.

Per ora non si sa molto e come sempre a segnalare i problemi sono sempre le "persone normali" che hanno scoperto questa macchia di gas a 5 miglia dalla riva. Fatte le foto, mandate ai giornali.
L'ipotesi e' che questa perdita sia dovuta ad perdita dalle condutture che collega gli "innocui" pozzi di gas dal mare alla terraferma. L'ENI, proprietaria di quei pozzi, non ne sapeva niente, e ha dovuto aspettare che fosse l'Ufficio Locale Marittimo di Roseto a chiamarli,

Dicono che sperano in una rapida risoluzione dei problemi. E se la gente non lo vedeva, che succedeva? L'ENI quando se ne sarebbe accorta? L'avrebbero detto alle persone?

Interessante che circa un anno fa di questi tempi, l'industria del gas e del petrolio, mandava su una pubblicita' a tutta pagina su tutti i quotidiani d'Abruzzo in cui dicevano che in Abruzzo e' tutto safe, che loro sono dei santi, che queste cose sono tutte sottocontrollo.

Anche a Vasto, a Rospo Mare c'e' stato nel 2005 un episodio simile, "giusto" un po di petrolio. Un po qui, un po li, e che vuoi che sia.

Un po' piu' a nord, la marea scozzese continua imperterrita. E' il peggior disastro della storia ambientale del mare del Nord, e finora sono stati rilasciati circa 1300 barili di petrolio. Un barile e' circa 160 litri, per cui si parla di circa 200,000 litri di petrolio, a cira 180 chilometri dalla riva di Aberdeen, Scozia. Nell'oleodotto ci sono ancora circa 640,000 litri che potrebbero finire in mare ed aggravare la situazione. L'area coperta per ora e' di 120 chilometri quadrati.

Una perdita da un oleodotto che va avanti dal 12 di Agosto, in silenzio e con l'omerta' da parte della Shell che rilascia informazioni solo parziali. Il campo Gannet e' di proprieta' della Shell in collaborazione con la Exxon-Mobil. Date le distanze coinvolte, il petrolio non e' ancora giunto a riva. In Italia si puo' trivellare a 9 chilometri da riva.

Cambia il posto, cambia la portata, ma i rischi sono sempre gli stessi. E chi ci assicura che domani gli scoppi italiani non saranno maggiori che quelli di Rospo Mare o di Roseto? Chi ci assicura che non ci sara' una nuova Paguro?

E' per questo che non si trivella a 160km da riva in California e a 200 in Florida, non perche' siamo scemi.

Fonte: Washington Examiner

Sunday, August 14, 2011

Comiche ENI: come ridurre l'inquinamento




Se uno va sui siti virtuali dell'ENI trova una bella pagina di "ENI-scuola" (ma cos'hanno da insegnare?) dove ti dicono come inquinare di meno. Ecco i consigli della ditta piu' inquinante d'Italia per non inquinare. Sicuramente sono dei maestri:

1. Usare bici, tram, treno o le proprie gambe
2. Abbassare la temperatura d'inverno, anche di un solo grado
3. Spegnere la luce
4. Non usare troppa carta
5. Riciclare e scegliere prodotti con gli involucri meno ingombranti.

Ti spiegano pure cos'e' l'inquinamento dell'aria, e che effetti ha.
Bravissimi.

Se uno invece va a Viggiano su altri siti dell'ENI, reali e non virtuali, trova una bella centrale di desolforazione. La chiamano "centro oli", per non inquinare le loro boccuccie di rose con il nome raffineria. Qui invece che consigli per il rispetto dell'ambiente dati agli altri, ci sono le prove di come l'ENI stessa lo rispetti questo ambiente di cui tanto si riempie suddetta bocca.

Siccome la regione latita, ed e' troppo impegnata a rincorrere i miraggi del raddoppio petrolifero, che loro chiamano "Memorandum d'intesa", il compito di vigilare sul territorio spetta alla gente normale.

Un gruppo di volontari detto "Laboratorio per Viggiano" ha divulgato fatto dei campionamenti fatti dall'Arpab, l'agenzia regionale per l'ambiente di Basilicata, attorno alla centrale. Hanno trovato che le falde acquifere attorno al centro oli di Viggiano contengono tolune e benzene, parte della famiglia dei BTEX, che sono cancerogeni noti. Anche i livelli di nichel, zolfo e manganese sono alti. Sia il nichel che il manganese sono cancerogeni.

Mi sa che fra i consigli dell'inquinamento non c'era scritto niente sul benzene in falda!

Domande:

Dove finisce quell'acqua? Nei campi? Nelle case della gente? Chi la beve?

Di chi e' la colpa?

Chi ripulisce il tutto?

Chi paga i danni?

Vito de Filippo ha qualcosa da dire? Agatino Mancusi ha qualcosa da dire? Paolo Scaroni ha qualcosa da dire?

Ma con quale faccia tosta parlano di raddoppio delle estrazioni, e tacciono di fronte a queste cose?

Invece che accettare tutto alla cieca, Vito de Filippo non dovrebbe sentirsi obbligato a *chiedere* multe, controlli, e risarcimenti?

Ma come, erano tutti cosi' vitriolici per l'elemosina petrolifera della bonus card vietata, e ora invece per i cancerogeni in acqua, stanno zitti - chi si e' visto si e' visto?

