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Saturday, July 11, 2015

La lettera al Papa contro le trivelle croate






Al nostro Santissimo Padre e Signore in Cristo, Papa Francesco:

Ci rivolgiamo a Voi, protettore di tutte le persone che sono state private dei loro diritti fondamentali e custode del nostro sacro pianeta. Vi siamo immensamente grati per la vostra dedizione e profondo impegno nella lotta per i diritti umani e la protezione dell’ambiente; per questo invochiamo la Vostra benedizione e il Vostro intervento a nome del mare Adriatico e le sue aree circostanti, ecosistemi che abbondano di ricchezze e di bellezze naturali, e per conto dei cittadini croati e di chi non conosce alcun confine politico, coloro che custodiscono e conservano con cura queste meraviglie. Siamo a conoscenza del fatto che Voi di recente avete organizzato un Vertice sul clima ed abbiamo letto la Sua Enciclica sull’ambiente. Alla luce della Sua conoscenza esaustiva sulla scienza e le Vostre azioni a tal proposito, la nostra gente – i vostri figli di Cristo, quasi 3,8 milioni di cittadini croati, hanno bisogno della Vostra sapienza e della tutela che solo la Santa Sede può offrire.

La Repubblica di Croazia è un piccolo paese Mediterraneo che possiede un meraviglioso dono di Dio – il mare Adriatico – una vera e propria perla della natura, conosciuto in tutto il mondo come uno dei mari più incontaminati della Terra. Ci è stato fatto dono di una delle coste più belle in quanto è costituita da molte isole grandi e piccole, penisole, baie e spiagge, motivo per cui alla Croazia è stato attribuito il nome di “Terra delle mille isole”. Tuttavia, l’Adriatico è un mare quasi chiuso e poco profondo, inadatto a qualsiasi utilizzo e scopo, dal momento che è praticamente privo di contatti con altri mari e simile piuttosto ad un lago; come tale è vulnerabile a qualsiasi influenza, soprattutto all’abuso e alla mancanza di rispetto da parte dell’uomo. Fin da quando i nostri antenati arrivarono qui nel VII secolo i Croati amarono la purezza e la vita offerti dal mare, conservandone la biodiversità e ricchezza, ma oggi siamo minacciati dalla possibilità, molto reale, di perdere questo tesoro!

Il governo della Croazia, con il primo ministro Zoran Milanović e il ministro dell’ economia Ivan Vrdoljak, sta promuovendo una corsa sfrenata al “presunto” profitto e ad una politica di crescita economica discutibile ed a breve termine, spingendoci in vari progetti altamente pericolosi legati all’esplorazione e allo sfruttamento di idrocarburi, e per questo scopo, hanno fondato “l’Agenzia degli Idrocarburi”. Nella concessione si parla dello sfruttamento di quasi il 90% della parte Croata dell’ Adriatico e di gran parte della terra fertile adatta alla coltivazione di prodotti alimentari e ricca di sorgenti d’ acqua potabile per milioni di croati.

Al popolo croato, tuttavia, è stato negato qualsiasi diritto di partecipare al processo decisionale su un tema così importante per la vita, sia attraverso il parlamento che con un referendum. Il governo ha dichiarato, di propria iniziativa, che il progetto di ricerca e sfruttamento di idrocarburi, per il quale è favorevole, è una questione strategica, utilizzando come scusa la crisi economica presente in Croazia da qualche tempo. La pratica del blocco sistematico dei media adottata dalle autorità croate e dai loro consulenti per pubbliche relazioni, ha assicurato che il popolo rimanesse al oscuro o solo “formalmente” informato su tutti i possibili impatti sociali, ambientali, economici, storici e culturali che questo progetto, estremamente pericoloso e nocivo, può avere. La crisi economica presente in Croazia, alcuni dicono espressamente orchestrata, ha costretto le masse ad un’esistenza di pura sopravvivenza togliendo loro la forza e la volontà di informarsi ulteriormente sulle decisioni prese dall’ élite politica e parteciparvi attivamente.

