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Sunday, August 30, 2015

L'ENI, il giacimento di gas e lo scoppio di Temsah del 2004






L'ENI ha appena annunciato la scoperta di uno dei piu grandi giacimenti al mondo di gas naturale. Si chiama Zohr e si trova al largo dell'Egitto. Giace a circa 500 metri di profondita' per un area di circa 100 chilometri quadrati.

La notizia e' comparsa sui giornali di mezzo mondo. Le stime sono di circa 850 miliardi di metri cubi, l'equivalente di circa dodici anni di fabbisogno nazionale italiano.

Tutti esultano.  Il CEO Claudio Descalzi: "Scoperta storica, trasforma lo scenario energetico". Il primo ministro Matteo Renzi: "Risultato straordinario". 

E va bene. Sapranno gli egiziani se vogliono le trivelle nei loro mari o no. Mi sovviene pero' quest'altra storia, sempre in Egitto, sempre con l'ENI fra i protagonisti, sempre di gas. Risale al 2004. La stampa italiana non ne parlo' tanto allora ed e' passata al dimenticatoio.

La storia si chiama Temsah ed e' una piattaforma che sorge in Adriatico -- sorgeva! -- a 60 chilometri
dalle coste di Port Said in Egitto, non lontano dal canale di Suez. Era di proprieta' della Petrobel, un consorzio misto ENI, BP e General Petroleum of Egypt.
A suo tempo era uno dei piu' grandi giacimenti di gas d'Egitto, pompando tra i 4 e i 5 milioni di metri cubi di gas al giorno. 

A un certo punto, fermano le produzioni per un mesetto ed arriva una trivella di tipo jack-up, con le gambe mobili, chiamata Global Santa Fe Adriatic IV.  Non e' ben chiaro cosa succede, ma pare che durante le attivita' di perforazione fughe di fluidi e/o di gas abbiano provocato un incendio. Il jack up affonda. Lo staff viene evaculato e non si fa male nessuno.

L'ENI il giorno 10 Agosto 2004 manda un comunicato stampa dal titolo: Situation is under control. Tutto sotto controllo. E cioe' il tuttapposto ufficiale. Passano non uno, non due, ma la bellezza di tredici giorni, e ci si rende conto che non molto era sotto controllo -- le fiamme erano giunte a piu' di venti metri di altezza e nessuno sapeva cosa fare.

La situazione era talmente disperata che il 23 Agosto 2004, appunto quasi due settimane dopo il "Situation is under control" dell'ENI, il ministro del petrolio egiziano Sameh Fahmy ordina la distruzione di Temsah.

Il 24 Settembre 2004 il sito petrolifero Upstream riporta che stanno ancora lavorando per domare le fiamme.

Come detto, se la vedranno gli Egiziani se vogliono queste trivelle nei loro mari o no. Oltre Temsah, pero' ricordo anche l'ultima volta che l'ENI parlo' di uno dei piu' grandi giacimenti petroliferi onshore d'Europa. Si chiamava Basilicata.

Ai lucani con l'ENI in casa non e' andata poi cosi' tanto bene. Speriamo vada meglio in Egitto.

Saturday, August 29, 2015

La monnezza della Shell nel parco dei cervi





Houston, impianto Shell dal nome bucolico -- Parco dei Cervi. Deer Park.
Solo che invece di cervi ci sono ... taniche di stoccaggio di petrolio e affini. E incidenti.

E infatti qui,  la Shell "per sbaglio" ha rilasciato in atmosfera 180 tonnellate di butadiene, secondo il Texas Commission on Environmental Quality per varie ore senza che nessuno se ne accorgesse.

In butadiene e' un cancerogeno che cause leucemia e malattie cardiovascolari. Si diffonde facilmente nell'aria - e' presente anche nel gas di scarico delle automobili - ma i quantitativi nel Parco dei Cervi sono fuori da ogni norma. Vivere entro un raggio di due miglia da impianti che emettono butadiene in modo constante causa alti rischi di leucemia.

