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Wednesday, June 12, 2013

Letta, il fracking e il bestiame



 Without rigorous scientific studies, the gas drilling boom sweeping the world will remain an uncontrolled health experiment on an enormous scale.


Il premier Letta qualche giorno fa afferma che occorre avere "un atteggiamento aperto e non penalizzante per lo sfruttamento delle fonti di energia prodotte in Europa, come lo shale gas".

Ora, Letta e' il primo ministro d'Italia, per cui sarebbe stato piu' onesto da parte sua, specificare cosa intendesse con queste parole per l'Italia e non per il vago concetto di Europa.

Siamo aperti allo shale gas prodotto non in Europa, ma *in Italia*? E se si, dove *in Italia*? 

Ecco allora l'altro lato della medaglia - l'ennesimo studio di effetti negativi di comunita' dove il fracking e' stato gia' usato e in particolare l'impatto sul bestiame e sulla catena alimentare.

Michelle Bamberger e' una veterinaria di Ithaca, nello stato di New York e assieme al Professor Robert Ostwald dell'Universita' di Cornell ha compliato il primo studio che collega le attivita' di fracking alla salute degli animali.

I due hanno esaminato 24 casi di allevamenti di animali nei pressi di campi di shale gas, da fracking ed hanno trovato una serie di malattie neurologiche, riproduttive e gastrointestinali.

In Louisiana 17 mucche sono morte dopo essere state esposte per un'ora a fluidi di perforazione. Causa della morte? Soffocamento.

In New Mexico l'analisi dei peli delle mucche ha mostrato che 54 su 56 mucche aveva residui petroliferi in corpo.

In Pennsylvania una vasca di riempimento di sostanze di scarto ha avuto delle perdite perche' troppo piena e questo ha causato la morte di 70 mucche incinte delle 140 che si trovavano al pascolo nelle vicinanze. Delle rimanenti 70 mucche, 59 hanno abortito e 11 hanno portato la gravidanza a compimento. Di questi 11 vitelli nati, 8 sono poi morti subito dopo il parto.

Cioe' da 140 mucche incinte, esposte ai veleni del fracking, sono venuti fuori solo 3 vitelli sani.

Particolarmente triste e' la storia di Jacki Schilke,  53 anni del North Dakota, allevatrice di bovini.

Hanno iniziato a fare fracking su 32 pozzi del Bakken Shale, vicino al suo ranch. Le mucche hanno iniziato ad avere problemi di ambulazione, infezioni. Le mucche hanno smesso di produrre latte, hanno perso fino a 30 chilogrammi di peso e le code sono cadute. Cinque mucche sono morte.

Lei stessi riporta problemi di salute - mal di testa, dolori cronici, problemi ai polmoni, sangue nelle urine, problemi ai denti.

Nella sua aria ci sono concentrazioni elevate di benzene, metano, cloroformio, butano, propano, toluene e xylene - usati nelle trivellazioni e nel fracking, che sono tossici e di cui molti causano tumori, danni alla nascita. Nella sua acqua ci sono solfati, cromo, cloro, stronzio e selenio.

In un ranch, in una zona praticamente disabitata.

Il suo sangue contiene acetone e metalli pesanti - fra cui arsenico e germanio. 

Ha spostato le sue mucche in un altra zona del suo ranch, ma non le vuole vendere perche' non e' sicura che siano sane e non vuole causare problemi a nessuno.

Le autorita' hanno detto anche lei "tuttapposto" mentre i dottori le diagonsticavano danni neuro-tossicologici. Ora deve usare inalatori e apparecchi per facilitare la respirazione. Non beve piu' l'acqua del suo pozzo, non mangia piu'  la carne delle stesse sue mucche, ne le verdure del suo orto.

A Michelle Bamberger e Robert Ostwald fanno eco Motoko Mukai, professore e tossicologo veterinario anche lui presso la Cornell University. I tre sottolineano che i metalli e il materiale radioattivo usati nel processo di fratturazione idraulica destano preoccuopazioni  perche' possono entrare nella catena alimentare attraverso la carne, il latte ed altri grassi animali.

Secondo loro stiamo facendo un enorme esperimento incontrollato sulla salute umana a livello globale.

Queste cose si applicano pari pari all'Italia. Non ci sono studi del genere, ma ci sono storie simili.

Ricordo a Viggiano, in Lucania, un allevatore mi porto' a vedere le sue mucche vicino al centro oli e vicino ad un pozzo dismesso. Stesse storie, mucche che non partoriscono piu', mucche che si rifutano di andare al pascolo, mucche che si ammalano.

E la sua attivita' di macellaio e di allevatore che muore.

E ricordiamo, per l'ennesima volta, il caso delle api lucane il cui miele, grazie all'ENI, e' intriso di petrolio:

"Solid-phase microextraction gas chromatography-mass spectrometry analysis of nineteen samples of honey from Basilicata (southern Italy) showed the presence of some flavour components never described before in honey. Furthermore, some phenyl-substituted hydrocarbons were detected. These compounds may be derived from the wastewater treatment plant in the area. Furthermore, in honey collected near an oil extraction plant, hydrocarbons were found; these may be derived from such plants present in the area."

Molti dei pozzi previsti per l'Italia sorgono in zone agricole, boschive.  Ai contadini, agli allevatori, servono acqua e aria pulite. Soprattutto serve loro la pace mentale di sapere che non stanno allevando concentrati di monnezza tossica.

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