Anziché amare e protegge l’Adriatico – la nostra perla, che gli è stata affidata, tramite diritti nazionali e internazionali, dal popolo e da Dio, il Governo croato, attraverso l’Agenzia degli idrocarburi sta già negoziando i piani per l’esplorazione e lo sfruttamento con le compagnie petrolifere straniere. Di propria iniziativa, e con l’obiettivo di creare un quadro favorevole ai loro progetti, questi individui hanno creato nuove leggi che ignorano i trattati internazionali, svalutando e disprezzando così il loro popolo, la Costituzione ed il buon senso. Inverosimilmente e incredibilmente hanno offerto concessioni di perforazione per il gas naturale e il petrolio greggio in prossimità di zone definite protette dalla rete ecologica Natura 2000 e nelle vicinanze dei siti del patrimonio dell’umanità protetti dall’Unesco, giustificando il loro tradimento, la corruzione e la loro subdola avidità, cosi come quella delle ditte petrolifere, con la logica di una presunta “indipendenza energetica”. Questo atteggiamento del Governo croato è in grosso contrasto con le Vostre stesse parole riguardo alla necessità di una sempre maggiore riduzione degli investimenti legati ai combustibili fossili dai portafogli di investimento, e anche con l’accordo preso all’ interno del G7, che riconosce i cambiamenti climatici come una minaccia alla sicurezza globale, di portare avanti il piano di “de-carbonizzazione” dell’economia globale e l`eliminazione dell`utilizzo di combustibili fossili per la fine di questo secolo.

E’ stato documentato che il sottosuolo della zona adriatica centrale e meridionale è estremamente instabile, e tutte le azioni proposte aumentano il rischio di terremoti catastrofici. Il nostro fragile mondo e la sua gente hanno visto troppi incidenti causati dalla indifferenza e dalla disattenzione delle maggiori compagnie petrolifere e dei loro partner politici con conseguenti tragedie senza fine per la natura. Inoltre, le vibrazioni sonore dei potenti dispositivi utilizzati da tali compagnie nelle loro azioni esplorative e perforazioni, così come le sostanze chimiche che vengono rilasciate in acqua e nel sottosuolo durante queste attività, anche in assenza di un incidente, causano la sofferenza e il decesso di numerose creature che popolano il mare, mettendo in pericolo la delicata flora e fauna, e sono la causa ben documentata di inquinamento degli ecosistemi continentali e dell’ acqua potabile.

Le Repubbliche di Slovenia e Italia hanno presentato proteste diplomatiche ufficiali a causa della loro esclusione dalla partecipazione alle consultazioni transfrontaliere, secondo quanto stabilito dal protocollo ESPOO, e per non aver ricevuto copie dello Studio strategico, condotto dal Governo Croato, sul probabile significativo impatto sull’ambiente del Piano e programma quadro di ricerca e produzione degli idrocarburi nell’Adriatico. Alcuni parlamentari croati hanno presentato un’ interpellanza, poi accettata dalla Commissione parlamentare per la protezione dell’ambiente e della natura, che chiede le dimissioni del ministro dell’economia Ivan Vrdoljak, indicato insieme ad altri sette ministri e membri dei loro staff, per cattiva gestione, conflitto d’interessi e varie violazioni dell’etica. Inoltre, un gruppo di notevoli esperti croati e di cittadini comuni ha presentato accuse penali contro il Governo croato e le sue agenzie, per l’illegalità dei metodi condotti dal Ministero dell’Economia e dall’Agenzia degli Idrocarburi, e per i notevoli errori procedurali in relazione al progetto di esplorazione e di sfruttamento di idrocarburi nel mare Adriatico. Si prega di seguire questi link (pubblicati in croato e in inglese).