Uno degli impianti di stoccaggio di Deer Park si e' riempito di liquidi tossici e infiammabili, secondo la stessa Shell. Nessuno se n'e' accorto e a un certo punto, giunti al limite di capacita', le valvole di sicurezza hanno iniziato a rilasciare vapori in atmosfera. E' durato per un po', e sono finiti in atmosfera 180 tonnellate di vapori tossici al contenuto di butane, vinylacetylene e appunto butadiene.

Questo e' invisible e la gente non se ne accorge.

Ma gli strumenti si che se ne accorgono ed ecco che le centraline registrano picchi di butadiene attorno alla citta' di Houston. 

Il limite era di 0.4ppb. Hanno registrato 34.60ppb.

Un fattore 85 in piu'.

Friday, August 28, 2015

Il sole del Bangladesh


In Bangladesh ci sono 4.5 milioni di impianti fotovoltaici. 

Venticinque milioni di persone ricevono elettricita' dal sole. 

Centomila persone lavorano nell'industria del sole "casalingo" 
cioe' sui tetti e personalizzato

L'intero paese sara' solarizzato entro il 2021

Il solare e' piu efficente delle lampade diesel usate finora

Il tasso di crescita fino al 2015 e' stato del 60% annuo. 


Tutte le pompe di queste immagini sono alimentate dal sole
























La rivoluzione verde del Bangladesh -- la Grameen Shakti,
"energia dei poveri" ha installato circa 1.3 milioni di impianti
fotovoltaici sulle case dove non c'e' accesso alla rete elettrica

Dipal Chandra Barua

Muhanmed Yunus

 I due visionari del sole in Bangladesh



My dream is to make Bangladesh the first
comprehensive solar nation of the world




Presidente,
Bangladesh Solar and Renewable Energy Association




E chi l'avrebbe mai detto - il silenzioso Bangladesh con delle grandi ambizioni.

Si chiama SHS e sta per Solar Home System - nella sostanza un pannello o due sui tetti delle case. E' un sistema semplice, poco costoso ed efficace per portare il sole nelle case, specie in comunita' dove non c'e' la rete elettrica. A noi occidentali puo' sembrare una cosa da niente ma ha cambiato la vita di tante comunita' nel Bagladesh. Funziona cosi: il governo offre mutui a basso costo a compagnie private o a non-profit per installare i pannelli e i residenti ripagano questi mutui su un arco di 1-3 anni. Il costo totale per un pannello di 100watt, che e' sufficente per molte famiglie del Bangladesh, e' l'equivalente di 600 euro.

Circa 15 milioni di persone in Bangladesh, su un totale di 156 milioni di persone hanno le case alimentate dall'SHS.  Il dieci percento. L'obiettivo, ambizioso, del governo centrale e' di alimentare *tutte* le abitazioni del paese con il sole entro il 2021. L'elettricita' generata viene usata non solo per usi domestici, ma anche per alimentare le pompe che irrigano i campi. La cosa bella e buffa allo stesso tempo e' che, chi ha accesso alla rete elettrica preferisce i pannelli perche' non ci sono interruzioni nella generazione della corrente. Cioe' il sole e' piu' affidabile della rete elettrica.

E' tutto iniziato nel 1996 - quasi venti anni fa! - quando Dipal C. Barua, che ora e' il presidente del Bangladesh Solar and Renewable Energy Association, decise che il sole poteva essere una risposta per il Bangladesh, povero di infrastrutture energetiche. Gli ostacoli sono stati tanti -- i costi, la mancanza di personale qualificato, lo scetticismo dei soliti "non si puo' fare".

