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Sunday, April 15, 2018

Marche: terremoti, faglie attive e approvazione di estrazione di gas






erano già state dichiarate inagibili, così come il 100 per cento degli edifici pubblici, a seguito delle scosse che hanno colpito il Centro Italia e le Marche negli ultimi anni. 

Secondo Alessandro Amato, esperto dell’INGV da Ottobre 2016 a oggi 
ci sono state oltre 86 mila scosse, molte delle quali di magnitudo inferiore a 2.
"Sembra che la zona interessata dalla sequenza sismica si stia spostando 
nella zona settentrionale.





Il giorno 9 Aprile 2018 c'e' stata una scossa di terremoto nelle Marche, con epicentro a Muccia, in provincia di Macerata. Il terremoto e' stato di magnitudo 4.7.

Il giorno 5 Aprile 2018 il duetto Gianluca Galletti e Dario Franceschini, che ancora siedono nei palazzi romani e ancora decidono del nostro territorio, del nostro mare e delle nostre montagne, autorizza altra estrazione di gas da Santa Maria Nuova, in provincia di Ancona.

Le due localita', Muccia e Santa Maria Nuova distano circa 80 chilometri l'una dall'altra.

Non e' un controsenso?
Non e' ignoranza?
Non e' cattiveria? 

Il Centro Italia ormai sono anni che sente la terra tremare. Siamo qui in presenza di faglie attive, la cui attivita' puo' perdurare a lungo. A Muccia, gia' quasi completamente devastata da terremoti di anni passati, e' crollato pure il campanile della chiesa. Il terremoto si e' sentito anche in regioni limitrofe.

E' evidente che si tratta di un territorio ballerino di per conto suo, con l'INGV che parla di 86mila scosse, quasi tutte di magnitudo inferiore a 2, negli scorsi 18 mesi.

Ha senso trivellare ed estrarre gas da un territorio cosi instabile?

Le trivelle della Gas Plus Italiana sono state progettate per una concessione che porta lo stesso nome della citta' di Santa Maria Nuova, e l'iter va avanti dal 2016.

L'approvazione, ironicamente arriva il giorno 5 Aprile 2018, proprio qualche giorno prima del terremoto.

A circa 5.4 chilometri di distanza dal pozzo c'e' un sito di interesse comunitario, dal nome "Fiume Esimo in localita' Ripa Bianca", ma come sempre, non ci sono, secondo trivellatori, ministeri e burocrati vari, pericoli di alcun genere.

E come sempre la lista di prescrizioni-salva apparenze e' lunga e ridicola: monitoraggio delle caratteristiche fisiche e chimiche dell'acqua, "quantomeno fino all'acquifero nella zona di transizione fra acque dolci ed acque salate", un piano di allarme, il monitoraggio della subsidenza, il monitoraggio "microsismico" in collaborazione con l'INGV con un valore di soglia di magnitudo 0.5 e con un area di spazzolamento fra i 5 e i 10 chilometri.

Dovranno stare attenti al rumore che emetteranno, e a possibili fughe di gas, dovranno controllare i "carri bombolai" ed avere tutte le autorizzazioni dei comuni limitrofi. Dovranno pure comunicare agli enti archeologici le date dei loro lavori.

Chicca finale: "i manufatti fuori terra dovranno essere realizzati con coloriture delle terre naturali nella gamma degli ocra".

Ora e' evidente che questa autorizzazione, del giorno 5 Aprile 2018 non ha portato al terremoto del giorno 9 Aprile 2018.

Ma queste vicende di terremoti, che si susseguono nel corso dei mesi e degli anni, nell'Italia centrale in particolare, ci ricorda che il nostro territorio e' fragile, e' delicato, e' caratterizzato da strutture ancora piu' fragili, per storia e per geografia, e che le trivelle certo non miglioreranno la situazione. La zona e' anche soggetta a smottamenti, a dissesti.

A suo tempo lessi tutta la documentazione della Gas Plus con le loro proposte e il testo e' qui in basso. Ricordo che di eventi sismici si parlo' poco, e con estrema leggerezza. Il famoso tuttapposto.

E ora, quattro giorni dopo l'approvazione di Santa Maria Nuova arriva un terremoto di magnitudo 4.7 a 80 chilometri di distanza.

Come possiamo essere sicuri che il tuttapposto della Gas Plus sia sufficente? Come possiamo essere sicuri che queste prescrizioni del governo possano garantire la sicurezza di persone e case? La pace mentale dei residenti?

Davvero il monitoraggio microsismico e' la risposta?

