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Thursday, August 30, 2012

Il parere favorevole alla concessione d494 Petroceltic alle isole Tremiti


Come sempre: per stampa bloggers ed affini ci e' voluto tempo per racogliere e trovare tutte queste cose per cui si prega di citare. 


Ora, anche se non e' stato possibile leggere dalla stampa il nome esatto della concessione acordata alle tremiti, credo che ci si riferisca, alla d494 della Petroceltic ed approvata il 7 Agosto 2012 per eseguire air gun nei mari fra Termoli e le isole Tremiti.

Siamo infatti a 13 miglia nautiche dalle Tremiti e dalla riva molisana, non troppo lontano dal campo Rospo Mare e a cavallo fra l'Abruzzo, il Molise e la Puglia.

La dicitura e' sempre la stessa: considerato che e' tutt'apposto, si puo' fare airgun con buona pace di tutti, abitanti, pesci, turisti. Qui dobbiamo fare il PIL, che credete che ci interessi qualcosa del mare?

Intanto c'e' da notare che hanno presentato parere sfavorevole

La regione Puglia

e

La regione Molise

ma figurati che gli importa.

Mentre invece ha detto si, comodamente seduti da Roma, il Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali

Qui una prima istruttoria, nel Giugno 2011 con parere positivo; 

Qui una seconda nel Novembre del 2011 in cui confermano il parere positivo nonostante i vari pareri negativi. Dicono che le obiezioni sollevate dal Molise non sono valide per airgun, ma solo per pozzi veri e propri - come se uno facesse airgun per sport e perche' gli piace sparare ai pesci!

Qui l'ultima del Marzo 2012 in cui addirittura il governo presenta delle "contrdeduzioni alla regione Puglia". Della serie: ne sappiamo piu' noi da Roma che voi ci abitate in Puglia.

E quindi qui la benedizione finale, 7 Agosto 2012: cara Petroceltic, tuttapposto, potete andare ad ammazzare altri delfini, a sparare in mare, a prepare le isole Tremiti alle trivellazioni, a distruggere il turismo e chi si e' visto si e' visto.

Puglia e Molise? Attaccatevi.

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Chicca finale secondo il Decreto Legge 3 aprile 2006 152 gia' in vigore da tanti anni: quando trivelli, se non sai dove mettere la monnezza, sei autorizzato a gettarla in mare!

Articolo 104 - Scarichi nel sottosuolo e nelle acque sotterranee

5. Per le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi o gassosi in mare, lo scarico delle acque diretto in mare avviene secondo le modalità previste dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio con proprio decreto, purche' la concentrazione di olii minerali sia inferiore a 40 mg/l. Lo scarico diretto a mare e' progressivamente sostituito dalla iniezione o reiniezione in unità geologiche profonde, non appena disponibili pozzi non più produttivi ed idonei all'iniezione o reiniezione, e deve avvenire comunque nel rispetto di quanto previsto dai commi 2 e 3. 

6. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, in sede di autorizzazione allo scarico in unità geologiche profonde di cui al comma 3, autorizza anche lo scarico diretto a mare, secondo le modalità previste dai commi 5 e 7, per i seguenti casi:

a) per la frazione di acqua eccedente, qualora la capacità del pozzo iniettore o reiniettore non sia sufficiente a garantire la ricezione di tutta l'acqua risultante dall'estrazione di idrocarburi;

b) per il tempo necessario allo svolgimento della manutenzione, ordinaria e straordinaria, volta a garantire la corretta funzionalità e sicurezza del sistema costituito dal pozzo e dall'impianto di iniezione o di reiniezione.

7. Lo scarico diretto in mare delle acque di cui ai commi 5 e 6 e' autorizzato previa presentazione di un piano di monitoraggio volto a verificare l'assenza di pericoli per le acque e per gli ecosistemi acquatici.

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E chi mai andra' a controllare tutto questo - concentrazioni, piani di monitoraggio, assenza di pericoli?  Mistero.