Credo fortemente che invece del Memorandum in Basilicata ci vorrebbe un altra M: quella della Moratoria su tutti pozzi futuri di Basilicata.
Hanno gia' dato.

Fonte: OLA

Salviamo Pantelleria dalla Audax Energy

** Le scadenze sono state spostate al 24 Settembre 2011**

E' la volta dell'Audax Energy di Perth, Australia a volere trivellare l'Italia. Questa ditta vuole piazzare le sue trivelle a Pantelleria, isola la cui economia e' totalmente basata sul mare sano e sul turismo.

Anche questa volta possiamo far sentire la nostra voce di cittadini informati e attivi.

Ecco qui i link per le osservazioni brevi e ancora piu brevi contro l'Audax d'Australia. La scadenza per dire il proprio no al Ministero e' il 27 Agosto.

Le istruzioni per inviare i testi sono semplici:

1. Aggiungere dettagli personali e/o della propria esperienza di vita al mio testo base - albergatori? turisti? pescatori? amanti del mare? - in modo da non mandare al ministero testi tutti uguali. Quello che ho scritto e' solo un testo base, che si puo' mandare tal quale ma al quale e' meglio aggiungere considerazioni individuali.

2. Mettere nome, data, indirizzo. Lettere anonime non vanno bene.

3. Inviare con raccomandata a ricevuta di ritorno al

Ministero dell'Ambiente
Direzione per la Salvaguardia Ambientale del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Divisione III
Attenzione: Concessione d364 CR-AX Audax Energy
Via Cristoforo Colombo, 44
00147 - Roma

4. Se si ha la posta elettronica certificata si puo' mandare il tutto a

DGSalvaguardia.Ambientale@PEC.minambiente.it

come dice il Ministero dell'Ambiente dal suo sito. Chi non ha la PEC puo' richiederla da questo sito e poi dovra' andare in posta. La raccomandata a ricevuta di ritorno costa 5 euro, con la PEC e' gratis.

5. Mandare se possibile una copia anche a me, (dorsogna CHIOCCIOLA csun.edu) che mettiamo tutto nel raccoglitore comune. Questo serve solo per la cronistoria, e per referenze future. Ad esempio, qui dove abbiamo messo tutti i testi mandati contro Ombrina Mare qualche tempo fa. Se volete che mandi io al ministero tramite posta email certificata lo faccio io, anche se sarebbe meglio che ciascuno lo mandasse indipendentemente.

6. Incoraggiare enti, comuni, associazioni a farlo a loro nome. E' importantissimo.

Ormai sono diversi mesi che mandiamo osservazioni su vari testi di petrolieri, e la metodologia e' abbastanza collaudata. Questo si vede anche dalle pagine ministeriali dove finalmente compaiono indicazioni funzionali su come fare, e a chi scrivere che prima non c'erano.

Per chi volesse leggersi la VIA al completo e preparare i suoi testi di sana pianta, sono qui linkati e scaricabili.

Basta solo che ora facciamo sentire la nostra voce forte, compatta e numerosa.

Il Ministero e' obbligato a tenere conto di queste osservazioni, secondo vari trattati internazionali. Le osservazioni di possono usare poi per eventuali ricorsi al TAR come testimonianza ufficiale del nostro no. Facciamo sentire la nostra voce: e' un diritto sancito dalla comunta' europea tramite il trattato di Aarhus, recepito anche dall'Italia.

Come sempre, siccome il problema riguarda tutta l'Italia e' bello che siamo solidali gli uni con gli altri.

Tutto questo e' fatto in collaborazione con Alberto Zaccagni di Pantelleria e con Mario di Giovanna, di Sciacca.


Saturday, August 13, 2011

Incidenti in mare

Macchie di petrolio in Cina da pozzi Conoco Phillips, 11 Giugno 2011


12 Agosto 2011 - Mare del Nord:

La Shell e la Exxon-Mobil hanno fermato la produzione da un loro pozzo di petrolio a circa 180 chilometri da Aberdeen, Scozia. Qui una serie di pozzi sottomarini sono collegati da vari oleodotti che poi portano il petrolio ad un unica piattaforma per una prima fase di trattamenti.

Si pensa che uno di questi oleodotti di connessione sia saltato. Non si sa quanto petrolio sia stato riversato in mare, ma solo che sono quantita' "significanti".


31 Luglio 2011 - Golfo del Messico:

La Shell riversa 20,000 litri di fluidi e fanghi perforanti nel golfo del Messico. La zona si chiama "Perdido", a circa 150 miglia - 240 chilometri dalle coste texane.


11 Giugno 2011 - Bohani Bay, Cina:

La Conoco-Phillips ha riversato petrolio, in quantita' ignote ma sufficenti da apparire su satellite, nei mari di Cina. Si parla di almeno 2500 chilometri quadrati e di almeno 2500 barili (circa 400 mila litri) di petrolio in mare. Ovviamente la Conoco-Phillips ha cercato di minimizzare il tutto dapprincipio e poi ha dovuto cambiare le sue stime. La Cina ha ordinato alla Conoco-Phillips di ripulire il tutto entro il 31 Agosto. La concessione e' a 38 chilometri da riva.


Tutto questo solo negli ultimi tre mesi. Notare le distanze dell'ordine di decine e centinaia di chilometri da riva. In Italia vogliono trivellare a 9 km...

