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Sunday, February 18, 2018

USA: sole e vento record nel 2017, nonostante Trump



Le cinque citta' USA 100% rinnovabili:


1. Rock Port, Missouri. 1,300 persone. 
E' 100% rinnovabile dal 2008, quando installarono 4 turbine eoliche. 


2. Greensburg, Kansas, 1.400 persone. 
Nel 2007 un tornado la devasto' e si decise di ricostruire la citta' affinche fosse sostenibile. 
Sono 100% rinnovabili dal 2013 grazie all'eolico, solare e geotermico. 
Il costo della ricostruzione verde e' costato il 20% in piu rispetto alla ricostrizione convenzionale. Oggi i costi sono stati recuperati, con il risparmio energetico.
La citta' risparmia 200,000 dollari l'anno 
con l'energia green sugli edifici pubblici. 


3. Kodiak Island, Alaska, 14,000 persone.
L'obiettivo era di diventare 100% rinnovabile nel 2020, usando l'idroelettrico e vento per eliminare l'uso del diesel. E' stato difficile imparare a gestire l'eolico in sintionia con i cambiamenti della ventosita' ma alla fine ce l'hanno fatta e sono diventati 100% rinnovabili nel 2014.
4 Burlington, Vermont, 42,000 persone.
Burlington e' la citta' piu' grande del Vermont e sono diventati 100% rinnovabili 
nel 2014 quando hanno comprato un'impianto idroelettrico per la generazione di energia, ed abbandonando il carbone che fino ad allora era la principale fonte energetica della citta'.  Oltre all'idroelettrico hanno sole, vento e biomasse. Il risparmio e' di 1 milione di dollari l'anno.
5. Aspen, Colorado,7,000 persone.
E' questa una specie di Cortina D'Ampezzo per gli Americani, 
per sciare e per i ricchi.  Sono diventati 100% rinnovabili qui nel 
2015 usando vento ed idroelettrico.
 
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Nonostante Donald Trump, il revival del fracking nel paese, e il petrol-amore dei repubblicani, l'energia rinnovabile cresce anche negli USA.

Siamo arrivati al 18%, nella prima potenza mondiale, il doppio di dieci anni fa.

Lo dice il rapporto annuale dell'energia negli USA, il Sustainable Energy in America Factbook, dove si segnala che il 2017 e' stato un anno record per l'energia green nel paese.

Il rapporto mostra che siamo arrivati nel 2017 a 717 terawatt hours (TWh), grazie sopratutto alle forti pioggie nel nord-ovest del paese che ha portato ad abbondante generazione di energia idroelettrica e grazie nuove installazioni di solare ed eolico nel paese.

Il 18% forse non sembra tanto, ma in scala lo e', considerati gli usi in numeri assoluti dei consumi negli USA e sopratutto perche' siamo vicini al punto di sorpasso con il nucleare che e' al 20% del totale.

La cosa interessante e' che i consumi di gas e di carbone sono in calo, rispetto al 2016. Le rinnovabili invece corrono veloci.

Ma come puo' essere che accada tutto questo sotto l'amministrazione del fossil-Donald?

La risposta e' nei comuni, nelle amministrazioni locali che pian piano svoltano verso le rinnovabili.

E infatti sono cinque le citta USA che vanno a 100% rinovabile: Aspen, Colorado; Greensburg, Kansas; Burlington, Vermont; Kodiak Island, Alaska; e Rock Port, Missouri.

Il numero di citta' che invece lavora per arrivare allo stesso obiettivo e' invece salito a 46 e fra queste ci sono citta' grandi come Atlanta e San Diego che guidano la Ready for 100 initiative, una iniziativa lanciata nel 2016 e il suo scopo e' di includere 100 citta' per la transizione al 100% rinnovabile, ciascuna usando le proprie risorse, la propria geografia, la propria rete elettrica.

E questa non e' una cosa da sottovalutare: le citta' USA emettono circa il 75% delle emissioni di CO2, e allo stesso tempo la transizione verso le rinnovabili diventa sempre piu' facile, a causa del calo dei prezzi e della sensibilita' delle persone. 