Ma se trivellano le Tremiti, vuol dire che non c'e' niente piu' di sacro in questo paese.

Tuesday, August 28, 2012

La Chevron di Richmond continua a sputare veleni 3 settimane dopo

























Questo il risultato dello scoppio di raffineria a Richmond, nella California del nord, nei pressi di San Francisco il giorno 6 Agosto 2012:

- 14,600 persone mandate all'ospedale con problemi di respiro e di irritazione agli occhi;

- 20,000 persone richiuse in casa a causa dei fumi e delle esalazioni tossiche in atmosfera;

- 80 vigili del fuoco da Richmond e citta' confinanti: El Cerrito, Rodeo, Hercules, Moraga e Orinda al lavoro per 5 ore a spese pubbliche per cercare di domare l'incendio;

- 3 livello di pericolosita' il piu' alto: irritazione alla pelle, naso, sistema respiratorio e agli occhi

- emissioni di idrogeno solforato, diossido di zolfo, benzene e fenoli;

L'incendio e' scoppiato alle 11:30 della sera, e quelli della Chevron a tuttoggi non sanno perche' ci sia stato.

Dicono che stanno facendo delle investigazioni e stanno collaborando con le autorita' per aiutare a "chiarire le dinamiche" e che restano a disposizione. Della serie: sara' stato lo Spirito Santo! E dicono che appena si sa pcosa e' successo loro garantiscono che "non succedera' mai piu".

Per ora a parte le fandonie della Chevron, quello che si sa e' che l'incendio e' probabilmente scoppiato a causa di un tubo corroso dall'usura che ha causato l'emissione di varie sostanze tossiche in atmosfera.

Emissioni che continuano a tuttoggi, 28 Agosto 2012.

Non si possono fermare perche' non e' sicuro per nessuno andare nel punto d'impatto. E cosi quel che esce, esce indisturbato.

Oltre alla Chevron, ci sono quattro agenzie governative che indagano: l'EPA (the Environmental Protection Agency), l'OSHA della California (Occupational Safety and Health Administration), ed i gruppi goverantivi statali sulla qualita' delll'aria e della sicurezza di sostanze chimiche.

Pare che vogliano dare alla Chevron la piu' alta multa possibile: $25,000 di multa per ogni giorno di esalazioni tossiche.

Purtroppo quella di Richmond e' una raffineria che esiste dal oltre 100 anni, e certo non e' questo il primo degli incendi. Ce ne sono stati tanti altri fra cui

2007 -  incendio e ferimento di un operaio
2003 -  emissone di mezza tonnellata di idrogeno solforato
2002 -  emissione di idrogano solfoarto e di diossido di sodio
2000 -  emissione di diossido di sodio
1999 -  esplosione di gas, ed emissioni di sostanze tossiche.

La raffineria e' stata un vero disastro per Richmond, che in teoria potrebbe una cittadina come quelle classiche della Calfornia dell'immaginario: vicino al mare, clima temperato, paesaggio da cartolina.

E invece il 13% del suo territorio comunale e' occupato dal mostro Chevron. Secondo i dati ufficiali dello stato della California la raffineria emette piu' gas inquinanti di qualunque altro impianto di tutta la regione.

Le malattie respiratorie non si contano fra i residenti, tant'e' che e' chiamata la "Cancer Alley" della Calfiornia, in parallelo a quella della Louisiana.

La Chevron cerca di fare tutto quello che puo' per pagare meno tasse possibili e per avere agevolazioni ambientali, secondo vari gruppi cittadini.

E come in tutte le storie di inquinamento, chi soffre sono sempre i piu' poveri.

Chi infatti vuole vivere vicono a una mega raffineria?

A Richmond, il 40% degli abitanti e' di origine ispanica, il 30% sono neri. Il resto asiatici, bianchi e indiani. Vicino alla raffineria il tasso di poverta' aumenta vertiginosamente. Circa l'85% dei residenti nel giro di 3 miglia dalla raffneria e' infatti  considerati povero.

