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Tuesday, October 30, 2012

Se anche in Cina...


Sono tornata a casa, a Los Angeles dopo un mese di incontri, avventure di vario genere, persone, storie, stanchezza, petrolieri infiltrati, mucche, laghi, citta' d'arte e mani da stringere.

Delle tante cose di cui parlare, una che mi colpisce accade in Cina. 

Ci sono stata l'anno scorso a Pechino, e prima ancora a Shangai. Il cielo di Novembre un anno fa era pesante, grigio anche quando si intravedeva un pallido sole, e l'aria si sentiva che era sporca. Ricordo un grande senso di affollamento, di martellamento mediatico, nel metro', per strada e in generale si vedevano proprio le due faccie della nazione: la voglia di progresso, di parlare e confrontarsi con gli occidentali, ma anche un disordine urbano, sociale, senza ordine. Al paragone le citta' americane sembrano bastioni di eleganza e di grazia.

Ricordo anche che quando feci il mio talk sul petrolio d'Abruzzo e d'Italia all'Universita' di Pechino, proprio un anno fa, gli studenti mi dissero che cose del genere non sarebbero mai potute succedere li: il governo centrale e' troppo forte, arrivano, decidono, e chi si e' visto si e' visto, incuranti del popolo e che per questo la gente neanche si scomoda a porseli certi problemi.

E invece... invece la protesta popolare riesce a smuovere le montagne anche in Cina.

E' notizia di queste ore infatti che nella citta' di Ningbo, non distante da Shangai, la popolazione e' insorta compatta contro l'espansione di una fabbrica petrolchimica che produce paraxylene - PX - che e' usato nella produzione di plastica e poliestere.

La ditta proponente e' la Sinopec, la grande e potente ditta di stato del petrolio in Cina. Si parlava di 8 miliardi di dollari di investimenti.

I cittadini si sono organizzati con i microblog, e tutto cio' che internet e gli smart phone hanno da offrire e - censura o non censura - sono scesi in piazza per vari giorni, protestando contro l'ampliamento. Erano 5,000 e protestavano perche' per questo ampliamento nessuno li aveva consultati. Ovviamenti sono preoccupati per l'inquinamento e per la loro salute.

A volte ci sono stati anche episodi di violenza.  Questa e' ovviamente sempre da condannare, ma la persistenza dei cinesi, ha portato al risultato: il governo centrale ha deciso di bloccare l'ampliamento della ditta petrolchimica. Non si sa come andra' a finire, ma gia' l'annuncio e' un passo in avanti.
La prima protesta per l'ambiente fu a Xiamen, e duro' per mesi. Adesso invece e' durata solo per pochi giorni: probabilmente perche' c'e' il congresso del partito comunista fra qualche giorno, inizia l'8 novembre,  e nessuno voleva intoppi di immagine dall'alto.

Ma sono sicura che senza di 5,000 niente di tutto questo sarebbe successo.

E la cosa interessante e' che le proteste persistono anche dopo l'annuncio dal governo centrale che l'impianto del petrolchimico non si fara'. Si vuole infatti mettere il governo alle strette e che no sia no e che non invece diventi si, appena le acque siano calme.


E non e' neanche la prima volta: impianti simili per la produzione di PX sono stati fermati a Xiamen e a Dalian, e hanno fermato anche una conduttura di acque di scarto da una ditta di carta attraverso la cittadina di Qidong, per paura che ci potessero essere rotture o scoppi in una zona soggetta ad uragani.
A Shifang hanno invece fermato la costriuzione di un impianto per il trattamento del rame e di molibenio per timori di aumento dei tumori.

Per quel che so io dei cinesi, sono un popolo pragmatico, che specie adesso, e' molto proiettato verso il buisness, il successo, la "modernita'". Sono sempre i piu' affamati - di imparare a scuola, di crescere nei loro buisness e badano poco al sottile.

E allora se anche dalla Cina capiscono che l'ambiente va protetto, e non per sport o perche' va di moda, ma perche' l'ambiente sei tu, e allora forse non e' troppo tardi.







Friday, October 26, 2012

Omnia munda mundis






To the pure, all things are pure.

Ma guarda tu cosa mi tocca fare.

Mi giunge voce da varie persone che Confindustria Abruzzo intende "dimostrare" che in qualche modo io sia collegata all'industria del petrolio e che addirittura ne prenda fondi in maniera indiretta!

Non so se ridere o piangere, e non so se questa voce sia vera o no, ma se si, e' veramente patetico e mostra la piccolezza di questa gente che non riesce proprio a capire che uno nella vita puo' fare delle cose non per tornaconto personale, quanto per ideali, per senso di giustizia, per voglia di fare qualcosa di buono per la comunita'.

