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Thursday, October 8, 2015

Approvate norme anti Ombrina -- serviranno?







Sempre all'ultimo minuto, vero? 

Io non so cosa dire di queste vicende dell'ultimora. Sono abituata al mio mondo scientifico, anglosassone, in cui le cose si fanno con intelligenza, criterio e prendendosi per tempo. Sono anni che parliamo di Ombrina e quasi due mesi dall'approvazione del permesso trivellante e tutto si riduce a questi ultimi giorni concitati.

Il Consiglio regionale in extremis presenta ed approva leggi contro il petrolio -- mancano pochi giorni al 14 Ottobre che e' la data fissata dal governo centrale per questa misteriosa conferenza dei servizi in cui decidere una volta per tutte il destino di Ombrina.

Arrivano cosi le leggi regionali di Mario Mazzocca, di Pierpaolo Pietrucci, di Sara Marcozzi, che dovrebbero fermare il mostro. Non so se lo facciano per amore o per politica, dato che nel 2008, nel 2010, nel 2012 non c'era nessuno di loro a salvare Ombrina. Ma assumiamo che sia fatto per amore.

Questi provvedimenti in sostanza ripristinano il limite delle 12 miglia della Prestigiacomo e constratano l'articolo 35 del decreto Passera. L'opposizione dice che i provvedimenti sono inutili oppure che verranno impugnati da Roma. 

Sono sempre meglio di niente, certo.

Ma la domanda e': perche' tutti a presentare testi diversi e discordanti? Perche' per una volta tanto non potevano sedersi con calma, il 10 Agosto e non il 10 Ottobre, a parlare di cosa fare invece che arrivare qui a litigare? Perche' ridursi all'undicesima ora?  Perche' non approvare queste leggi un anno fa?  

E ancora, se vogliamo guardare piu ad ampio termine: dove erano tutti costoro signori politici, all'indomani del decreto Passera del 2013? Perche' non hanno lavorato per creare sensibilizzazione sul tema negli anni passati, convincendo i propri compagni di partito, a livello locale, a livello nazionale ad un no convinto contro le trivelle?

Il PD d'Abruzzo, a partire da Luciano D'Alfonso, perche' non ha creato campagna mediatica a livello nazionale su questo tema, che poteva essere di aiuto e di incoraggiamento anche per altre comunita' a livello nazionale?

Ma no, cosa dico. Aiutare gli altri? Essere d'esempio, volerle le cose? Anatema.  E' da qui che capisco che non sono sinceri, perche' se fossero sinceri non vorrebbero Ombrina non solo per San Vito Marina, ma neanche per Santa Maria di Leuca, ne per Trieste ne tutto quello che c'e' in mezzo. E capirebbero che tutto questo immane lavoro potrebbe servire ad altri che cosi, magari non dovrebbero partire da zero.  Ma poi, che ne sanno di tutto il lavoro che c'e' dietro. Basta solo copiare il blog della D'Orsogna, vero?

In Abruzzo non c'e' una vera politica. C' e' solo l'armata brancaleone. 

E poi il patetico rimpallo alla responsabilita':  chi ricorda chi fermo' Ombrina nel 2010 -- Gianni Chiodi! (o Gesu' mio, non ci fu politico meno incisivo di lui!!!).  Chi ricorda che fu Berlusconi a dichiarare L'Abruzzo regione strategica mineraria, chi accusa il PD di avere approvato l'articolo 35.

E cosi via, tutti a dare la colpa ad un altro.

Io so solo una cosa: che nel 2008 quando comparve Ombrina sulla scena ero sola. Davanti a me, le foto che mi mando' la signora Liliana dal suo balcone di questi oggetti misteriosi bianchi e rossi che spuntavano dal mare.  Nessuno sapeva niente.  Nel corso degli anni i politici si sono alternati, tanti sono saliti sul carro e di schiaffi ne ho ricevuti tanti, ma sono ancora qui e il mio messaggio non e' cambiato. Sono otto anni che resistiamo. Il merito di tutto questo non e' del politico X o Y ma di quelle poche persone che dal primo giorno ci hanno creduto, anche quando il petrolio non era di moda e che l'hanno fatto diventare di moda.

Come detto, non so che dire di questi rattoppamenti dell'ultimora. Spero che siano utili. 