E invece. Invece con il tempo l'idea ha preso piede, sono arrivati finanziamenti anche dalla Banca Mondiale e ci sono ora circa 47 enti locali di installazione, piccoli imprenditori e non-profit nel paese. Il governo coordina tutto grazie all'IDCOL, ente che promuove la solarizzazione delle case dal 2003 e che sta per Infrastructure Development Company Limited

E' una crescita senza fine e si stima che ogni mese circa 50,000 famiglie aderiscono al programma di solarizzazione del paese. Dal 1996 ad oggi sono stati risparmiati 200,000 tonnellate di kerosene ogni anno, oltre tre milioni e mezzo di tonnellate di materiale inquinante. 

Un po tutti credo che conoscano Grameen Bank -- letteralmente "banca dei poveri", dove si fanno microprestiti anche a chi non ha collaterale e che venne fondata nel 1983 da Muhanmed Yunus. Questa banca ed il suo fondatore vinsero il Nobel per la pace nel 2006.

Meno noto e' che nel 1996 da questa banca dei poveri venne fuori lo spinoff Grameen Shakti e cioe' "l'energia dei poveri" con l'obiettivo di portare il sole nelle case. E' una di quelle non-profit che promuovono il solare nel paese. Finora, da sola, Grameen Shakti ha dato microprestiti per la solarizzazione di circa 360,000 famiglie e ha creato 45 "Grameen Technology Centers" dove vengono sviluppati e prodotti pannelli adatti alle esigenze del paese e da manodopera locale. Qui vengono anche addrestati tecnici, favorendo l'ingresso delle donne nel settore.

Anche se nessuno lo sa, Grameen Shakti e' una delle piu' grandi ditte di solare al mondo -- gli ingegneri sono anche formati per sapere parlare alla gente e periodicamente promuovono incontri in zone rurali. Installano purificatori d'acqua, sistemi di telecomunicazione, di pompaggio di acqua e imbarcazioni-scuola alimentati dal sole. Il governo ha anche creato una mini-centrale solare nell' isola di Sandwip, nella Bay of Bengal e ci sono altri progetti per 50 mini-impianti di solare nel paese da utilizzare a maggior scala per l'irrigazione dei campi.

E' una rivoluzione green piccola ma grande allo stesso tempo, di una nazione che con tutti i suoi guai, e' riuscita ad adattare e ad usare in modo locale e intelligente e innovativo tutto cio' che il sole e l'ingegno umano potevano offrire.

Noi invece in Italia, grazie a Matteo Renzi, facciamo ancora buchi in riva al mare, nei boschi, nei campi. 


























Thursday, August 27, 2015

British Columbia, Canada: terremoti da fracking in zone non sismiche 4.4 Richter


E' stato il piu' grande evento sismico nell'area causato dall'attivita' petrolifera.  In totale nell'area ci sono stati 231 eventi sismici fra l'Agosto del 2013 ed il Novembre 201, alcuni di intensita' superiore a magnitudo 3.5.







"My house got shook. My couch I was on was actually shaking with me. It dawned on me it could be earthquake, but it could be fracking in the area. I don't think they should continue fracking."

Residenti Canadesi



The magnitudes have been increasing every year.

Gail Atkinson, Canada Research Chair in Induced Seismicity Hazards 
Ontario’s Western University,  



Eccoci qui.

Non che ci volessero altre prove di sismicita' indotta da trivelle ed affini, ma eccola lo stesso, dal Canada. Dopo circa un anno da un terremoto inaspettato di magnitudo 4.4 in British Columbia nel 2014, la Oil and Gas Commission del British Columbia ha confermato che la causa del terremoto e' stata, si, l'iniezione di fluidi di trivellazione durante le operazioni di fracking.

Le citta' interessate erano  Fort St. John and Fort Nelson.

Questo non lo dice la D'Orsogna, lo dice l'ente governativo che regolamenta le estrazioni di gas e di petrolio del British Columbia, lo stato canadese lungo la costa pacifica, a nord della California e dove c'e' la citta' di Vancouver.

I terremoti sono stati avvertiti nell'Agosto del 2014. Prima c'erano state altre scosse di magnitudo 3.8.
Cosa sucedeva in zona? Si faceva fracking, si iniettavano veleni nei pozzi e monnezza in altri. La solita canzone dei petrolieri.