Intanto, se veramente fossi al soldo dei petrolieri, credo che ci sarebbero modi molto piu' redditizi di sfruttarmi da parte loro, che non spendere il mio tempo su e giu per l'Italia predicando da 5 anni ed in modo veemente, CONTRO i petrolieri.

Ma forse Confindustria vuole insinuare che io non voglia l'Abruzzo - e l'Italia! - al petrolio perche' cosi' l'Italia rimarra' un paese di serie B nella produzione di melma petrolifera e quindi in qualche modo avvanteggerei le ditte petrolifere americane?

Chissa' nella loro mente contorta anche questo potrebbe essere un pensiero.

La risposta e' ovviamente no.

Nessun petroliere mi paga - ne la Forest Oil, ne la Shell, ne l'ENI.

Il mio stipendio arriva - e per intero - dallo Stato della California - sono un impiegato statale e anzi, le cifre del mio stipendio sono pubbliche.

E poi c'e' la storia dei miei fondi ricerca.

Ho iniziato ad essere io responsabile di cercarmi i miei fondi  - non per me, ma per lo stipendio dei miei studenti, per pagare computer, esperimenti, e cose di questo genere 5 anni fa.

Ne ho ricevuti 2 di grant personali - intestati a me, Maria Rita, dal National Science Foundation, l'NSF, l'ente USA che si occcupa di elargire fondi per la ricerca. I progetti sono qui:

1. Stochastic models of viral adsorption, fusion and replication 

2. Hierarchical kinetic models for chemical and hydrodynamically coupled organisms

La parola petrolio non compare.

Infine, c'e' il grant collaborativo dell'ARO, Army Research Office, che elarigisce fondi per ricerca pura, e con cui ci occupiamo di teoria di giochi, assieme ad altri 10 colleghi. Non sono io il capo, ma uno dei dieci che collaboriamo.

3.  Scalable, stochastic and spatiotemporal game theory for real world human adversarial behavior. 

Anche se e' un grant dell'Army, e' per ricerca di base, e nessuno di noi e' tenuto a sviluppare niente per il petrolio o peggio per l'esercito (!) anzi, siamo stati messi assieme per creare modelli su come analizzare il crimine urbano e per sviluppare metodi di studio relativi ai movimenti e ai comportamenti dei criminali. I nostri studi sono tutti pubblici, e si possono consultare liberamente.

Dall'armi ho avuto anche dei grant per studiare il PTSD e i flussi migratori.

Qui tutte le mie pubblicazioni finora.

Contenti?

Infine, le nostre universita' USA sono grandi, e ciascuno di noi cerca, e trova fondi da chi e come vuole.

Ci sara' qualcuno - nel dipartimento di geologia? nel dipartimento di letteratura? nel dipartimento di chimica? di filosofia? che prende soldi dall'industria petrolchimica?

Probabilmente. Ma quel qualcuno non sono io, sono scelte sue, e non mie.

E' come l'Unversita' D'Annunzio, in cui c'e' Mario Rainone, amico dei petrolieri e di Confindustria, che voleva trivellare la Majella, e in cui c'e' invece Francesco Stoppa che ha dedicato la vita a salvaguadare la natura, e che spesso si e' adoperato contro le trivelle in Abruzzo.

Il fatto che Rainone sia amico dei petrolieri, non significa che lo sia anche Stoppa o che i fondi di Rainone finiscano in quelli di Stoppa.

Idem per me.

Accusarmi di prendere soldi - direttamente o indirettamente -  dai petrolieri e' qualcosa di folle, stupido e veramente offensivo.

Ma questi non hanno niente da fare?

Ah, un altro paio di cose: insegno una classe di ambiente all'universita' e il mio tema, guarda caso, sono i danni dovuti all'estrazioni di petrolio e di fracking.

Sono membro a vita del Sierra Club che ha aperto una *causa in tribunale* contro lo stato della Calfiornia che vorrebbe aprire lo stato al fracking e anzi, cogestisco una pagina facebook contro il fracking in California.

Ho uno strano modo di essere favorevole alle trivelle, vero?

Ma alla fine, credo che in questi 5 anni chiunque abbia potuto vedermi, sentirmi, parlare con me abbia potuto farsi una opinione personale ed il fatto che mi invitino in tutta Italia, significa una cosa sola, che sono sincera. Non avrei potuto imbrogliare cosi tanta gente, cosi a lungo.

Guarda un po che gli unici che mi sono inimicata sono quelli che hanno interessi personali, Confindustria, i vari Fratino e Di Martino, e tutti quelli che avevano da speculare.

Cara Confindustria, vergognatevi.
Siete veramente infantili.

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Infine, sulla storia dell'Army.