Prima pagina, Settembre 2015


Nel suo senso piu’ nobile, la politica dovrebbe essere intesa come l'amministrazione della cosa pubblica per il bene di tutti. Qualcuno viene votato dai cittadini con il compito e la responsabilita’ di diventare nostro portavoce, di prendere le decisioni collettivamente giuste, di mantenere le promesse anche quando e’ difficile farlo.

In Abruzzo la questione Ombrina Mare mostra che siamo lontani anni-luce da questo obiettivo. Prima di essere eletto, Luciano D’Alfonso ha piu volte ricordato di essere contro “i ferri” e gli “ufo petroliferi” nel mare, “perché io alle bellezze dell’Abruzzo non rinuncio”. Nel 2013 si era presentato alla manifestazione contro il petrolio a Pescara ed aveva promesso che avrebbe usato “ogni strumento politico e istituzionale” per dire no ad Ombrina presso gli uffici di Roma.

Io credo che Luciano D’Alfonso sia stato eletto governatore d’Abruzzo anche grazie a quelle promesse.

E’ passato poco piu’ da un anno da allora ed e’ come se quelle rassicurazioni le avesse fatte un altra persona. Il governo centrale ha approvato Ombrina senza che la regione Abruzzo di Luciano D’Alfonso facesse granche’. Una volta pubblicato il decreto che approvava Ombrina, Luciano D’Alfonso non ha avuto grandi reazioni, ne di denuncia, ne di stupore ne di affetto per “le bellezze d’Abruzzo”. Non ha scritto lettere alla stampa, non e’ andato in televisione ad esprimere i suoi sentimenti o a guidare la cittadinanza sul da farsi. Alle manifestazioni del 2015 D’Alfonso non partecipa. Le parole Ombrina ed ufo non compaiono piu’ nei suoi discorsi. Il giorno in cui avrebbe dovuto incontrare vari esperti a Pescara, me inclusa, il 29 Luglio 2015, non si presenta, impegnato in una inaspettanta “vacanza da 96 ore” e mandando un SMS di saluti. Arriva Matteo Renzi in Abruzzo ai primi di settembre e non e’ dato sapere se di Ombrina abbiano parlato, o cosa si siano detti in proposito.



Non e’ accettabile tutto questo in una democrazia vera, adulta, matura. E questo perche’ il petrolio e’ uno dei temi di maggior preoccupazione in Abruzzo, e perche’ tutto l’Abruzzo civile si e’ espresso contro Ombrina, dai centri sociali fino alla Chiesa cattolica come testimoniano il proliferare di eventi no-petrolio. E’ evidente a qualsiasi persona disinteressata che Ombrina (e tutti gli altri pozzi che seguiranno) non potranno portare niente di buono a questa regione. Lo sanno tutti.

Ed e’ per questo che il comportamento di Luciano D’Alfonso, secondo me, e’ uno schiaffo alla democrazia. Lui che dovrebbe incarnare il sentimento pubblico, scappa e si nasconde. E quindi, malgrado la prosopopea, nella pratica Luciano D’Alfonso si e’ rimangiato la parola. Nella pratica non sta facendo il bene dell’Abruzzo. Nella pratica e’ un venditore di fumo.

Non posso sapere cosa abbia portato Luciano D’Alfonso ad un cosi repentino cambio di idee. Posso solo immaginare tutti i giochi lobbistici e di potere che ci sono dietro, che di nobile non hanno niente e di fronte ai quali occorre essere degli statisti veri. E questo mostra ancora una volta che prima ancora che l’ambiente, il petrolio distrugge la democrazia.

Che fare adesso? In molti hanno votato Luciano D’Alfonso. Non e’ una cosa di cui vergognarsi. E’ bravo a parlare. Occorre pero’ che l’elettorato faccia sentire al proprio governatore che cosi non si va avanti. Occorre che Luciano D’Alfonso capisca che cosi facendo al prossimo giro perdera’ voti perche’ ha perso la fiducia della gente. Credo che sia l’unica arma che abbiamo: fargli venire paura di perdere la poltrona.

Se la politica e’ fare il bene comune, la democrazia che la esprime puo’ funzionare solo se dietro ci sono uomini e donne consci dei propri diritti, sinceramente innamorati di quel bene comune.





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