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Tuesday, December 11, 2012

Il fracking

La parola fracking e’ arrivata al grande pubblico da quando il regista americano Josh Fox ha realizzato un documentario sulle estrazioni di “gas non convenzionale” negli USA. 

Correva l’anno 2009, sebbene il fracking fosse stato inventato nel 1947, poi ottimizzato e diffuso su larga scala a partire dal 1997 nel Barnett Shale in Texas. Il fracking ha poi preso il definitivamente il sopravvento nel 2005 grazie all’amministrazione del duo petrolifero Bush-Cheney che esento’ questa pratica dalle leggi di protezione ambientale negli USA, fra cui il Safe Water Drinking Act e che apri' le terre demaniali degli stati centrali degli USA ai petrolieri.

Fracking e’ una abbreviazione di “hydraulic fracturing” che significa fratturazione idraulica. Queste due parole racchiudono tutto il concetto del fracking: frantumare la roccia usando fluidi saturi di sostanze chimiche ed iniettati nel sottosuolo ad alta pressione. Il fracking e’ un modo “non convenzionale” per estrarre gas da roccia porosa di origine argillosa detta scisti (shale in inglese), le cui vacuita’ ospitano in prevalenza metano. Con le tecniche “tradizionali” questo gas non potrebbe essere estratto, visto che il gas e’ intrappolato in una miriade di pori sotterranei e la classica trivella verticale non arriverebbe ad aprirli tutti.

Con il fracking invece, giunti ad una certa profondita’ la trivella ed i fluidi di perforazione vengono direzionati orizzontalmente e l’alta pressione innesca una serie di microsismi frantumando la roccia e lasciando sprigionare il gas. Esistono varianti per petrolio, per geotermia e per metano intrappolato in carbone invece che in scisti, detto Coal Bed Methane.




Insomma, questo fracking e’ l’ultima diavoleria inventata dai petrolieri per spremere dalla pancia della terra il piu’ idrocarburi possible.

Credo che molti associno la questione fracking ai terremoti, ed e’ vero, ma le occorrenze seppure gravi, sono rare. Ci sono invece una moltitudine di altri problemi collegati al fracking e collegati al vivere quotidiano: l'acqua che si beve, l'aria che si respira, il cibo che si mangia.

Intanto, come per quasi tutti le miscele che l'industria petrolifera inietta nel sottosuolo, non e' dato sapere esattamente cosa usano. Ci sono proppanti - per aprire e tenere aperte le fessure nel sottosuolo - ci sono acidi, biocidi, stabilizzatori, inibitori di corrosione, surfattanti, inibitori, agenti per aumentare la viscosita'.

E di cosa sono fatti?  


Fra le sostanze possibili presenti nei fluidi da fracking, secondo un rapporto della Camera USA: naftalene, benzene, toluene, xylene, etilbenzene, piombo, diesel, formadelhyde, acido solforico, thiourea, cloruro di benzile, acido nitrilotriacetico, acrylamide, ossido di propilene, ossido di etilene, acetaldehyde, Di (2-ethylhexyl) phtalati. Sono tutti cancerogeni. Fra le sostanze radioattive invece si elencano vari isotopi di antimonio, cromo, cobalto, iodio, zirconio, potassio, lanthanio, rubidio, scandio, iridio, kripton, zinco, xenon, manganese.

Bastano? 

Sul link di cui sopra - quello della camera - le miscele note occupano circa 17 pagine. Qui ci sono solo quelle che iniziano per A. Per la lista completa, basta scaricare il link ed andare a pagina 13.




 
Proprio l'altro ieri the Indenependent di Londra riporta che e' venuto fuori un misterioso componente usato per fare fracking in Texas che ha causato danni ai reni e al fegato di chi vive vicino a questi pozzi e che per ora non si sa cosa sia. Si sa solo che e' siglato EXP-F0173-11.

Ogni pozzo da fracking necessita dai 2-4 milioni di galloni di acqua per poter operare, che si traducono in 7-14 milioni di litri di acqua satura di sostanze chimiche.
 
