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Monday, December 31, 2012

Da un geologo libero



Pubblico di seguito una lettera che mi e' arrivata in questi giorni da parte di un geologo italiano che ho reso anonimo per proteggere chi l'ha scritto. Il testo e' dedicato alle ingarbugliate leggi italiane sulla sicurezza sul lavoro che sono di una salsa per noi comuni mortali e di un altra per i petrolieri e i loro amici.

Guarda caso, le leggi dei petrolieri sono sempre piu' fluide, meno restrittive, piu' blande e soprattutto non vengono mai aggiornate, rispetto a quelle che invece si applicano per noi comuni mortali.

In poche parole funziona cosi: originariamente c'erano due leggi per la sicurezza e la salute dei lavoratori. Il decreto legislativo 626 del 1994 e' quello che si applicava orignariamente a tutte le attivita' produttive, mentre il decreto legislativo 624 del 1996 era quello che specificatamente si applicava alla sicurezza e alla salute dei lavoratori "nelle industrie estrattive per trivellazione e nelle industrie estrattive e cielo aperto o sotterranee".

Nel corso degli anni la 626 e' stata modificata, aggiornata, resa sempre piu' stringente, tant'e' che alla fine e' stata sostituita in toto dal Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, nel decreto legislativo 81 del 2008 e poi integrata dal decreto legislativo 106 del 2009.

La 624 invece, quella dei petrolieri, e' sempre la stessa e vale a tuttoggi.
 
Come dire tutti si aggiornano, i petrolieri no. Evviva.

Domanda: perche' i petrolieri non devono sottostare anche loro al Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro? Cosa hanno di speciale loro? Tentacoli? Potere? Lobby? Contatti? Soldi? Promesse? Pressioni? Ricatti?

O sono solo piu' belli degli altri?

La democrazia puo' funzionare solo quando c'e' trasparenza e correttezza, e non quando le regole sono fasulle e barare e' facile per chi sa bene oliare il sistema.

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Cara Maria Rita, mi scusi se mi permetto di darle del Tu anche se Lei non mi conosce, ma è da parecchio tempo che leggo i suoi interessanti articoli relativi alle perforazioni petrolifere e per me e come se fosse diventata un’Amica.

Sono un geologo e mi è capitato più volte di visionare studi SIA (studi di impatto ambientale) di società petrolifere.

Le prime volte pensavo di avere a che fare con società supportate da professionisti altamente qualificati e soprattutto gente seria. Mi sono dovuto ricredere fin da subito, quanto meno per l’aspetto relativo agli studi SIA: fatti a stampone, scopiazzati su internet.

Dati di importanza fondamentale volutamente non detti o riportati in modo frammentario o poco chiaro dove lo zapping documentale, che dovrebbe essere un’eccezione, rappresenta la norma. Elemento comune di tutti questi studi è l’acronimo MTD (migliori tecnologie disponibili) che viene riportato in tutte le salse come una sorta di mantra ma che in buona sostanza non significa nulla.

Fanno in tutti i modi per non entrare nello specifico. In uno dei tuoi ultimi articoli citavi dieci buoni motivi per dire no alle perforazioni. Mi permetto di aggiungerne un undicesimo: normativa volutamente vecchia ed inadeguata in materia di sicurezza dei lavoratori nel settore petrolifero.

Sicuramente la lettura ti sembrerà estremamente noiosa, ma ritengo necessario fare alcune premesse.

In materia di igiene e sicurezza del lavoro, la Costituzione (artt. 2, 32, 35 e 41 Cost.) afferma la salvaguardia della persona umana e della sua integrità psico-fisica come principio assoluto e incondizionato, senza ammettere condizionamenti quali quelli derivanti dalla ineluttabilità, dalla fatalità, oppure dalla fattibilità economica e dalla convenienza produttiva circa la scelta e la predisposizione di condizioni ambientali e di lavoro sicure e salubri.

Sulla base di tali presupposti l’opinione pubblica italiana ritiene (anzi è stata portata a ritenere) erroneamente che l’attività di perforazione petrolifera dovrebbe essere un settore all’avanguardia in tematiche di questo tipo. Come tu mi insegni, ogni volta che succede un disastro nelle altre parti del mondo viene sempre detto: “E…ma qui da noi non può succedere, le nostre normative sono così stringenti che è impossibile che succeda’. Completamente falso .

Per i comuni mortali la norma italiana che disciplinava tale materia era la 626 del 1994. Tale norma è stata abrogata con l’avvento del testo unico per la sicurezza DLgs 9 aprile 2008 n° 81. In parte modificato dal DLgs 3 agosto 2009 n° 106. Da allora sono intervenuti una miriade di altre leggi e decreti (circa 22 pagine fitte fitte di integrazioni).

Per quanto riguarda invece i petrolieri, i novelli dei dell’Olimpo: la norma che disciplina tale settore è il DLgs novembre 1996, n. 624 relativa alla “sicurezza e salute dei lavoratori nelle industrie estrattive a cielo aperto o sotterranee”. Questa e' molto simile nei numeri alla 626 del 1994 ed uscita due anni dopo ma con una storia completamente diversa.

Infatti, da allora, tale norma non ha subito alcuna modifica. Tutti gli studi SIA che ho avuto modo di leggere fanno continui riferimenti a questa norma (che gli Dei dell’olimpo si tengono ben stretta) dimenticando che per i comuni mortali vi è stata un’evoluzione normativa di quasi un ventennio.

Ora ti sembra normale (scusami la volgarità) che per costruire un c…..o (pardon una toilette) un povero Cristo si debba riferire a continui aggiornamenti e LORO praticamente se ne sbattono?

Certo per l’ex ministro Passera, amante di vetuste politiche di sviluppo anni settanta, una norma che ha meno di vent’anni sembrerà attualissima.

E d’altronde: come si sarebbe potuto occupare di sicurezza nei luoghi di lavoro nel settore petrolifero considerato com’è stato indaffarato ad ideare l’art. 35 della Legge 134 2012 ?

Comunque sia, questa legge (mi riferisco alla 624, quella dei petrolieri) fa continui riferimenti alla legge 626 (quella abrogata). Tenuto presente questo, mi sono accorto che:

L’art. 304 comma 3 del dlgs 81/2008 così recita:

“ ....laddove disposizioni di legge o regolamentari dispongano un rinvio a norme del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni, ovvero ad altre disposizioni abrogate dal comma 1, tali rinvii si intendono riferiti alla corrispondenti norme del presente decreto-legislativo".

Nella realtà, negli studi SIA, tuttora, si fanno continui riferimenti alla 624 rimandando sempre ad apposite procedure. Comunque sia, sulla base di questo articolo, anche gli DEI sono tenuti ad adeguarsi (almeno si spera), quanto meno per ciò che concerne i rinvii normativi che la 624 fa ad altre leggi.

Prova ne è il fatto che nel disciplinare tipo per i permessi di prospezione, ricerca e coltivazione idrocarburi, emanato con Decreto Ministeriale il 04 marzo 2011, all’art 10 fa una timida apparizione il riferimento al Decreto Lgs 81-2008 oltre all’onnipresente 624-1996.

Ciò non vale per i permessi e le concessioni rilasciati ad esempio nella Regione Sicilia in quanto il Disciplinare Tipo, emanato con Decreto Assessoriale nel 2003 e leggermente modificato nel 2004, risulta essere ancora fermamente ancorato alla 624 del 1996.

Ti auguro un Buon Anno.

Monday, December 24, 2012

Energiewende


Dal sito federale per l'Ambiente di Germania.

Amen. 

Energiewende si traduce in "trasformazione del sistema energetico" e si riferisce alla decisione del governo tedesco di abbandondare le fonti di energia nucleare e fossile in favore delle rinnovabili - solare, vento, geotermico, biodiesel. E siccome la parola "wende" i tedeschi la associano al crollo del
blocco comunista, una diversa traduzione e' "rivoluzione del sistema energetico".

