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Wednesday, May 10, 2017

Crolla tunnel sotterraneo in ex fabbrica di plutonio piena di materiale radioattivo








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Questo blog parla di petrolio. Ogni tanto pero' capitano delle storie, a mio avviso importanti, che non vedo tanto riprese nella croncaca italiana. 

Ad Hanford si produceva plutonio per armi, dal 1943 fino alla meta' degli anni 80.  Il plutonio della bomba di Nagasaki e' stato fatto qui, presso il Plutonium Uranium Extraction Plant, anche noto come PUREX.  Il sito e' stato poi dismesso, ed oggi e' ancora contaminato: ci lavorano ancora centinaia di persone per completare la bonifica che si pensa sara' completa nel .... 2060!

Hanford faceva parte del Manhattan Project e non solo qui venne prodotto il plutonio usato a Nagasaki, ma vennero qui costruiti 9 reattori nucleari e prodotto il plutonio per le circa 60mila armi dell'arsenale a stelle e strisce. 

Dal punto di vista della tecnica, Hanford si puo' ritenere un sucesso, le idee sono state portate a compimento, e la sua missione di produrre plutonio  e' raggiunta.

Quello che pero' ha portato con se (a parte ovviamente le domande sull'eticita' dell'uso del plutonio prodotto) e' una marea di guai ambientali. Molte procedure, specie degli anni 1950, 1960 erano inadeguate.

Ma lo sappiamo adesso, con il senno di poi.

Grandi quantita' di materiale radioattivo sono finite in atmosfera e nel vicino Columbia River per un totale di 200 mila metri cubi di monnezza liquida radioattiva in 177 siti di stoccaggio liquido; altri 710 mila metri cubi di monnezza solida radioattiva e ben 520 chilometri quadrati di acqua contaminata sottoterra.

E siccome le 177 taniche invecchiavano, nel 2011 parte della monnezza e' stata poi riversata in altri 28 contenitori piu' grandi, e piu' sicuri, a doppio rivestimento, di modo che se una cede, c'e' un altro strato protettore.

In quell'occasione scoprirono che almeno 14 dei 177 *avevano perdite* di monnezza radioattiva. Persi almeno 1400 litri di liquidi radioattivi.

Nel 2012, vennero scoperte perdite anche dagli involucri nuovi, a doppio rivestimento:  a causa di problemi di progettazione e di corruzione circa 12 dei 28 nuovi contenitori erano inaffidabili.

Si decise allora che il tutto dovesse essere monitorato ogni 3 anni per i contenitori doppi e ogni mese per i contenitori singoli.

Nel 2014 vennero scoperti altri rifiuti radioattivi in posti non identificati in precedenza. La costruzione di un nuovo impianto per il trattamento piu' aggiornato di questa roba, il Waste Treatment Plant, intanto veniva rimandato per altri imprevisti.

Alla fine di tutto, i 2/3 della monnezza radioattiva del paese sono qui stoccati. Il sito e' il piu' contaminato sito nulceare l'America.

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Dopo la fine della guerra fredda, sul sito rimase solo un impianto di generazione di energia nulceare, il Columbia Generating Station, oltre che vari istituti di ricerca nati sulla scia degli esperimento degli anni 1940, il  Pacific Northwest National Laboratory e il  LIGO Hanford Observatory.

Il giorno Martedi 9 Maggio, alcuni lavoratori hanno visto della terra semi-sprofondata. Ed e' arrivata l'emergenza. Circa otto metri di tunnel sotterraneo erano collassati.

Quello che c'e' a Hartford, per quanto monitorato, sorvegliato, studiato nei minimi dettagli e aggiornato e' pur sempre un relitto di un altra era. Non sappiamo bene come gestire questi impianti di altri tempi perche' non ci sono punti di riferimento. Cosa fare? Quanto terranno le infrastrutture? Dove mettere tutto quello che resta?

L'edificio in questione si estendeva per 10 metri sottoterra ed era chiuso da venti anni. E' pure fortemente inquinato. Nella zona ci sono ben 177 siti di stoccaggio di rifiuti nucleari degli anni 1940. 

Quello che quindi emerge che queste operazioni sono per il lungo, lunghissimo termine.

Torniamo al petrolio.

Siamo sicuri che tutti i buchi dell'era post guerra non perdano?

Che tutte le cementificazioni non perderanno mai mai e poi mai?

Nemmeno quelle di 50 o 60 anni fa?

Siamo sicuri che tutte le piattaforme sotto la superficie del mare non lo stanno contaminando con perdite piu o meno forti?

E quello che costruiamo adesso?

Siamo assolutamente sicuri che quello che facciamo al sottosuolo non stia stuzzicando le faglie sismiche? Non le abbia gia' stuzzicate?

E siamo sicuri di star smaltendo per bene tutta la petrol-monnezza *a volte anche radioattiva? ). Cosa succedera' quando fra 30 anni scopriremo che ci sono metodi piu efficenti e che quel che oggi ci sembra sicuro non lo sara' piu'?

Quanta monnezza ha riversato l'ENI in giro per l'Italia?

Non e' meglio un enorme pannello solare sulle case di tutti?





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