Secondo gli esperti, non e' difficile per la citta' media americana arrivare all'obiettivo del 100% rinnovabili, perche' le possibilita' sono tante e in tutte e' possibile trovare un metodo giusto, adatto alle proprie realta' locali.

Saturday, February 17, 2018

Torre Alfina, Acquapendente (VT): Gentiloni sfida Galletti e boccia le trivelle geotermiche








Il documento della Presidenza del Consiglio dei Ministri dove Paolo Gentiloni firma il no alle trivelle di Torre Alfina, Acquapendente.

27 Dicembre 2017


L'area in questione con le centrali e i proposti pozzi geotermici


L'area e' fortemente sismica.
Dal 2005 ad oggi 13 terremoti di magnitudo 2.5 o piu'. 
Il piu' forte di 4.1 nel 2016.



La ITW LKW Geotermia Italia
capitale sociale 1 milione di euro.


La Commissione VIA del Ministro dell'Ambiente che il 2 Agosto 2017 da parere positivo in alto,
e in basso lo stesso Ministero dell'Ambiente che da parere negativo il 24 Gennaio 2018
dopo che Gentiloni ha detto no.

Cambiano parere in 5 mesi!




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Quante bugie, quanti intrighi, quanta piccolezza,
che brutta Italia.

E' dovuto intervenire Paolo Gentiloni a bocciare il progetto.

Ma alla fine in qualche modo e' tutto salvo.

Le parole piu' belle nei vari documenti sono che il diniego e' stato:

"in considerazione della qualita' di bellezza panoramica e della bellezza d'insieme"

Tutta l'Italia e' cosi, o dovrebbe essere cosi.

Per una volta, bravo Gentilioni.

.... il giardino del mondo, no?

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Si chiama Torre Alfina, fa parte del comune di Acquapendente con 5655 anime ed e' in provincia di Viterbo.

Secondo il database HiQuake, con la lista della sismicita' indotta mondiale, nel 1977 a Torre Alfina ci fu un terremoto indotto di magnitudo 3 a causa di trivelle geotermiche.

Il rischio sismico ufficiale di Acquapendente e' 2, "zona dove possono verificarsi forti terremoti" secondo l'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003, aggiornata con Delibera della Giunta Regionale del Lazio n. 387 del 22 maggio 2009.

La classifica parte da 4, dove i terremoti sono rari, passa a 3, per zone che "possono essere soggette e forti terremoti, ma che sono rari", si arriva a 2, con appunto "zone dove possono verificarsi forti terremoti", e culmina con 1, la piu' pericolosa dove "possono verificarsi terremoti fortissimi".

Acquapendente e' appunto nella seconda categoria piu' pericolosa.

E infatti ogni tanto ci sono terremoti, con epicentro vicini, oppure proprio ad Acquapendente. Nel 2016, per esempio si parlo' pure di evacuazione dell'ospedale, scosse ripetute. 

Dal 2005 ad oggi ci sono stati 18 terremoti con magnitudo maggiore di 2.5 con picchi massimi di 4.1, e a 20 chilometri da Acquapendente.

In 13 anni.

Ora, non scrivo tutto questo per allarmismo, ma solo per mettere il tutto in prospettiva, di quanto fragile sia il nostro territorio, e come siano rapaci gli avvoltoi che vogliono distruggere la nostra nazione.

E il fatto che abbiano anche solo pensato di trivellare, e quindi di mettere a soqquadro i naturali equilibri di questa zona, e' veramente strabiliante.

Facciamo un qualche passo indietro.

A proporre di trivellare Torre Alfina (Acquapendente) e' stata la carneadica ITW LKW Geotermia Italia. Chi sono questi? E chi lo sa. 

E certo che chi lo sa. E infatti, dal loro stesso sito dicono di nascere nel 2010. Sono quindi una societa' recente, e non si sa bene chi ci sia dietro. Si sa pero'  che hanno "l’intento di rispondere all’esigenza di generare energia geotermoelettrica con una tecnologia ed un processo produttivo, che garantisca le emissioni nulle in atmosfera, con qualsiasi fluido geotermico ricercato".

Emissioni nulle!

A loro non si applica il secondo principio della termodinamica dunque!

