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Friday, November 7, 2014

Approvata la concessione di stoccaggio Bagnolo Mella


Preso atto che seppur sollecitata in data 30 07 2012 la regione Lombardia 
non ha fatto pervenire il proprio parere di competenza








A me dispiace perche' sono sempre paesi piccoli, agricoli, che nessuno ha mai sentito nominare prima. Siamo in provincia di Brescia, Lombardia dove il Ministero dell'Ambiente ha appena rilasciato la compatibilita' ambientale per la realizzazione di un impianto di stoccaggio di gas a cavallo fra Bagnolo Mella, Capriano del Colle, Dello, Offlaga.

Era un vecchio campo di gas dismesso, dove ora verranno stoccati gas e CO2 per un totale di 88 miliardi di metri cubi. Pomperanno gas d'estate ed estrarranno d'inverno. Nella zona ci sara' anche la realizzazione di una centrale di trattamento.  La ditta proponente era inizialmente la Edison, ma la concessione e' stata poi trasferita alla GDF Suez Energia Italia, la cui casa madre e' in Francia.

Tutti - o quasi tutti - hanno detto si: la commissione tecnica di VIA, il Ministero dei beni e delle attivita' culturali, e poi c'e' stata la regione Lombardia che non si e' pronunciata, sebbene sollecitata in data 30 Luglio 2012. Perche'? A quel tempo il presidente della regione Lombardia era Roberto Formigoni e ci eravamo appena lasciati alle spalle i devastanti terremoti dell'Emilia Romagna, per i quali c'era quanto meno il sospetto e la possibilita' che potessero essere collegati alle attivita' umane. Perche' Formigoni non si e' espresso - in positivo o in negativo - a nome della sua regione? Non aveva niente da dire sulla centrale di stoccaggio in relazione ai suoi cittadini? E il presidente attuale, Roberto Maroni, ha qualcosa da dire su questo tema?  E' bene ricordare che l'attivita' di stoccaggio e' considerata a rischio di incidente rilevante e soggetta alla direttiva Seveso.

La zona e' sismica e secondo quanto riporta il sito del circolo ufficiale del PD della zona, con terremoti anche di intensita' 4, registrati nelle scorse settimane. Si passera' dunque da attivita' estrattiva durata per decenni a attivita'  di immissione e di estrazione a frequenza semestrale sottoponendo il sottosuolo a cambiamenti del tutto innaturali.

Il parere positivo arriva anche se manca ancora l'autorizzazione relativa alle emissioni in atmosfera e agli scarichi idrici relativi alle acque meteoriche e dilavamento. La ditta proponente inoltera' le domande "appena disponibili le informazioni necessarie acquisibili solo nella fase di progetto esecutivo." 

Cioe' prima si approva e poi di potra' sapere cosa e quanto verra' emesso in atmosfera.

La lista di prescrizioni impone che la pressione massima debba essere di 136 kg/cm quadrati, cioe' ogni centimetro quadrato potra' sopportare un chilogrammo di massa. Questa pressione e' di circa 130 volte maggiore la pressione a cui siamo soggetti nella nostra vita normale.

La GDF Suez Italia dovra' realizzare a sue spese una rete di monitoraggio sismico. Nel caso in cui si registrino scosse di grado 3.0 occorrera' adottare "tutti gli accorgimenti opportuni" atti a riportare la magnitudine sotto il valore 2.0. Come dice il mio amico Franco Ortolani: ma che hanno la sfera di cristallo? Quali sono questi accorgimenti per controllare, e per cambiare a piacimento le intensita' dei terremoti? Chi lo sa fare? Mica uno gira una manovella e... voila', le intensita' si abbassano magicamente. Non funziona cosi!  E se c'e' un terremoto di magnitudine 4 o 5 o 6, dovuto magari alla sismicita' naturale del territorio cosa facciamo? E poi ancora: chi controllera' tutto questo? 

Anche sui vari compensi pare tutto all'acqua di rose: il governo dice semplicemente che la ditta proponente deve concordare misure compensative con i comuni interessati. Mettetevi d'accordo voi, piccoli comuni della bresciana e colosso francese dell'energia.

La chicca finale e' che tutto sara' circondato da una "idonea architettura vegetale" con piante autoctone e che il progetto esecutivo dovra' essere "integrato e corredato da specifici elaborati progettuali di armonizzazione del nuovo insediamento paesaggistico" che dovra' tenere conto, anche nella percezione visiva "del rapporto con le architetture storiche e tradizionali nonche' con le colture ed il complesso sistema agricolo tradizionale". Si dovra' assumere o usare la collaborazione di un esperto architetto paesaggista per la "sistemazione degli impianti vegetazionali", si dovranno usare "essenze tipiche della zona" e "contenere il piano di accrescimento delle specie selezionate".

Alberi o non alberi, in Lombardia si prevedono o sono stati gia' costruiti altri impianti di stoccaggio - Sergnano, Ripalta Cremasca, Settala, Romanengo, Cornegliano Laudense. Ezio Corradi e' il coordinatore dei comitati ambientalisti di Lombardia che narra quello che accade a Bordolano, provincia di Cremona, dove la Stogit e' gia' all'opera: innocui annunci di fiaccole che si trasformano in vampate di 20 metri durante le prove di produzione, faglie sismiche, nessun piano di emergenza ed il silenzio generale.

Qui le immagini di Bordolano ed il racconto di Ezio Corradi - tuttapposto anche in Lombardia dunque. 










1 comment:

Alan Ian Ross said...

Cara Maria Rita,

bellissimo ed importantissimo il tuo blog (ed il lavoro di informazione che stai facendo).

Ti ringrazio molto. Da oggi, sei fra i miei riferimenti 'ambientali' fissi...