E' un idea nata durante gli anni ottanta, attuata nel 2000 secondo il "Renewable Energy Act" e grazie al quale il governo si e' dato gli obiettivi di:

1. Arrivare al 30% di energia rinnovabile nel 2020, e ad un 60% per il 2050. Per la sola energia elettrica, invece si vuole arrivare al 35% da fonti rinnovabili entro il 2020 e all'80% entro il 2050.

2. Ridurre il consumo di energia del 20% nel 2020 e del 50% rispetto ai consumi nel 2008, rinnovando gli edifici pubblici e privati ad un tasso dell'1-2% l'anno.

3. Abbassare i consumi nei trasporti. Vogliono - e usano proprio le parole "We want" - mettere 6 milioni di veicoli elettrici sulle strade di Germania.

Nel fare tutto questo, i tedeschi pensano di poter fare crescere innovazione e occupazione, rafforzare la loro posizione sui mercati globali con lo sviluppo di tecnolgie nuove, e dare al paese fonti energetiche pulite e sicure.

Uno degli autori del progetto Rainer Baake dichiara "Abbiamo dovuto completamente trasformare il vecchio sistema".

Trasformare, che significa coraggio, che significa creativita', che significa futuro.

E cosi mentre altrove si continua con lo status quo - gli USA spingono con il fracking, il Canada con le Tar Sands dell'Athabasca, e in Italia si parla di trivelle sostenibili -  i tedeschi, con tipico pragmatismo teutonico hanno invece smesso di parlare e iniziato, a fare, a trasformare da molto tempo.

Il capo del partito dei verdi, Jens Kendzia, dice che il dibattito in Gemania e' finito, e che si tratta solo di capire a quale ritmo si possa arrivare non all'80% ma al 100% di energia rinnovabile in Germania.

Ci sono ovviamente molti problemi - occorrono nuove linee di trasmissione e generatori a causa dell'intermittenza delle fonti, non e' ben chiaro se il modello debba essere di energia distribuita o centralizzata, ci sono timori che i costi dell'energia aumenteranno, e c'e' sempre la questione del come e quando terminare i sussidi alle rinnovabili (che pero' ha anche il nucleare!) e non tutti sono contenti dei ritmi di questa trasformazione.

Gli uccelli del malaugurio parlano di "delusioni verdi" e anche l'Economist sembra molto cauto.

A Giugno 2012 la cancelliera Angela Merkel ha pure licenziato il ministro dell'ambiente, Norbert Rottgen sostituendolo con Peter Altmaier perche' i progressi erano considerati troppo lenti.

Ma tutti i problemi che hanno incontrato o che incontreranno, i tedeschi li considerano sfide e non ostacoli insormontabili.  E vanno avanti.

All'inizio, come da copione, gli enti centrali tedeschi di energia - i big four della Germania E.ON, EnBW, RWE e Valtenfall - opponevano il progetto. Una nazione cosi' potente, dicevano, necessita di un sistema centrale e ridicolizzavano questa Energiewende come un progetto perdente che al massimo avrebbe portato al 4% di energia elettrica rinnovabile.

E invece...

Invece oggi sono al 25% e per l'installazione del fotovoltaico hanno superato gli obiettivi che si erano posti.  E notare che il quantitativo di energia solare che arriva in Germania e' lo stesso che in Alaska.

Fra l'altro la E.ON la conosciamo anche in Italia, perche' e' responsabile della marea nera di Porto Torres nel gennaio 2011.

Di questa energia elettrica da fotovoltaico, uno strabiliante 65% e' nelle mani di cittadini comuni, che si sono installati pannelli fotovoltaici sul tetto, creato cooperative, fatto da se senza farsi necessariamente arrivare l'energia dal sistema centrale. L'energia in piu' che ciascuno produce viene poi immessa nella rete nazionale o anche venduta, da cittadino a cittadino.
 
L'elettricita' e il calore del parlamento tedesco e' azionato da olio di semi di colza. Il calore perso nella generazione di energia elettrica finisce in una falda acquifera sotterranea che poi viene utilizzata in inverno per il riscaldare l' edificio. E' il parlamento piu' verde del mondo e tutta l'energia che usa e' dalle rinnovabili.

E chi e' stato l'ispiratore di questa Energiewende?

Ursula Schonau, una signora che vive nel cuore della Foresta nera.

Frau Sladek fu una delle prime a credere e a credere questa Energiewende. Era una insegnante di scuola, e aveva cinque figli. Dopo il disastro di Chernobyl, chiese alla sua citta' di Schonau di 650 persone di denuclearizzare.

Il tentativo falli, ma lei decise lo stesso di fondare una cooperativa solare nel mezzo della Foresta Nera e di generarsi da sola energia pulita.

Dice:

"We just wanted our utility to stop using nuclear power. It seemed very reasonable to me. They refused. We wouldn't back down."

Dice che l'idea le venne ricordando Jimmy Carter, il presidente USA 1976-1980 che invocava la conservazione dell'energia e che aveva installato pannelli solari sulla Casa Bianca - poi tolti da Ronald Reagan.

Dopo 15 anni, la cooperativa di Frau Sladek esiste ancora. In questo momento fornisce energia a 180,000 case e da lavoro a 80 persone. La sua Schonau Power Supply e' considerata la culla della Energiewende.

Nel 2011 le hanno dato il Goldman Environmental Prize, qui a San Francisco per il suo impegno persistente e per avere sposato ambiente ed imprenditoria.

Ecco, le trasformazioni come questa non sono mai indolore, e certo ci sono imprevisti, cambi di rotta, problemi, perche' appunto il progetto e' grande, e' impattante, e' profondo, e' nuovo e non sara' tutto ordinato, neanche in Germania.

Ma il fatto che ogni tanto si faccia un passettino indietro, o che occorra ritarare la bussola non significa che si debba avere paura e restare impantanati con lo status quo. Da qualche parte si deve pur iniziare, e i tedeschi a partire dalla signora Sladek, ci danno un bellissimo esempio a tutti.
 


Saturday, December 22, 2012

Fracking in europa: un questionario


I frack job dell'ENI - ce n'e' uno anche in Italia.



Il link del questionario sul fracking in Europa e' qui.

Il fracking: la Francia e la Bulgaria l'hanno vietato e cosi pure altre regioni d'Europa - come la Cantabria di Spagna o il Lussemburgo.  In Italia, checche' ne dicano i malpensanti, il fracking e' stato gia' eseguito in Toscana dalla Independent Resources e se nessuno fa niente, ci si portera' avanti con questa tecnica.  Come detto, si vuole fare fracking anche in Sardegna e attorno a Siena. In cima invece una slide dell'ENI del 2007 circa, scovata da Betta Sala, con un evento di fratturazione idraulica gia' eseguito, non si sa esattamente dove, ma in Italia.

Sara' la Basilicata? E chi lo sa.

Intanto, l'Europa ora ci riprova e vuole "sentire" la nostra voce.

Diciamo che non sono molto soddisfatta di questo questionario, perche' e' un po come la "Strategia Energetica Nazionale" di Passera. Tante domande, ma il messaggio di fondo e' : cerchiamo di capire come fare per convincere la gente che se ci sono le regole giusto si puo' fare fracking in Europa.

E cosi ci chiedono: se i trivellatori obbediscono a regole che vanno dalla pubblicazione "volontaria" di cosa spareranno nel sottosuolo, fino a programmare un certo numero di metri fra un pozzo all'altro, o se fanno i test sulle cementificazioni o sui rischi geologi, o se minimizzano l'uso di acqua e di sostanze tossiche che inietteranno nel terrreno, o se controllano il rumore e le emissioni in atmosfera, allora saresti favorevole al fracking?

E' una domanda fuorviante, perche' lo sappiamo tutti che quelle cose citate lassu' in alto, nessuno le fara' mai, ammesso che sia possibile farlo.