Dicno di specializzarsi in impianti geotermoelettrici e di collaborare con enti di ricerca per "pianificare uno sviluppo sostenibile di energia da fonte geotermica per i fabbisogni di riduzione di CO2, produzione di calore per raffreddamento/riscaldamento di edifici e processi produttivi industriali ed artigianali, e per il fabbisogno energetico di piccoli centri abitati."

Hanno un "valido management aziendale e di un gruppo di consulenti ricercatori di lunga esperienza nei settori di studio come: geologia, idrogeologia,  vulcanologia, ingegneria energetica, ingegneria di perforazione, architettura e ingegneria del paesaggio, ingegneria per le reti di distribuzione di elettricità e di calore."

Quello che non c'hanno sono gli esperti di lingua italiana, visto che nel loro sito hanno pure.... errori grammaticali.

La loro sede centrale e' a Torino, la sede operativa a Roma e il loro capitale sociale e' di ... un milione di euro.  Il prezzo di una villetta.

E' evidente che sono principianti.

Un milione di euro sono tanti soldi per me e per chi legge, ma non sono niente per una ditta che vuole trivellare zone delicate, sismiche e pericolose.

Per Torre Alfina prevedevano di generare elettricita' usando fluidi geotermici alla temperatura di 140 gradi cenigradi trivellando due o tre ("al massimo") pozzi a un chilometro di profondita' per poi generare energia elettrica di 5 MW.  Un'altra centrale simile sarebbe stata costruita a Castel Giorgio, in provincia di Terni, Umbria, non lontano da Torre Alfina.

Una volta usato il fluido sarebbe stato reiniettato sottoterra attraverso un unico pozzo di reniezione reiniezione previsto a Castel Giorgio. Qui sarebbero arrivati i fluidi spesi sia da Castel Giorgio che da Tore Alfina.

Ovviamente, dall'alto del loro milione di euro prevedevano un sistema di protezione ambientale con "vari elementi di sicurezza e controllo delle condotte di reiniezione, monitoraggio delle condizioni di reiniezione nei pozzi reiniettivi, oltre ad un sistema di monitoraggio sismico del territorio."

E quante cose devono fare con un milione di euro?

Dalle lettere del ministero scopriamo che i nuovi pozzi della  ITW LKW Geotermia dovrebbero sorgere nei pressi di altri pozzi gia' trivellati dall'ENEL negli anni settanta.

Scopriamo pure che si tratta -- solo per la concessione Torre Alfina -- di cinque pozzi di estrazione.

Ma... non erano due o tre "al massimo"?

Scopriamo pure che la reinizione sarebbe stata in quattro pozzi, solo per Torre Alfina.

Ma come... non era un unico pozzo di reinizione, comune sia a Torre Alfina che a Castel Giorgio?

E infine scopriamo che la centrale di produzione doveva essere nella sede di una ex cava, chiamata Le Greppe, sottoposta a vincolo paesaggistico.

Ma che vuoi che sia un vincolo paesaggistico in Italia? Distruggiamo tutto, no?

Bene.

Parte tutto l'iter autorizzativo.

Il Ministero dell'Ambiente, di Gianluca Galletti, che come detto non ha mai incontrato una trivella che non gli piacesse, nemmeno di geotermia, ha detto si.

La regione Lazio, con presidente Nicola Zingaretti del PD, non ha mandato parere, ma "ha comunicato di non condividere il parere positivo espresso dal Ministro dell'Ambiente".

Era troppo lavoro esprimere un parere, di qualsiasi natura? O Mr. Zingaretti e la sua amminstrazione non volevano esporsi troppo? O non gleine importava piu' di tanto di Torre Alfina? Chi lo sa. Io so solo che non si amministra cosi una regione.

Ma qui succede qualcos'altro.

Il Ministero dei Beni Culturali, guidato da Dario Franceschini invece... da parere negativo! E assieme a lui danno parere negativo la Sovrintendenza per la provincia di Viterbo e l'Etruria meridionale.

Oddio, e ora che facciamo?

Due Ministeri, due pareri diversi. La regione Lazio che non parla.

E' allora lo stesso Ministero dei Beni Culturali, a chiedere che intervenga niente di meno che al Presidente del Consiglio dei Ministri, affinche' ad esprimersi sia direttamente il Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana.

