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Friday, January 10, 2014

Carlo Rossella, Federico Rampini e l'ENI





Notare Federico Rampini e Carlo Rossella e Joaquin Navarro Valls
 nella Editorial Committee di OIL - rivista ENI

Federico Rampini e' il corrispondente USA per Repubblica.

Carlo Rossella e' presidente di Medusa Film Spa.
E' stato direttore del Tg5, di Panorama, de La Stampa e del Tg1.


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Il primo emendamento alla costituzione USA, meno di 50 parole, una delle cose piu' sacre in questa nazione:

CONGRESS SHALL MAKE NO LAW RESPECTING AN ESTABLISHMENT OF RELIGION, OR PROHIBITING THE FREE EXERCIZE THEREOF; OR ABRIDGING THE FREEDOM OF SPEECH, OR OF THE PRESS; OR THE RIGHT OF THE PEOPLE PEACEABLY TO ASSEMBLE, AND TO PETITION THE GOVERNMENT FOR A REDRESS OF GRIEVANCES.

December 15, 1791

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Se c'e' una cosa che odio e' il fatto che quando scrivo per il Fatto Quotidiano devo sempre star li a pesare le parole e i pensieri - questo si puo' dire? e se si, come lo devo dire? e le parole sono giuste? e c'e' qualcuno che possa offendersi?

A tanti italiani questo pare normale, e c'e' quasi paura di esporsi troppo, specie su temi "difficili" perche' le querele sono facili e vere. A me invece non pare normale per niente, perche' vivo da questo altro lato del pianeta, e mi e' sempre sembrato normale invece che la stampa fosse una cosa per conto suo, al disopra delle parti, da rispettare.  E con la stampa, i blog, e la liberta' di parola e di pensiero di ciascuno, in qualsiasi forma essi vengano manifestati.

E' per questo che adoro il New York Times: e' giornalismo per eccellenza e chi ci scrive in genere non ha conflitti di interesse, o se li ha li dichiara apertamente sull'articolo. E' per questo che dicono tante cose scomode e che in genere i problemi te li dicono prima che tu sappia che esistano.

Non mai sentito negli USA di una condanna di giornalisti per diffamazione. Mai. Anche quando hanno fatto errori madornali.

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Conosco invece poco Federico Rampini, l'ho sentito una sera da Santoro che parlava del modo americano di concepire la liberta' di stampa e mi pareva cosi chiaro e cosi vero quello che diceva che mi sono tirata giu' le sue parole per parlarne prima o poi.

E invece... invece scopro che ha collaborato almeno fino al dicembre 2012 con OIL.

La rivista dell'ENI.

Fa parte della "Editorial Commitee".

Non so che dire e cosa pensare.

La rivista OIL pubblica articoli che parlano di come fare meglio l'esplorazione petrolifera, si parla delle Tar Sands del Canada come di un "Canadian Treasure" dimenticando tutta la distruzione ambientale dell'Alberta. Sulla rivista OIL ci scrive Davide Tabarelli, quello di Nomisma che fa consulenze per i petrolieri e che non perde occasione per ricordare a tutti che trivellare e' cosa buona e giusta. Su OIL si parla di Africa come il prossimo continente da spremere in tutto e per tutto. Su OIL ci scrive il CEO della Total, e quello dell'ENI, che certo mai criticheranno la trivellazione del pianeta.

Perche' Federico Rampini ha accettato di lavorare per una rivista ENI?

Io se fossi un giornalista "patentato" non vorrei il mio nome associato con loro, e con nessuna altra multinazionale a dire il vero, proprio per non perdere la mia indipendenza.

E magari Rampini avra' un ruolo marginale in questa cosa, non lo so. Ma il fatto resta che su un giornalista, secondo me almeno, non debba neanche esserci l'ombra di dubbio che ci sia qualcuno dietro di lui e a cui lui non possa pestare i piedi.

E se mi si dice "che vuoi che sia" o che si puo' mantenere la propria indipendenza anche lavorando per OIL, vorrei sapere quando OIL pubblichera' un articolo sulla devastazione ambientale della Basilicata, o quando OIL invitera' la sottoscritta a scrivere qualcosa sui miei sette anni di lotte contro il mostro petrolifero e sul miracolo d'Abruzzo, dove a dispetto di tutti, non e' stato ancora avviato nessuno dei progetti petroliferi proposti? Vorrei sapere quando OIL parlera' dei 40,000 abruzzesi
scesi in campo contro Ombrina o dei Vescovi d'Abruzzo che hanno detto il loro no alle trivelle in regione? Vorrei sapere quando OIL svelera' dove e come l'ENI ha fatto o vuole fare fracking in Italia? Vorrei sapere quando parleranno di subisdenza indotta in Italia? Vorrei sapere quando parleranno di Gela, Porto Torres, Priolo, Porto Marghera, Falconara e Pieve Vergonte.

Forse di fronte a tutti problemi dell'Italia questo della stampa di cui non ti puoi fidare puo' apparire un problema piccolo. Io credo invece che una sia proprio una stampa forte, e libera, e indipendente e che tu cittadino sai che e' dalla tua parte, a far si che un paese resti sano e che non precipiti in quella melassa scomposta che e' oggi l'Italia.

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Ecco qui le parole di Federico Rampini - verbatim da Santoro.
Restano vere, e restano belle.


"Gli Stati Uniti hanno un'altissima concezione del ruolo della stampa.

La stampa in senso lato, include ormai ovviamente internet, i blog.

La stampa si sta evolvendo e abbraccia nuove forme di comunicazione.

Pero' in nessuna democrazia al mondo c'e' una legge cosi sacrosanta come il primo emendamento della costituzione americana che da' un valore davvero assoluto alla liberta' di informazione, alla liberta' di stampa, alla liberta' di espressione, alla liberta' di critica del potere politico.

La stampa americana ha sempre interpretato questo suo ruolo con coerenza, con coraggio, con spirito di indipendenza, con grande professionalita'.

C'e' un presidente degli Stati Uniti e' caduto, Richard Nixon,  perche' lo scandalo del Watergate e' stato svelato dalla stampa.

E in America tra l'altro per esempio, arriva a tale punto la concezione della liberta' di informazione che e' praticamente impossibile perseguire per diffamazione un giornalista americano, perche' il primo emendamento viene al disopra di ogni altra cosa. 

Quando un politico americano, comincia ad attaccare la stampa questo viene interpretato come un segno di debolezza, come un segno di insicurezza, non sapere difendere i propri argomenti, e quindi generalmente un politico che se la prende con la stampa e' un politico in declino.

Questo accade.

Una democrazia sana si fonda su un sistema di contropoteri, di controllori, che non sono democrativamente eletti, perche' i giornalisti sono un altra cosa, lo chiamano il quinto potere e non c'e', non fanno parte delle istituzioni. Possono dire delle grandi castronerie, delle gran fesserie, ma per amore della democrazia bisogna accettare anche quello."

Federico Rampini

1 comment:

Anonymous said...

speriamo che in qualche modo ci sbagliamo...o si giustifichi... Rampini piaceva anche a me, spesso da Fazio (Fabio) interveniva con libri o temi d'attualità, e mi era sembrato indipendente,..... del resto dopo quello che ci hai detto di Lucia Annunziata, non mi sorprendo più di nulla e nessuno!!!