Noi, cittadini responsabili della Repubblica di Croazia ed i nostri fratelli di tutto il mondo siamo ragionevolmente disturbati e preoccupati soprattutto ora che il pericolo è “alla nostra porta”, visto che le firme sui contratti sono previste verso la metà di luglio 2015. Una manciata di politici importanti croati insieme ai potenti del settore petrolifero ignorano i nostri appelli di preservare la perla del Adriatico, come pure la terra fertile e le fonti di acqua potabile per i nostri figli e l’intera umanità. Scelgono di non abbracciare una politica di sviluppo sostenibile ed ecologico, basato sulle fonti di energia rinnovabile, che il Signore ci offre in abbondanza attraverso il sole, il vento, le onde e la biomassa, ne di cercare altre soluzioni volte a creare energia pulita, anche se per tale sviluppo la Croazia offre condizioni più che favorevoli. La nostra posizione è chiara: l’ attività di esplorazione e la successiva estrazione di idrocarburi dai fondali del mare Adriatico sono dannosi per il delicato ecosistema marino, rappresentano una grave minaccia per la sopravvivenza della flora e della fauna e per la purezza dell’acqua marina; di conseguenza sono un pericolo per la salute umana e rappresentano inoltre un rischio inutile per due settori fondamentali ed in continua espansione dell’ economia croata, il turismo e la pesca. Le stesse attività sulla terraferma avranno ripercussioni ugualmente negative sulla salute della biosfera e su tutte le risorse decisive per la qualità dell’acqua potabile, sulla qualità del suolo nell’agricoltura e sulla bellezza intrinseca che Dio concesse alla nostra terra.

L’umanità non può più permettersi l’uso di combustibili fossili, né di investire nella loro esplorazione e sfruttamento. È giunto il momento di adottare un nuovo modello per la creazione e per il consumo di energia, sostenuto da politiche adeguate a livello nazionale e globale. Tali politiche dovrebbero annullare le concessioni preventivamente rilasciate a favore dello sfruttamento di idrocarburi, specialmente in ecosistemi fragili ancora incontaminati, come l’ Adriatico, l’Artico e la costa orientale dell’oceano Atlantico. Vi preghiamo di aiutarci a spingere per una politica che tagli i sussidi s e le agevolazioni fiscali che i Governi offrono alle compagnie petrolifere, e li dirotti a favore di tecnologie basate sui fonti di energia rinnovabili e tecnologie pulite. Una tale politica significherebbe una maggiore crescita economica nel settore dell’energia e contemporaneamente consentirebbe la salvaguardia, e l’espansione di importanti settori economici quali il turismo, la pesca e l’agricoltura.

Santo Padre, Vi preghiamo di dar forza alla nostra voce in merito a questa nostra sofferenza e condannare coloro che cercano di distruggere la bellezza e la ricchezza della natura, regalataci da Dio, in nome del profitto. Un Vostro segnale, o anche poche parole su questo tema avranno una forte influenza sul popolo Croato, come pure sui politici croati. Il Vostro supporto avrebbe anche un’ enorme e positivo impatto sulle numerose organizzazioni ambientali e sui cittadini, non solo in Croazia, ma anche in tutti gli altri paesi della Macroregione Adriatico-Ionica: Grecia, Albania, Montenegro, Bosnia ed Erzegovina, Slovenia e Italia, dove si lotta contro questo nemico potente e spietato che usurpa e vuole distruggere ciò che Nostro Signore ha creato.

Nella nostra fede, a Voi, Santo Padre, rivolgiamo le nostre numerose preghiere chiedendoVi aiuto. Umilmente Vi chiediamo di ricordarVi di noi nei Vostri discorsi pubblici, nelle Vostre preghiere e azioni e di fare un appello al buon senso per quanto riguarda la salvezza del mare Adriatico e dei suoi dintorni.

Saremmo onorati se Vostra Santità potesse dedicarci anche una piccola parte del Suo prezioso tempo, e concedesse un’ udienza a una nostra delegazione, in modo da poter esprimere ulteriormente le nostre preoccupazioni circa la portata di questa importante e delicata questione. Nella speranza di una Vostra risposta positiva, Vi ringraziamo per il Vostro tempo e la Vostra considerazione.

Estendiamo a Voi le nostre preghiere, possa l’ Altissimo mantenerVi, nel pieno della Vostra saggezza, alla guida della Santa Chiesa, premiare i Vostri nobili sforzi e donarVi una vita lunga.

Vi mandiamo i nostri più sinceri saluti


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