Lo prevede la legge.

E cosi' e' stato, ed infatti,  il documento finale, con il no a Torre Alfina e alla ITW LKW Geotermia Italia  e' infatti firmato da Gentiloni stesso!

Nel documento, si parla di discussioni in sede di Consiglio di Ministeri, con l'Ambiente di Gianluca Galletti a difendere il suo si, e quello dei Beni Culturali di Franceschini a difendere il suo no.

Avrei pagato per esserci e vedere due Ministeri per una volta essere in disaccordo.

E alla fine... vince il no.

Niente ITW LKW Geotermia, niente trivelle, niente pozzi di qua e di la.

Firmato Paolo Gentiloni!

Il Primo Ministro italiano che direttamente boccia un progetto trivellante!

E per quale motivo viene bocciato?

Beh, sulle carte compare che il piano territoriale paesistico regionale del 2007 impone la tutela integrale del paesaggio e che, evidentemente, una centrale geoeelettrica con pozzi e cavi e infrastruttura non e' proprio compatibile con tale tutela integrale.

In particolare sorge qui l'area protetta Altopiano dell'Alfina, Monte Rufeno e Valle del Paglia. Il Ministero dei Beni Culturali aggiunge pure che il comprensorio dell'area e' di rilevante valenza paesistica perche' e' uno degli ultimi esempi in Lazio di agricoltura che e' in equilibro con l'ambiente e con valenza archeologica e storica, grazie a vari ritrovamenti di artefatti preistorici e con la presenza di edifici medievali.

La bocciatura arriva il giorno 27 Dicembre 2017.

E poi cosa succede?

Il Ministero dell'Ambiente... cambia idea!!!

La piccolezza piu' piccolezza di tutte. Il giorno 24 Gennaio 2018 infatti, emettono un nuovo parere, questa volta negativo!

Fanno ridere, ed e' evidente che questi non hanno ne spina dorsale, ne competenza per l'ambiente, ne onesta intellettuale.

Ad Agosto dicevano tuttapposto. A Gennaio dicono no, dopo il parere del Consiglio dei Minsitri,
Fa piangere e ridere allo stesso tempo. 

Non so che dire, se non che andiamo avanti con gente cosi al governo.

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Torno al testo del Consiglio dei Ministri e leggo le parole testuali firmate da Paolo Gentiloni:

l'impianto di trasformazione dell'energia geotermica all'interno della Cava Le Greppe risulta in contrasto con il recupero ambientale e paesaggistico dell'area.

Ci rifletto un po. Questo e' importante perche' si parla di recupero, cioe' di potenziale, di cosa fare per il futuro delle nostra Italia agreste e poco conosciuta.  Avrebbero potuto dire: beh, qui e' tutta campagna, mica e' la Toscana? e quindi, trivelliamo pure, invece ci si rende conto che quella campagna va difesa e protetta e recuperata perche' e' bella.

Parole semplici e brutalmente oneste.

Come detto in alto, e' tutta l'Italia che e' bella e che si porta dietro una bellezza storica, viscerale che nessuno potra' mai imitare perche' nessuno ha dietro la nostra storia, la nostra geografia.

E' questo l'unico futuro possibile per questa nazione, se vogliamo davvero uscire dalla crisi decennale: capire chi siamo, quale sia la nostra essenza, e costruire in quella direzione. Recuperiamo le campagne, abbelliamole, inventiamoci occasione per farle diventare ricchezza economica nella loro bellezza e non trasformandole in appendici industriali.

Ultimi appunti (non pensavo di scrivere cosi tanto!): Paolo Gentiloni, io non so perche' questo procedimento e' stato avviato per Torre Alfina e non per le mille altre realta' italiane. Ma so che se veramente si studiassero i luoghi e le condizioni in cui si vuole trivellare qualsiasi altro angolo d'Italia ci si rendera' conto che le stesse parole scritte per Torre Alfina valgono per la Basilicata, per il Piemonte, per l'Abruzzo, per il Veneto e per ovunque si voglia bucare la nazione.

Spero che anche il progetto di Castel Giorgio venga bocciato e per gli stessi motivi.

