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Friday, December 4, 2015

La storia d'amore fra la Edison e Vega a Ragusa


La Vega A con la sua bella fiamma sputa H2S al largo di Ragusa


La ex-nave stoccaggio, finalmente rimpiazzata

Tutte le concessioni al largo della Sicilia meridionale 


La Vega A e costruenda B:


La Vega A e B

Notare che l'amore fra Edison e Vega si accompagna all'uso di sostanze tossiche che hanno contaminato il mare e i fondali marini: “metalli tossici, idrocarburi policiclici aromatici, composti organici aromatici e MTBE”.

Si impotizzano “gravi e reiterati attentati alla salubrità dell’ambiente e dell’ecosistema marino attuando, per pura finalità di contenimento dei costi e quindi di redditività aziendale, modalità criminali di smaltimento dei rifiuti e dei rifiuti pericolosi”.

In 19 anni Vega A "ha prodotto circa cinquecentomila metri cubi di acque contaminate da rifiuti anche pericolosi, che sono state smaltite poi con modalità assolutamente non conformi alle disposizioni normative”.

Secondo l’Ispra “la natura particolare delle matrici ambientali danneggiate” non potrà essere riportata “alle condizioni originali”.

Il danno e' di almeno 70 milioni di euro.


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Mr. Edison amava profondamente donna Vega e avrebbe fatto di tutto per accontentarla. Qualsiasi azione, qualsiasi pensiero erano rivolte a Lei, la regina delle piattaforme petrolifere.

Quando donna Vega si ammalo', Mr. Edison era preoccupato, nervoso, non gli importava piu' nulla del mondo, degli altri, pensava solamente al suo “dolore”. Alla sua morte, quasi per dare un senso alla sua vita, ebbe l’idea che avrebbe costruito qualcosa di ….“grandioso” in onore di donna Vega.
Aveva saputo che qualche secolo prima l’imperatore Shah Jahan aveva edificato il Taj Mahal, a ricordo della moglie Arijumad Banu, considerato il mausoleo piu' bello del mondo in un posto esotico e lontano, l'India.

Alla notizia Mr. Edison fu come folgorato, letteralmente illuminato come mai dai tempi di suo nonno, da un pensiero. Non avrebbe costruito una sola opera a ricordo di donna Vega, bensi' due.

Fu cosi' che inizio' la lunga storia del progetto di costruzione delle due piattaforme: Vega A e Vega B.

Nei primi anni ottanta, Mr. Edison costrui Miss Vega A. Fu contento della sua creatura e sembro' quasi che si fosse totalmente dimenticato di costruire Miss Vega B.

Non era cosi'. Dopo più di trent’anni Mr. Edison penso' che i tempi fossero maturi per la seconda piattaforma. Era stanco di avere solo Miss Vega A e perche' accontentarsi di una quando ne puoi avere due?

Tuttavia, i tempi erano cambiati, c’erano delle regole a cui attenersi. Mr. Edison avrebbe dovuto costruire Miss Vega B rispettando i tempi originali dati dal testo del Decreto di Concessione. Ma dopo trent'anni i tempi erano scaduti e Miss Vega B non avrebbe potuto vedere la luce. Ci si doveva accontentare di Miss Vega A.

Mr. Edison era disperato, come avrebbe potuto onorare la sua donna visto che gli era impedito di realizzare Miss Vega B ? E’ mai possibile in questo mondo che queste “banali regole” possano schiacciare ed umiliare l’amore che un uomo ha per la sua donna ?

Quando tutto sembrava volgere per il peggio, ecco che per Mr. Edison si intravide la luce.

Era il decreto di compatibilità ambientale 0000068 dell’aprile 2015.  Mamma Chioccia Ministero dell’Ambiente decideva che l'amore non ha vincoli di tempo e che il cuore di Mr. Edison non poteva piu' soffrire cosi.  I giochi erano fatti e finalmente il “sogno di Mr. Edison" si poteva completare. Potra' realizzare Vega B.