Vicono alla raffineria i tassi di tumore all'utero sono doppi rispetto la media del resto dello stato,  ed alta e' anche l'incidenza di tumori al seno, prostata, ovaie e di asma, specie nei bambini.

Dal 2006 ad oggi la Chevron ha accumulato oltre 100 citazioni per violazione delle leggi di protezione ambientale.

Qualche volta le paga qualche volta riesce ad evitarle.

Pero', siccome hanno i soldi, in tutte le pubblicita' locali - sul Los Angeles Times, sul Sacramento Bee, sul San Francisco Chronicle, quelli della Chevron non fanno altro ricordare quanto siano santi, e quanto ci tengano al benessere di Richmond.

Qui un bellissimo articolo di Antonia Juhasz sul Los Angeles Times.

Qui una intervista di Democracy Now, una associazione non profit al sindaco di Richmond, Gayle McLaughlin che conferma le purtroppo solite scene di vita petrolifera: malattie, poverta', inquinamento, prepotenza.

Chissa' se a Piero Angela queste cose gliele dicono.






Sunday, August 26, 2012

I deliri di Fabrizio

Tralascio il cognome per pudore suo, non mio.
Non ho commenti.  Si commenta da solo.

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E lei dove vive...


...assai poco cara signora dei mie stivali?    
                                                 
In California, dove il 20% dell?energia ? prodotta da fonti rinnovabili: e il restante 80% dove lo producete, bruciando le famose prugne secce californiane?  
                                      
Ma fatemi il piacere, lei e tutti gli altri finti ecologisti del cavolo. Vorrei sapere come vi muovete, se a piedi in bicicletta oppure usate l'auto (e non mi dica auto elettrica, perche' sa benissimo che con le tecnologie attuali non sono commercialmente valide), se per scaldare il vostro cibo usate i pannelli solari, e cosi' fate anche d'inverno per scaldarvi (magari in California non fa freddo, ma in Abruzzo da dove lei viene, magari un po' freddo lo fa).    
                  
Fosse per me, in pieno inverno chiuderei tutti i rubinetti, di gas e olio, e poi vi farei andare avanti a pannelli solari e pale eoliche (che tra l'altro devo dire, danno un colpo d'occhio paesaggistico davvero bello!!), e starei cosi' per un mesetto, per vedere se poi vi ricredete.      

Al momento non ci sono tecnologie valide alternative e' questa la realta', e allora, se davvero volete
dare il benservito al petrolio, )e mandare cosi' in cassaintegrazione o fare licenziare circa 350000
persone nella sola Italia), si sbrighi, lei che si dice essere una cervellona.    
                
La verita', come la vedo io, e' che non si puo' sempre e solo dire di no, ma si deve imparare a dire si
ovvero si' purche' si rispettino certe condizioni, che pero', e' chiaro, non devono essere troppo vessative
altrimenti, ritorniamo al no comunque.                                                              

Purtroppo l'Italia e' piena (manco tanto, per fortuna) di gente come lei e grillo (scritto piccolo  
apposta, in quanto ? davvero un piccolo uomo, o un uomo piccolo, che dir si voglia), che dicono no a
tutto, ai termovalorizzatori, ai rigassificatori, ai tracciati ferroviari e stradali, ai pozzi petroliferi, ai porti, agli aeroporti, all?energia nucleare ecc., e poi si lamentano della spazzatura, della mancanza del gas d'inverno, che in Italia non c'e' mobilita', che il nostro paese dipende per il petrolio dall'estero per il 90% e che compriamo energia nucleare dalla vicina Francia (ma, si  sa, i francesi sono solitamente stupidi).
                                                         
Sono indignato, cara signora, perche' e' anche gente come lei, che se sta comodamente all'estero a    
pontificare su quello che succede qua, che l'Italia sta andando a rotoli, e che non si riesce mai a
concludere nulla. E soprattutto di chi, come lei ha un titolo accademico e lo usa per fare l'esperta
del momento a favore di comici cretini alla grillo.                                                

Si occupi di quello che sa fare, sempre ammesso che lo sappia fare bene, e, visto che andata in    
California, ci resti pure e si occupi di quello che succede li', senza sparare cazzare e sentenze su
quello che succede qua, altrimenti, se per gente come lei, tanta gente dovesse trovarsi per        
strada, beh, potrebbe sempre ospitarli a casa sua, no?    
                                        
Mi scusi lo sfogo, a volte anche volgare, lo riconosco e non e' nel mio stile, ma di lei ho letto    
anche troppo e non ne potevo davvero piu'.