A quando uno scoppiettino anche in Abruzzo, Basilicata, Puglia, Sicilia, Emilia Romagna o Veneto?

Wednesday, August 10, 2011

Royalties di Norvegia


Dedicato a Vito De Filippo, a Stefania Prestigiacomo e a Assomineraria:
Vogliamo trivellare?
Allora facciamo come in Norvegia.
50 km da riva, l'80% di introiti al governo,
fondo speciale pensioni.

I buoni sconto sulla benzina potete tenerveli voi,
intanto memorandatevi questo.


La Norvegia e' uno stato petrolifero e ricco che produce petrolio dal 1970.

Forse e' anche l'unico al mondo dove hanno saputo fare le cose con il minor impatto ambientale possibile, sebbene il governo continui a ricordare che le estrazioni petrolifere siano inevetabile causa di inquinamento.

Tutti i pozzi norvegesi sono in mare: ci sono circa 40 campi di petrolio e di gas sparsi lungo le sue coste posti ad almeno 50km da riva.

Per far capire la portata dell'attivita' petrolifera in Norvegia si stima che il petrolio e il suo indotto diamo lavoro a circa l'1% della popolazione e che - nel 2007 - il 23% del prodotto interno lordo norvegese fosse dovuto agli introiti petroliferi.

La stragrande maggioranza dei ricavati che finiscono nelle casse dello stato vanno in uno speciale fondo pensioni, che al 2009 aveva dentro circa 320 miliardi di euro - quanto il PIL annuale della Norvegia - per un popolo con 5 milioni di abitanti.

Cioe' circa 60,000 euro a persona, inclusi i neonati.
Un mare di soldi, pubblici, di tutti.

In Norvegia fanno cosi: il governo e' spesso co-proprietario dei pozzi di petrolio e riscuote direttamente sui profitti, oltre che applicare varie tasse ai petrolieri. E come funzionano queste tasse in Norvegia? Eccole qui:

1. tasse ordinarie - 28% del ricavato
2. tassa speciale sul petrolio - 50% del ricavato
3. tassa sulle emissioni di CO2 e di NOx
4. tassa sulle emissioni di gas serra
5. tassa sullo sviluppo della zona
6. interesse diretto allo stato (SDFI)
7. tassa sulla licenza petrolifera

Quindi, quando ENI, Assomineraria, Vito De Filippo, e Paolo Scaroni verranno a dire che in Italia siamo tutti felici per il 4% di royalties in mare, e che siamo fra i piu' esigenti verso i petrolieri, fatevi due risate.

Le nostre royalties del 4% in aggiunta alle tasse governative, spesso un optional in Italia, dovrebbero essere paragonate a tutte queste belle tabelline della Norvegia. Qui a parte le tasse normali - che pagano tutti - ai petrolieri gli mollano un'aggiunta del 50%!

Dicono cosi:

due to the extraordinary profit associated with recovering the petroleum resources, an additional special tax is levied on this type of commercial activity.

a causa degli straordinari profitti associati allo sfruttamento delle risorse petrolifere, si applica una tassa speciale addizionale su questo tipo di attivita' commerciale.

Assomineraria, ingannevolemente secondo me, dice che la Norvegia non applica royalties. Ah si? Beh chiamiamole come vogliamo, ma in Norvegia al governo fra una cosa e l'altra gli devi lasciare l'80% dei tuoi profitti.


Poi c'e' la tassa sulle emissioni di monnezza tossica, che e' stata adottata addirittura nel 1991. E' considerata fra le piu' alte al mondo e dipende dal tipo di anidride carbonica (CO2) o di nitrati (NOX) che emetti. Per i petrolieri e le estrazioni in mare e' di circa:

50 euro alla tonnellata di CO2 emesso,
2,000 euro alla tonnellata di NOX emessi,

In piu' ci sono circa 40 euro alla tonnellata di CO2 che devono essere pagati per la legge sull'effetto serra, secondo le quali oltre a pagare la tassa sulle emissioni, devi pure pagare delle quote speciali.

Per il 2010 si stima che un miliardo di euro sia finito nelle casse statali solo grazie alla legge delle emissioni.

A Viggiano c'avrebbero tutti la Porche se mettessero una tassa simile sull'H2S!

La tassa sullo sviluppo della zona invece e' fatta in modo tale che nessuno speculi sulle licenze: una volta che te l'hanno accordata, se non trivelli ti danno una multa di 3,800 euro al chilometro quadrato della concessione.

La tassa diretta allo stato (SDFI - State direct financial interest) dipende da quanta parte della concessione appartiene allo stato, una sorta di partner delle compagine private. Lo stato e' dunque parte sia dell'investimento iniziale, che dei profitti. Ad oggi, il governo Norvegese e' azionista di circa 146 licenze. Poi c'e' la ditta nazionale, la Statoil, i cui profitti sono tutti pubblici. Per l'anno 2010, la Statoil da sola ha generato circa 1 miliardo e mezzo di euro.

Infine, qualsiasi cosa succeda, la responsabilta' e' sempre dell'operatore privato.

In Norvegia non inquinano campi, non trovano carpe morte nelle dighe. In Norvegia la gente non muore di cancro per colpa del petrolio. In Norvegia non trovano petrolio nel miele delle api. In Norvegia non danno i buoni sconto da 90 euro per prendere in giro la gente.