E poi, che significa minimizzare la monnezza che si mette nel sottosuolo? Quanta monnezza e' accettabile nella tua acqua potabile? Che significa mettere 10, 20, 50 metri fra un pozzo e l'altro, l'aria mica si ferma? E che significa chiedere ai petrolieri di fare una dichiarazione volontaria di cosa spareranno nel sottosuolo? Come insegna la Gabanelli, quelli non sono mica gentiluomini, e a loro interessa una sola cosa: soldi, soldi, soldi. Gli fa un baffo la dichiarazione "volontaria".

E poi ti chiedono: pensi che con il fracking riusciremo a creare lavoro, ad abbassare le bollette, e che ci fara' risparmiare con il gas che arriva dall'estero? Si certo, sulla pelle di tutto l'altro lavoro che invece sara' distrutto, e con i prezzi delle malattie e del paesaggio trivellato.

Come sempre, l'esperienza degli altri dovrebbe essere la migliore maestra: basta solo guardare a cosa e' successo negli USA con il fracking - terremoti, falde inquinate, danni alla salute, all'agricoltura, agli animali, ad intere comunita'.

Come per il pertrolio "normale" ovunque sono arrivati i petrolieri hanno solo lasciato deserto e distruzione e morte dietro, e con il fracking sara' esattamente la stessa cosa.

Spero che ciascuno possa rispondere al questionario sottolineando che non ci servono regole, ci serve un divieto integrale.

Sunday, December 16, 2012

La strategia energetica nazionale in Basilicata - quale successo?




Notare la correlazione spaziale fra i pozzi (in rosso), i fiumi d'acqua (in azzurro) e gli idrocarburi ed il bario nel lago (in bianco).

Viggiano e' un piccolo comune in provincia di Potenza considerato l'epicentro del petrolio lucano.

E' qui infatti che arriva la maggior parte del petrolio della Val D'Agri Lucana ed e' qui che sorge il cosiddetto "Centro Oli", un mostro di ferro, zolfo, fumi e veleni, che da 15 anni raccoglie il petrolio per trattarlo e per eliminarne gli scarti sulfurei. Si innalza laddove prima c'erano vigneti, allevamenti di bestiame e aria pulita.


Viggiano e' anche il posto dove e' piu' evidente lo stampo dei petrolieri, e dove si combatte la battaglia d'immagine per convincere il resto d'Italia a seguirne l'esempio.

E' questo infatti il messaggio contenunto - in soldoni - nella famigerata "Strategia Energetica Nazionale" di Corrado Passera, ministro per l'economia: trivellare fa bene all'economia, alla nazione, alla bolletta.

E per addolcire la pillola, il governo sottolinea che si vuole fare "produzione sostenibile di idrocarburi nazionali", come se ci fosse qualcosa di eco, di sostenibile nel trivellare l'Italia.

A Viggiano si lavorano 104.000 barili di petrolio al giorno, poi mandati alla raffineria di Taranto, ci sono 39 pozzi nel circondario della Val D'Agri e, per l'anno 2011, ci sono stati ben 16 milioni di euro versati nelle casse pubbliche dalle varie ditte petrolifere che operano nella zona, ENI per prima con quasi 9 milioni.

Sembrano tanti soldi.

Ed ecco qui il risvolto della medaglia. E' un risvolto molto poco "eco", molto poco "sostenibile" che accade a pochi passi da Viggiano, e che viene a galla solo grazie alla testardaggine e all'impegno del tenente di polizia Giuseppe Di Bello e della professoressa Albina Colella.

Eccolo il successo della "Strategia nazionale energetica": idrocarburi nei sedimenti e nell'acqua di un invaso destinato al consumo umano.

Si tratta del lago Pertusillo dove da mesi si parla di carpe morte, di acque eutrofizzate e dove sono stati recentemente analizzati 4 campioni di acqua e 10 campioni di sedimenti, come descritto dalla OLA, l'Organizzazione Lucana Ambientalista,

Intanto, in Italia non esistono limiti per le concentrazioni massime di idrocarburi nei sedimenti dei laghi. Si puo' allora usare come confronto la soglia dei 60 milligrammi/chilogrammo, che e' il valore totale ammesso dalla legge per le concentrazioni di idrocarburi nei suoli.

Se si usa questa metrica, il risultato delle analisi e' che il 70% dei campioni analizzati mostrano concentrazioni di idrocarburi superiori ai limiti legali. Uno dei campioni mostrava addirittura 559 milligrammi/chilogrammo di idrocarburi, quasi dieci volte di piu' di quanto considerato legale!

I campioni hanno anche spesso evidenziato elevate concentrazioni di metalli pesanti e di altre sostanze piu o meno tossiche quali manganese, zinco, bario, vanadio, boro, cobalto, cromo, nichel, rame, piombo, alluminio, ferro.  Alcune di queste sostanze bioaccumulano negli organismi viventi e sono pericolosi alla salute con potenziale cancerogeno.

La domanda allora e': chi ha messo queste sostanze nel lago?

Beh, coincidenza vuole che fra gli ingredienti piu' comuni nel fluidi di perforazione ci sono proprio arsenico, bario, cromo, rame, piombo nickel e zinco!

Coincidenza vuole che attorno al Pertusillo ci siano solo boschi, fiumi e .. lupus in fabula .. i pozzi di petrolio dell'ENI.

Nessuno puo' dire con assoluta certezza se quegli idrocarburi e quei metalli pesanti riversati nel Pertusillo siano derivanti dai pozzi di petrolio, ma e' una ipotesi certo valida, e quasi solitaria, visto che ci sono ben poche alternative. Le foto parlano da se ed il semplice buonsenso punta in una direzione ben precisa.

Se non era per Colella e Di Bello, nessuno se ne sarebbe accorto.

Ci sara' qualcuno che indaghera'? Oppure, come detto al Congresso dei Geologi di Basilicata svoltosi a Potenza il 29-30 Novembre si dira' che il tutto e' causa di "qualcuno" che ha riversato kerosene nel lago?

L'Arpab, predisposta al controllo in Basilicata, ha qualcosa da dire? Ci saranno multe salate ai responsabili? Ci saranno bonifiche - pagate da chi ha inquinato? O dobbiamo aspettare che fra 10, 20, 30 anni tutto esploda come all'Ilva di Taranto per intervenire?

E quanto vale un lago inquinato? Qualcuno glielo dira' a quelli della Puglia che quell'acqua la berranno?

E siccome questo non e' un paese normale, proprio in questo giorni uno degli eroi di questa storia,
il tenente Giuseppe Di Bello e' stato sospeso dal servizio per avere denunciato l'inquinamento del Pertusillo!

Una nazione alla rovescia, veramente. Invece di ringraziarlo, gli si toglie il servizio! Ai miei occhi tutto questo e' strabiliante e spero che giustizia venga fatta e che chiunque abbia il potere di farlo, reintegri il tenente di Bello al piu' presto.

Occorre prendersela con i poteri forti, con gli speculatori, con chi inquina, e non con un onesto cittadino che semplicemente vuol sapere cosa c'e' dentro l'acqua che beve.




















Friday, December 14, 2012

Ai consiglieri regionali

La concessione Ombrina Mare con dentro la riserva di pesca dell'UE




Opposition to offshore drilling
is not an issue in California,
it's a deeply held value.

Spero che tutti voi possiate incalzare i *vostri* assessori e consiglieri regionali, sul tema Ombrina, con un testo qualsiasi, ma che li faccia sentire che *devono* fare qualcosa. Io ho mandato questo, ma devono essere bombardati, da tutti. Come sempre, sono battaglie per la vita e non per l'emergenza.

Gli email di tutto il consiglio regionale sono listati qui.

Oggi a Policoro. Che differenza con l'Abruzzo.
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Gentile Assessore/Consigliere

Il presidente Chiodi nel 2010 aveva promesso che la regione Abruzzo avrebbe "contrastato ogni forma di trivellazione" in Adriatico ed in terraferma.

Finora pero' la regione Abruzzo non ha fatto molto, ne contro Ombrina, ne contro gli altri pozzi d'Abruzzo.