E ora, recuperiamo quello che c'e' da recuperare, e usiamo questa vittoria per qualcosa di migliore, di piu' sano, di piu' bello.

Sono tanti anni che scrivo questi post, e non mi stupisco mai di quanta bellezza silenziosa abbia questo paese. Non ci sono mai neanche stata nelle campagne di Viterbo, ma nello scrivere oggi pomeriggio, un Sabato un po' malaticcio, io me la immagino, la vedo, e sono felice che sia salva e che anche questo sia parte di chi sono.




















Friday, February 16, 2018

La Chiesa anglicana: rinunciare alla plastica per la Quaresima







Il famoso fioretto della quaresima e' un piccolo grande dilemma che si pone ogni anno a chi vuole rinuciare a qualcosa - dolciumi? caffe? sigarette? 
 
La Chiesa Anglicana propone un nuovo fioretto: rinunciare alla plastica. 

E' una idea bella e progressista. L'idea e' di evitare di usare prodotti con troppi imballaggi e/o inutili in modo da ridurre il consumismo e tutti i problemi ambientali collegati all'uso smisurato di plastica usa e getta. 

L'idea e' di Ruth Knight, l'ufficiale per le politiche ambientali della Chiesa d'Inghilterrra. Lei dice che e' la prima volta che dedicano la Quaresima ai problemi ambientali, ma che la salvaguardia dell'ambiente e' fra le cinque missioni della Chiesa stessa.

Per l'occasione e' stato creato un calendario come quelli dell'avvento, con ogni giorno un qualche cosa che si puo' fare per evitare la plastica e con riflessioni religiose in merito. Esempio? 

Compare vestiti di fibre naturali, riusare le buste di stoffa, comprare prodotti di tutti i giorni non-plastificati, come spazzolini per denti o guanti di plastica. Alcune di queste cose sono piu' difficili da fare, ma e' importante provarci, ed esserne coscienti. 

Sono abbastanza vecchia per ricordarmi i tempi in cui non era difficile comprare 100% cotone e 100% lana. Adesso e' tutto nylon, polyestere, acrilico e altre fibre sintetiche che non sono reciclabili. Quella e' tutta roba che finisce in discarica alla fine e con alta probabilita' di finire negli oceani in un modo o nell'altro.

Questo della Chiesa anglicana e' un altro passo in avanti nel mondo occidentale per cercare di arginare la catastrofe-plastica, sopratutto nell'ottica in cui ci si rende conto che non si puo' continuare in eterno a produrre e a gettare via plastica monouso, multiuso o nei vestiti. 

Siamo in sette miliardi a farlo. 

Come gia' scritto su questo blog sono molte le iniziative europee che iniziano a prendere forma in questo senso:  a dicembre l'unione europea ha annunciato delle misure stringenti per arginare il consumo di plastica e di creazione dell'immondizia, specie adesso che la Cina non vuole piu' prendere i nostri "prodotti reciclabili" che altro non sono che i nostri rifiuti.

Il Regno Unito ha preso altre misure: il divieto di usare microbeads nei cosmetici,  pezzettini piccoli di plastica usati per esfoliare la pelle. Theresa May ha anche creato un piano 25-ennale per l'eliminazione della plastica usa e getta. 

Per esempio saranno vietate cannuccie e cotton-fioc in varie parti del paese, arrivano buste di plastica a pagamento. 

Il programma Blue Planet II e' stato il programma piu' visto sulla televisione inglese del 2017.

Non ha importanza esattamente quale sia il mio rapporto con la Chiesa Cattolica, ma questo voglio dire. In Italia tutti gli indicatori mostrano un allontanamento progressivo dalla Chiesa, da chi frequenta la messa la domenica, fino ai matrimoni religiosi. E secondo me continueranno a perdere fedeli se non si aggiornano alle cose rilevanti alla vita del 21esimo secolo. Ci vogliono meno tabu di sesso, e piu' voglia di affrontare temi difficili, concreti e urgenti.