Le bugie sul Parco della Costa teatina




E' un dato di fatto che molti dei politici dell'Abruzzo non lo vogliano il parco della costa teatina. Si vede dai loro comportamenti, dalla lentezza delle loro azioni, dalle parole e dagli inganni.

Ricordo Mauro Febbo che diceva che tutti i frantoi nel parco devono essere abbattuti!

La persona che dovrebbe lottare piu' di tutte per questo parco, secondo me, e' il presidente della Provincia di Chieti, Enrico di Giuseppantonio, perche' e' lui il capo
e soprattutto perche' e' stato lui a promettere di fare di questa provincia la "Catalogna d'Italia".

Come gia' detto nella riviera della Catalogna di Spagna, la Costa Brava da Barcellona in su, c'e' un parco che raccoglie tutte le citta' dell'area nato apposta per la protezione dell'ambiente, per promuovere il turismo e tenere lontani gli speculatori edilizi.

Non sarebbe allora logico, in questo contesto che EDG facesse fuoco e fiamme per installare questo parco, su imitazione degli spagnoli?

O ce ne siamo dimenticati di questa Cataolgna d'Italia?

O che il miraggio di appartamenti, villette e speculazioni di altro genere fa dimenticare tutte le promesse della campagna elettorale?

Io lo so che lui dira': ho fatto questo convegnuccio e quest' altro, ma i risultati sono ben pochi e se ci teneva per davvero sarebbe andato personalmente a tutte le piazze di tutti i comuni a SPIEGARE alla gente come la qualita' della vita migliorerebbe nel teatino con la presenza del parco e a LAVORARE SERIAMENTE coi comuni in questa direzione, a far capire agli speculatori che qui non e' aria, invece che far passare il tempo.

L'ho visto in Puglia, l'ho visto in Lombardia: la qualita' della vita e' migliore dentro ad un parco.

Se non si arriva ad una perimetrazione entro Settembre, arrivera' un commissario esterno a perimetrarlo, presumbilmente con confini fatti a casaccio perche' non ne sa niente di quel mare e di quelle colline, e diventando facile preda del costruttore X e del palazzinaro Y per farci quello che vogliono.

Vedi il nostro amico dell'ecomostro a San Vito Marina, Gianni Pagliaroli che vuole cementificare un'intera collina. Il tutto ovviamente per la gioia di Mauro Febbo, di Antonio Sorgi, di Fabrizio di Stefano, di Luigi Comini e dei loro amici. Magari il commissario fara' in modo che i terreni dell'ENI e della sua concessione Miglianico restino ad arte fuori cosi' si potra' sempre costruire un centro oli, chissa, domani, fra cinque anni, fra dieci.

Cosa si puo' fare? Ciascuno deve fare la sua parte.

Intanto, esiste un gruppo di persone normali che cerca di sensibilizzare la gente e di promuovere l'idea che il parco sia una cosa buona. Io sono sicura che la maggior parte degli Abruzzesi lo pensa, ma a volte i bastian contrari fomentati da politici di pochi scrupoli fanno troppo piu' rumore di quel che meritano.

E' il silenzio di noialtri che e' preoccupante.

Chi ha voglia di fare qualcosa di buono puo' contattare la Costituente per il Parco, una rete di associazioni, comitati e portatori di interesse vari, e che e' aperta a chiunque voglia attivarsi personalmente per il Parco. Basta scrivere qui:

costituente_parco@googlegroups.com oppure qui vogliamoilparco.blogspot.com

Ancora, nel piccolo si possono continuare a rompere le scatole ai politici.

Siete amici Facebook di Enrico di Giuseppantonio? Remo di Martino? Di Eugenio Caporrella? Beh, scrivetegli un messaggio:

"Vi siete messi d'accordo con i sindaci per perimetrare questo parco? Guardate che se non lo perimetrate in maniera intelligente non vi votiamo piu'. Guardate che in qualita' di presidente della provincia, di assessore al turismo, di assessore all'ambiente, la responsabilita' e l'onore e' vostra di agire, di fare, di essere concreti. E non accettiamo niente di meno."

Il problema dell'Italia e' che nessuno non ricorda mai ai politici che le cose che promettono le devono mantenere. Occorre arrabbiarsi e non avere paura di ricordare a questa gente che sono li per fare i nostri interessi collettivi, e non quelli di Pagliaroli e compagnia.

Monday, August 8, 2011

Gli oleodotti dell'ENI a Taranto


Sversamento di petrolio a Taranto - meglio nota come "irridescenza"


Qualche giorno fa l'ennesimo incidente petrolifero d'Italia, a Taranto, anche se la stampa nazionale non ne parla.

Una condotta di petrolio che va dalla raffineria ENI in terraferma fino ad un impianto dove ormeggiano le petroliere in mare ha avuto delle perdite di petrolio.



Come si puo' vedere dalle foto, il mare era marroncino, ma quelli della Capitaneria di porto dicono che

non è neanche il caso di parlare di uno sversamento nel senso proprio del termine.