Adesso vi si offre una nuova possibilita', quella di presentare al governo una opposizione ufficiale ai ministeri romani contro Ombrina Mare che torna prepotentemente alla ribalta.

E' tutto qui: http://www.dorsogna.blogspot.com/2012/12/il-ritorno-di-ombrina-mare.html

Pensi, non ce le hanno nemmeno nel golfo del Messico i centro oli a mare per troppo che sono pericolosi.

Adesso sta a voi politici pagati lautamente dalle casse comuni far qualcosa. Io e gli altri volontari che seguono le vicende petrolifere siamo cittadini normali non pagati per fare tutto questo lavoro di ricerca, contatti, lettura, di capire scadenze etc etc e spero che possiate fare la cosa giusta, usando tutti i canali possibili per fermare Ombrina.

Finora, duole dirlo, ma la regione Abruzzo non ha presentato una risoluzione che sia una contro Ombrina. Basti solo guardare invece la Puglia dove invece ci sono stati ricorsi al Tar e ripetute presentazioni di delibere, osservazioni di contrarieta' a Roma.

Lei ha il potere e la responsabilita' di fare qualcosa, a prescindere da me e superando le divisioni destra/sinistra. Spero che vogliate agire, per il bene comune, tutto il resto non conta.
Questo messaggio e' stato mandato a tutti i membri del consiglio regionale.

Buon lavoro.
MRD

Thursday, December 13, 2012

La Concessione Mazzarosa



L’istanza Villa Mazzarosa e il parere favorevole del Comitato di VIA
Già nell’autunno 2005, quando scattai questa foto, che ritrae alcuni tecnici intenti ad effettuare sondaggi abusivi al confine del Parco a mare Mazzarosa, cominciai a temere una possibile deriva petrolifera. E chiamai i Carabinieri e la Guardia Forestale che compilarono due distinti verbali.
L’istanza denominata Villa Mazzarosa, per la ricerca di idrocarburi in un’area di 13,4 Kmq., da Cologna a Scerne di Pineto e dalla battigia alla collina, venne presentata il 31 marzo 2006 dalla società Intergas Più, diventata poi Medoilgas Italia. 
E da quella data ho sempre seguito l’iter procedurale attraverso i Bollettini mensili del Ministero dello Sviluppo Economico.

L’ultimo passaggio è stato effettuato l’11 novembre 2011, con la pubblicazione sul B.U.R.A. dell’Avviso di attivazione della procedura di Valutazione Impatto Ambientale.

A distanza di tredici mesi, il 6 dicembre 2012 il Comitato di Via, senza aver minimamente considerato le migliaia di osservazioni inviate da Associazioni, partiti politici e privati cittadini, ha dato parere favorevole, ad eccezione dell’area “riperimetrata” della Riserva naturale Borsacchio e di alcune zone del territorio comunale.

Guarda caso, nella Regione Basilicata, dopo la riperimetrazione dello stupendo Parco nazionale Val d’Agri – Lagonegrese, sono iniziate le ricerche di idrocarburi, ed oggi i 60 pozzi petroliferi in attività, e il Centro Oli di Viggiano, con le sue esalazioni tossiche e i continui riversamenti inquinanti, hanno stravolto la qualità della vita dei residenti.

Occorre inoltre considerare che già il sentir parlare di ricerche petrolifere a Roseto, causerà ricadute molto negative sul nostro turismo, sulla nostra agricoltura e sulle attività correlate.

E siccome i sondaggi abusivi hanno avuto riscontri positivi, cosa succederà quando la Medoilgas Italia inizierà l’estrazione di petrolio e di altri idrocarburi?

A fronte di un parere così irragionevole e ingiustificato, da contrastare in tutte le sedi, sono rimasto letteralmente trasecolato quando ho letto la seguente dichiarazione dell’assessore rosetano all’Ambiente: “Esprimiamo soddisfazione per il parere espresso dal Comitato Via che impedisce qualsiasi tipo di ricerca di idrocarburi all’interno del perimetro della Riserva del Borsacchio, e di altre aree”.

Purtroppo, come nella Val d’Agri della Basilicata, la scellerata riperimetrazione dell’area protetta, fortemente voluta e votata dalla maggioranza del Consiglio comunale, ha spalancato le porte alla petrolizzazione del nostro territorio.

E insieme all’assessore, e alla Giunta capitanata dal sindaco Pavone, esprimeranno tanta soddisfazione la società Medoilgas Italia e l’Assomineraria!
                                                                    Franco Sbrolla http://www.francosbrolla-roseto.it

Tuesday, December 11, 2012

Il ritorno di Ombrina Mare

E cosi mentre i nostri politici dormono, Ombrina torna alla carica. Eccolo il nostro mare se nessuno fa niente.

Nave FPSO - progettata per la costa teatina.


La concessione Ombrina Mare proposta per le coste d'Abruzzo dalla ditta inglese Mediterranean Oil and Gas e' tornata al vaglio del governo centrale. In queste settimane i ministeri romani infatti raccolgono pareri e osservazioni da parte di enti, regioni e comuni sulle trivellazioni nei mari d'Abruzzo.

Ombrina Mare aveva gia' ricevuto un preavviso di rigetto nel 2010 dal Ministero dell'Ambiente a causa del Decreto Prestigiacomo e degli enormi impatti che avrebbe comportato ai residenti, al turismo, alla pesca e a varie zone protette che sorgono lungo il litorale della costa teatina, accogliendo il parere di centinaia e centinaia di cittadini, associazioni, docenti universitari ed enti locali che avevano espresso la loro contrarieta' mandando osservazioni in critica ed organizzando molteplici eventi di protesta.

Il progetto della MOG riguarda il litorale fra Ortona, San Vito, Fossacesia, Rocca San Giovanni e Torino di Sangro e  prevede la costruzione di un piattaforma per estrazione di petrolio a 5 chilometri
da riva e di una nave FPSO che altro non e' se non un "centro oli a mare" per la desolforazione del greggio. Pozzo e nave sorgono nelle strette vicinanze di una riserva di pesca finanziata dall'UE.

La stessa MOG stima che ogni giorno ci sara' l'incerimento di circa 200 tonnellate di materiale di scarto da una fiamma perenne sulla nave FPSO. Questo tipo di raffinerie galleggianti non vengono
usate neanche nel golfo del Messico per la loro pericolosita'.

Il Decreto Sviluppo nell'estate 2012 da alla MOG la possibilita'  di riaprire nuovamente la discussione. Questa volta secondo un procedimento profondamente antidemocratico, i cittadini
sono stati esclusi dall'invio di osservazioni.

Chiediamo a Gianni Chiodi, a Gianfranco Giuliante e a Mauro Febbo di intervenire con vigore sulla questione e di inviare osservazioni ufficiali presso il governo centrale a nome della regione Abruzzo,
ricordando le promesse del 2010 secondo le quali la giunta regionale avrebbe "contrastato ogni forma di trivellazione".

Finora la regione Abruzzo non ha espresso parere alcuno su Ombrina e su nessun altro progetto petrolifero,  a differenza della regione Puglia che ripetutamente ha stilato documenti di contrarieta' alle trivellazioni in Adriatico, e fatto ricorsi al TAR.

Invitiamo altresi' tutti i sindaci della costa e dei comuni confinanti che usufruiscono dello stesso tratto di mare, Lanciano e Vasto in primis, di far valere i propri diritti,  e di ricordare al ministero dello
sviluppo economico che il mare non e' di Corrado Passera o della MOG ma dei cittadini d'Italia.

Il fracking

La parola fracking e’ arrivata al grande pubblico da quando il regista americano Josh Fox ha realizzato un documentario sulle estrazioni di “gas non convenzionale” negli USA. 

Correva l’anno 2009, sebbene il fracking fosse stato inventato nel 1947, poi ottimizzato e diffuso su larga scala a partire dal 1997 nel Barnett Shale in Texas. Il fracking ha poi preso il definitivamente il sopravvento nel 2005 grazie all’amministrazione del duo petrolifero Bush-Cheney che esento’ questa pratica dalle leggi di protezione ambientale negli USA, fra cui il Safe Water Drinking Act e che apri' le terre demaniali degli stati centrali degli USA ai petrolieri.