Il telefonino, internet, lo scotch, la fotografia digitale, il forno a microonde, la colla, i pannelli solari di ultima generazione sono invenzioni dell'US Army. E' un ente che fa ricerca di base, per capire come fare tante cose, fra cui *prevenire* crimine e guerra, non solo armi!

Ma veramente c'e' chi crede che io sia un agente della CIA o dell'esercito americano? Non stanno bene costoro.

Ricevere grant dal US Army, dall'NSF, e' difficile, ed e' un miracolo che sia riuscita a fare il mio lavoro allo stesso tempo insegnando a meta' Italia perche' il petrolio e' una maledizione. Vorrei sapere quanti docenti ordinari in Italia hanno saputo fare lo stesso.

Sono libera.

Omnia munda mundis.















Thursday, October 25, 2012

Paolo Primavera e Confindustria: attacco alla Chiesa

Paolo Primavera, pro-trivelle,  anticlericale, antipopolo


Non è più possibile pensare diferire il territorio, 
ma è necessario pensare che questo territorio debba essere custodito


21 Ottobre 2012



E come poteva Paolo Primavera, della Confindustria Abruzzo, accettare che la Chiesa Cattolica alzasse la sua voce in difesa della gente d'Abruzzo e contro le speculazioni dei petrolieri?

Non poteva. E cosi' in questi giorni torna alla carica con il suo solito mantra della difesa dell'indifendibile: il guadagno facile per gli speculatori, la distruzione dell'Abruzzo, della sua storia agricola, vitivinicola, delle sue tradizioni, del suo ambiente, dei suoi marchi.

E lo fa, Paolo Primavera, con il solito cavallo di Troia del "dialogo" con i petrolieri, del "compromesso", della "coesistenza", conditi con altri numeri sparati a casaccio sull'occupazione magica e l'indotto che il petrolio portera' all'Abruzzo. Addirittura 25,000 posti di lavoro!!

Paolo Primavera non sa piu a cosa aggrapparsi e cosi inizia:

"Pregiudizi contro il petrolio"
No mio, caro, e' evidenza scientifica e di altre realta' petrolizzate in tutto il mondo.

Anche gli "allevamenti zootecnici" hanno "effetti letali", e la rete di depurazione dell'Abruzzo e' inefficente.

Ma che c'entra? Parliamo di ceci, non di fave. E comunque, qui non giochiamo a chi distrugge l'ambiente di piu', caro Primavera, qui vogliamo fare le cose IN MEGLIO e non IN PEGGIO, capisce?

Vogliamo fare una cosa? Io mi sono occupata di petrolio, lei si occupi degli allevamenti, e cerchi di spiegare a chi usa causa questi "effetti letali"di utilizzare fertilizzanti meno impattanti e organici.

Che ne dice?

Vuole iniziare lei a fare dei convegni sull'uso di migliori tecniche agricole?
Vuole offrire dei soldi lei per migliorare la rete dei depuratori?

Suvvia, sono sicura che sia la Confidustria che lei personalmente possiate permettervi di prendere uno di quei depuratori inefficenti, e farlo diventare l'avanguardia dell'efficenza.

Ci faccia vedere come si fa.

E ancora spara con il fatto che "la produzione di energia e' necessaria".

Certo, siamo tutti d'accordo, e allora  mettiamo un pannello sopra ogni condominio d'Italia, invece che trivellare la monnezza petrolifera che abbiamo in questo paese.

Anche qui, si faccia portavoce lei del bisogno di incentivare l'energia solare e proponga lei che l'Italia debba superare la Germania, paese che produce il doppio dell'energia fotovoltaica rispetto a noi.

Eh mi sa che questo non le piace tanto eh? Con il petrolio c'e' da speculare, con un pannello per tetto - energia e ricchezza distribuita, un po meno, vero?

E poi spara con: 
norme severe, tra le più rigide del mondo, continui controlli, decine di aziende, tecnologie avanzate, grande rispetto dell'ambiente, salute pubblica, sicurezza, occupazione stabile e di qualità, indotto per 5.000 addetti.

Addirttura promette 15 miliardi di investimenti e 25.000 nuovi posti di lavoro!
Ma chi, gli addetti al reparto oncologia?