E dove finisce il tutto? Nonostante la propaganda dei petrolieri secondo cui le cementificazioni e le impermeabilizzazioni dei pozzi sono perfetti, nessuna attivita' dell'uomo e' esente dal logorio, dall'uso, da difetti, ed evidente che continuando a pompare miscele inquinanti nel terreno, prima o poi qualcosa deve pure cedere.  E migrare. E arrivare, prima o poi, nei rubinetti delle persone.

Per di piu', a volte lo shale del sottosuolo contiene gia' sostanze radioattive di per sonto suo, che madre natura ha nel corso dei millenni separato dal resto, e che stuzzicate dal fracking possono arrivare in superficie.
 
E cosi, ecco una perfetta inchiesta del New York Times sulle concentrazioni fuori da ogni grazia di Dio di livelli di materiale radioattivo nei pozzi artesiani vicino ai pozzi del fracking in Pennsylvania. In alcuni casi si e' arrivati 1500 volte i valori stabiliti per legge.

E non e' questo un caso isolato. L’inquinamento delle riserve acquifere in seguito ad interventi di fracking si e’ verificato anche in Texas, Ohio, Pennsylvania, Colorado, Wyoming, dove innumerevoli sono le famiglie che riportano casi di metano nell’acqua dei rubinetti che si infiammano, acqua nei pozzi artesiani color marroncino e puzzolente, assolutamente inutilizzabile e satura di inquinanti. Il risultato e' che la gente non ha piu' l'acqua potabile in casa - nella nazione piu ricca del mondo! -e  ci si ammala. Ci sono anche casi di ruscelli inquinati, morie di animali, mini-geyser di acqua e metano che schizzano anche 30 metri dal suolo a causa delle forti pressioni sotterranee. 





Fracking in vari stati USA.

Altrettanto grave per la salute pubblica e delle falde acquifere e’ il fatto che in alcuni casi i numerosi rifiuti del fracking vengono deposti sine die in vasche a cielo aperto, causando miasmi tossici e inquinamento dell’atmosfera nel circondario.

E i fluidi di scarto dove finiscono? 

Quando non finiscono nelle vasche, vengono re-immessi nel sottosuolo, sempre ad alta pressione, nei cosiddetti pozzi di reiniezione. Ed e’ proprio l’alta pressione con cui i fluidi dismessi ed inquinanti spingono sulla roccia – possibilmente su faglie sismiche note o non note – che puo’ scatenare fenomeni tellurici in zone anche non sismiche, come successo in Oklahoma, Texas, Arkansas, Ohio, negli USA, a nel British Columbia in Canada, e a Blackpool nel Regno Unito.

Ci sarebbero tante storie da raccontare di vite normali spezzate dal fracking qui negli USA mentre i grandi strateghi seduti a Washington e coccolati dai lobbisti del gas, parlano di indipendenza energetica. 


Questa ditta e’ la stessa che gestisce lo stoccaggio di gas a Rivara, vicino all’epicentro del terremoto emiliano. Altri progetti per estrarre Coal Bed Methane e per poi stoccare le vacuita’ del sottosuolo con CO2 sono previsti per le miniere dismesse del Sulcis in Sardegna e attorno a Siena.

Si dira': il nostro territorio si presta poco al fracking, queste di Ribolla e del Sulcis sono solo prove, non si deve fare allarmismo. Io invece credo che proprio perche' siamo all'inizio, e proprio perche' siamo ancora una nazione tutto sommato frack-free, occorra intervenire adesso e legislare in materia PRIMA e non DOPO.

Quanto succede negli USA non e' allarmismo, e' verita'. E mutatis mutandis sara' realta' anche in Italia se nessuno dice o fa niente.

La Francia, la Bulgaria, il Lussemburgo hanno vietato il fracking sul loro territorio. Gli stati del Quebec in Canada, del Victoria in Australia, della Cantabria in Spagna, del Vermont negli USA l'hanno vietato anche loro. L'Inghilterra ha una moratoria dopo il terremoto del 2011 a Blackpool, e cosi pure lo stato di New York. 

Ecco, evitiamo che tutto questo possa anche solo iniziare in Italia. Siamo ancora in tempo e possiamo ancora guardare al resto del mondo e imparare dagli sbagli degli altri.



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