Fracking e’ una abbreviazione di “hydraulic fracturing” che significa fratturazione idraulica. Queste due parole racchiudono tutto il concetto del fracking: frantumare la roccia usando fluidi saturi di sostanze chimiche ed iniettati nel sottosuolo ad alta pressione. Il fracking e’ un modo “non convenzionale” per estrarre gas da roccia porosa di origine argillosa detta scisti (shale in inglese), le cui vacuita’ ospitano in prevalenza metano. Con le tecniche “tradizionali” questo gas non potrebbe essere estratto, visto che il gas e’ intrappolato in una miriade di pori sotterranei e la classica trivella verticale non arriverebbe ad aprirli tutti.

Con il fracking invece, giunti ad una certa profondita’ la trivella ed i fluidi di perforazione vengono direzionati orizzontalmente e l’alta pressione innesca una serie di microsismi frantumando la roccia e lasciando sprigionare il gas. Esistono varianti per petrolio, per geotermia e per metano intrappolato in carbone invece che in scisti, detto Coal Bed Methane.




Insomma, questo fracking e’ l’ultima diavoleria inventata dai petrolieri per spremere dalla pancia della terra il piu’ idrocarburi possible.

Credo che molti associno la questione fracking ai terremoti, ed e’ vero, ma le occorrenze seppure gravi, sono rare. Ci sono invece una moltitudine di altri problemi collegati al fracking e collegati al vivere quotidiano: l'acqua che si beve, l'aria che si respira, il cibo che si mangia.

Intanto, come per quasi tutti le miscele che l'industria petrolifera inietta nel sottosuolo, non e' dato sapere esattamente cosa usano. Ci sono proppanti - per aprire e tenere aperte le fessure nel sottosuolo - ci sono acidi, biocidi, stabilizzatori, inibitori di corrosione, surfattanti, inibitori, agenti per aumentare la viscosita'.

E di cosa sono fatti?  


Fra le sostanze possibili presenti nei fluidi da fracking, secondo un rapporto della Camera USA: naftalene, benzene, toluene, xylene, etilbenzene, piombo, diesel, formadelhyde, acido solforico, thiourea, cloruro di benzile, acido nitrilotriacetico, acrylamide, ossido di propilene, ossido di etilene, acetaldehyde, Di (2-ethylhexyl) phtalati. Sono tutti cancerogeni. Fra le sostanze radioattive invece si elencano vari isotopi di antimonio, cromo, cobalto, iodio, zirconio, potassio, lanthanio, rubidio, scandio, iridio, kripton, zinco, xenon, manganese.

Bastano? 

Sul link di cui sopra - quello della camera - le miscele note occupano circa 17 pagine. Qui ci sono solo quelle che iniziano per A. Per la lista completa, basta scaricare il link ed andare a pagina 13.




 
Proprio l'altro ieri the Indenependent di Londra riporta che e' venuto fuori un misterioso componente usato per fare fracking in Texas che ha causato danni ai reni e al fegato di chi vive vicino a questi pozzi e che per ora non si sa cosa sia. Si sa solo che e' siglato EXP-F0173-11.

Ogni pozzo da fracking necessita dai 2-4 milioni di galloni di acqua per poter operare, che si traducono in 7-14 milioni di litri di acqua satura di sostanze chimiche.
 
E dove finisce il tutto? Nonostante la propaganda dei petrolieri secondo cui le cementificazioni e le impermeabilizzazioni dei pozzi sono perfetti, nessuna attivita' dell'uomo e' esente dal logorio, dall'uso, da difetti, ed evidente che continuando a pompare miscele inquinanti nel terreno, prima o poi qualcosa deve pure cedere.  E migrare. E arrivare, prima o poi, nei rubinetti delle persone.

Per di piu', a volte lo shale del sottosuolo contiene gia' sostanze radioattive di per sonto suo, che madre natura ha nel corso dei millenni separato dal resto, e che stuzzicate dal fracking possono arrivare in superficie.
 
E cosi, ecco una perfetta inchiesta del New York Times sulle concentrazioni fuori da ogni grazia di Dio di livelli di materiale radioattivo nei pozzi artesiani vicino ai pozzi del fracking in Pennsylvania. In alcuni casi si e' arrivati 1500 volte i valori stabiliti per legge.

E non e' questo un caso isolato. L’inquinamento delle riserve acquifere in seguito ad interventi di fracking si e’ verificato anche in Texas, Ohio, Pennsylvania, Colorado, Wyoming, dove innumerevoli sono le famiglie che riportano casi di metano nell’acqua dei rubinetti che si infiammano, acqua nei pozzi artesiani color marroncino e puzzolente, assolutamente inutilizzabile e satura di inquinanti. Il risultato e' che la gente non ha piu' l'acqua potabile in casa - nella nazione piu ricca del mondo! -e  ci si ammala. Ci sono anche casi di ruscelli inquinati, morie di animali, mini-geyser di acqua e metano che schizzano anche 30 metri dal suolo a causa delle forti pressioni sotterranee. 





Fracking in vari stati USA.

Altrettanto grave per la salute pubblica e delle falde acquifere e’ il fatto che in alcuni casi i numerosi rifiuti del fracking vengono deposti sine die in vasche a cielo aperto, causando miasmi tossici e inquinamento dell’atmosfera nel circondario.

E i fluidi di scarto dove finiscono? 

Quando non finiscono nelle vasche, vengono re-immessi nel sottosuolo, sempre ad alta pressione, nei cosiddetti pozzi di reiniezione. Ed e’ proprio l’alta pressione con cui i fluidi dismessi ed inquinanti spingono sulla roccia – possibilmente su faglie sismiche note o non note – che puo’ scatenare fenomeni tellurici in zone anche non sismiche, come successo in Oklahoma, Texas, Arkansas, Ohio, negli USA, a nel British Columbia in Canada, e a Blackpool nel Regno Unito.

Ci sarebbero tante storie da raccontare di vite normali spezzate dal fracking qui negli USA mentre i grandi strateghi seduti a Washington e coccolati dai lobbisti del gas, parlano di indipendenza energetica. 


Questa ditta e’ la stessa che gestisce lo stoccaggio di gas a Rivara, vicino all’epicentro del terremoto emiliano. Altri progetti per estrarre Coal Bed Methane e per poi stoccare le vacuita’ del sottosuolo con CO2 sono previsti per le miniere dismesse del Sulcis in Sardegna e attorno a Siena.

Si dira': il nostro territorio si presta poco al fracking, queste di Ribolla e del Sulcis sono solo prove, non si deve fare allarmismo. Io invece credo che proprio perche' siamo all'inizio, e proprio perche' siamo ancora una nazione tutto sommato frack-free, occorra intervenire adesso e legislare in materia PRIMA e non DOPO.

Quanto succede negli USA non e' allarmismo, e' verita'. E mutatis mutandis sara' realta' anche in Italia se nessuno dice o fa niente.

La Francia, la Bulgaria, il Lussemburgo hanno vietato il fracking sul loro territorio. Gli stati del Quebec in Canada, del Victoria in Australia, della Cantabria in Spagna, del Vermont negli USA l'hanno vietato anche loro. L'Inghilterra ha una moratoria dopo il terremoto del 2011 a Blackpool, e cosi pure lo stato di New York. 

Ecco, evitiamo che tutto questo possa anche solo iniziare in Italia. Siamo ancora in tempo e possiamo ancora guardare al resto del mondo e imparare dagli sbagli degli altri.



Sunday, December 9, 2012

Fabrizio Fornaciari e la MOG

Fabrizio  Fornaciari, Roseto.
Il politico occorre saperlo fare, mio caro.

 Trivelle abusive nei pressi di Villa Mazzarosa, 2005.
Che ne pensa Fornaciari?