E ovviamente non poteva mancare il solito ricatto lavoro/fame:

una risposta concreta alla fame di lavoro che attanaglia il territorio, e ricevendo ritorni economici in grado di alimentare investimenti nel settore turistico o delle infrastrutture o a sostegno delle piccole imprese, per cui oggi non vi sono risorse.
Ah certo, il turismo petrolifero! 
Uno va a Bomba a vedere la raffineria, e a inalare H2S che fa bene ai polmoni? 
Oppure uno va alla costa dei trabocchi per fare il bagno nel petrolio che ti alliscia la pelle? 
Oppure ci beviamo vino agli idrocarburi, per darci piu' energia? 
Ma cosa dice, Paolo Primavera! 
Vada in Basilicata e vedra' smentite tutti suoi castelli a cui credono solo lei e i suoi compari. 
Io ci sono stata in Basilicata e tutto questo "sviluppo" non l'ho visto. 
Ho visto solo pozzi che adesso vengono costruiti dietro gli ospedali e a 200 metri dalle case, ho solo visto vigne spiantate perche' l'uva non viene piu' bene, ho sentito di pecore a cui salta il ciclo riproduttivo, di mucche che non vogliono piu' mangiare l'erba bruciata dalle pioggie acide. Storie di idrogeno solforato, di malattie, di disoccupazione, di tumori alle stelle e di disperazione quotidiana.

Caro Primavera, e' tardi per questi patetici tentativi di lavaggio del cervello e per fortuna nessuno piu' crede alle sue favole campate in aria. 

La lezione di Taranto e' troppo forte. 

A quelle promesse li, la gente ci credeva 50 anni fa. 
Lei e' arrivato tardi e non ci caschiamo mica.

Stia tranquillo, non le lasceremo trivellare un millimetro di questa terra.

Saturday, October 20, 2012

Una Chiesa vera contro la prepotenza dei petrolieri



"Con l'eventuale realizzazione dei progetti di sfruttamento energetico non si sanerebbe la ferita della disoccupazione e della recessione, si accrescerebbe il senso di abbandono e di sopraffazione che le nostre genti percepiscono di fronte a chi esercita poteri decisionali, si avanzerebbe nella spogliazione del nostro ambiente naturale e della nostra economia agricola e turistica, 
in maniera irreversibile e irresponsabile".


Ci sono cosi tante cose che mi sono successe in queste tre settimane di incontri in tutta Italia, ed il tempo e' sempre troppo poco, per assaporare davvero tutto.

Ma ecco una cosa veramente bella che accade in Abruzzo, oggi, grazie a Carmine Miccoli e all'intera conferenza episcopale d'Abruzzo e del Molise.

Infatti, di fronte all'ennesimo tentativo da parte della Forest Oil di venire a trivellare una vallata incontaminata in Abruzzo, a Bomba, la Conferenza Episcopale d'Abruzzo e Molise fa circolare una nuova nota a favore del territorio e contro gli speculatori.

Sono chiari, come lo sono stati in passato: queste trivellazioni distruggeranno il territorio in modo irreversibile e irresponsabile.

E' una nota che spero legga anche il presidente della Forest Oil, tale John Langus, che arriva dalla Pennsylvania a dire a noi cittadini d'Abruzzo che vuole "riaprire il dialogo" assieme al suo compare Giorgio Mazzenga.

Caro John, eccoti il nostro dialogo: non ti ci vogliamo qui, capisci? 

Non abbiamo niente da dialogare, come non ce l'avresti tu se qui non ci fosse occasione di lucro per te.

E se non ti bastano gli innumerevoli no piombati da tutto l'Abruzzo e pronunciati da 19 comuni, dalla provincia di Chieti, dalle popolazioni, dagli accademici, dalla Chiesa, dalla Confcommercio, dalla Commisisone VIA, da Roma e da chiunque abbia un po di buonsenso, rileggetevi la frase: Trivellare l'Abruzzo e' cosa irresponsabile.

Capisci?

E poi, e' veramente patetico che cambiate le carte in tavola, mentendo allegramente. Sui vostri comunicati agli investitori si parla di 1 miliardo di metri cubi IN TOTALE in tutto il giacimento. L'Italia ne consuma 80 miliardi l'anno. Per cui le stime sono di si e no cinque giorni di gas, altro che sei mesi di fabbisogno nazionale!!!

Ma che credete che abbiamo l'anello al naso? Che il fabbisogno italiano di sei mesi e' contenuto in cinque pozzi di gas? Ma come ci pensate?

E poi chiamano tali Allen Marr e Michele Jamilokowski, i gran esperti della Torre di Pisa, per dire che la diga non crolla. Ma fate ridere! Ma questi tipi non sanno niente dell'Abruzzo, del suo territorio, e della sua gente. E questa frase qui, dell'International Oil and Gas dove la mettiamo?

"However, that gas/condensate reservoir (...) has not been developed because it lies under Bomba Lake and there is a landslide risk in the mountainous area. "

E quest'altra del dipendente della stessa Forest Oil, Ronald Brown?