Fabrizio

Friday, August 24, 2012

Il fracking bannato dallo stato di Victoria, Australia






E cosi anche lo stato di Victoria, nell'Australia meridionale ha messo il freno al fracking. Anche lo stato del New South Wales d'Australia ha una moratoria simile.

In Australia il tipo di gas esistente e per cui si vuole usare il fracking e' detto Coal Seam Gas.

L'industria del petrolio dice che in Australia vi siano enormi riserve di questo Coal Seam Gas e che il loro sfruttamento  sara' qualcosa di semi-miracoloso: investimenti, contratti, lavoro, in tutta l'Australia. Gioia e prosperita' per tutti.

I lavori sono gia' partiti nel nord del paese, in particolare nel Queensland.

Si parla di 40,000 pozzi da fraccare, 300 giga-litri di acqua consumata, 31 milioni di rifiiuti petroliferi di scarto ed enormi emissioni di gas tossici in atmosfera in tutto il paese.

Questo per capire la portata dei progetti.

Ma Victoria e New South Wales hanno detto no. Ovviamente la Societa' Australiana di produzione ed esplorazione di petrolio dice che questa decisone dara' "il messaggio sbagliato agli investitori".


In realta' lo stato di Victoria non ha ancora visto operazioni in grande scala ed ha posto la moratoria temporanea in via preventiva. 

Come dire: fermiamoli adesso prima che sia troppo tardi. Prima che arrivino lobbisti e con loro soldi e corruzione. E cosi' e stato, cosi' neanche ci si pensa, per ora, a far fracking in quella zona.

Ma poi cos'e' questo Coal Seam Gas? e perche' ci interessa fa vicino in Italia?  Beh, il Coal Seam Gas e' quello che in altre parti del mondo si chiama Coal Bed Methane, e di cui abbiamo ampiamente parlato in questo blog come "il fratello cattivo del fracking" normale.

E non e' una definzione mia.

E' quello che in Italia la Independent Resources vuole tirare fuori a Grosseto, e la Carbosulcis in Sardegna.

In Austrialia lo bannano in maniera preventiva, in Italia non fiata una mosca sul fracking, neanche a pagarla.

I politici non sanno neanche cosa sia, Passera, Monti sono li che cercano di propinarci trivelle, pozzi, stoccaggio e rigassificatori, che differenza puo' fare l'aggiunta dell'ingrediente fracking? Non gli fa un baffo.

Per loro e' tutto uguale e basta solo che porti PIL.

E invece saremmo ancora in tempo - siamo agli inizi e tanto si puo fare a livello mediatico, a livello di pressione popolare e a livello legislativo *preventivamente* prima che la gente scopra di avere acqua inquinata nelle case.

Che ne so, vogliamo fare che la Toscana e la Sardegna sono le prime regioni italiana a legislare che qui non si fa fracking? E questo, come dovrebbe essere sempre e in maniera intelligente, per fermare speculatori ed inquinatori prima, finche' siamo in tempo, e non quando i buchi e i disastri sono stati gia' fatti.

Proprio come a Victoria che il fracking non ancora ce l'ha ma che lo bandisce lo stesso.

In Italia e' la Basilicata che insegna: 20 anni fa quando forse c'erano margini migliori per lavorare, non si oppose quasi nessuno alla petrolizzazione sebbene fosse tutto, tutto gia' noto. Oggi hanno il 70% del territorio coperto da permessi trivellanti e sono la regione piu' povera d'Italia, con l'ENI che sghignazza correndo sulla via della banca piu' vicina.