Perche' queste inziative vengono prese dalla Chiesa d'Inghilterra e non dalle parrocchie italiane? Ci vuole piu' attivismo, piu' attenzione alla vita vera, alle cose importanti. 
In Italia nessuno, o quasi nessuno, della classe politica parla di ambiente in modo continuato, e come priorita' assoluta. Si ogni tanto ci sono dei proclami sulla green economy, ma in realta' non ci sono vere inziative per il futuro, mirate ed costruttive. 
Il papa ha fatto la sua enciclica, ma ci vuole azione piu' concreta, localmente. 
E chi meglio della Chiesa Cattolica, a cercare di fare queste cose?  Perche' la Chiesa non decide attivamente di diventare la protettrice dell'ambiente? E questo non dal Vaticano, ma dalla Chiesa di quartiere.
Tutte le parrocchie dovrebbero essere dei bastioni di attenzione per l'ambiente: dal taglio selvaggio di alberi, alla cementificazione, dall'inquinamento delle fabbriche locali, ai fiumi sporchi. La Chiesa ha potere e questo potere deve essere usato per fare cose positive. Dovrebbero parlarne di piu', mettere pressione ai politici, sensibilizzare chi va in Chiesa, *volere* risultati.

Perche' le prediche sono sempre cosi monotone sull'accettare lo status quo, "pregare" e mai prendere azioni per cambiarlo questo status quo?

Dopotutto la vita, che la Chiesa dice di proteggere, non e' solo l'aborto o l'eutanasia, il divorzio o il sesso. La vita e' l'aria che respiriamo, il cibo che mangiamo, l'acqua che beviamo, la natura attorno a noi.  Che senso ha proteggere i feti e poi esporre i bimbi ad un mondo malato?
L'ambiente e' fragile ed ha bisogno di una voce che lo difenda. L'ambiente non parla e non strilla, non vota e accetta tutto. Finche' un giorno silenziosamente si ribella restituendoci ogni insulto che le abbiamo dato, e moltiplicato nella forma di malattie, squilibri climatici, infertilita'. 
E al dila' della Chiesa sta a ciascuno di noi difendere l'ambiente ogni santo giorno, con le nostre piccole e grandi azioni quotidiane.









Thursday, February 15, 2018

L'airgun e i pinguini in Sud Africa










E' evidente che in Italia non abbiamo pinguini, ma non e' questo il punto di questo post.

Il punto e' che non esiste un solo motivo a livello mondiale per andare avanti con trivelle, airgun, esplorazioni, buchi, raffinazione e tubi di scarico.

E uno dei motivi, l'ultimo di una lunga serie, e' questo nuovo studio appena pubblicato da ricercatori della Nelson Mandela Unversity del Sud Africa che hanno dimostrato che i pinguini soffrono per i suoi emessi durante le operazioni di airgun e se ne allontanano.

Lo studio e' stato eseguito per la precisione da Lorien Pichegru, Reason Nyengera, Alistair McInnes e Pierre Pistorius. La loro conclusione e' che l'air gun e' pericoloso per i pinguini che in Sud Africa sono anche sottoposti alla pesca selvaggia, alla diminuzione di sardine di cui si cibano, e all'inquinamento del mare in generale.


In questo caso specifico l'air gun e' previsto per Algoa Bay, Sud Africa, dove vivono due specie di pinguini Africani, sull'isola di St Croiz e di Bird. Le colonie hanno visto un calo dei propri esemplari del 70% dal 2004 ad oggi.

E sono queste le specie che i ricercatori Sud-Africani hanno studiato.

E' qui che il Sud Africa vuole trivellare.

Chi trivellera'?

La britannica Petroleum Geo-Services.

Ora, lo abbiamo detto tante volte in questo blog: l'airgun non e' un botto innocente. Sono spari potentissimi di aria compressa che vengono ripetuti per giorni e settimane, ogni 5-10 secondi. Il rumore e' il piu' intenso fra quelli prodotti dall'uomo, ed e' noto che queste tecniche portano danni a pesci e invertebrati del mare.

E i pinguini, perche'?

Perche' spendono molto tempo in mare, alla ricerca di cibo. Gli studiosi citati sopra hanno seguito 333 esemplari di pinguini africani ``Spheniscus demersus" dal 2009 al 2013 con sistemi di GPS. Questi pinguini erano esposti ad ispezioni sisiche a 100 chilometri di distanza dalla loro sede abituale.
I dati raccolti lungo quattro anni mostrano che i pinguini scappano dalle aree sottoposte ad airgun, e vanno alla ricerca di mari piu "tranquilli". Questo causa grande affaticamento, nonche' danni all'udito dei pinguini. 

