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Saturday, September 24, 2016

Collassano gli investimenti nel petrolio: - 25%. Trionfo nelle rinnovabili: produzione + 30%.



We have never seen such a decline in oil and gas investment.
Our findings carry a very important message for climate change and for the Paris agreement
Anyone who does not understand what is going on 
– governments, companies, markets –
 is not in the right place.


Si applica pure a: Gianluca Galletti, Dario Franceschini, Matteo Renzi e
tutti i signori fossili che continuano a voler bucare l'Italia.




La transizione verso le rinnovabili secondo il direttore dell' International Energy Agency Fatih Birol e' una rivoluzione spettacolare. Le rinnovabili trinofano, il petrolio collassa.

E' questo quello che viene fuori dal primo report dell'IEA a Londra, il giorno 17 Settembre 2016.

In cosa consiste questa rivoluzione?

Nel solo 2015 gli investimenti in oil and gas sono calati del 25%. La produzione di energia da sole e vento invece e' cresciuta del 30%. In un solo anno!

E grazie che Mr. Birol commenta che una cosa cosi non si e' mai vista. Anzi, aggiunge che chiunque non capisce quello che sta succedendo sbaglia di grosso.

Perche' questa transizione?

Da un lato, certo il declino dei prezzi del petrolio fa si che ci sia meno speculazione, e quindi, meno investimenti. Come dire: negli anni in cui gli investimenti erano elevati, lo erano in parte grazie alle speculazioni, cioe' pensavano di farci i soldi facilimente e non venivano certo a trivellare per amore di popolo.

Per quanto riguarda le rinnovabili, non e' tanto l'aumento di produttivita' in termini di unita' installate che colpisce, quanto invece l'aumento di efficenza e l'abbassamento dei costi che ha portato a una maggiore produzione di energia.

Intanto i costi crollano: nel corso degli scorsi 5 anni il prezzo del sole e' calato dell'80%, quello del vento di circa il 30%.  I prezzi continueranno a calare sempre di piu' con l'avvento di turbine e pannelli sempre piu' efficenti e con la produzione di massa.

Al contenpo diventeranno sempre meno importanti i sussidi governativi.

Nel contempo, i campi di petrolio esisteni diventano sempre meno redditizi perche' sono vecchi e molti sono alla fine del proprio ciclo naturale di sfruttamento.

E il nucleare? No, li i costi non sono dimunuiti, anzi ci si preoccupa ancora di dove andare a smaltire i rifiuti visto che nuove tecnologie anti-radioattivita' non sono ancora state scoperte ;)

Non e' tutto rosa pero'.

In Asia ed in Australia ci sono ancora molti, troppi, nuovi progetti a carbone a venire su, specie in India e Indonesia. Nel 2015 circa 60 miliardi di dollari a livello mondiale sono stati spesi solo per costruire impianti a carbone, di cui la maggior parte con tecnologia basilare e molto inquinanti.

La Cina e' ancora il maggior utilizzatore di carbone, anche se nel 2015 hanno speso il 60% del loro budget di investimenti energetici nel rinnovabile.

Chi l'avrebbe mai detto solo dieci anni fa che saremmo arrivati fin qui, in cosi poco tempo?

Io spero che tutti i poltici (gli pesudo-politici?) in carica in Italia leggano queste cose e si decidano a fare passi grandi e importanti verso le rinnovabili e non piu' verso le trivelle in mare in terra, bucando la nazione come se eroinomani incalliti. 

1 comment:

ijk said...

Questa sembra apparentemente una bella notizia, ma c'è anche il rovescio della medaglia da guardare. Se questi signori stanno dirottando i capitali dal petrolio verso le rinnovabili non lo fanno, come dici tu " per amor di popolo", ma per i loro interessi, che non sono necessaraimente i nostri (del popolo).
Quindi se si voltano alle rinnovabili significa solo che pensano che potranno guadagnarci in misura maggiore che non con il petrolio. In un mondo destinato a decarbonizzarsi, perchè l'EROEI dei fossili tende a 1, la disponibilità procapite di energia crollerà per gran parte dell'umanità.
Chi muove i capitali del mondo si sta organizzando per salvare i propri privilegi e i propri lussi, non certo per salvare il pianeta.
Poi sul livello di consapevolezza dei problemi energetici mondiali dei nostri politici è meglio non parlarne nemmeno.