Tuesday, August 21, 2012

Affondiamo la Medoilgas - Scerni


 Ecco i link per le osservazioni brevi e per quelle brevissime da mandare agli uffici regionali della regione Abruzzo. Scegliere una delle due.

La Medoilgas di Londra ci riprova a trivellare l'Abruzzo, e noi siamo ancora qui. 

Siamo stati un po bravi finora in Abruzzo - nel quasi totale silenzio della stampa nazionale - ad evitare un centro oli ad Ortona, una raffineria a Bomba, un pozzo a mare al largo di San Vito Marina, e svariate concessioni di terra nel teramano e nel pescarese - finora almeno.

Parte del tutto e' stato grazie alle proteste e all'invio di queste benedette osservazioni che ci hanno consentito di ricordare alla Commissione VIA d'Abruzzo, colei che decide delle nostre sorti nella persona di Antonio Sorgi, che la volonta' popolare va rispettata e che: "ecco qui i testi ufficiali della nostra partecipazione" come garantito dai nostri diritti civili.


Ne abbiamo fatte anche per varie concessioni in Puglia, Sicilia e Sardegna, da ogni parte d'Italia. 

A Scerni - un piccolo paese agricolo in Abruzzo - la Mediterranean Oil and Gas arriva con altre promesse di morte. La Medoilgas e' infatti la stessa che voleva darci Ombrina Mare, un pozzo con nave desolforatore a 5 km da riva.

A Scerni vogliono fare: pozzo esplorativo, disboscamenti, vasche per contenimento di monnezza da quasi 400 mila litri, pozzi in zona agricola con colture di cereali, vigneti e uliveti. La citta' e' sede di una multipremiata scuola agraria fra le dieci eccellenze italiane, il Ridolfi ed ha aspirazioni turistiche, non petrolifere. 

La scadenza per dire il proprio no alla regione e' il 6 Settembre.

Le istruzioni per inviare i testi sono semplici:

1. Aggiungere dettagli personali e/o della propria esperienza di vita al mio testo base - albergatori? turisti? pescatori? amanti del mare? - in modo da non mandare alla regione testi tutti uguali anche se loro sono tenuti ad accettare tutto quello che arriva e a tenerne conto. Quello che ho scritto e' solo un testo base, che si puo' mandare tal quale ma al quale e' meglio aggiungere considerazioni individuali.

2. Mettere nome, data, indirizzo. Lettere anonime non vanno bene.

3. Inviare con la posta elettronica certificata a

via@pec.regione.abruzzo.it
antonio.sorgi@regione.abruzzo.it
dorsogna@csun.edu

Se non si ha la posta elettronica certificata, mandare a me che ci pensiamo noi a mandare alla regione.

4. Se si preferisce usare la carta, si puo' inviare tutto anche a

 Regione Abruzzo








Direzione Affari della Presidenza
Politiche Legislative e Comunitarie,
Programmazione, Parchi, Territorio,
Valorizzazione del paesaggio, Valutazioni Ambientali
UFFICIO Valutazione Impatto Ambientale
Via Leonardo da Vinci

Palazzo Silone








67100 L’Aquila (AQ)

e a


Assessorato Politiche Agricole e di Sviluppo Rurale, 
Forestale, Caccia e Pesca
Via Catullo 17, 65100  Pescara

I loro fax sono

REGIONE ABRUZZO UFFICIO VIA 0862.363486
REGIONE ASSESSORATO POLITICHE AGRICOLE 085.7672939

5. L'invio a me e' solo per mettere tutto nel raccoglitore comune. Questo serve solo per la cronistoria, e per referenze future e per rompere le scatole ai politici. Ad esempio, qui dove abbiamo messo tutti i testi mandati contro Ombrina Mare qualche tempo fa.

Il raccoglitore comune per Scerni e' qui 

6. Incoraggiare enti, comuni, associazioni a farlo a loro nome. E' importantissimo.

Ormai sono diversi mesi che mandiamo osservazioni su vari testi di petrolieri, e la metodologia e' abbastanza collaudata.

