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Thursday, May 28, 2015

Il sindaco di Pianella a favore delle trivelle su Facebook



In Abruzzo esiste un paese di 8300 abitanti che si chiama Pianella. E' in provincia di Pescara e se ha una qualche ragione di essere conosciuto fuori dai confini della sua provincia e' perche' ci si fa un ottimo olio d'oliva.

In questi giorni Gabriella Di Lorito per il Centro D'Abruzzo pubblica un articolo in cui il sindaco di questo paese, Sandro Marinelli, dice di essere a favore non solo delle trivelle ma anche del nucleare in Italia. Se la prende con i "guru dell’ambientalismo da salotto". Secondo lui noi -- perche' credo di esserci anche io in questo gruppo -- facciamo "qualunquismo e demagogia" che non sono "salutari per l'ambiente".

Certo, sono salutari per l'ambiente il petrolio e il nucleare.

Dove dice tutte queste cose Mr. Marinelli? Su Facebook dove commenta:

Se qualcuno non ha ancora definitivamente abdicato all'uso del cervello può vedere da solo quale inutilità universale rappresenti la battaglia contro Ombrina Mare perché, se dovesse essere vero che c'è realmente un pericolo (non dimostrato almeno dalla storia delle piattaforme adriatiche), prendiamo nota (per dirla con Troisi) di essere già condannati a morte da un pezzo, insieme a tutte le popolazioni adriatiche e Ombrina nulla aggiunge e nulla toglie.
 
Mi dispiace per Marinelli, ma il mio cervello e' nel pieno delle sue funzionalita'.

E per quanto riguarda la storia delle piattaforme "adriatiche" evidentemente Mr. Marinelli non sa la storia di Paguro, non sa la storia di Piropo, non sa la storia della subsidenza indotta nel ravennate, non sa del lido di Dante, non sa di Irma Carola, non sa di Angela Angelina, non sa delle alluvioni nel polesine, non conosce il professor Mario Zambon.

Ma perche' fermarsi a guardare l'Adriatico poi? Perche' le cose che succedono in terraferma o in altre parti del mondo non dovrebbero esserci d'esempio? Viggiano, Trecate, Gela e Falconara, per restare in Italia o Macondo e Santa Barbara negli USA, Montara in Australia, Temsah in Egitto o i numerosi incidenti l'anno dalle FPSO inglesi per esempio.

Ma di fronte a uno che parla per parlare, non vale neanche la pena perderci gli elettroni per spiegargli tutte queste cose.  A lui Ombrina piace.  Va bene cosi.  A volte di fronte alla stupidita' non puoi fare altro che pensare "perdona loro perche' non sanno quello che scrivono".

Continua il nostro eroe:

L'Adriatico è un grande giacimento, quindi c'è parecchia convenienza: se il petrolio lo estrai non lo compri o ne compri meno. Per il resto, ero e resto pubblicamente convinto che la tecnologia nucleare sia ancora la più pulita e sicura per rapporto tra produzione e rischio concreto di danno, ma fino a quando scendono in campo i guru dell'ambientalismo da salotto, ai vari referendum vinceranno sempre qualunquismo e demagogia e i nostri mari e fiumi saranno sempre più inquinati. Ma ci possiamo sempre consolare con falò, sfilate e una bella canzone di denuncia.

Beh, intanto l'Adriatico e' un mare, non un giacimento. Mi piace proprio la lezione di economia petrolifera: se lo estrai ne compri meno. Beh, peccato che questo petrolio - poco e schifoso - sara' commercializzato sul mercato come e dove gli pare alla Rockhopper, ditta con sede alle isole Falkland! Potrebbero venderlo ovunque, da Santiago del Cile fino a Mosca e non necessariamente a Pianella.

Mari e fiumi inquinati dagli ambientalisti da salotto?

Boh. Ipse dixit.

E ancora:  

Cosa cambia una piattaforma in più o in meno? Nessun incidente, fortunatamente, si è verificato finora nel nostro mare. Dovremmo togliere anche quelle di Cerrano, se davvero fossero un così grande problema. Ricordo che il Vajont ha fatto 2000 morti, ma non per questo rinunciamo a costruire dighe.

Che dire di fronte a cotanto acume? Come detto, il nostro eroe non conosce la storia dei pozzi passati, non conosce la parola rischio. Come dire: il primo sparo alla roulette russa non mi ha fatto niente. Proviamo il secondo! E strumentalizzare cosi la tragedia del Vajont e' veramente inqualificabile.

Quale sia il titolo di studi e la formazione di Mr. Marinelli non e' dato sapere.  

Ma la cosa che mi lascia veramente di stucco e' la pochezza del Centro d'Abruzzo. In questi anni del tempo delle battaglie del petrolio -- e ne sono passati otto -- non sono riusciti a produrre un articolo che sia uno di inchiesta sulle trivelle. Non hanno saputo studiare carte, presentare giornalismo vero, chiedersi cosa fossero le FPSO, l'idrogeno solforato, i fanghi, OSPAR, seguire il passaggio della Medoilgas alla Rockhopper. Niente.

Sono il giornale piu' grande dell'Abruzzo e fungono da copia ed incolla di comunicati stampa a destra e a manca. E adesso .. non servono neanche piu i comunicati stampa... basta Facebook!!!

Che soldi sprecati.  Uno straccio di inchiesta io non l'ho visto mai sul tema petrolio. E adesso si mettono li a spulciare Facebook alla ricerca di frasette e commenti pro petrolio. Come siamo ridotti. Ma.. se invece di spulciare Facebook spulciassero, che ne so, i siti ministeriali?

Interessante che fra le due esternazioni di Mr. Marinelli ci siano di mezzo "commenti" di protesta, a cui ovviamente il Centro non da spazio. E neanche si preoccupano che ne so, di commentare o rettificare l'ovvio -- per esempio che l'Adriatico non e' un giacimento.

Ma vi pare che il giornalismo si faccia dai commenti Facebook! Se un popolo  cresce e' anche perche' c'e' un giornalismo sano, con la schiena dritta, che guarda in grande.

Il Centro d'Abruzzo ha tutto il diritto di essere a favore del petrolio -- ma perche' non lo scrivono in un editoriale una volta per tutte, dicendo questi sono i motivi per cui ci piacciono le trivelle?

Sarebbe molto piu' elegante che lasciare spazio ai deliri su Facebook di un sindaco che non conosce la differenza fra un mare ed un giacimento.










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