O non e' forse il caso di arrendersi alla natura, all'intelligenza, al buonsenso, e decidere che non e' il caso di continuare a stuzzicare cosi follemente le dinamiche geologiche? A decidere che la sismicita' naturale ce la teniamo, ma che tutto il resto, inclusi i sospetti e i rischi e le possibilita' di sismicita' indotta per quanto remote, e' meglio non accollarceli?

Galletti e Franceschini non credono al principio di precauzione?  O non gliene importa niente? O hanno amici da accontentare dentro la Gas Plus?

Quale che sia la risposta, ai miei occhi e' veramente insensato e schifoso questo modo di gestire la cosa pubblica.

Vergogna a loro due, e che lascino il posto a gente piu' competente, piu' innamorata dell'Italia e della sua gente.


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Qui quanto scritto su questo blog nel Dicembre 2016 sullo stesso pozzo, per una idea piu' chiara di cio' che fara' la Gas Plus a Santa Maria Nuova


L’ipotesi di messa in produzione dell’esistente 
pozzo risulta essere l’unica alternativa progettuale possibile
Cioe' o trivelle o morte!


Siamo in provincia di Ancona, in localita' Santa Maria Nuova. Ottantuno chilometri quadrati fra Ancona e Macerata. Qui i nostri amici della Gas Plus, a cui piace trivellare e stoccare gas in giro per l'Italia, hanno deciso che vogliono estrarre gas.

Leggo il loro documento di valutazione ambientale.

Come sempre, le cose che dicono, che siano Gas Plus, che siano ENI, fanno un po sorridere e tanto piangere.

Le loro motivazioni possono essere riassunte cosi': un pozzo di gas fra i campi e' cosa buona e giusta.

Nel caso specifico la Gas Plus ci fa sapere che il loro progetto

"contribuirebbe alla valorizzazione delle risorse energetiche nazionali, incrementerebbe la competitività del settore adottando le migliori tecnologie disponibili, nel rispetto dell’ambiente e concorrerebbe alla riduzione della dipendenza dell’Italia dagli approvvigionamenti provenienti dall’estero". 

Ammazza quante cose fa questo pozzo!

Valorizza le risorse nazionali, aumenta la competitivita' del settore, ci rende meno dipendenti dall'estero e rispetta pure l'ambiente!

Praticamente il pozzo del mago Silvan.

Ma... un pannello solare sulle case di tutti no, eh?

Poi aggingono che addirittura il progetto e' in accordo con i provvedimenti di tipo ambientale mirati alla riduzione dell’emissione di gas serra in atmosfera

perche'

il gas naturale, al confronto con tutti gli altri vettori energetici fossili, è quello più rispettoso dell'ambiente con una produzione di gas a effetto serra minore rispetto all’olio combustibile.

Ah pure!

Questo pozzo e' praticamente un toccasana perche' addirittura combatte l'effetto serra. Dovrebbero avercelo tutti nel giardino dietro casa, non solo i signori della foto su in alto che niente di male hanno fatto per avere un pozzo letteralmente dietro casa.

Ma secondo l'ottica di Gas Plus, dobbiamo per forza essere fossili. E certo -- sono una ditta di fossili, fossili sono nati, fossili vedono e fossili vogliono restare. Fossili di idee, di fatti, di visone. E fossili vogliono pure morire, costi quel che costi.

E infatti dicono che il non trivellare implicherebbe 

il mancato utilizzo di una risorsa la cui disponibilità è già stata verificata

 e non saremo in linea con le 

azioni e gli obiettivi intrapresi, in campo energetico, a livello nazionale e regionale volti a favorire l’indipendenza dall’approvvigionamento energetico internazionale.

Come dire, il micro pozzo di Ancona ci salvera' dall'importazione di gas russo!

Cara Gas Plus, questa nazione dovrebbe mirare al 100% di sole e di vento, e non di trivelle per "l'indipendenza energetica". La vera indipendenza energetica e' quella che ci si produce in loco, sui tetti, dal vento, senza distruggere l'ambiente e i polmoni del vicinato. 

Continuo a leggere.

Il progetto si trova in una area ad alta percettività visiva relativa alle vie di comunicazione ferroviarie, autostradali e stradali di maggiore intensità di traffico per cui i piani della regione Marche pervedono valorizzazione delle visuali panoramiche.

Ma niente problema, quelli della Gas Plus decidono che il pozzo non si vede mica poi tanto e quindi la percezione visiva non cambia. Dicono che 

l’area pozzo risulta poco o per nulla visibile dalle strade limitrofe,

Tuttapposto.