Delle due una: o l'assessore Fabrizio Fornaciari del comune di Roseto non sa di cosa parla, oppure lo sa ed e' piu' facile dire che e' tuttapposto. 

Ma ignoranza o malafede che sia e' abbastanza grave che invece che gridare allo scandalo lui mandi questi comunicati rassicuranti e splendenti in cui dice "Il Borsacchio e' salvo".

Il Borsacchio non e' salvo neanche per niente.

Parliamo della malaugurata vicenda delle trivelle della MOG, che questa ditta di speculanti inglesi vorrebbero installare a Roseto, secondo la concessione "Villa Mazzarosa".

Intanto, la MOG ne ha anche un 'altra di concessioni nell'area, detta Villa Carbone.

Anzi, ce l'aveva, perche' in data 6 Settembre 2012, la MOG ha venduto parte dei suoi asset ad una ditta canadese, inclusa la concessione Villa Carbone, in modo che si possano concentrare maggiormente sulle loro "concessioni strategiche", inclusa Ombrina.

Quindi da adesso, oltre alla MOG occorre aggiungercene un altra: la Canoel International Energy Limited di Calgary.

Per entrambe le concessioni, a differenza di quanto dice il Fornaciari, la regione Abruzzo dice che il parere e' "POSITIVO CON PRESCRIZIONE" per quanto riguarda l'esclusione della concessione dalla valutazione di impatto ambientale VIA.




Quindi, questo vuol dire che alla commissione VIA di Sorgi e compari basta quel ridicolo progetto presentato dalla MOG - in cui si diceva che l'area del Borsacchio era di "scarso pregio" - per dargli la concessione e per lasciarli inziare a fare le loro belle ispezioni sismiche, che altro non sono che il primo passo per le trivellazioni vere e proprie.

E si, l'iter sara' lungo, ci saranno altre puntate etc etc, ma il punto e' che il cancro si ferma all'inizio, non lo si lascia camminare lentamente o "con prescrizioni".

Li ci sono zone franose, zone agricole, zone a rischio idraulico. Alla commissione VIA non importa, e neanche al Fornaciari evidentemente.

Fornaciari dice che le ispezioni sismiche non potranno

"essere effettuate tramite esplosivi" e che le "indagini potranno essere svolte solo sulla viabilità esistente e previa autorizzazione del Comune."

Beh, questa non e' una vittoria del Fornaciari. Gia nel suo rapporto preliminare, la MOG diceva che non avrebbero usato esplosivi, ma camionette vibranti, che causeranno - l'hanno detto loro - "lievi" vibrazioni nel territorio. Quanto lievi non si sa.

E poi il Fornaciari dice che la Riserva sara' esclusa dalle trivelle e cosi pure altri terreni di pregio.

Ma che significa? 

Che facciamo ispezioni-buco-estrazioni fra una riserva e un terreno di pregio? 
Che facciamo  ispezioni-buco-estrazioni a 200 metri dalla riserva, dalle case, dalle colline del vino?

E che abbiamo risolto? 

Un territorio si protegge tutto, e non a macchia di leopardo!

L'aria mica si ferma? Le falde acquifere mica si fermano? 

E' questo il famoso "compromesso". Inizio a prendermi quello che posso dicendo che va tutto bene, e intanto entro nel territorio. E poi divento sempre piu' audace e mi prendo sempre un po di piu quel che voglio. E poi me lo ingoio tutto.

E' iniziata cosi in Basilicata.

E adesso? Adesso occorre che il cittadino medio continui ad assillare il Fornaciari, il sindaco di Roseto Enio Pavone e tutte le mezze cartuccie che amministrano quella zona che non sono riusciti a fare valere le loro ragioni e che ben poco hanno fatto negli scorsi 12 mesi per fermare questo scempio.

E no, caro Fornaciari, una delibera non basta. Ci vuole l'attivismo sincero, tutti i santi giorni. E questo vale per i politici, ma anche per il cittadino medio.

La democrazia e' fatica, e' lavoro, e' scomoda.

E' mia esperienza che le trivelle sono fallite ovunque ci sia stato un sentimento popolare cosi forte
che non hanno potuto dire di si. Basta solo guardare Bomba e con quanto amore e perseveranza Massimo Colonna ha incalzato i petrolieri della Forest Oil, puntata per puntata di questa saga, senza fermarsi mai.

E Gianni Chiodi dov'era in tutto cio?

Lui che va in Puglia a dire che "fa atti concreti contro le trivelle", lui che dice che "costrasteremo con ogni mezzo" le trivelle non si e' visto, ne a Roseto e ne per Ombrina, e per niente altro.

Il bello addormentato.
Il nostro inutile governatore.


Thursday, December 6, 2012

A Elda Fiorillo, del Ministero dello Sviluppo Economico, su Ombrina

Vediamo che ha da dire.

Questa e' la responsabile di Ombrina Mare.
Il suo indirizzo email e' elda.fiorillo@sviluppoeconomico.gov.it.
Bombardiamola. Questo e' quello che ho scritto io.

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Gentile Dr. Fiorillo,

le avevo chiesto diverso tempo fa di potermi notificare quando e ci sarebbero state novita' su Ombrina Mare.

Lei non mi ha mai scritto, e adesso mi giunge voce che il termine ultimo per mandare osservazioni e' il 9 Dicembre.

Sul sito ministeriale non compare niente di questa data, e vorrei avere da lei conferma o smentita.

Come gia' detto, la concessione e' stata gia' bocciata per motivi che non hanno niente a che vedere con il decreto Prestigiacomo e che hanno a che fare invece con la presenza di riserve naturali, di una area di ripopolamento ittico e con l'alta pericolisita' del progetto.

Tutta la provincia di Chieti si e' espressa contro Ombrina Mare, che include la costruzione di campo di petrolio e di una nave desolforatore - con incenerimento costante di rifiuti tossici petroliferi - a 9km da riva.

Non le hanno costruite neanche nel golfo del Messico le navi FPSO per troppo che sono pericolose e l'idea di installarne a 9km dal costituendo parco nazionale della costa teatina e' folle, semplicemente folle e che solo gente senza scupoli puo' anche solo immaginare di approvare.

La prego di volere confermare o smentire la scadenza del 9 dicembre, e' un nostro diritto democratico quello di essere informati e di poter dire la nostra.

Questo paese non appartiene a Corrado Passera.
Questo paese appartiene agli Italiani.

Grazie,
MRD

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Nota questa fu la risposta della Fiorillo a Settembre 2012:


________________________________________
From: Elda Fiorillo [elda.fiorillo@sviluppoeconomico.gov.it]
Sent: Monday, September 03, 2012 3:28 AM
To: D'Orsogna, Maria-Rita R
Subject: R: Ombrina Mare

Gentile Signora D'Orsogna
Quanto alla questione delle 12 miglia stiamo affrontando l'applicazione
della norma da poco approvata in senso generale, perché la cosa riguarda
tante altre concessioni. Comunicheremo a tutti gli interessati gli sviluppi
conseguenti dall'articolo di legge. Comunque come lei ha giustamente
sottolineato, i motivi della bocciatura, nel caso di Ombrina, sono stati
anche altri, ma in ogni caso bisognerà fare una riflessione sulla quale al
momento non posso darle la risposta.
Cordiali saluti

Elda Fiorillo
Dirigente
Divisione VI - Sviluppo delle attività di ricerca, coltivazione di
idrocarburi e risorse geotermiche
Direzione Generale per le risorse minerarie ed energetiche
Dipartimento per l'energia
Via Molise 2 – 00187 – Roma
Tel : (+39) 06 47052705
Fax: (+39) 06 47052240


MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

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Grazie mille della risposta.

cosa possiamo fare noi cittadini per assicurarci che le nostre opinioni siano tenute in considerazione?

A suo tempo abbiamo inviato centinaia di lettere di contrarieta' - secondo quanto stipulato
dalle leggi italiane e secondo il trattato di Aarhus - e vogliamo essere partecipi di questa nuova decisione che riguardera' il futuro di noi tutti.