La ``Forza del petrol-amore ” vince su tutto.

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In effetti, cara Maria Rita, solo pensando ad un romanzo rosa si può giustificare quanto sta succdendo nella concessione di coltivazione denominata C.C6.EO della Società Edison, ubicata nel Canale di Sicilia, circa 20 km offshore dalla costa Sud-Orientale della Sicilia.

Ma andiamo con ordine, la societa' petrolifera Edison e' titolare della concessione di coltivazione denominata C.C6.EO al 60%. Il socio di minoranza e' l'ENI al 40%.  Siamo al largo di Ragusa, Sicilia.

L’originario ``Programma di Sviluppo", approvato con Decreto Ministeriale MICA del 17 Febbraio 1984 prevedeva la realizzazione di due piattaforme, la Vega A e la Vega B.  A quel tempo chi decideva queste cose era il Ministro dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato, abbreviato in MICA. La ditta che invece avrebbe goduto di questa concessione si chiamava SELM. C'era tempo fino al 28 Dicembre 2012..

Di queste due piattaforme, contravvenendo agli obblighi imposti dal decreto di concessione, ne fu realizzata soltanto una: la Vega A.

Con successivo Decreto Ministeriale MICA 1040 del 15 Febbraio 1988 (Decreto 1040) si autorizzava l’esercizio definitivo del complesso Vega che veniva definito come composto da: piattaforma fissa di produzione “Vega A”, sea-lines, boa di ormeggio e serbatoio galleggiante “Vega Oil” (ora sostituita dalla nave stoccaggio FSO Leonis).

E la Vega B? Non si sa. Come per magia, a distanza di quattro anni fra i due decreti ministeriali, la Vega B scompare e in quello del 1988 non viene citato in alcun modo la piattaforma Vega B. Siccome e' scomparsa sulle carte, automaticamente sparisce anche l’obbligo di realizzarla. Anzi, nello stesso Decreto 1040 del 15 Febbraio 1988, viene richiamata una dichiarazione datata 18 Agosto 1987 con la quale, la SELM, nella persona di Giuseppe Testaverde, direttore per la realizzazione del Progetto Vega affermava che:

"Le opere relative alla piattaforma fissa VEGA, sealines e serbatoio galleggiante VEGA OIL sono conformi al progetto depositato presso la sezione U.N.N.I. e il Ministero della Marina Mercantil"

E' alquanto singolare che Giuseppe Testaverde si era “dimenticato” di far notare che non era mai stata realizzata la seconda piattaforma Vega B e che era tutto conforme. 

Intanto sorge la domanda: e’ possibile dichiarare che le opere sono “conformi” ad un progetto depositato senza accorgersi che di due piattaforme petrolifere ne manca una? Dopotutto mica si tratta di un bullone? E' una piattaforma intera!

Ad ogni modo, tutto questo accadeva trenta anni fa. E con o senza la seconda piattaforma Vega B, tutto il complesso veniva dichiarato ``conforme" al progetto originario.

Passano trent'anni. Il petrolio viene estratto, la Vega Oil ha i suoi piccoli e grandi guai ambientali, e ... solo adesso ci si ricorda che manca la Vega B e si decide di realizzarla. E per quale motivo ci si ricorda che si deve realizzare una seconda piattaforma solo adesso?

Dal Decreto 1040 del 1988 in poi, il programma dei lavori ha attraversato, una sorta di fase di letargo: le varie società che si sono succedute come titolari della concessione Vega non hanno minimamente pensato alla realizzazione della seconda piattaforma che avrebbe consentito di attuare pienamente il programma originario del 1984.

Il colpo di scena arriva il 26 Luglio 2012, quando la Edison, l'ultima titolare in ordine del tempo della concessione Vega,  sveglia tutti dal letargo e presenta domanda di pronuncia di compatibilita' ambientale presso il Ministero dell'Ambiente per lo ...  “Sviluppo del Campo Vega B – Concessione di Coltivazione C.C6.EO”.

