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Friday, September 11, 2015

Ennesimo incidente a Priolo


 





Qualche giorno fa in Sicilia, c'e' stato un incidente presso la raffineria ENI di Priolo, in provincia di Siracusa. Sono morti in due, Salvatore Pizzolo e Michele Assente,  che hanno respirato esalazioni di idrocarburi. 

La raffineria di Priolo e' stata costruita negli anni sessanta, e purtroppo la scia di dolore e di morte che si porta dietro, e' molto piu' lunga dei due uomini morti pochi giorni fa.

Quaranta chilometri quadrati, quaranta mila persone, tassi di incidenza di tumori molto piu' elevati rispetto alla media nazionale, deformazioni congenite dei bambini il DOPPIO rispetto alla media nazionale.

I veleni li passano le mamme ai bimbi: le donne di Priolo hanno nel loro corpo e nel loro latte il quadruplo delle concetrazioni di mercurio del normale. Il quadruplo.

Un addetto all'impianto, che parla segretamente perche' ha paura di perdere il posto di lavoro dice: "Qui si trattano prodotti petroliferi non e possibile non inquinare": lo dice uno che all'ENI ci lavora!

Le acque di scarico con tutti i fluidi e i fanghi perforanti vanno direttamente al mare perche' non ci sono impianti di trattamento. Le falde acquifere sono tutte contaminate. In un episodio finirono nel mare concentrazioni di mercurio cosi elevate che il mare divento' rosso. Le concentrazioni di mercurio erano 20,000 superiori a cio' che la legge consente.

Gli strumenti di controllo sono taroccati.

Sono 14 anni che di queste cose si sanno, ed ancora aspettano le bonifiche. Per di piu', non contenti, gli vogliono costruire anche il rigassificatore.

A Priolo, non si inizio' cosi con tanta morte e distruzione. Iniziarono cinquanta anni fa, con il concetto di sviluppo, progresso, rispetto per la gente ed opportunita'. Le belle chiacchere che dicono anche a noi. E invece con il tempo, i petrolieri si sono espansi sempre di piu', e da qualcosa di piccolo e limitato si sono trasformati in un mostro di morte e distruzione.

E' per questo che occorre dire no all'ENI: come per un tumore occorre stroncare il male sul nascere. Il centro oli e le trivelle in mare in Abruzzo sono la stessa cosa. Sono il punto di partenza per i petrolieri e se gliela diamo vinta qui, arrivera' di peggio perche' questi non si accontentano, perche' dati 15 ettari ne vorranno 30, perche' messe 20 trivelle in mare ne vorranno 40, perche messi 5 chilometri di tubature ne vorranno 50.

Lo stabilimento che c'e' a Priolo e' diverso da quello che si prevede ad Ortona, per il momento, ma questo non e' importante: il fatto rimane che in qualsiasi modo la vogliamo rigirare gli stabilimenti petroliferi portano solo malattie e distruzione, di qualsiasi tipo essi siano. A Priolo la storia l'hanno scritta con il mercurio, da noi la vogliono scrivere con l'idrogeno solforato. Sempre veleni sono. Sempre inganni hanno dato alla gente.

Da wikipedia: "Allo stato attuale non e' credibile alcun piano di recupero ambientale per Priolo"

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