In questo caso, con Ombrina Mare, si tratta di una struttura permanente con pozzo e nave desolforatore (con fiamma inceneritrice 24 ore su 24 a ridosso di una spiaggia bandiera blu ) a 9 km da riva. Di navi desolforatore non ce ne sono in tutto il golfo del Messico...


Grazie ancora e buon lavoro
Maria R D'Orsogna





Approvate le istanze petrolifere Villa Mazzarosa e Villa Carbone

E cosi, nonostante mi sia spaccata in quattro durante le vacanze di Natale l'anno scorso, la Commissione VIA d'Abruzzo di Chiodi, Sorgi e Scoccia in Abruzzo ha approvato le trivelle presso Villa Mazzarosa e Villa Carbone.

Entrambe le concessioni sono nel teramano, la concessione Mazzarosa e' all'interno della riserva del Borsacchio e sono per gas e petrolio - lo dicono gli stessi della MOG nella loro relazione VIA.

Per la precisione la VIA della MOG e' passata con prescrizioni e quindi, la
MOG potra' procedere con le ispezioni sismiche e poi, in caso vogliano fare i propri e veri buchi, dovranno presentare delle "integrazioni" all'attuale progetto.  A quanto pare, la MOG ha anche presentato delle controdeduzioni alle nostre osservazioni di cui pero' non si conosce il contenuto.

Questo vuol dire diverse cose, ai miei occhi almeno:

1. La legge regionale di Gianni Chiodi e' un grande bluff e non serve a niente.

2. I politici d'Abruzzo fanno piangere.

3. Ma la cosa che mi fa piu rabbia e' l'apatia della gente comune.

Io vivo in un altro continente.

Come puo' essere che gli Abruzzesi dormano? Cosa hanno fatto i residenti, i giornalisti, gli accademici, gli studenti, di Teramo, Roseto, Pineto, Alba Adriatica e cosi via? Perche' questa cosa me la sono presa piu' a cuore io di tutti loro messi assieme?

Si, a parole siamo tutti contrari, ma poi nella pratica dei fatti, non c'e' nessuno veramente che vuole dedicarcisi a queste cose, con intelligenza, e sprito di gruppo. Ci sono persone che si svegliano, fanno un gran fuoco per tre mesi e poi scompaiono. Invece no, ci vuole perseveranza, ci vuole umilta', ci vuole il sapere far sentire tutti partecipi, il sapere dove sono i propri limiti e accettare di chiedere a chi ne sa piu' di te. Significa ingoiare rospi qualche volta e ricordare che siamo qui con uno scopo ben preciso e che tutto passa in secondo piano rispetto all'importanza di salvare il territorio.

Sono battaglie per la vita.

E invece pare che a chi ci vive vicino, il Borsacchio e quelle colline coltivate siano niente e che non sia affare loro. E va bene.

E Ombrina?

Io mi sono spaccata in quattro anche li. I giochi sono stati riaperti, c'e' tempo fino al 9 dicembre di presentare le proprie osservazioni. Io non ne sapevo niente fino a 10 minuti fa. Nessuno me l'ha detto.

E' tardi per fare qualsiasi cosa, and so be it.
Anche la mia resistenza ha un limite. 

I gave all that I had.

Ma non succedera' niente, perche' nessuno ne ha voglia - e perche' nessuno si rende conto veramente che significa una nave FPSO a 9km da riva, che non hanno neanche nel golfo del Messico.

Se penso che siamo dovuti arrivare al punto di non ritorno a Taranto affinche' la gente si scandalizzasse, e allora capisco tutto il modo di fare di questa nazione, irrazionale ed emotiva, e che non sa agire per tempo. Tiriamo egoisticamente a campare, invochiamo la provvidenza, e non ci pensiamo. La parola prevenzione non esiste.

Ora sta ai comuni di San Vito, Fossacesia,Torino Di Sangro, Lanciano e Ortona fare la loro parte. Sta a Enrico di Giuseppantonio, sta a Gianni Chiodi darsi da fare. Sta al popolo darsi da fare.

Ma se questi signori politici pensano che sia sufficente mandare una letterina, in modo da ripulirsi la coscienza davanti agli elettori, ammesso che agli elettori importi qualcosa, non basta quello.

Occorre far partecipare la gente, occorre lo scandalo, occorre che di queste cose si parli giorno e notte, occorre che la gente pretenda che il loro mare e i loro parchi siano rispettati. Occorre la democrazia in una parola. E per fare tutto questo ci deve essere una enorme ed intelligente forza di volonta' dietro che non e' da tutti e che e' stancante.

E' questo che ha insegnato il Centro Oli ed e' questo quello che manca.

E' brutto dirlo, ma gli italiani meritano tutto quello che hanno e finche' non ci si rende conto che la democrazia significa agire e non dormire crogiolandosi nel proprio orticello, non faremo molti progressi in questa nazione.

Congresso geologi: La malafede

"Questo convegno lo sappiamo a che serve, e' a servizio di chi lo vuole il petrolio"
Voce di popolo, voce di verita'.

E cosi, eccole le immagini del congresso dei geologi di Basilicata.



Si apre con il sindaco di Potenza, Vito Santarserio "ambientalista" che per troppo che e' ambientalista se la prende con i cittadini e poi va a sedersi dentro alla "conferenza scientifica" con quegli altri "ambientalisti" signori del petrolio.

Tutti "ambientalisti" a questo convegno!

E poi lo stesso sindaco, dentro il palazzo, scambia battute con il dottor Gianpaolo Farina, il protagonista del video. Affianco, e con il riporto, Salvatore Lambiase, il dirigente regionale della commissione VIA di Basilicata.

Santarsiero parla di appuntamenti privati, di tranquilizzare il clima,  di "aggressioni" e cerca di diffondere tutto, come se niente fosse - una specie di "e' cos'e niente" di De Filippo. Un altro giocoliere del tuttapposto.

Dice che non e' vero che le piattaforme nello Ionio arriveranno fra 60 giorni.

Si e' vero, forse c'e' un po di confusione, probabilmente ci si riferisce al fatto che 60 giorni sono i termini per mandare le osservazioni di contrarieta'. Ed e' vero che tutto l'iter necessita di un anno, o due.

Ma il punto non e' questo: il punto e' che manca totalmente il sale della democrazia qui: la trasparenza, l'informazione, il comunicare al cittadino, lo spiegargli le cose.

Quello che Santarsiero non capisce e' che lui e' pagato per fare i nostri interessi, e invece che andare ad un congresso blindato fatto dai petrolieri, per i petrolieri e con i petrolieri, avrebbe dovuto lui organizzare un convegno aperto alla sua gente per spiegare iter procedurali per queste concessioni della Shell nello Ionio, e cosa fare per trasformare tutta questa rabbia popolare in azioni costruttive CONTRO le trivelle.

Perche' il tale dirigente della Commissione VIA, Lambiase, non ha ricordato che entro 60 giorni si possono mandare testi di contrarieta' a Roma?  E qual'e' la posizione di Santarsiero a proposito? Scommetto con un sacco di gente da Potenza va al mare a Policoro e sulla costa ionica. Lui si opporra'?

Mandera' il suo bel testo di contrarieta' a Roma?

Per ora e' andato al convegno dei geologi.

Notare che Lambiase e' uno dei rinviati a giudizio sull'inceneritore la Fenice, dove anche li ci sono falde acquifere inquinate da metalli pesanti.

Parte 2: Compare Raffaele Nardone, Presidente dell'Ordine dei geologi di Basilicata che ricorda che e' una conferenza di geologi, e che mica a quelle dei medici lui ci va?

Beh, la differenza e' che questi geologi se la dicono e se la cantano su un tema - l'ambiente - che ci rigaurda tutti, e che e' un diritto di tutti i residenti sapere cosa si sta facendo sotto i loro piedi e nel loro mare. Anche se si tratta di "geologi ambientalisti".