Cioe' era arrivata la Bella Addorementata nel Mare --  della serie: meglio tardi che mai!  Ma perche' tutto questo ritardo?

Il motivo e' presto detto. Il sito scelto dalla Edison per trivellare Vega B dista un po piu di undici miglia da un sito protetto di interesse comunitario, il SIC ITA 080010 detto ``Fondali Foce del Fiume Irminio". Siamo quindi all'interno della fascia di protezione delle dodici miglia imposta dal decreto legislativo 128 del 2010, il cosiddetto decreto Prestigiacomo che fra l'altro aveva anche aiutato la prima bocciatura di Ombrina Mare.

All'inizio, la Edison scriveva nei suoi documenti depositati presso il Ministero dell'Ambiente, che la localita' scelta per Vega B si trovava al di fuori della fascia di rispetto.

Successivamente, si sono accorti che in realta' il sito scelto risultava essere all’interno delle dodici miglia. In questo caso, a causa del decreto Prestigiacomo, Vega B non avrebbe potuto essere realizzata se la si considerava un nuovo progetto.

E' qui che la Edison tira fuori la storia del completamento del programma lavori approvato trentuno anni prima! E infatti, se la Edison considera la costruenda piattaforma Vega B facente parte di un programma di sviluppo approvato trentuno anni fa dal Decreto di conferimento della Concessione del 1984, diventa tutto piu' facile costruirla. Cercano di farla passare come non nuova, ma parte di un decreto vecchio.

Ma i tempi stringevano, e secondo il primo decreto, quello del 1984, il programma andava completato entro il 28 Dicembre del 2012. E quindi, sullo scadere dei 28 anni, la Edison presenta “istanza di proroga decennale” il giorno 5 gennaio 2012.

Devono sbrigarsi dunque!

La proroga decennale infatti non viene ottenuta in modo automatico. Le societa' concessionarie devono dimostrare di aver adempiuto a tutti gli obblighi iniziali. E' il cane che si mangia la coda allora:

Non completano il primo piano di sviluppo perche' non trivellano Vega B, chiedono la proroga decennale per trivellare Vega B, ma la proroga possono averla solo se Vega B e' stata trivellata.

Solo in Italia!

Ora, a parte tutte le questioni ambientali: presenza di faglie sismogenetiche in zona, biodiversita' del mare,  mancanza di un adeguato piano si antinquinamento marino c'e' questa bellissima nota del 12 Dicembre 2014 dove il Ministero dello Sviluppo Economico ha: 
“confermato che la società istante ha ottemperato, nei termini di buona gestione del giacimento, agli obblighi del decreto di conferimento della concessione di cui è stata chiesta proroga e che il programma lavori proposto per il prossimo decennio risulta finalizzato all’ottimizzazione e al completamento del drenaggio delle risorse”

E poi:

“Vega B completa il programma di sviluppo e coltivazione del giacimento concesso, ottimizzando il drenaggio delle risorse di olio del giacimento su cui attualmente insiste la piattaforma Vega A secondo un programma condiviso nei tempi e nei modi”.

Ma possibile che in tutto questi si siano dimenticati una piattaforma intera? Come possono dire di avere adempiuto a tutti gli obblighi se una parte integrante del progetto non e' stata eseguita? Delle due una: o sono ciechi o non sanno leggere!

La domanda a questo punto sorge spontanea:

Se la societa' ha eseguito nei tempi e nei modi il programma di sviluppo approvato nell’originario Decreto MICA del 1984, per quale motivo il Ministero dello Sviluppo Economico non ha ancora rilasciato il Decreto di proroga decennale che attualmente risulta essere scaduta dal 28 dicembre 2012, quasi due anni e mezzo ?

In uno Stato normale certe storie neanche iniziano e sapremmo bene come andrebbero a finire. Purtroppo, lo Stivale Italico può essere accusato di tutto tranne che di normalità.

Mike il Cavaliere



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