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Tuesday, May 16, 2017

La Finlandia tira le orecchie a USA e Russia sulle trivelle in Artico, e c'e' un miracolino


If we have two countries, Russia and the US, 
not sharing the view that climate change is happening 
or is manmade or how much it is manmade, it is very difficult to proceed.”

Harri Mäki-Reinikka, Ministro delle politiche nordiche della Finlandia


Qualche giorno fa la Finlandia e' diventata il presidente dell Consiglio dell'Artico. Ci fanno parte Canada, Islanda, USA, Danimarca, Finlandia, Russia, Norvegia e Svezia. E' un ente creato nel 1996 per il bene comune dell'Artico che si riunisce ogni due anni.

La prima cosa che ha fatto il delegato finlandese  e' stata di fare appello agli scenziati che lavorano sui cambiamenti climatici per contrastare USA e Russia che nel loro intimo vorrebbero trivellare tutto il trivellabile in Artico, con buona pace del clima.

Ed e' proprio cosi. Putin e Trump sono daccordo nel dire che i cambiamenti climatici sono una esagerazione, che sono un complotto dei cinesi (Trump) e che non sono per opera dell'uomo (Putin, e per colpa di chi, scusi?) e vorrebbero quindi andare avanti ad estrarre ancora piu' petrolio dal polo nord.

C'e' stato cosi un incontro a Fairbanks, Alaska proprio per parlare di questo dilemma: trivelle, Artico e clima.

Nell'intento della Finlandia in realta' si sarebbe dovuto parlare di come diminuire l'inquinamento esistente, ma in realta' l'elefante nella stanza erano gli accordi di Parigi, e il ruolo di USA e Russia.

Gli USA chi hanno mandato?

Rex Tillerson, l'ex CEO di Exxon Mobil!

E cosi, il Ministro della Finlandia delle politiche nordiche, Harri Mäki-Reinikka, ha chiesto a tutti i partecipanti di rispettare gli accordi di Parigi.

Ha detto che spera che non ci saranno accordi segreti fra i piu' grossi, perche' questi sono problemi seri. Ha detto che l'Artico cambia, che se le temperature aumentano di due gradi sul pianeta, in Artico si arriva a quattro o anche a sei con conseguenze disastrose.

Mäki-Reinikka  ha ricordato che la neve e il ghiaccio si sciolgono piu in fretta di quanto mai prima, e che i livelli del mare aumentano. E ricorda che se gli USA e la Russia continuano il loro negazionismo sara' difficile andare avanti.

Anche il ministro dell'ambiente di Norvegia, Vidar Helgesen, petrol-nazione, ha ricordato che i cambiamenti del clima esistono e ha addirituttura ricordato a Tillerson che gli stessi militari USAsono preoccupati per le conseguenze alla sicurezza a livello globale.

E cosi, c'e' stato il miracolino.

Chissa', circondati da nordici ed essendo due contro sei, gli americani di Tillerson si sono un po vergognati. O chissa', Trump soffocato com'e' da guai interni a non finire (la faccenda di Comey e' veramente strabiliante e non passa giorno che non ci sia un passo falso di quest uomo) ha deciso di non fare sempre il galletto di testa sua. O chissa ancora, se la delegazione USA si sia sentita in imbarazzo a vedere tutti i giovani che protestavano a Fairbanks.

Ad ogni modo, all'unanimita' gli otto del Consiglio Artico hanno firmato la "Fairbanks Declaration 2017," dove si dice che l'Artico si riscalda a tassi due volte superiori al resto del pianeta, che occorre ridurre le emissioni di metano e che i cambiamenti climatici sono la piu grande minaccia alla biodiversita' dell'Artico.

Rex Tillerson ha riconosciuto la validita' degli accordi di Parigi, almeno per ora.

Donald Trump aveva detto che li voleva stracciare, ma alla fine, per ora almeno, Tillerson ha detto che non cambiera' niente in questa direzione, almeno per il breve termine. Gli accordi firmati da Obama restano.

Ora questo non vuol dire che e' finita qui. Perche' qualche giorno prima lo stesso Tillerson aveva detto che gli USA stavano cambiando le proprie politiche sui cambiamenti climatici, ha detto pure che:

"We're not going to rush to make a decision. We're going to work to make the right decision for the United States."

Quindi, per ora tutto resta come prima, ma non si sa. Si temeva che Tillerson annunciasse proprio qui l'uscita degli USA dagli accordi di Parigi, ma grazie al cielo cosi non e' stato. Ad ogni modo, fa un po tristezza sentirlo dire "the right decision for the United States" come se in termini di clima, non fossimo tutti sullo stesso pianeta!

Caro Tillerson, in termini di clima, quello che e' meglio per gli USA e' quello che e' meglio per tutta la Terra, perche' ci siamo dentro tutti assieme.





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