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Sunday, November 4, 2012

La Petro-Basilicata e la monnezza









Petrolio di Basilicata


L'ENI ammette che 400 tonnellate di petrolio si sono sversati nei terreni attorno 
al Centro Oli di Viggiano nell'agosto del 2016.

Chi ha permesso queste cose? 
Chi non ha controllato? 
Perche' in Basilicata c'e' ancora chi e' favorevole al petrolio?

Queste storie sono tutte di monito a chi vive in comunita' trivellande.

NON e' mai successo da nessuna parte del mondo che il petorlio abbia portato miglioramento
della qualita' della vita delle persone. 

Mai, da nessuna parte.

Intanto, nel Marzo 2017 il CEO dell'ENI Claudio De Scalzi diceva che

"e' un versamento minimo e superficiale"

Certo, perche' non e' successo a casa sua.

“Non penso che sarà chiusa la produzione in Val d’Agri, stiamo facendo tutto quello che deve essere fatto per risolvere la situazione. È un versamento minimo e superficiale e stiamo facendo tutte le verifiche necessarie per capire cosa sia accaduto nei giorni scorsi"

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"Oil is central to our development plans. 
It is the element around which all our hopes revolve." 

Mention of royalties brings an ear-to-ear smile to the face of mayor Vicino.

Rosaria Vicino, the Guardian, 2012


A Rosaria Vicino, ex sindaco di Corleto Perticara, nel 2016 furono dati gli arresti domiciliari per aver imposto alle ditte che avrebbero dovuto costuire il nuovo centro oli di Corleto Perticara di assumere persone che l'avrebbero aiutata a crescere il suo consenso elettorale.


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4 Novembre 2012


Il Guardian inglese manda oggi un articolo sul petrolio d'Italia, secondo il quale si vuole aumentare la produzione nazionale di petrolio del 150%.

Non e' una novita' per noi Italiani che lo sappiamo da tanto che questo e' il governo delle trivelle del far west. Le regioni nel mirino, secondo questa SEN, che sta per Strategia Energetica Nazionale - e che altro non e' se non un grandioso nome con tanti condimenti per avvallare una sola cosa: buchi, buchi, buchi - sono la Lombardia, l'Emilia Romagna, la Sicilia, l'Abruzzo e la Basilicata.

Ed ecco che allora the Guardian va in Basilicata a vedere questo El Dorado del petrolio nostrano - che e' anche la regione piu' povera d'Italia.

L'articolo apre con un paragone che sarebbe facile per ogni angolo - o quasi - d'Italia. La Basilicata come la Toscana, incantevole con i suoi paesaggi, i suoi fiumi e i suoi colli. Si puo' - ed e' stato fatto, magari con parole e paragoni diversi - dire la stessa cosa per i colli d'Abruzzo, per i paesaggi pugliesi,  per la laguna veneta, e per tutto lo stivale in realta', quello che un tempo era il giardino del mondo.

Invece compare il lupus in fabula: il petrolio! estratto in questo caso dalla concessione di Tempa Rossa, al 75% della Total di Francia e al 25% della Shell d'Olanda. Come per tutto o quasi il petrolio d'Italia e' una porcheria ad alto tenore di zolfo.

L'articolo dice tutto quello che abbiamo capito subito di questa supposta "strategia nazionale" e cioe' che e' giusto un paravento per nascondere il vero scopo del governo: aumentare le trivelle in Italia in cambio del miraggio di soldi, royalties, posti di lavoro, risparmio e raddopppio della produzione nazionale.

La cosa che piu' mi ha colpito di questo articolo pero' e' l'entusiasmo del sindaco di Corleto Perticara, Rosaria Vicino che alla menzione "royaties" e' andata in brodo di giuggiole e il cui viso, secondo l'articolo, si e' illuminato di un sorriso da un orecchio all'altro. Ha detto la signora che il petrolio e' centrale a tutti i piani che hanno di sviluppo per Corleto Perticara ed e' l'elemento perno attorno a cui ruotano tutte le speranze della citta'.

Eh? ma la signora in questione ci e' mai andata a Viggiano? Ha mai parlato con chi vive vicino a pozzi e trivelle?

Ecco, sta qui, secondo me,  tutta qui la follia dei lucani: il pensare ancora che il petrolio gli portera' ricchezza sostenibile, crescita e lavoro.

E' una cosa tipica di tutti i petrol-stati e le comunita' petrolizzate: che a un certo punto si diventa quasi complici degli sfruttatori e ci si vuole credere con ogni mezzo che bucare e tirare fuori monnezza risolvera' magicamente ogni problema. Certo, e' facile: il petrolio e' una sorta di speranza di pillola magica, non devi pensare ad altro, non devi aguzzare l'ingegno su come far crescere la tua comunita'. non devi alzare la voce per difendere i tuoi diritti.

Buchi e ti piovono quattrini dal cielo - e magari chiudi gli occhi sul fatto che mentre arrivano quattrini facili, stai avvelenando il tuo stesso cielo.

Lo scrivente del Guardian infatti non sa - o non vuole sapere - il risvolto della medaglia. Non sa dei rifiuti tossici petrolfieri che la Total ha splamato nel sottosuolo per 20 anni, e che e' finito nell'insalata della gente. Non sa e' che in Basilicata gia' si trivella da 20 anni o giu di li, e di tutto questo lavoro, soldi, royalties, non e' rimasto niente. Non sa e' che la gente emigra, che le mucche non vogliono mangiare l'erba perche' e' inacidita dall'idrogeno solforato, che l'uva ha patine di idrocarburi sopra, che le malattie aumentano e che le pecore hanno il ciclo riproduttivo messo sottosopra dalle esalazioni tossiche.

Il giornalista non lo sa, ma la politica neppure.
Vista da Roma, la qualita' di vita dei lucani non e' affare di nessuno.


Grazie Francoise!




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