Ce lo dica lei allora come dobbiamo definirla questo sversamento che non e' uno sversamento. Tanto piu' che per sistemare il danno delle 10:30 del mattino del 6 Agosto 2011 c'e' voluta tutta la giornata, con l'operato di tecnici, ARPA, sommozzatori, vigili del fuoco e responsabili dell'ENI. Interessante anche che qualche settimana prima di queste perdite - che non sono perdite - in data 24 giugno 2011, la stessa Capitaneria di porto aveva detto che il trasporto di petrolio dal mare alla terraferma e'

un’operazione senza rischi

anche se

può accadere qualche piccola perdita ma solo di quantità di materiale assolutamente irrisorio che viene prontamente ripulito e reso innocuo.

Neanche un mese dopo queste affermazioni, ecco qui verificatosi l'incidente! Che pero' non si chiama perdita o sversamento ma "irridescenza".

La mia domanda e': come quantifichiamo l'irrisorieta'? Un litro? Dieci? Mille? E quante perdite irrisorie deve sopportare il mare, il pescato, la gente all'anno? Mistero.

Intanto a Taranto la difesa del mare e' lasciata ai volontari: un ortopedico che si chiama William Uzzi e un ambientalista di nome Fabio Matacchiera che dicono che non e' la prima volta che succede.

E il sindaco di Taranto Ippazio Stefano? Cosa dice? Cosa fa? Soprattutto nell'ottica in cui anche il mare di Taranto e' a rischio trivelle - siccome ci sono pochi guai in quella citta'.

La Repubblica di Bari aggiunge che in seguito allo sversamento, Taranto è stata investita a ripetizione da cattivi odori e che le innumervoli telefonate fatte ai vigili del fuoco segnalavano tutte puzza di gas.

L'indice accusatore è puntato ovviamente verso ciminiere e torri torce che incombono sulle case dei tarantini. L'emergenza è stata al centro di un summit in prefettura. Allo studio nuove rilevazioni che consentano di individuare la sostanza e quindi la fonte del nauseante tanfo.


La dottoressa Maria Spartera di Arpa Puglia, ha spiegato poi che la puzza è stata sicuramente causata da idrocarburi e collega la puzza allo sversamento - pardon all'irridescenza. Dice la Dr.ssa Spartera al Corriere del Mezzogiorno

Il degasaggio delle stive effettuato da una petroliera, oppure il cattivo odore potrebbe essere legato ai vapori del greggio sversato in mare durante la mattinata. Può essere, infatti, che tali vapori siano stati trasportati dal vento verso la città durante le ore successive alla perdita.

A Taranto non le manca niente, con buona pace di Nichi Vendola.


Sunday, August 7, 2011

La Northern Petroleum nei mari di Puglia



I campi di petrolio Giove e Roveste in verde - 1 mese di petrolio

***
Come sempre, gli investitori sanno tutto, mentre ai cittadini le notizie arrivano per ultimi. La Northern Petroleum annuncia in data 28 Luglio 2011 di avere ottenuto dal Ministero per l'Ambiente l'autorizzazione a procedere in altre due concessioni nel salento/barese: Giove e Rovesti, la d.39 FR-NP e la d40 FR-NP.
Inizio ispezioni sismiche: Ottobre 2011.
Inzio trivellazioni, se tutto va bene: 2012.
Qualita' di petrolio: scadente.
Quantita' di petrolio?
Quanto basta all'Italia per 1 mese.
Ma loro lo vendono al migliore offerente.

Grazie Stefania Prestigiacomo!

Qui per mandare testi di contrarieta',
secondo le leggi italiane ed europee


Qui tutti i testi mandati finora.

***




Comunicato Stampa:

La societa' inglese Northern Petroleum ha iniziato il suo iter autorizzativo per trivellare i mari del Salento e del Barese. Ben nove concessioni sono in giacenza presso il Ministero dell'Ambiente e dei Beni Culturali per l'approvazione di ispezioni sismiche e successiva perforazione di pozzi esplorativi, allo scopo di estrarre petrolio per decenni. L'area interessata si estende per circa 6,600 chilometri quadrati a circa venticinque chilometri da riva, da Bari fino a Santa Maria di Leuca.

Secondo comunicati agli investitori del 28 Luglio 2011, la Northern Petroleum ha ottenuto di recente il permesso di eseguire ispezioni sismiche con la tecnica dell'air-gun nell'area di Monopoli-Ostuni-Brindisi in due proposti campi di petrolio chiamati Rovesti e Giove. Si afferma di volere iniziare i lavori a partire da Ottobre 2011.

Il direttore resposabile della Northern Petroleum, Derek Musgrove, aggiunge che "l'esplorazione dell'Adriatico Merdionale e' una priorita' per la Northern Petroleum" e che la ditta intende procedere velocemente con l'air-gun in modo da identificare i siti da trivellare gia' all'inzio del 2012. Simili permessi sono in giacenza, ma ad uno stadio meno avanzato, per la provincia di Lecce.

Le ispezioni sismiche sono violente esplosioni di aria compressa in mare che permettono di dare stime sui giacimenti delle riserve di petrolio grazie ai segnali riflessi. Sono dannosi al pescato, al delicato equilibrio marino e alla vita dei cetacei
che spesso possono spiaggiare. Soprattutto sono il primo passo verso la petrolizzazione dei mari del Salentino e del Barese, che si concludera', secondo le intenzioni della Northern Petroleum, con l'installazione di almeno nove piattaforme a mare. Inevitabilmente, queste porteranno con se perdite di petrolio e rilasci di materiale inquinante, dannoso a pesci e all'uomo, e la possibilita' di disastrosi scoppi e incidenti.