E poi ricorda che si paga 100 euro per stare li dentro e che se si vive male in Basilicata non e' per colpa delle trivelle, ma e' perche' cosi e'.

Anche lui - dice - "non tiene soldi".

E poi cigliegina sulla torta nega che ci siano mai stati danni - e che non ci sono esempi.  Tutto confermato da Nunzio Oriolo, geologo che addirituttra vive "sopra il pozzo" e che "scoppia di salute" Nessun danno. Falde e perforazioni non si mescolano secondo lui.
Non ci sono drammi.  Ci sono "sorgenti naturali di petrolio". Tuttapposto.

E ovviamente un medico non puo capire e "occorre fidarsi!"

E quando gli ricordano che nell'acqua del Pertusillo ci sono veleni, dice "andate dalla procura della Repubblica, io sono un geologo e non posso saperlo".

Ma caro Nardone, qui non ci vogliono medici, e non ci vogliono geologi.

Ci vuole solo il buon senso. Arrivano le trivelle, dopo un po ci sono carpe morte e livelli di bario e petrolio nel lago e nell'acquedotto.

2+2 = 4.

Infine compare Raffaele Vita, quello dell'Arpab che dice di fare 36000 controlli all'anno.

Addirittura! Cento al giorno, comprese le domeniche e i sabati.

Ma .. e come mai se uno va al centro monitoraggio a Villa D'Agri non hanno un dato che sia uno? E come mai dai siti web i dati ci sono un giorno si e due no? E come mai questi dati non sono diffusi?

E guarda caso, il dato dell'inquinamento nel Pertusillo non lo conosce.

Quello li gli era sfuggito ai suoi 36000 controlli!

Il medico persiste, che occorre parlarne, risolvere, capire.

Ed ecco qui la voce della verita:

"Qui sono circolate delle cose che non andavano circolate"

E si, occorre fidarsi, i geologi sono gli amici dell'ambiente. Loro in Basilicata, non "hanno contratto diretto", ma danno un "servizio" alle ditte petrolifere perche "noi dobbiamo lavorare in qualche modo" e quindi occorre fare formazione e fare della Fondazione Mattei una scuola di riferimento nazionale per la geologia del petrolio.

Boh.

Ma il medico Farina continua ad insistere con il numeri.

E con il bario.

Secondo le leggi, nell'acqua potabile il limite massimo di bario e' 0.

Nell'acquedotto che e' collegato al Pertusillo siamo a 49 microgrammi/litro di bario.

Quella e' l'acqua che ci beviamo noi.

Tutto composto, il "geologo ambientalista" risponde che non si puo' stabilire causa rapporto-effetto, che occorre "speciazione" e che chissa' magari c'e' qualcuno che sciacqua kerosene nel pertusillo!

Ovviamente, oltre l'idea che qualcuno e' andato a sversare kerosene nel lago, non ce ne sono altre.

Ma, e' l'idea piu' logica perche' non viene considerata? E cioe' che li vicino ci sono pozzi di petrolio
che usano bario?

Perche' ostinarsi a dire che 2+2 = 7?

Occorre continuare a rompere le scatole.

Quanti geologi del petrolio ci sono in Italia? 500? 1000? 5000? Bene, sono pochi. Siamo di piu' noi, e se tutti noi continuiamo a fare la nostra parte, convegno per convegno, concessione per concessione, alla fine si vince, e lo sanno pure loro.

E' per questo che era tutto blindato.

Notare la sala splendente, con gli stucchi, gli affreschi e l'acqua imbottigliata per tutti i relatori.
Non gli danno mica l'acqua del Pertusillo con dentro gli idrocarburi, i metalli pesanti e il bario.

Quella la lasciamo alle carpe e ai cittadini.

Tuesday, December 4, 2012

La Petrobras in Nuova Zelanda e la vittoria dei pinguini


Della storia della Petrobras - la ditta petrolfiera nazionale del Brasile che voleva trivellare al largo della Nuova Zelanda abbiamo gia' parlato.

La Petrobras aveva intenzione di eseguire esplorazioni sismiche e trivellare al largo del bacino di Raukumara, una regione abitata da comunita' indigene di Maori. Hanno iniziato le procedure nel 2010 e le ispezioni sismiche le hanno iniziate nel 2011.

Come da copione i residenti hanno poi ritrovato carcasse di pinguini sparsi lungo la costa. Questo e' grave, perche' i pinguini sono animali sacri per i Maori, un popolo dedito alla pesca e con forte rispetto per il mare.

La loro battaglia e' stata feroce ed e' finita con una causa da parte di Greenpeace e della comunita' Maori "Te Whanau a Apanui" contro la Petrobras, all'inizio del 2012. Si sono lamentati che il governo aveva dato le concessioni senza interpellarli.

Il governo invece era molto favorevole alle operazioni petrolifere nel mare - in acque profonde e difficili - e secondo Greenpeace ha cercato in ogni modo di favorire i petrolieri, con incentivi e procedure facilitate. Gli ambientalisti contendono anche che andare avanti con trivellazioni danneggerebbe la reputazione di nazione verde e rispettosa dell'ambiente della Nuova Zelanda.

E cosi, ieri 3 dicembre dopo vari tira e molla, finalmente la Petrobras annuncia di ritirarsi in toto dalla Nuova Zelanda ed e' tutto stato confermato dal loro primo ministro John Key.

Le Petrobras restituira' 18 miliardi di dollari di licenze e ha cancellato tutti gli ordini per le operazioni nelle acque dei Maori.

Dicono che non si sono ritirati a causa delle denuncie di Greenpeace e degli indigeni ma per "ristrutturazione interna", perche' quelli sono mari difficili, e anche a causa delle terribili perdite che la Petrobras ha riportato nell'anno 2011.

Sara', ma e' il risultato che conta, e l'importante e' che se ne siano tornati da dove sono venuti.

I Maori esultano.

Qui il commentario di Greenpeace Nuova Zelanda.

Sunday, December 2, 2012

I convegni di Chiodi: "soggiogate la terra"




E quindi questo e' il governatore della regione verde d'Abruzzo.

Uno che va ai convegni per dove e' scritto grande grande che "Dio" ha ordinato agli uomini di "soggiogare la terra", e di "dominare" sui pesci, sul mare e su ogni essere vivente che striscia sulla terra.

E poi segue: l'Abruzzo: contemplazione o sviluppo?

Interessante che poi lo stesso soggetto si faccia intervistare alla TV di Puglia - mica a quella d'Aburzzo -  per dire che lui ha fatto atti concreti contro il petrolio.

Puo' farlo solo alla TV di Puglia, perche' in Abruzzo lo sappiamo tutti che non e' vero.

La verita' e' che Gianni Chiodi non ha mai avuto il coraggio di fare niente, e se ha agito e' solo perche' costretto dalla rabbia della gente, dalle pressioni del clero, e dalla paura di perdere voti.

E' un governatore molle, inutile, che non sa cosa vuol dire guidare. Sa solo stare li seduto sulla poltrona accontentando lobbisti e speculatori perche' il coraggio non ce l'ha e non se lo sa dare.

Ha mai mandato osservazioni Gianni Chiodi? No.

Ha fatto qualcosa per il Parco della Costa Teatina, strumento per fermare i petrolieri? No.

Ha mai aiutato istituzionalmente quelli che hanno combattuto contro le trivelle? No.

Ha smosso un dito contro Ombrina? No.

Ha smosso un dito contro la Forest Oil? No.

Ha smosso un dito contro il tubo Snam? No.

Ha smosso un dito contro Cipressi? No.

E' andato alle manifestazioni? No.

Ne ha organizzate lui? No.

O vogliamo parlare del convegno di Cupello in cui scherni' tutti i cittadini che volevano risposte da lui e a cui seppe solo dire "state millantando una situazione falsa" davanti a mappe, dati e numeri ministeriali e tuttaltro che false.

E' solo un governatore che va al traino.

Un governatore del tutto inutile e che non merita di essere rieletto.