Ancora, ci sono altri vincoli e zone speciali:

- Area di eccezionale valore geologico/geomorfologico a circa 350 metri a sud del pozzo;

- Centro storico e nucleo storico della frazione Collina a circa 700 metri a nord del pozzo;

- Centro storico capoluogo del Comune di S. Maria Nuova a circa 2000 metri dal pozzo;

- Vincoli paesaggistico-ambientali legati alla fascia di rispetto fluviale del Fiume Musone a circa 1.2 chilometri a sud del pozzo.

- Zona di ambientamento fauna selvatica e Centro pubblico di riproduzione della fauna selvatica allo stato naturale "La Scarpara" di 249 ettari a circa 150 metri ad ovest del pozzo

- Zona di ripopolamento e cattura San Filippo di 1.028 ettari a circa 1.5 chilometri a sud dal pozzo

- Ambito territoriale non insediativo delle Zone Territoriali Omogenee "bacino del rio Capora" in area trivellanda dove sono vietate la costruzione di recinzioni delle proprietà se non con siepi e materiali di tipo e colori tradizionali e i movimenti di terra che alterino in modo sostanziale il profilo del terreno.

Ma anche qui, e' tuttapposto a causa della "limitata estensione delle attivita' previste", il rischio idrogelogico o di dissesti qui non ci sono, l'area non ha alcun elemento paesaggistico-ambientale di rilievo e si adotteranno tutte le opportune misure mitigative al fine di evitare possibili disturbi alla fauna selvatica presente. 

Tuttapposto. 

Le attività in progetto non interferiranno con l’area di versante in dissesto più prossima all’area pozzo, con rischio medio (R2) e pericolosità elevata (P3), che si colloca a circa 300 metri.  

Come se la geologia dopo 300 metri si fermasse.

E la zona di ripopolamento?

Gli animali saranno cacciati via e poi dipingeranno il recinto secondo i colori naturali. Ipse dixit.

E il movimento di terra?

No problem: le attività di scotico e movimentazione terra saranno minime e quindi il profilo del terreno già pianeggiante, non verrà alterato.

Dicono infatti che il buco gia' esiste dal 1988 e quindi, loro semplicemente andranno a tirarne fuori il gas. Quindi la Gas Plus trivellera' magicamente, senza movimentazione di terra di alcun genere.

Pero' si scopre poi che

- La porzione occidentale dell’area pozzo ricade in “ambito di tutela di crinali e versanti” nelle quali si vieta la realizzazione di “nuove attività estrattive, discariche depositi e stoccaggi di materiali non agricoli, salvo i casi di interventi compresi nei recuperi ambientali. 

Cioe' vogliono trivellare in un area in cui si vieta la realizzazione di nuove attivita' estrattive. Come puo' essere che non ci possono essere attivita' estrattive e questi qui possono trivellare?

Sono speciali?

Dicono che le loro attivita' saranno principalmente circoscritte alla sola area di piazzale.

Ma non interessa niente che ci sia un piazzale o una fontana. E' vietato estrarre? E allora lo e' per tutti, e per qualsiasi tipo di suolo o di piazzale che sia.

Non e' che la Gas Plus e' speciale.

Aggiungono che per sicurezza potrebbe esserci una lieve spianatura e riprofilatura del piede del versante che sostanzialmente non modificherà l’assetto morfologico naturale dei crinali. Se necessario, in fase di cantiere, saranno realizzate opere di contenimento naturali dei crinali presenti in prossimità dell’ingresso all’area pozzo, come “fascinate” o seminazione di particolari arbusti autoctoni, aventi anch’essi lo scopo di mettere in sicurezza i pendii individuati. 

Pertanto, il progetto non interferirà con la suddetta area di tutela crinali e versanti.

Quindi, tutti tranquilli: l'assetto morfologico dei canali non sara' cambiato.

Ma ... lo spianare e i riprofilare un intero versante non sono movimenti di terreno?
Avevano detto che non ne facevano!

E poi se era solo un piazzale, come fanno ad essere preoccupati dell'intero versante? 

Veramente credono questi siano interventi "lievi"?

E poi ancora: fanno questi interventi ai pendii perche' gia' sanno che le trivelle sono pericolose e quindi occorre intervenire in modo preventivo?

E perche' allora non considerano *seriamente* l'opzione ZERO: niente trivelle, niente rischi, niente spianamenti, niente riprofili?

Perche'? Vedi sopra: fossili nascono e fossili vedono. E se vedono green e solo il green del denaro.