Per chi volesse leggersi i testi sono qui: la versione lunga e la sintesi non tecnica, come preparate dalla Medoilgas.

Basta solo che ora facciamo sentire la nostra voce forte, compatta e numerosa.

La legge obbliga gli enti regionali a tenere conto di queste osservazioni, secondo vari trattati internazionali.

Grazie anche alle osservazioni siamo riusciti a fermare le trivelle al largo di Pantelleria, e il pozzo Ombrina Mare, in Abruzzo. E' in atto il ricorso alle Tremiti, dove hanno usato i testi delle mie osservazioni come base scientifica per dire no. Le hanno anche usate con successo ad Arborea. Quindi sono utili ed e' un modo civile di dissentire.

E' un modo per noi cittadini di riprenderci la nostra democrazia e di non delagare a nessuno il nostro futuro.

E' un diritto che e' sancito dalla comunta' europea tramite il trattato di Aarhus, recepito anche dall'Italia.

Non esistono limiti di residenza, per cui tutti possono fare sentire la propria voce. E' un bel modo di dimostrare solidarieta' fra noi. 

Ecco. In questi giorni preparero' il mio testo, ma intanto tutti possono iniziare a spedire questa seguendo questa possibile traccia.



Monday, August 20, 2012

La Nigeria senza pace


 
In alto: Gas flaring dell'Agip a Ebocha, Rivers State, Niger Delta 
 
In basso: foto della Nigeria al petrolio da parte di vari operatori.
Eni, Shell, Total, Exxon-Mobil, Chevron

































There is Shell oil on my body
Hannah Baage, Nigeria




Dei disastri Nigeriani abbiamo parlato tante volte su questo blog.

Qui c'e' l'ENI e il suo gas flaring che arde da 40 anni, ininterrottamente.

Qui foto di vita di tutti i giorni

Qui il rapporto dell'ONU nel 2011 dove inquivocabilmente si condannano le ditte petrolifere, Shell in primis, per il disastro ambientale nell'Ogoniland, Nigeria che si perpetua da 50 anni.

Qui pozzi scoppiati a mare senza che la comunita' internazionale l'abbia veramente saputo e se ne sia indignata. 

Storie normali, in un paese che alla fine resta povero e il cui petrolio finisce nelle case di noi ricchi occidentali.

Venerdi scorso l'ennesimo incidente - petrolio che fuoriesce da una pompa difettosa, e che sebbene la Shell lo neghi, secondo i residenti e secondo l'agenzia di stampa Reuters ha inquinato le mangrovie locali. 

Qualche mese fa un altro riversamento fra le mangrovie, che fu fermato solo dopo due mesi ininterrotti di petrolio. Due mesi, senza che la Shell avesse fatto niente. Similmente la Exxon Mobil che fermo' altre perdite in mare dopo settimane di inazione. Se la prendono con calma.

E siccome la Exxon-Mobil non e' da meno della Shell, anche lei riporta nuove perdite da un pozzo in mare. In questo caso ancora devono stimarne "l'impatto pieno".

I pescatori parlano di una sottile patina oleosa che copre la spiaggia e la costa attorno alla zona di Ibeno, nello stato di Akwa Ibom. La pesca e' chiusa.

La Exxon-Mobil "confirms that oiling from an unknown source has been sighted along the shoreline near Ibeno".  Cioe' confermano che c'e' una "sorgente sconosciuta" di petrolio. Sconosciuta? Ma se li ci sono i loro pozzi! E da dove verra mai questo petrolio? Mmh. Un fitto mistero difficilissimo da risolvere, eh!

In realta' le perdite di petrolio sono al'ordine del giorno in Nigeria e, nonostante lo svergognamento di un anno fa con il rapporto ONU, ben poco e' stato fatto per ripulire la zona in questi dodici mesi.

L'ONU parlava di 25 anni di pulizia e di $1 billione di dollari per iniziare, nel 2011.