At the time, a tragedy occurred in Northern Italy when a slide block fell into the Vajont reservoir. A pulse wave overflowed the dam and destroyed Longarone, a village of 2000 people. The gas field is partly located beneath a Lake held by a 57.50 meter earthen dam. AGIP elected not to produce the field in 1966 due to the Bomba dam proximity.

E poi ancora con le balle che non e' una raffineria, ma un centro di desolforazione con dei magici batteri che mangeranno lo zolfo. E che batteri sono? I batteri di Mazinga zeta?

E la VIA dove dicevate voi stessi che ci sarebbero state emissioni di idrogeno solforato direttamente nelle case delle persone, a 200 metri dai vostri batteri spaziali? Ve ne siete scordati?

I soldi accecano le persone, lo so. Ma qui siete veramente patetici.

Drilling Abruzzo is irresponsible, just as the entire Union of Bishops said today. 

Dear John, Dear Allen, Dear Michele: save yourselves from this international embarassment. Please go back home to Pennsylvania, to Boston and leave us in peace.

Put your heart at rest: you will not, I guarantee you, you will not, drill this place.
We won't let you.

 

"Leviamo la voce per denunciare le "ferite" delle nostre terre minacciate da progetti di "sviluppo" che sono invero segnati da gravi rischi ambientali"

“Noi, Vescovi delle Chiese che sono in Abruzzo e Molise, ancora una volta leviamo alta la voce per denunciare le "ferite" delle nostre terre, minacciate da progetti di "sviluppo" che sono invero segnati da gravi rischi ambientali, socio-economici e umani, in cui viene meno la tutela della vita e la custodia del creato, dono di Dio e impegno morale di tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Lo afferma in una nota la Conferenza episcopale abruzzese-molisana (Ceam), in una nota.
   "Ci riferiamo, in particolar modo, ai progetti di sfruttamento energetico, in particolar modo petrolifero, su cui ci siamo già pronunciati come Conferenza episcopale regionale nel 2008 e, mediante l'intervento di alcuni di noi o tramite gli uffici da noi delegati, in varie occasioni nel corso di questi ultimi anni. In luogo di una vera 'conversione' a progetti di crescita sostenibile, in ascolto della voce dei territori e delle popolazioni di cui abbiamo la cura pastorale - rileva la Ceam - si confermano e si aggravano le scelte più rischiose per la salute e il benessere di tutti. La stessa promessa di uno sviluppo economico viene a cadere di fronte alla grave situazione economica e sociale, ancora nel pieno della crisi che investe il nostro Paese e, in particolar modo, la nostra Regione: con l'eventuale realizzazione dei progetti di sfruttamento energetico non si sanerebbe la ferita della disoccupazione e della recessione, si accrescerebbe il senso di abbandono e di sopraffazione che le nostre genti percepiscono di fronte a chi esercita poteri decisionali, si avanzerebbe nella spogliazione del nostro ambiente naturale e della nostra economia agricola e turistica, in maniera irreversibile e irresponsabile".
 "Come afferma il recente documento della CEI in occasione della 7a giornata nazionale per la salvaguardia del Creato ("Educare alla custodia del creato per sanare le ferite della terra") - prosegue la nota - noi non possiamo "dimenticare le ferite di cui soffre la nostra terra, che possono essere guarite solo da coscienze animate dalla giustizia e da mani solidali. Guarire e' voce del verbo amare, e chi desidera guarire sente che quel gesto ha in sé una valenza che lo vorrebbe perenne, come perenne e fedele e' l'Amore che sgorga dal cuore di Dio e si manifesta nella bellezza del creato, a noi affidato come dono e responsabilità. Con esso, proprio perché gratuitamente donato, e' necessario anche riconciliarsi quando ci accorgiamo di averlo violato" (n. 1). Questo compito comune veda coinvolti tutti, in particolar modo coloro che, a livello locale, regionale e nazionale, hanno ricevuto il mandato di governare lo sviluppo del territorio, perché agiscano in nome del bene comune e non di una singola parte, prestando ascolto al grido della nostra terra, del nostro mare, del nostro cielo: in essi riconosciamo la presenza di Dio, come ci ricorda il "Cantico delle creature" del santo patrono d'Italia Francesco d'Assisi. Allora il nostro grido comune si muterà in canto di lode e di grazie, perché consapevoli di aver realizzato un passo in avanti nella concordia tra noi e quella parte della creazione che ci e' stata affidata, per cui essere degni della nostra chiamata più grande: "Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio" (Mt 5,9).

Wednesday, October 17, 2012

Parla con il tuo ministero e digli no all'Italia petrolifera

 Ci dia l'esempio: una bella trivella nel suo giardino!