Negli scorsi dieci anni ci sono stati circa 500 terremoti in zona, tutti di magnitudine molto bassa -- 1 o 2 --proprio in parallelo con l'aumento delle attivita' estrattive.

Di questi, dopo una indagine nel 2014, 231 sono stati attribuiti ai petrolieri  – 38 indotti dalla iniezione sottoterra di materiale petrolifero e 193 dalle operazioni di fracking. Una indagine precendente eseguita nel 2012 documento' invece 272 eventi sismici dovuti a  ``fluid injection during hydraulic fracturing in proximity to pre-existing faults”  fra l'Aprile del 2009 e il Dicembre del 2011.

Questa pero', nell'estate del 2014, era la prima volta che si arrivava a una intensita' cosi forte ed e' stata nominata una commissione apposta. 

La quale commissioneha attribuito la causa delle trivelle alla ditta chiamata Progress Energy, della Malesia, alla quale e' stato ordinato di "ridurre il volume dei fluidi usati". Questa Progress Energy ha anche in progetto di costruire una centrale rigassificatore chiamata Pacific North West LNG per esportare il gas. La gente e' ovviamente preoccupata di quel che potra' succedere se e quando questo rigassificatore comparira' sulla scena.

Ovviamente i politici sono politici sempre, e cosi il Ministro dello "Sviluppo del Gas Naturale" Rich Coleman non puo' che dire "si, e' sismicita' indotta, ma i terremoti sono rari" e ha dato istruzione che tutto si deve fermare se la sismicita' indotta supera l'intensita' 4.0 In tal caso ci devono essere piani di "mitigazione".

Chissa' - diranno abracadabra?

Intanto che preparano questi piani di mitigrazione, i terremoti di Fort St. John and Fort Nelson sono, secondo le statistiche, fra i piu' forti mai registrati a causa delle operazioni di iniezione di materiale petrolifero da fracking nel sottosuolo.

Il record assoluto spetta a Prague, in Oklahoma con intensita' 4.7.

Ma ci sono andati vicini in Canada. La scorsa settimana c'e' stato un altro terremoto in British Columbia, di intensita' 4.6 Richter visino a Fort St. John e Fort Nelson che ha portato la Progress Energy a chiudere un altro pozzo in via preliminare. Adesso devono capire se anche questo terremoto e' dovuto al fracking ma uno dei responsabili della Oil and Gas commission della British Columbia,


Alan Clay, afferma che

“It’s still under investigation, but it was likely induced by hydraulic fracturing"

Altri due terremoti da fracking di intensita' 4.4 sono stati nvece registrati a Fox Creek, in Alberta a gennaio.

Anche qui, prima delle trivelle i terremoti erano circa uno all'anno. Da che si e' iniziato a fare fracking i terremoti sono passati a 160 l'anno, in genere piccoli, ma appunto anche due di intensita' maggiore in tempi recenti.
 
Secondo Gail Atkinson,  Canada Research Chair in Induced Seismicity Hazards presso la Ontario’s Western University, “the magnitudes have been increasing every year.” Questo lo dice uno degli esperti principali di sismicita' indotta del Canada.




Se uno si pensa bene e cerca di raffrontare le cose con l'Italia, il paragone lascia un po perplessi. Qui e' stato un ente ufficiale ad ammettere la sismicita' indotta, non un pinco pallino qualsiasi.

Ce lo possiamo immaginare in Italia il Ministero per lo Sviluppo Economico o il Ministero per l'Ambiente ad ammettere, come hanno fatto quelli della Oil and Gas Commission della British Columbia, che i terremoti sono colpa dei petrolieri?

Ma nooo... anatema!!

Noi in Italia possiamo star tranquilli. A noi non succedera' mai. E se succede, non succede lo stesso.

Grazie Matteo Renzi, grazie INGV, grazie ai ministeri cosi' garanti della democrazia e della civilta', grazie alla scienza ufficiale italiana, libera ed indipendente.