Cosi' Reuters e' tornata in Nigeria un anno dopo per vedere. 
E non ha trovato niente di nuovo sotto il sole.

L'acqua che i residenti bevono e in cui si fanno il bagno e con cui cucinano ancora sa di zolfo.

I pozzi acquiferi sono tutti inquinati e non si possono piu' usare.

C'e' ancora benzene - un noto carcinogeno - in concentrazione 900 volte superiore a quanto raccomandato dall'OMS.

Le multe sono inesistenti, sebbene in Nigeria, nel corso degli anni sia stato riversato piu' petrolio in mare che in tutto il golfo del Messico nel 2010. Si parla in media di 11 milioni di galloni all'anno. 

Fanno 40 milioni di litri, ogni anno per 50 anni.

I fiumi e rigagnoli della zona sono tutti oleosi. I pesci puzzano.

L'Ogoniland fornisce con il petrolio l'80% della ricchezza nazionale di Nigeria.
La vita media e' la piu' bassa di tutta la Nigeria in Ogoniland.

La Shell dice che l'inquinamento e' per colpa di quei cattivissimi residenti che vanno a taroccare le condotte e le tubature per rubare petrolio.  Dicono che non possono ripulire perche' le aree inquinate sono di difficile accesso.

Intanto gli ha dato delle taniche di acqua potabile - dopo 50 anni e dopo un rapporto ONU, il meglio che hanno potuto fare e' stato di dargli taniche di acqua! I residenti dicono pure che non e' sufficente e che spesso finisce troppo presto.

Avari anche di acqua.

Quando il reporter di Reuters e' arrivato, la tanica era vuota.

Invece hanno ben pensato di pagare decine e decine di milioni di dollari, ogni anno per installare personale di sicurezza e per finanziare un esercito di 1,200 persone, piu' decine e decine di informatori in borghese.

Una associazione non-profit in Londra "Platform" tramite il suo protavoce Ben Amunwa afferma che

"The scale of Shell's global security expenditure is colossal. It is staggering that Shell transferred $65 million of company funds and resources into the hands of soldiers and police known for routine human rights abuses."

"La portata delle spese globali per la sicurezza e' colossale. E' strabiliante che la Shell abbia trasferito 65 milioni di dollari di fondi e risorse nelle mani di soldati e di poliziotti noti per violazioni di routine dei diritti umani."

"It is a scandal that so much money is spent on security instead of on the local communities whose livelihoods are destroyed as a result of the oil exploitation"

"E' uno scandalo che cosi tanti soldi sono spesi sulla sicurezza invece che sulle comunita' locali le cui vite sono distrutte a causa dello sfruttamento di petrolio."

Nel 1995 la Shell ha dovuto pagare delle multe per responsabilita' indirette per l'omicidio di Ken Saro Wiwa. E' anche coinvolta in un processo a Londra per inquinamento. 11,000 persone della comunita' di Bado hanno portato il gigante olandese in corte per essere risarciti di danni per decenni di inquinamento e di miseria sociale.

Finalemente, dopo decenni di collusione, e chissa anche per vergogna, il governo nigeriano ha deciso di multare la Shell per un incendio di piattaforma in mare, era il campo Bonga, nel dicembre 2011.

La Shell pero' contesta e dice che non hanno fatto niente di male e che non meritano la multa. Amen.

In molti casi, l'inquinamento - in mare, in terra, nelle mangrovie -  ha significato la fine della pesca e del benessere di comunita' intere, come a Bodo, dove due scoppi devastanti nelle annate 2008-2009 hanno messo in ginocchio l'intero paese il cui sostentamento veniva dalla pesca e dall'agricoltura.

"The people in Bodo are living corpses. You see them alive but they are dead inside. Look at this water."

"The aquatic life of our people is dying off. There used be shrimp. There are no longer any shrimp."

"The oil was just shooting up in the air, and it goes up in the sky"

"We don’t have an international media to cover us, so nobody cares about it"

"A hungry man is an angry man"


50 anni di abusi sono 50 anni di abusi.