Qui il link del Ministero dello Sviluppo Economico

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha deciso di aprire una pagina per una "Consultazione" fra noi cittadini sulla strategia energetica da intraprendere a livello nazionale, come circolato da un email di Enzo di Salvatore.

Il link e' qui, ed e' abbastanza lungo e complicato. Secondo me e' fatto non tanto a beneficio del cittadino medio, quanto per confondere le idee alla gente e per farci sentire piccoli e stupidi.

Si parla della SEN - una sigla che sta per "strategia energetica nazionale" e poi ci sono 24 domande.

.. Eh?

24 domande!

Addirittura!

24 domande che quasi ci vuole l'interprete - con parole auliche o scopiazzate dall'inglese in una sorta di linguaggio astruso in cui non si capisce niente.

Ma perche' questi non possono scrivere in modo semplice, senza bisogno dell'azzecca garbugli?

O sono cosi' tecnici che si inventano un linguaggio per conto loro? Ripeto, secondo me, e' solo per sceneggiatura, e per farci sentire che la democrazia e' cosa loro e non nostra, come se per dire cosa pensi devi sapere il significato di cose fuori dal linguaggio e dalle preoccupazioni comuni.

Si parla di "partenariato pubblico-privato", del titolo V della Costituzione, senza ricordare cosa dice il titolo V della Costituzione, dell'"assetto corrente", della modernizzazione del sistema di "governance", del "mercato retail", della "policy", del "surplus di potenza",  della seconda e terza generazione di biocarburanti - e quali sarebbero di grazia? - del "mercato spot",  di "hub", della "borsa gas liquida", di "audit energetici", di "trade-off".

E che e' sta roba?  Ma l'Italiano normale questi lo sanno?

E al lattaio dell'Ohio di Montanelli, o alla casalinga di Voghera, hanno pensato?

Questo paese e' loro tanto quanto lo e' delle banche, caro Passera.

Perche' non capiscono lorsignori professoroni che la democrazia e' invece per tutti, e che occorre rendere il linguaggio accessibile a tutti, che occorre spiegare le cose in maniera chiara e facile, se veramente si vuol sentire il parere della gente, in modo costruttivo.

Una delle domande che mi fanno piu' rabbia e' questa:

"C18. Quali interventi privilegiare per la ristrutturazione e lo sviluppo del settore della raffinazione?"

No caro governo, non ci siamo. Non e' il governo che deve pensare a come "ristrutturare e sviluppare"
le raffinerie. Quelli sono stabilimenti PRIVATI da cui tirano fuori un sacco di soldi, e ci deve pensare chi le opera a ristrutturarle e a svilupparle. Il governo deve solo MULTARLE e MULTARLE in maniera salata ogni volta che sfondano i limiti legali, ed IMPORRE loro di abbassare le emissioni prima che si diventi una grande Taranto.

I soldi, le spese, sono a carico LORO, non delle collettivita'.

Capito? 

Eccone un altra

"C20. Quali sono le azioni/iniziative, a livello nazionale, regionale e locale da adottare per favorire un maggiore coinvolgimento delle collettività e sviluppare un processo condiviso di accettazione pubblica dei progetti minerari?"

E qui l'inganno e' evidente. Evidente perche' gia' partono con l'idea che debba esserci questo "progetto condiviso dei progetti minerari". 

Carissimo Passera e compari, questo non succedera' mai. 

E sapete perche'? Perche' e' tutta l'Italia che sottosta' a questi "progetti minerari" e chiunque abbia un po di sale in zucca - da Oristano a Pantelleria, da Carpignano Sesia a Bomba - si rendera' conto che bucare qualsiasi angolo di Italia portera' sono danni, malattie, disoccupazione e poverta' - come in Basilicata. 

Per cui tutta la vostra propaganda non servira' ad un bel niente: e' impossibile convincere una persona intelligente all'accettazione pubblica di campi di petrolio dietro casa.

Io credo invece - dopo due settimane a sentire le preoccupazioni degli italiani -  che il cittadino comune sia fortemente preoccupato della situazione ambientale in Italia e che non ne vogliano sapere piu' di trivelle, trivelle, trivelle o come dite in liguaggio aulico dei vostri "progetti minerari".