I ricercatori raccomandano che l'airgun venga eseguito almeno a 100 chilometri dalla sede dei pinguini.  Il suono si puo' sentire in acque poco profonde fino a 50-75 chilometri dal punto di emissione, ma in acque profonde si puo' arrivare anchea molto di piu'. 

Airgun a cento chilometri per salvare i pinguini. 
Non e' difficile pensare che sia cosi per tutte le specie viventi del mare.


Wednesday, February 14, 2018

Cina: 60,000 soldati a piantare alberi contro l'inquinamento














La provincia di Hebei, attorno a Pechino e' fra le piu' inquinate della Cina, ergo del mondo intero.

E' questa una zona industriale, dove si produce principalmente acciaio, e che e' perennemente coperta dallo smog. Spesso le fabbriche e le scuole sono chiuse perche' l'aria sa di carbone e diventa  irrespirabile. Il traffico viene fermato.  La gente vive con le mascherine, aumentano le malattie respiratorie e cardiovascolari, i purificatori d'aria vanno a ruba per chi se li puo' permettere.

Tutto questo e' piu' grave in inverno, quando ci sono le stufette in casa, che vengono alimentate a carbone, e che acuiscono la situazione.

Quest'anno e' stato deciso di vietare i fuochi d'artificio per il Capodanno cinese in almeno 400 citta' in tutta la nazione. 

I valori di inquinamento sono sbalorditivi: nel 2017 in media ci sono stati 65 microgrammi per metro cubo di PM 2.5 in tutta la provincia di Hebei; ma in alcune citta' si e' arrivato anche a 1,000 microgrammi per metro cubo sia di PM 2.5 che di PM 10, cioe' particelle fini di meno di 2.5 micron o 10 micron di diametro.

La citta' in quetione si chiama Shijiazhuan e si trova in Hebei.

Per capire quanto grave sia la faccenda, basti pensare che l'Organizzazione Mondiale della Sanita' raccomanda l'esposizione massima di 25 microgrammi per metro cubo sul PM 2.5 e di 50 microgrammi per metro cubu sul PM 10.

Quindi qui siamo a 40 volte di piu'!
 
E cosi, il governo cinese a cui non manca ambizione e potere di cambiare le cose, decide che le cose devono cambiare: l'inquinamento a Hebei deve calare del 15% in meno di un anno e le concentrazioni di PM 2.5 devono scendere a 57 microgrammi per metro cubo entro il 2020.

Siamo qui nella "guerra all'inquinamento" come la chiamano in Cina. 

Fra le iniziative prese quella di vietare il riscaldameno da carbone, promuovere l'innovazione, cercare di sviluppare turismo e teriziario, aumentare fino al 10% la percentuale di energia rinnovabile usata a Hebei, e... riforestare.

Si proprio cosi, piantare alberi un po' dappertutto.

Ma chi li deve piantare questi alberi? 

Ecco l'idea: 60,000 soldati del cosidetto People's Liberation Army hanno ricevuto l'ordine di piantare alberi contro l'inquinamento in un'area di 23 mila chilometri quadrati. La maggior parte di loro e' stata mandata proprio nella provincia di Hebei. 

Il progetto e' parte dell'obiettivo cinese di riforestare circa 84,000 chilometri quadrati, un area grande quanto l'Irlanda e di aumentare la percentuale di foresta nella nazione dal 21 al 23% entro il 2020, fino ad arrivare al 26% entro il 2035.

L'idea e' stata presa con grande entusiasmo dai militari, e si prevedono partnership con enti privati.

La domanda e' sempre la stessa: e in Italia?

Dove sono i nostri progetti di riforestare? Di combattere l'inquinamento? Di risanare le aree invibili? Di promuovere le auto, i bus, i treni elettrici, e qualsiasi mezzo di trasporto non petrolifero? Chi ne parla adesso che siamo in campagna elettorale? Che ne sara' di tutti quei giorni in cui Milano e Torino sono ferme per inquinamento? Come facciamo a farle finire?