Continuo a leggere. Risulta pure che nelle vicinanze del pozzo ci sono:

- emergenze geologiche, ad una distanza minima di 270 metri a sud

- corpi idrici Fosso della Scarpara a circa 380 metri ad ovest, Rio Caporà a circa 875 metri ad estil fiume Musone a circa 1,2 km a sud;

- versanti (pendenza superiore al 30%), a circa 195 e 450 metri a nord;

- manufatto storico, a circa 380 metri a nordest;

- fonti idriche la più delle quali si colloca a circa 380 metri a nordest dal pozzo;

- alcuni percorso pedo-ciclabili, il più vicino dei quali si colloca a circa 520 metri a sud,

- settori “a” (particolari ambienti naturali) a circa 360 m a Sud;

-  area occupata dal depuratore “e”, a circa 880 m a Nordovest;

- aree di versante in dissesto, così come recepite dal PAI e dalla Carta Geomorfologica Regionale

Ma va tutto bene, queste aree "non interferiranno con le attività in progetto previste".

Cioe' non sono loro che interferiscono con la natura,  e' la natura che non interferisce con le loro trivelle!

Per altri motivi di preoccupazione come il rumore, non ci sono problemi. E' -- manco a dirlo! -- tuttapposto. Anzi, c'e' completa conformità e aggiungono in allegato i risultati della simulazione acustica che certifica il tutto.

Ma... in fase di cantiere la Gas Plus Italiana potrebbe valutare richiesta di deroga dai limiti acustici comunali per motivi eccezionali e documentabili se si verifica una impossibilità di rispettare i limiti acustici!

Come dire: ma allora perche' dire che c'e' completa conformità?  Rispetteranno le regole finche' non le rispetteranno piu'.

Si premurano di dirci che non ci sono cimiteri nelle vicinanze.

E quindi visto che e' tuttapposto, si evince che l’area pozzo non ricade in alcun ambito naturalistico-ambientale soggetto a particolari prescrizioni di tutela.

Invece alcuni elementi soggetti a vincoli di tutela, data la distanza dal sito e la tipologia di attività previste (circoscritte alla sola area pozzo), non saranno interessate dalle attività in progetto.

E dunque, in barba ai dissesti, al divieto di nuove attivita' estrattive, alla tutela dei pendii,  la messa in produzione del pozzo risulta pienamente coerente con i contenuti della normativa energetica nazionale regionale e comunale vigente. 
 
Perfetto.

E poi ovviamente c'e' da considerare tutta l'infrastuttura del caso. Dicono:

Durante il processo di trattamento gas, tutti i liquidi di separazione ed essicazione gas
raccolti (costituiti soprattutto da acqua salata e minime tracce di idrocarburi) saranno
convogliati alla vasca di raccolta liquidi di drenaggio, il cui contenuto verrà periodicamente
prelevato da apposita autocisterna e portato a smaltimento.

  
Ma come fanno a sapere che i loro fluidi di perforazione sono fatti solo di acqua salata con "minime tracce di idrocarburi"? Chi gliel'ha detto? Qual'e' la percentuale di idrogeno solforato in questo pozzo? Chi smaltira' tali "acque salate"? Dove? Perche non ci dicono esattamente cosa c'e' in cio' che manderanno giu' per trivellare e che sara' mescolato con la loro acqua salata? Veramente credono che basta mettere assieme acqua e sale per trivellare? Davvero non ci saranno additivi chimici di nessun genere?

Useranno sale da cucina?

Credono che siamo scemi?

Ma quanto gas ci dara' poi Santa Maria?

Non e' ben chiaro. Ma dicono questo:

si stima che la fase di produzione del pozzo possa durare circa 20 anni, con una portata iniziale di circa 7.100 Sm3/g.

Ora tutto questo e' ingannevole.

La portata inziale significa il primo giorno? La prima settimana? Il primo mese? E dopo? Non si sa. Quindi non possiamo sapere esattamente quanto gas ce sotto a Santa Maria.

Ma diamogli il beneficio del dubbio.

Seppure fossero 7,100 metri cubi al giorno per i prossimi 20 anni si parla di circa 50 milioni di metri cubi in totale.

Ne consumiamo circa 68 miliardi l'anno. Facendo la divisione viene fuori che nel migliore dei casi da Santa Maria avremo gas per ... 0.25 giorni. Cioe' 6 ore!

Cioe' tutto questo spianare, dipingere, movimentazione di terra, vasche di contenimento per... neanche mezza giornata di gas da spalmare in venti anni!

Proprio l'indipendenza energetica, eh? 

Lo sappiamo tutti che questo pozzo non portera' niente di buono a nessuno 

Ma... e il rischio? E se ci sono problemi? Lo dicono anche loro che ci possono essere emergenze ed insicurezze. Se e' vero che ci sono li vicino ferrovie ed autostrade cosa facciamo se ci sono scoppi, o incidenti? E il gas estratto dove andra' a finire? L'autostrada e le ferrovie saranno sicure?


Santa Maria proteggici tu.









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