Si stima che i campi Roveste e Giove contengano circa 53 milioni di barili di petrolio di bassa qualita'. In Italia il consumo giornaliero e' di circa 1 milione e mezzo di barili per cui il totale di petrolio estratto sarebbe sufficente al nostro paese per poco piu' di un mese. In piu', nulla vieta alla Northern Petroleum di vendere il suo petrolio sul libero mercato.

La legislazione italiana prevede l'interdizione alle trivelle a nove chilometri da riva, mentre nei pressi di aree protette il limite arriva a 22 chilometri dalla costa. Per contro, su tutto il litorale di California e Florida il limite e' rispettivamente di 160 e 200 chilometri, per proteggere turismo e pesca.

Infine, le royalties per le estrazioni dai mari italiani sono solo il 4% del ricavato, a fronte di tassi che in Norvegia ad esempio, arrivano all'80% del totale.

Le estrazioni di petrolio nel basso Adriatico da parte della Northern Petroleum e della Tremiti da parte dell' irlandese Petroceltic porteranno al deterioramento della salute del mare, del turismo, dell'economia e in ultima analisi della qualita' di vita dei cittadini.

Invitiamo le comunita' costali della Puglia a prendere conoscenza della problematica e ad attivarsi presso il Ministero dell'Ambiente per opporsi in maniera ufficiale ai propositi della Northern Petroleum. E' possibile inviare osservazioni di
contrarieta' come previsto dalle norme europee e secondo le quali per progetti di cosi' forte impatto ambientale, l'opinione del pubblico e di enti locali e' vincolante.

Sconfiggere i petrolieri e' possibile, come dimostrano diverse vittorie in altre comunita' italiane. L'ingrediente piu' importante e' di gran lunga l'informazione e la partecipazione popolare.

MRD

Saturday, August 6, 2011

Ms. Anca Landwer: what part of we don't want you here don't you understand?


Ms. Anca Landwer: leave Italy alone!
Go drill Texas!

Aleanna Resources is a mysteriously owned company that wants to drill Italy - in Basilicata and in Veneto - bullying around and without seeking any imput from local residents.

They think they can come in from Texas or Delaware or Canada - no one really knows exactly where they are based - and do as they please destroying our country.

Quite ironically one of their Italian leases is called Bugie, "lies".

They want to drill about 1500 square kilometers between Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Padova, Forli', Cesena, Bologna and further south in Matera - historical, agricultural or touristic locations that have nothing to do with oil.

And, pray who are these people from Aleanna Resources, that don't have a face, a voice?

According to the Italian Ministry of Economic Activity, Aleanna Resources is headquartered in Italy in the legal offices of Mr. Emanuele Turco, in Viale G. Rossini, 9 00198 Rome. A lawyer.

They also have legal offices in Delaware and Matera, Italy.

From their own website, where they present idillic pictures of the Italian countryside marred with their polluting oil rigs, they say that they are headquartered in San Antonio, Texas.

Other websites say that Saxon Energy owns them from Canada.

In any event, from their own website, they say that value their local relationships.

How funny, because locals hate Aleanna, both in Veneto and in Basilicata. I know because I have given talks there, and Aleanna is one of the most hated enemies right now for a lot of people.

Aleanna says that they are dedicated to the safe and efficient discovery and production of oil and gas with "respect" for the environment, the law and safety of its workers and the people.

Everyone knows that is impossible. No community exists in the entire planet that is happy to live next to an oil or gas facility, that I know of at least, and I have visited quite a few of them.

From their own website, what one can learn about Aleanna Resources is that they are a "privately owned" company - by whom? - and that they claim they are uniquely positioned to take advatage of the "opportunities Italy offers" - how?

Well, we know for sure they have been intimidating small town mayors and trying to force their oil and gas propaganda to citizens, through menacing letters their lawyers have been sending to people around the country, bad mouthing journalists, and threatening local mayors.

What a nice way to show respect for locals!

And who is responsible for all this?

I'd say the CEO, right? Ultimately, it is the boss's responsability.

So, here is the head of Aleanna resources: Ms. Anca Landwer who her entire life has worked for the oil and gas industry, one of the most destructive types of industry on the planet. She worked for: Conoco, Santa Fe Snyder, Devon Energy, Landex Consulting, Kerns Petroleum and now Aleanna Resources.

She helped provide technical support and advice for drilling in Europe, West Africa, Nigeria, Congo, Ghana, Portugal, Rumania, and the Gulf of Mexico, certainly "improving" the lives of people in those places.

We have news for you Ms. Landwer: WE DON'T WANT YOU HERE. We are smarter than you think and we will not allow you to set foot in this country.

We know the way oil people operate. You will try to use all your corporate niceties and smooth talk, to try to brain wash us. We simply will not believe you and just as we have sent away ENI, and Mediterranean Oil and Gas and Po Valley, we will send you back where you belong.

Leave Italy alone. Capisc?

Friday, August 5, 2011

Golfo del Messico: 5000 riversamenti di petrolio in un anno


Pozzi del Golfo del Messico da cui sono state registrate perdite nell'annata 2010-2011. Sono circa 5 mila in totale.