Il mio pensiero e' semplice, ed e' questo:

1. Non vogliamo essere bucati in lungo ed in largo e per nessuna ragione allo sfruttamento di monnezza petrolifera, inquinante e scadente - perche' e' questo che abbiamo nel nostro sottosuolo - e lo sanno pure i petrolieri;

2. Non vogliamo diventare un "autostrada del gas" o come piace dire a voi un "hub" per scorrimento a basso costo di metano dal Nord Africa al Nord Europa, con opere di stoccaggio e metanodotti in zone pericolose e sismiche e a beneficio di altre nazioni o di speculatori;

3. Non vogliamo essere una colonia delle ditte del petrolio che ci prendono di mira perche' qui e' la bonanza delle trivelle, che arrivano e distruggono tutto quello che di buono c'e' gia' sul territorio, lasciandoci dietro tre lire;

4. Non vogliamo piu' raffinerie di nessun genere - ne abbiamo 18, la Novegia 2, con tutto il petrolio che tirano fuori.  E per quelle che gia' esistono vogliamo norme piu' severe per i petrolieri, vogliamo multe a chi inquina, vogliamo bonifiche fatte a spese degli inquinatori e non della collettivita';

5. Vogliamo invece sapere chi ha inquinato con idrocarburi pesanti il lago Pertusillo in Basilicata, contenente acqua destinata al consumo umano in Puglia, e vogliamo che chi chiunque sia stato venga multato pesantemente;

6. Vogliamo invece leggi contro il fracking in Toscana e in Sardegna;

7. Vogliamo invece il rispetto di un fascia di trivellazione di 100 miglia come fanno negli USA per i nostri mari da Venezia al Salento;

8. Vogliamo invece il risparmio energetico, vogliamo la crescita del settore delle rinnovabili in modo diffuso e per riccezza distribuita e reale delle persone e non delle multinazionali; 

9. Vogliamo invece che tutto il patrimonio culturale, paesaggistico, storico di questa nazione, unico e bellissimo, sia valorizzato, e per davvero in modo da migliorare l'Italia;

10. Vogliamo invece che i politici per primi diano l'esempio e si rendano conto che questa non e l'Arabia Saudita, ma la nostra casa. 


Ecco, senza neanche una parola di inglese.
Facile facile.


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Ecco qui altre domande sul semi assurdo:

C11. Opportunità e rischi di una progressiva migrazione nell’approvvigionamento da un mercato legato a contratti di lungo periodo a un mercato spot. Quale è il migliore mix tra i due nella situazione italiana?

C1. La definizione degli obiettivi principali implica delle scelte di trade-off con altri obiettivi di politica energetica perseguibili. Quali eventuali obiettivi diversi dovrebbe indirizzare la SEN, tenendo conto del contesto internazionale e del punto di partenza del Paese?

C10. Aumento della liquidità sulla borsa gas: quali strumenti più idonei per favorire lo sviluppo di una borsa gas liquida e competitiva e incentivare lo spostamento di volumi significativi di gas verso di essa?

C7. In particolare per quanto riguarda i Certificati Bianchi, l’estensione dei soggetti obbligati anche a società di vendita (come in Francia o in Inghilterra) e/o ad altri operatori potrebbe aumentare il numero di soggetti direttamente coinvolti, risultare più “vicino” ai clienti finali e alle loro esigenze e quindi facilitare il raggiungimento degli obiettivi? Quali opportunità di revisione del meccanismo in questo ambito?


Monday, October 15, 2012

Spagna, Settembre 2012: eolico al 64.2% del fabboisogno nazionale

Produzione di eolico, 2010 Europa

"In Navarre, renewable energies are not perceived as something imposed 
 from the outside by the government, but as something that has been developed 
with the full backing and, I would dare to say, the demand of the citizens"

"Nel Navarre, le energie rinnovabili non sono viste come imposte 
dall'esterno e dal governo, ma come qualcosa che e' stato sviluppato con il pieno consenso, ed oserei dire, con la pressione pubblica dei cittadini"

Miguel Sanz, presidente del Navarre, Spagna, dove il 70% dell'energia e' da fonti eoliche



E cosi' dopo il boom del solare in Germania, ecco quello dell'eolico in Spagna.

Era una notte nel Settembre di quest'anno particolarmente ventosa, ed in Spagna l'eolico ha generato il 64.2% del fabbisogno nazionale.

Il 64.2%!

Un dato del tutto inaspettato ma per i quali i spagnoli avevano programmato ottimamente: parte dell'energia in eccesso e' stata usata per pompare acqua in alto cosi' da sfruttarne l'energia potenziale successivamente e cosi' da non sprecare niente, e un altra parte e' stata venduta all'estero.

Questo non e' stato solo per un giorno, ma per tutto il mese di Settembre 2012 si e' registrata una forte produzione di energia eolica, cosicche' i consumi di energia da carbone in Spagna, nel mese di Settembre, secondo Greenpeace sono crollati.

In realta' e' gia' da tanto che la Spagna cerca di sfruttare al meglio l'energia eolica, tanto che c'era gia' stata produzione record di energia dal vento nel Novembre 2011 con il 59% del fabbisgono generato, e poi nel 2009 con il 53%.

