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Saturday, March 1, 2014

La Sicilia, il petrolio e Crocetta




Allo stato attuale non è credibile alcun piano 
di recupero ambientale


Chi entra a Gela non può fare a meno di notare le enormi ciminiere fumanti che, quando il vento soffia verso occidente, ammorbano l'aria rendendola irrespirabile.


Gela, prima che arrivasse l'industria, era una graziosa cittadina che stava lentamente
sviluppando il settore turistico come centro balneare ed archeologico.


Oggi il tasso di tumori e malformazioni tra gli abitanti di Gela
è molto più elevato rispetto a quello dei comuni vicini e della media nazionale.

Le emissioni superano spesso i limiti massimi di legge.


Dalla pagina Wikipedia sull'ambiente di Gela.



Era l'estate del 2007. Una sera in cui ero a casa dei miei genitori, a Lanciano, da sola, felice di questa estate spensierata prima di iniziare il mio tanto desiderato nuovo lavoro a Los Angeles. Guardo distrattamente la TV, fa caldo, cambio i canali senza pensare. Fuori ci sono le cicale.

E poi arrivo su Rai Tre. Presa diretta. Riccardo Iacona. Gela.

Raggelo io. Inquinamento, illegalita', prepotenza, rassegnazione, assenza di controlli e di volonta'. E' sconvolgente. Non riesco a capacitarmi di tanta sofferenza, di tanta cattiveria da parte dei signori del petrolio. Fa male vedere le storie di bambini innocenti avvelentati prima ancora di nascere.
Mi chiedo perche' non ne se ne parli di piu', sento rabbia e voglia di aggiustare le cose.

Ma la Sicilia e' lontana e io non sono nessuno.

E poi passano tre, quattro mesi ed arriva il Centro Oli di Ortona nella mia vita. Ripenso a Gela e non posso accettare che questo stesso destino capiti alla mia terra. Indago sulla Basilicata: mutatis mutandis la canzone e' la stessa. Noi siamo ancora in tempo. E in qualche modo parto.

E' per questo che sento sempre di avere una sorta di debito verso le localita' trivellate in silenzio in Italia prima che la lotta al petrolio diventasse di moda. Gela e Viggiano hanno solo avuto la sfortuna di essere state petrolizzate prima che l'opinione pubblica si svegliasse.

Tanti anni fa tante cose non si sapevano e chissa, forse Enrico Mattei pensava davvero di portare sviluppo e benessere con i buchi. Ma adesso le cose sono diverse e non possiamo piu' fare finta di niente.

E' per questo che certe cose continuano a sconvolgermi.

Rosario Crocetta e' l'attuale governatore della Sicilia ed e' stato sindaco di Gela per diversi anni, oltre che impiegato ENI per un periodo della sua vita. Non puo' non conoscere il dolore che il petrolio ha regalato a quella citta'.

Nel Dicembre 2013 la sua giunta approva la legge di stabilita'. Si parla di "scelte rivoluzionarie", di solidarieta', di uguaglianza, di risanamento dei conti pubblici e di aiuti alle fasce piu' deboli.

Tra gli articoli della norma compare un piccolo-grande regalo per i petrolieri: la diminuizione delle royalties da versare alla regione Sicilia da parte dei petrolieri dal 20 al 13%. Notare che le royalties erano state fissate al 20% solo l'anno scorso quando si passo' dal 10 al 20% su proposta del Movimento Cinque Stelle.

E infatti quest'anno sono stati quasi solo i grillini ad opporsi all'abbassamento delle royalties.

Perche' Crocetta ha fatto tutto questo?

Con tutti i problemi che hanno i siciliani, il governatore e la giunta di Sicilia dovevano farlo proprio ai petrolieri questo sconto? O che i petrolieri sono anche loro fasce deboli della popolazione?

Secondo i dati ISTAT relativi al 2012 e pubblicati nel Luglio 2013, la Sicilia e' la regione piu' povera d'Italia, con l'incidenza di poverta' al 29.6%.

Quasi una famiglia su tre.

Perche' dopo i veleni di Gela, e Priolo e Augusta e Melilli e Siracusa e i mari di Ragusa, adesso anche lo sconto royalties? Perche' non usare quei soldi, tanti o pochi che siano, per bonifiche, per risarcimenti, per migliorare, anche di un poco soltanto, la qualita' di vita di queste comunita'?

La storia ha pero' una sorta di lieto fine: a fine Gennaio 2014, il Prefetto Carmelo Aronica, Commissario dello Stato per la Regione Sicilia, che in applicazione dello Statuto speciale esercita il controllo di legittimità dei disegni di legge approvati dall’assemblea regionale di Sicilia, ha bocciato la riduzione delle royalties perche'

“il legislatore dispone che l’aliquota di prodotto dovuta dal titolare di concessione di coltivazione di giacimenti di idrocarburi liquidi e gassosi e di gas diversi dagli idrocarburi sia ridotta dal 20% al 13%, ma non si preoccupa di quantificare le evidenti minori entrate e la conseguente copertura dell'onere derivante".

Si torna cosi alle storie di tutti i giorni.

Ieri e' scoppiata la raffineria Isab Sud a Priolo.

Qui Siracusa al petrolio













1 comment:

marte said...

crocetta una delle ultime speranze che cade..
ormai rimane solo la rivoluzione