E' passato piu' di un anno dallo scoppio del pozzo Macondo nel Golfo del Messico.

Tutti ricordiamo le immagini dell'epoca e l'angoscia di vedere 11 persone morte, e quel flusso di petrolio scrorrere per giorni e giorni che sono poi diventati quasi tre mesi.

Alla fine sono stati riversati oltre 700 milioni di litri di petrolio nel mare, il piu' grave incidente ambientale della storia americana e uno dei maggiori del mondo.

Molti penseranno che tappato il buco, fine della storia. Invece non e' cosi' perche' tutto quello che succede in mare a meno che non sia e' spesso lontano dagli occhi, e dall'attenzione della gente, dei media, della voglia di cambiare le cose.

Hanno riversato nel mare ogni sorta di materiale chimico per la dispersione, spesso causando altri problemi. Nonostante cio' molto petrolio e' rimasto sotto la superficie e non si sa bene dove sia e come si muova. Ancora adesso ogni tanto arrivano in spiaggia chiazze di petrolio, in tutto il golfo e pure in Virginia. Qualche mese fa morie di cuccioli di delfini a causa delle ingestioni di petrolio delle loro mamme.

Ma forse la cosa piu' triste e' che in un solo anno - dal giorno dell'incidente nell'April 2010 fino ad oggi sono stati registrati 5,000 - si cinquemila - altri riversamenti a mare di petrolio dai vari pozzi sparsi lungo il golfo del Messico. Ce ne sono circa 3,300 di pozzi.

La foto in alto ne segnala "solo" 3,000 di questi riversamenti. Sono tutti considerati minori, oppure le compagnie petrolifere fanno di tutto per non farlo sapere in giro.

Appunto, lontano dagli occhi, lontano dalla rabbia. E in mare e' facile.

Anche in Italia arriva l'invasione dei pozzi di petrolio - e non si tratta di salvare l'Abruzzo o la Puglia o la Sicilia, ma di proteggere tutta la nostra penisola.

Noi forse non avremo migliaia di pozzi come nel golfo del Messico, dove c'e' piu' petrolio e dove si trivella da almeno mezzo secolo, ma i nostri saranno molto piu' vicini a riva, e il nostro petrolio, in generale e' di qualita' scadente, il che significa piu' inquinamento, piu' monnezza tossica.

E' quello che succede nei mari petrolizzati: un anno, cinquemila perdite.

La cosa interessante e' che chi vive sul Golfo non si preoccupa piu' di tanto. Per loro il mare e' una cosa diversa da quel che puo' esserlo per chi invece vive lungo le coste pacifiche e atlantiche. Il risultato e' questo:

The lack of progress in creating a national oil spill cleanup capability that has a fighting chance against the next major spill; the continued reliance on chemical dispersants, despite evidence suggesting they may do more harm than good; the regular occurrence of "mystery spills" that never get resolved; the laughable results of a system that naively hopes polluters will accurately report their spills; the lack of consistent fines for polluters, a moral hazard that encourages sloppy operations and risk taking.

Non esiste negli USA un sistema capace di far fronte ad un nuovo disastro, continuiamo ad usare dispersanti chimici nonostante facciano piu' male che bene,
la ricorrenza periodica di macchie misteriose, abbiamo un sistema risibile che spera che chi inquina riportera' accuratamente le perdite in mare, non ci sono multe date con sufficenteme regolarita' un rischio morale che incoraggia operazioni poco serie e grandi rischi.


Chi va a fare il turismo sulle coste Texane? Nessuno. Chi dall'Italia pensa di venire negli USA per andare al mare a Galveston, Texas? Nessuno.

E' per questo che in Florida e in California i limiti per le trivelle sono di 160 km e 200 km da riva. Mica sono scemi.

In Italia invece facciamo di tutta l'erba un fascio. Grazie al decreto Prestigiacomo nove chilometri e puoi mettere quello che ti pare, a Pantelleria, a Venezia, ad Otranto, a Vasto, a Peschici.

Tanto da noi non succede.

Wednesday, August 3, 2011

90 euro - il prezzo della salute



Il governo italiano ha deciso di fare un po di elemosina ai lucani per farli stare zitti sul tema trivelle.

Invece di migliorare la qualita' delle loro vite - con severi controlli, con multe a chi inquina, con moratorie su tutti i pozzi futuri - si decide di dargli una luccicante bonus card. Un parolone per dire che ti danno un buono benzina valido per un anno e dal valore di 90 euro, che in realta' sono 78 perche' occorre andare in posta e pagare varie tasse e tassine.

In pratica loro ti regalano un pieno di benzina all'anno, mentre tu ogni giorno ti prendi il pieno di monnezza dei pozzi e dei centri oli nei tuoi polmoni e nelle tue budella. Uno scambio equo.

E perche' la danno adesso questa bonus card dopo 15 anni di trivelle?

Perche' la regione Basilicata di Vito De Filippo ha deciso di firmare un cosiddetto memorandum d'intesa, altro parolone che significa solo che la Basilicata accetta il raddoppio delle trivellazioni dal suo suolo e senza fiatare.

Si vede che la monnezza nei polmoni e nelle dighe non e' sufficente e ce ne vuole di piu'.

Il ragionamento e' questo: raddoppiamo le trivelle e per farli stare zitti gli diamo questa bonus card.