In totale, la potenzia totale installata in Spagna di energia dall'eolico e' di 21.6 GigaWatt, al 2011. In Italia siamo a 5.8 GigaWatt, al 2010.

Lo stato del Navarre, nel nord est della Spagna e' il piu' progressista: fino al 1996 questa regione era totalmente dipendente da fonti esterne - per lo piu' straniere - per il suo fabbisogno energetico. 

Non ci sono stazioni nucleari, a carbone, campi di gas o di petrolio nel Navarre e fino alla fine degli anni '90 compravano tutto da paesi terzi.

Poi la svolta, nel 1996 in cui il Navarre decise di puntare sull'eolico. Ad oggi, lo stato genera dal vento il 70% - quasi i tre quarti! - del suo fabbisogono energetico, grazie ad interventi mirati e ad una progettazione lungimirante.

Il presidente della regione, Miguel Sanz Sesma spiega chiaramente come sono arrivati a tale successo nel giro di cosi poco tempo.

Ci si sono gettati a capofitto, cercando di coinvolgere tutte le parti interessate, dal governo alla cittadinanza ed oggi si ritrovano con 100 compagnie, un centro di ricerca, una scuola tecnica specializzata in tecnologie rinnovabili e circa il 2% della forza lavoro dell'intera regione impiegata nell'eolico. Hanno incentivato la produzione "in casa" di turbine, spiegato alla popolazione cosa stavano facendo passo passo, e non ci sono stati casi di ruberie o inganni. La popolazione e' anche incentivata a comprare automobili elettriche.

Li anche aiutati il fatto di essere indipendenti dal governo centrale in materia energetica. E cosi, oltre a generare il 70% del proprio fabbisogno energetico dall'eolico, le politiche del Navarre hanno evitato l'immissione di 20 milioni di tonnellate di CO2 in atmosfera.

E  sono stati attenti a rispettare, per quanto possiblile, la bellezza del paesaggio, cercando di porre le turbine in maniera paesaggisticamente rispettosa fra i monti, hanno creato parchi eolici, e invece di aggiungere altre pale eoliche, ogni tanto cambiano quelle esistenti con turbine piu' efficenti.Quelle originarie erano da 0.5 MegaWatt, quelle di adesso sono a 2 MegaWatt.

E cosi, una regione priva di petrolio, gas, nucleare, oggi puo' porsi l'obiettivo - come hanno fatto - di diventare autosufficente dal punto di vista energetico e di copire l'intero fabbisogno energetico dall'eolico.

Il sole ed il vento ci sono anche in Italia.
Basta volerlo, e farlo con intelligenza.







Tuesday, October 2, 2012

Bomba, l'Adriatico, Pecoraro Scanio e la corerenza



Sono in giro per l'Italia ed il tempo e' sempre tiranno.

Alcune notizie, belle, buone e riflessioni varie:

1. Ieri 1 Ottobre il Ministero dell'Ambiente ha ascoltato la questione Bomba - a porte chiuse - ma la cosa positiva, come riferisce Franco Moroni per la provincia di Chieti e' che per il Ministero resta valido il parere negativo della V.I.A. e tutti gli attori in commissione: la Regione, la Provincia di Chieti, i comuni hanno ribadito il no.

Un altro passo in avanti, in questa saga multi annuale ed infinita, e in un paese in cui non si riesce mai ad arrivare alla parola fine, ma comunque un passo nella direzione giusta.


2. A quanto pare il Partito Democratico chiede una richiesta di moratoria di trivelle per l'Adriatico. E' un po tardi, no?  Considerato che il decreto trivellante di Passera/Clini e' stato votato 2 mesi fa e che nessuno dei senatori/parlamentari/politici ha detto o fatto niente a suo tempo, quando era possibile fare qualcosa.

Fra gli appellanti Pecoraro Scanio.

Ricordo a tutti che il Centro Oli di Ortona, un mostro desolforante fra i campi del Montepulciano d'Abruzzo ed il suo annesso campo petrolifero fu approvato anche dai ministeri romani e aveva le firme di approvazione dello stesso Pecoraro Scanio come Ministro dell'Ambiente, di Di Pietro come ministro delle infrastrutture e di Bersani.

Nessuno di loro ha mai chiesto scusa.

Adesso vengono fuori con queste moratorie dell'ultimo minuto che sanno di propaganda prendi-voti.

Cari politici, qui ci vuole la coerenza e le cose occorre ricordarsele per tempo, e non essere canne al vento e cercare di sfruttare le proteste popolari.


3. Sabato 6 Ottobre c'e' la manifestazione contro le trivelle alle Tremiti, presso la citta' di Manfredonia. Chissa' forse e' questo il motivo per cui si e' svegliato pure il PD e pure Pecoraro Scanio.