Vogliamo che finiscano? 





Tuesday, February 13, 2018

Il Cile ha cinque nuovi parchi nazionali - grandi quanto la Svizzera











Patagonia, 2018



National parks are the best expression of social equity that there is.
It's like paying our rent for living on the planet. 

Doug Tompkins

Il giorno 29 Gennaio 2018 il preidente del Cile, Michelle Bachelet assieme a Kristine McDivitt Tompkins, presidente della Tompkins Conservation, hanno messo la firma finale sulla creazione del Pumalín National Park e del Patagonia National Park in Cile.

Si tratta di piu di 40,000 chilometri quadrati, e rappresentano la piu' grande donazione di terreno da un ente privato ad un governo.

E' un area grande quanto la Svizzera.

Ci sono dentro montagne innevati, laghi glaciali, vedute di mare, colline, praterie, foreste e vita animale.

Della coppia Kristine McDivitt e di suo marito Doug Tompkins abbiamo gia' parlato su questo blog, e la loro storia e' esemplare: due che diventano ricchi grazie a The North Face, Esprit, e Patagonia, che hanno fondato loro o di cui sono stati CEO, e che a un certo punto decidono di lasciare il mondo del business e di andare a vivere in Cile. Comprano terreni in Patagonia, li ripristinano, li trasformano in parchi e zone protette per il beneficio di tutti. Con i loro soldi, e per amore.

L'evento del 29 Gennaio e' l'atto finale di questa storia di protezione ambientale che e' iniziata 25 anni fa. Invece l'iter per rendere questi parchi ufficiali e' invece iniziato a Marzo 2017, con l'intento di instaurarne 5 nuovi di zecca e di espanderne altri tre.

Come gia' raccontato, Doug Tompkins, l'ideatore di tutto questo, e' morto nel 2015 in un incidente con il kayak in Cile, ma la sua opera va avanti grazie a sua moglie Kristine McDivitt. Lei dice che continuera' in questa sua missione di conservazione e di ritorno alla natura di altre aree in Cile ed in Argentina.

E infatti, la Tompkins Conservation ha proprio per obiettivo quello di comprare terre private, ripristinarle, proteggerle al meglio che si puo' e restituirle ai governi centrali per il godimento di tutti, per promuovere la bellezza, la natura e per portare orgoglio ed occasione di lavoro sostenibile e benessere alle comunita' locali. Finora, in tutto, hanno salvato circa 53,000 chilometri quadrati assieme a governi, associazioni non governative, attivisti, persone di scienza, e staff locale.

Perche' in Cile? Perche' Kristine e Doug ritengono che una delle catastrofi peggiori dei nostri tempi e' la perdita di biodiversita' e che il modo migliore per cercare di migliorare le cose e' di creare larghi parchi nazionali dove i processi evoluzionari potessero continuare indisturbati dall'opera umana.

Secondo loro i parchi nazional i rappresentano il modo migliore per la conservazione della biodiversita' da un punto di vista ecologico, e puo' rappresentare anche un beneficio per le comunita' locali.

Il loro motto e' "re-wilding". Ritorno alla natura selvaggia, con il reinserimento di specie animali un tempo abbondanti ed ora scomparse a causa dell'antropizzazione.

Tutto questo non accade senza controversie. C'e' chi dice che e' stato uno sbaglio trasformare terre agricole o da pascolo o ranch in zone selvagge, secondo questo "re-wilding". Per esempio, nella zona della Valle Chacabuco il re-wilding ha significato la rimozione di 25,000 pecore, 5,000 mucche, e 600 chilometri di filo spinato. Sorgeva qui infatti uno dei piu' grandi ranch del Cile.

Ma e' evidente che sul lungo andare e' questa la soluzione. I ranch iniziavano ad essere sempre piu' marcati dalla presenza dell'uomo, con sempre piu' strade e costruzioni. L'avere trasformato tutto in area protetta prima che arrivasse "lo sviluppo" ha fatto si che ora lo sviluppo vero sara' fatto in parallelo alla preservazione della natura.

Sono belle queste storie di persone che usano le loro ricchezze per cose utili e costruttive.

A quando i signori Benetton? I signori Versace? I signori Ferrero?