La storia sarebbe triste, scioccante e un po comica se finisse qui - triste per la scarsa considerazione che il governo ha dei lucani, scioccante perche' con "tutto" quel petrolio non si riesce a spostare la Basilicata dalla casella della regione piu' povera d'Italia e non si pensa ad usare quei soldi per progetti lungimiranti, e comica per le scene dei disperati che si accalcano e fanno la fila alla posta per questo sconto, tanto che hanno dovuto aumentare il numero degli sportelli e gli orari di apertura come raccontato da Antonio di Matteo.

Il terzo mondo.

Ma ecco che arriva la regione Veneto, fra le piu' ricche d'Italia a dire "fermi tutti non e' giusto! La vogliamo pure noi questa bonus card". Loro non ce li hanno i pozzi di petrolio - non ancora! - ma hanno un rigassificatore, e vogliono gli stessi soldi. Dicono che li devono dare pure a Marche, Liguria e Emilia Romagna, pure loro coi rigassificatori.

E non lo dicono cosi' giusto per dire, lo dicono attraverso il presidente della regione Veneto, Marino Zorzato che addirittura fa ricorso al TAR del Lazio.

E allora via con le sparate dei politici di Basilicata:

disdire il Memorandum d’Intesa sul petrolio e rifiutarsi di avviare le trattative con il Governo fino a quando non sarà data certezza del ripristino della “card carburanti”

Egidio Digilio, senatore di FLI

tutti i lucani, hanno il diritto di partecipare ai benefici che lo sfruttamento delle risorse minerarie determinano per il fabbisogno energetico dell’intero Paese

Salvatore Latronico

perché i benefici del petrolio lucano devono essere distribuiti anche al Veneto che non estrae petrolio?

Ottavio Frammartino - Rifondazione Comunista


affermare un principio che è di legittimità ed equità a favore di una comunità che paga conseguenze altissime per la convivenza con l'attività petrolifere in cambio di benefici ancora troppo limitati

Giuseppe Potenza - DC-Libertas

La “card carburante”, al di là della risposta legale a tutela degli interessi lucani, impone non solo alla Giunta ma a tutto il centrosinistra una risposta politica perché non prevalgano veti e manovre dei leghisti contro una regione del Sud

Giannini Romaniello - Sinistra e Liberta'

bisogna condurre una battaglia politico – istituzionale, coinvolgendo tutte le Regioni che si riconoscono non a parole nel federalismo solidale, per affermare non solo il principio della titolarità delle scelte che riguardano la gestione degli utili del petrolio lucano, risorsa energetica strategica per il Paese, quanto la determinazione del beneficio che in questo caso vale per la Basilicata (e non solo) ma su altre questioni riguarda altre Regioni
eh? boh, chi ci capisce e' bravo - Antonio Autilio - IDV

un intralcio che risolveremo ... resta impregiudicato il diritto dei lucani ad ottenere il vantaggio della riduzione del prezzo del carburante
Guido Viceconte, sottosegretario alle attivita' produttive, Cosimo Latronico e Vincenzo Taddei, tutti del PDL

L'unico che invece ha capito il tutto - ma lo capiscono anche i bambini e' Filippo Massaro che dice

Senza la card benzina – che per noi del Csail-Comitato promotore Indignati Lucani resta un’elemosina da rifiutare e rinviarla al mittente – con quale faccia lo “sprovveduto- Governatore-sceicco” si siederà al tavolo della Cabina di Regia per aprire il “ libro dei sogni e buoni propositi” (Memorandum)?

Come può continuare a difendere e tutelare il popolo lucano del petrolio?

Prenderà atto che poteri lobbistici delle compagnie e dei leghisti sono più forti o meglio che le sue armi innocue somigliano alla lancia spuntata utilizzata da Don Chisciotte ?

Ogni giorno che passa troviamo un motivo in più per essere indignati in nome e per conto di tutta quella gente che ha fatto la fila agli sportelli degli uffici postali, come di quella gente che è stata esclusa dalla card, dei giovani in attesa di una chiamata da società ed imprese subappaltatrici del settore petrolifero, dei malati che hanno contratto la malattia del secolo vivendo a contatto con i pozzi e con il Centro Oli di Viggiano.
La stoltezza sta qui. Tutti questi signorotti politici si indignano non per il memorandum e le sue conseguenze devastanti sulla Basilicata ma su un pieno di benzina!

Lo sanno che significa raddoppiare le trivelle in una regione gia' satura di attivita' petrolifera?

Questa gente non ha saputo dire "a" al governo nazionale, non ha saputo dire "signori miei, abbiamo gia' dato, basta ammazzare la Basilicata", non sa organizzare una class action contro l'ENI, scrivere all'Unione Europea, fare leggi regionali che vietino le trivelle future. Non sanno educare il loro popolo ad essere meno supini e piu' arrabbiati. Non sanno cioe' fare quello per cui sono pagati: proteggere la gente e migliorare la Lucania.

E cosi, e' piu' facile far finta che questo memorandum "che vuoi che sia", e nel frattempo dare del circensem alla gente - in questo caso una bonus card sulla benzina.

Cosi' abbiamo anche una risposta alla domanda: ma quanto vale la salute di una persona? In Basilicata lo sappiamo: 90 euro all'anno.